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Autore: Nadine_Rose    04/04/2014    2 recensioni
Nadine ballava, rideva ed era viva.
[Continuo di “Un amore diviso da un filo spinato”]
Nadine e Werner sedettero vicino alla riva del lago all’ombra di un’alta conifera e restarono lì, stretti l’uno all’altra, avvolti dall’aria fresca dell’estate berlinese mentre dentro di loro scoppiava la primavera. Una nuova stagione era cominciata per la loro vita ma i due contavano ancora i loro inverni.
[Capitolo 33: Il dono della vita]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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Capitolo 11

 

Verità negata

 

- Seconda parte -

 

“La verità è come il cauterio del chirurgo: brucia, ma risana”.

Riccardo Bacchelli

 


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Foto Jesse Gordon Spencer

 

Città di Fürstenberg/Havel, 28 agosto 1946

 

La giornata in ospedale si prospettava molto lunga e impegnativa per il dottor Hofmann, o meglio per il “dottorino”, perché così era soprannominato Werner da colleghi e pazienti per la sua giovane età. A soli venticinque anni, infatti, aveva iniziato a lavorare come medico chirurgo e il merito non era soltanto della sua eccezionale bravura con il bisturi. Suo padre era il primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Berlino e, durante la guerra, aveva partecipato all’Aktion T4[1]. Ma, a differenza di Werner, lui non viveva nel rimorso. Anzi, per amore di quella spregevole ideologia ormai sconfitta, aveva addirittura disconosciuto il suo unico figlio maschio dopo aver saputo della sua relazione con Nadine: un’ebrea, una sopravvissuta, un obbrobrio per il buon nome della famiglia. Hofmann, infatti, non era il vero cognome di Werner. Con Nadine, aveva perso tutto – la sua famiglia, il suo nome, il suo lavoro nella capitale, la sua eredità –, guadagnando l’immenso che solo l’amore può donare. Del suo passato aveva chiesto perdono a Dio ma ciò non gli era bastato e adesso, per redimersi, curava le vittime della guerra spesso senza chiedere alcuna ricompensa. In quel caldo pomeriggio di fine agosto, il giovane dottore aveva già operato ben quattro bambini dal volto sfigurato per lo scoppio di una bomba. Era sconvolgente il fatto che creature innocenti fossero state le maggiori vittime di quell’assurda guerra.

Werner sciacquò il viso impregnato di sudore e, subito dopo essersi asciugato, aprì la porta dello studio per far entrare un altro paziente. “Il prossimo?!” disse, affacciandosi sull’uscio. Tra le tante persone che, sedute, attendevano il proprio turno, un giovane si alzò. Aveva il volto completamente devastato da cicatrici, il setto nasale deviato e un labbro spaccato e, in più, era claudicante. “Si accomodi …” fece Werner, indicandogli la poltrona e continuò: “Allora … Mi dica!” Il giovane sorrise in maniera quasi ironica e rispose: “Penso che la mia situazione clinica sia abbastanza evidente, dottore. In più, ci vedo poco dall’occhio sinistro e quasi mi manca l’udito dall’orecchio destro.” “Cercherò di fare il possibile per lei.” ribatté Werner con espressione seria e decisa e, alzandosi dalla poltrona, gli disse: “Io comincerei dal naso.” Il dottore si avvicinò al paziente e, con un pennarello nero, iniziò a tracciargli dei segni per un’eventuale settoplastica[2]. “Posso chiederle com’è successo?” domandò Werner e il giovane, dopo un lunghissimo sospiro, rispose: “Durante la guerra, facevo parte della Resistenza. Un giorno, un gruppo di SS mi catturò e mi ridusse in questo stato. Sono vivo solo per miracolo.” “Mi dispiace.” affermò il dottore. Con Nadine, Werner aveva anche imparato a immedesimarsi nei dolori e nelle gioie degli altri. “Beh, il peggio è passato …” fece il giovane paziente “… Adesso voglio soltanto ricominciare, migliorare il mio aspetto e riprendere la mia vita, il mio lavoro e la mia dignità!” “Allora … Facciamo presto!” il dottor Hofmann accennò un sorriso “Compiliamo la scheda.” Prese una biro e iniziò a fare le solite domande.

“Nome?”                                         

“Kurt.”

Di Kurt ce n’erano a migliaia in Germania ma Werner non poté fare a meno di pensare al passato della sua futura sposa.

“Cognome?”

“Hochmann.”

Questa risposta fu come un pugno nello stomaco per il giovane dottore che, a stento, riuscì a mantenere la calma.

“Data di nascita?”

29 aprile 1917.”

“Luogo di nascita?”

Fürstenberg/Havel.”

“Professione?”

“Fotografo. E presto dirigerò il giornale di mio padre.”

Werner sbiancò, tutto coincideva: quel giovane era Kurt, il primo amore di Nadine …

 

Il tempo è pieno di sorprese

e qualche volta ci assomiglia,

si sogna e si sbaglia

e ci si spegne sempre un po’.

 

Pooh, Cercando di te

 

 



[1] Programma nazista di eutanasia che, sotto responsabilità medica, prevedeva l’uccisione di persone affette da malattie genetiche inguaribili o da gravi malformazioni fisiche. Le vittime dell’Aktion T4 furono circa 200.000 persone.

 

[2] Intervento chirurgico che si esegue in anestesia generale per raddrizzare il setto nasale. 

 

   
 
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