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Autore: jekikika96    26/04/2014    0 recensioni
* dal prologo*
Si tolse il cappuccio del mantello scoprendo così, una folta chioma nera e un viso dalla bellezza irreale, accentuata dalla presenza di due occhi rossi come il sangue. (....)
La donna si avvicinò con lentezza quasi cerimoniale alla grande pietra, ricoperta di antiche incisioni, che svettava al centro della radura.(....)
Sollevando le mani al cielo Visaya cominciò a pronunciare una formula sconosciuta nella lingua magica. Satra non era una grande maga e capiva a stento la lingua magica ma con le sue poche conoscenze capì cosa stava per accadere e ne fu spaventata.
All’improvviso attorno alle braccia di Visaya apparvero delle lingue di fuoco che salirono fino alle mani per posarsi come due fiamme sui suoi palmi bianchi.
Continuando a recitare imperterrita la formula, Visaya posò le mani sulla pietra.
Le fiamme si espansero dalle sue mani all’interno di tutte le incisioni facendo aumentare la luce che divenne quasi accecante.
La litania di Visaya era sempre più veloce e il bagliore talmente forte che costrinse Satra a coprirsi gli occhi.
Tutto terminò in un esplosione di luce che le avvolse entrambe.
******
Spero di avervi incuriosito :)
passate e recensite numerose !
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                             Capitolo I
 
Clara si svegliò di soprassalto con il respiro affannato e la maglietta del pigiama attaccata alla schiena dal sudore.
Come tutte le notte da un mese a quella parte, Clara dormiva in preda agli incubi e si svegliava con un senso di agitazione addosso.
Lasciò vagare lo sguardo per la camera mentre regolarizzava il respiro e si calmava.
La stanza era ancora immersa nell’oscurità se non per un debole raggio di luce che filtrava attraverso le tende chiuse.
Con tutta l’intenzione di tornare a dormire Clara si stese di nuovo e si girò su un fianco per  stare più comoda.
Sfortunatamente durante quest’operazione le cadde lo sguardo sulla sveglia poggiata sul comodino che segnava le sei e venti, ovvero solo dieci minuti prima del suono della sveglia.
Con un sonoro sbuffo Clara scalciò via le coperte e si tirò su a sedere.
Infilò le pantofole e con grande sforzo si alzò in piedi. Sentiva il corpo e la testa pesante e uno sbadiglio salì a confermare la mancanza di sonno.
Da quando faceva quel sogno dormiva poco e male.
La cosa che più l’irritava poi, era che non ricordava assolutamente nulla.
Aveva solo delle immagini sporadiche ma era come se ci fosse qualcosa a bloccarle ed era tutto confuso.
Aveva provato di tutto per far andar via quegl’incubi, come tutti i tipi di camomille ed infusi esistenti al mondo, il training autogeno e perfino l’ipnosi – su consiglio di una sua conoscente dalle dubbie capacità – ma nulla aveva funzionato, assolutamente nulla.
Sbuffando ancora esasperata andò alla finestra e spalancò le imposte per far entrare un po’ di luce.
Con sua grande meraviglia si accorse che il sole stava sorgendo in quell’esatto momento.
Lo spettacolo la lasciò senza fiato.
Il sole che pian piano andava ingrandendosi all’orizzonte illuminò con i suoi raggi la città, facendo splendere i vetri dei grattaceli e donando alle foglie autunnali un colore dorato.
Clara rimase ipnotizzata a guardare il sole bruciare di vita nuova, tinto di un coloro rosso fuoco era come una calamita per i suoi i occhi che, a differenza di altri, non risentivano dell’intensità della sua luce.
Inspirò a fondo l’aria fredda di Dicembre e risollevata da quella vista spettacolare si decise di andare a farsi una doccia.
Andò in bagno e mentre aspettava che l’acqua si scaldasse diede un’occhiata al telefono per vedere se aveva ricevuto qualche messaggio.
Non succedeva mai che ne trovasse, ma era un abitudine e quindi controllava lo stesso.
Per ironia della sorte quella mattina trovò ben tre messaggi, inviati più o meno dopo mezzanotte.
Incuriosita aprì il primo. Era della sua migliore amica che le augurava, con  una marea di punti esclamativi, buon compleanno.
Ci mise un po’ a realizzare e scorgendo la data sul cellulare si accorse che era il giorno del suo compleanno, il 21 Dicembre.
Anche gli altri due messaggi erano del suo migliore amico e della compagnia telefonica che le proponeva nuove promozioni.
Si diede della stupida e con la rassegnazione delle persone senza speranza si butto sotto l’acqua della doccia.
Mentre si lavava i capelli senti l’occhio pizzicare e pensando che ci fosse finito del sapone dentro si sciacquò velocemente ed uscì dalla doccia.
Si guardò nello specchio per cercare tracce di sapone, ma non ne trovò.
Vide solo che l’occhio era rossissimo, ma non come per un’irritazione, solo l’iride all’interno era arrossata, così tanto da coprire quasi il suo solito castano chiaro.
Guardandosi meglio si accorse di altre cose che non quadravano.
Come i suoi capelli, castani anche loro, quella mattina tendevano più al nero e la sua normale pelle olivastra era decisamente troppo pallida.
Preoccupata si toccò la fronte ma non sentì tracce di febbre, anzi, era quasi fredda.
Decisamente confusa e preoccupata decise prima di asciugarsi e vestirsi per poi scendere giù e chiedere consiglio alla madre, sicuramente già sveglia.
Appena arrivò al piano terra con lo zaino in spalla, constatò di aver avuto ragione, visto che la madre era seduto in cucina a bere il suo caffè e a leggere un libro.
Clara si avvicinò silenziosamente e quando fu abbastanza vicina si schiarì la voce.
Presa di sorpresa la madre sussultò ma subito dopo alzò lo sguardo e disse
  • Buon giorno amore, e buon diciottesimo compleanno –
  • Grazie mamma e buon giorno anche a te ! – si abbasso per baciarla sulla guancia  - cosa c’è per colazione ? – chiese allegra
  • Beh, ieri ho comprato una torta al cioccolato, come piace a te, aspetta che te la pre..- s’interrupe all’improvviso quando incontrò il suo sguardo e Clara vide passare nei suoi occhi un lampo di paura, ma fu talmente veloce che credette di esserselo immaginato.
  • Ah mamma. Mi sono accorta di avere un occhio arrossato e di essere piuttosto pallida… dici che ho l’influenza ? – Le spalle della madre s’irrigidirono e ebbe uno spasmo alle mani che le face cadere la torta dal piatto.  Preoccupata Clara corse ad aiutarla
  • Mamma..ti senti bene ? – la madre alzò il viso e Clara notò che lo sguardo spaventato era tornato e aveva la fronte imperlata di sudore. Notò anche che i suoi capelli avevano d’improvviso preso una sfumatura grigio-argentata e i suoi occhi erano velati.
Preoccupata l’accompagnò a sedersi e le prese un bicchiere d’acqua fredda per farla calmare. Quando le si fu regolarizzato il respiro la madre le disse
  • Scusa tesoro, è stato solo un capogiro. Comunque quell’occhio mi preoccupa un po’ quindi, per favore, oggi dopo scuola torna dritta a casa – disse con voce dura.
  • Ma…mamma, oggi volevo andare con Mary e gli altri a festeggiare – cercò di protestare “ dopotutto è il mio compleanno”
  • No, andrete un altro giorno. Voglio che torni a casa direttamente, sono stata chiara ? -  stava per dire di si, ma non era d ‘accordo. Era il suo giorno speciale e voleva festeggiare con i suoi amici. Quindi arrabbiata ribatté
  • No, non sei chiara. Non ti capisco, da oggi sono maggiorenne e gradirei un po’ più di fiducia! Tutta questo casino per un occhio rosso è insensato. Io oggi esco con i miei amici, se vorrai punirmi me ne assumo le conseguenze. Ora vado che sono in ritardo – E senza aver nemmeno toccato la torta, afferrò zaino e giacca e usci di casa sbattendo la porta
Sentì da dentro la madre che la chiamava ma la ignorò e corse via.
Era davvero irritata. Sua madre era sempre stata una persona protettiva.
Sin da piccola non le permetteva di stare troppo tempo fuori a giocare e non la faceva andare nemmeno alle feste di compleanno dei suoi amici.
Questo comportamento le aveva precluso la possibilità di avere delle normali relazione con gli altri, ma non si era mai lamentata.
Sapeva il perché di questo comportamento e lo capiva.
Il motivo era che Clara un tempo, quando lei era appena nata, aveva un fratello molto piccolo. Un giorno mentre era in giro con suo padre un ladro gli era apparso davanti sparando ad entrambi.
La madre aveva tolto da mezzo tutte le foto di loro due e non voleva mai parlare dell’argomento.
Per questo Clara non si era mai lamentata troppo.
Però finalmente aveva diciotto anni, degli amici ed una vita normale.
Non aveva più la voglia di accettare quel genere di vita.
Arrabbiata e con l’aria fredda che le arrossava il naso e le guance Clara cercò il cellulare nella tasca della giacca per chiamare Mary e sfogarsi un po’-
Accanto al cellulare, nella tasca trovò anche una scatolina di velluto, dalla forma allungata e con un bigliettino attaccato.
Incuriosita si fermò un attimo e lesse :
Mia amata Clara, buon compleanno. Sei una donna ormai e devi essere trattata come tale. Lo so che sono stata una madre un po’ difficile da gestire e mi scuso. Ma sei venuta su bene, bella e forte come avevo sperato. Prometto che d’ora in poi avrò più fiducia in te e ti lascerò più libertà.
Con tanto amore, la tua mamma.
P.S.  spero che il regalo ti piaccia.
Clara sentì gli occhi inumidirsi. 
Improvvisamente si sentiva in colpa per come se ne era andata.
Dopo i sensi di colpa vennero i dubbi.
Se la madre aveva scritto quel messaggio nei giorni precedenti perché si era comportata così quella mattina ? solo per l’occhio arrossato ? “ mi sembra davvero strano..”
Decise di aprire la scatolina di velluto.
Appena il contenuto ne fu rivelato rimase a bocca aperta.
Il regalo consisteva in una collana, formata da diversi fili intrecciati d’oro rosso e da un ciondolo di un materiale trasparente che rappresentava una fiamma stilizzata e con una pietra rossa incastonata al centro.
Era una collana bellissima.
Senza aspettare un attimo Clara se la mise e si avvicinò ad una vetrina per specchiarsi.
Le stava benissimo e il ciondolo cadeva perfettamente nell’incavo tra le clavicole.
Il ciondolo era anche stranamente caldo, e le provocava una piacevole sensazione nel petto.
Risollevata un po’ da quel regalo riprese la sua corsa per arrivare in orario a scuola.
                                          
                                                                   *********
 
Si era completamente dimenticata di chiamare Mary e quando arrivò a scuola la trovò seduta su una panchina con una busta in mano ed un’espressione accigliata
  • Non ti dico nulla solo perché oggi è il tuo compleanno, ma non hai nemmeno risposto al messaggio – disse agitando le braccia con enfasi. Clara represse una risata. Mary non era capace di fare la cattiva, quando ci provava diventava tutta rossa e faceva un’espressione che risultava sempre più tenera che minacciosa.
  • Hai ragione, scusami tanto. Ma ho avuto di nuovo quell’incubo, non mi sento bene e come ciliegina sulla torta ho litigato con mia madre – rispose Clara con voce esasperata.
  • Oh tesoro… allora ti perdono – e le saltò addosso scoccandole un bacio sulla guancia.
Clara ricambiò l’abbraccio con calore.
Furono interrotte da un voce irritata
  • Hey Mary, pensi di poterla lasciare un pochino anche a me ?- Clara si girò di scatto rompendo l’abbraccio e si ritrovo davanti il suo migliore amico Mark.
  • Buon giorno anche a te brontolone – dissero in coro lei e Mary andandolo a salutare.
  • Auguri amica ingrata – disse Mark sorridendo ironico e le porse una grande scatola nera.
  • Sbaglio o avevo detto niente regali  - ribattè Clara con sguardo truce.
  • Ingrata appunto. Non dire idiozie mia cara, ti pare che non ti avrei fatto un regalo ? e comunque anche Mary ha provveduto – Clara si girò verso l’amica che le porse con sorridendo la busta che aveva in mano
  • Colpevole – disse ghignando.
Con un sospiro Clara prese i regali e chiese
  • Volete che li apra subito o dopo a ricreazione ? – i due la guardarono come se fosse diventata verde e con le antenne
  • Scherzi vero ? Tu davvero pensi che ti lasceremo sprecare un giorno del genere chiusa a scuola ? – chiese incredulo Mark
  • Mi dispiace tesoro ma oggi ti rapiamo noi – e la presero per le braccia guidandola verso la panchina dove prima era seduta Mary
Rassegnata all’idea Clara non oppose resistenza e si sedere con un tonfo sulla panchina con i suoi amici che le giravano intorno insistendo perché aprisse i regali.
Allora Clara prese la busta di Mary.
Mark protestò dicendo che doveva aprire prima il suo ma fu interrotto da una gomitata di Mary.
Ridacchiando Clara tirò fuori dalla busta anonima una piccola scatolina verde che poco dopo scoprì contenere un paio di orecchini neri dalla forma squadrata con un piccolo pendente a goccia verde.
Un raggio di sole si li colpì e questi brillarono intensamente.
Clara posò lo sguardo su Mary e la ringraziò calorosamente
  • Sono davvero bellissimi – disse felice
  • Sapevo ti sarebbero piaciuti, quando li ho visti ho subito pensato a te – le rispose con un enorme sorriso.
  • Ok ok, sono molto belli però ora apri il mio regalo – irruppe con impazienza Mark.
Con un sospiro divertito Clara prese la grande scatola e tolse i coperchio.
Uno sguardo di completo stupore le si dipinse in volto.
Il regalo consisteva in un violino di straordinaria bellezza e di pregiata fattura.
Guardò incredula Mark e riuscì a balbettare solo poche parole
  • Mark… non dovevi… deve esserti costato una fortuna –
  • Tu non devi preoccuparti del costo – la interrupe gentilmente – l’unico tuo pensiere è vedere se il suono è altrettanto bello come il suo apsetto- commossa lo abbraccio e bacio forte per poi tirare fuori l’archetto dalla custodia e suonare un piccolo brano.
Già dalle prime note si poteva intuire la qualità dello strumento-
Il suono era dolce e forte e fluiva fluido dalle corde del violino.
Clara suonò le ultime note con estrema soddisfazione, e si dispiacque un po’, poiché avrebbe suonato per ore quello splendido strumento.
Fu ridestata dall’applauso entusiasta dei suoi amici cui rispose con un inchino accennato.
  • Grazie ragazzi, sono dei regali bellissimi. –
  • Vedo che non siamo stati gli unici a farti dei regali – disse Mary indicando la collana di sua madre
  • Oh si, è un regalo della mamma. Non me l’aspettavo sinceramente e devo dire che è davvero bella –
  • E’ vero, sembra brillare di luce propria. Posso vederla ? – chiese la sua amica
  • Certo, aspetta che la tolgo  - ebbe un po’ di difficoltà con la chiusura ma riusc’ a sganciarla e porse la collana  Mary. Appena però l’amica la prese in mano lanciò un urlo e la fece cadere a terra.
Sorpresa Clara chiese cosa fosse successo e Mary rispose che la collana era bollene.
Stranita Si chinò a raccoglierla, fortunatamente ancora intatta, ma al contatto con la sua mano sentiva solo un lieve tepore.
  • Non capisco , a me non sembra così ca…- non finì la frase perché all’improvviso la testa iniziò a girarle e sentì un forte dolore alla base della  nuca che la fece svenire.
 
 
 
                                                                **************
 
 
Per la prima volta da un mese  quella parte Clara dormì senza songnare.
O meglio, sognò ma non fece il solito incubo.
Questo sogno aveva un che di familiare e le trasmetteva una piacevole sensazione di calore.
Non c’erano immagini bene precise, una volta c’era la luna piena in un cielo privo di stelle, poi cambiava e si trovava a fissare due occhi rossi come il sangue ma non la spaventavano anzi, la guardavano con grande affetto, e ancora la luna, ma stavolta era rossa e grandissima.
Tutto era sempre accompagnato da una voce gentile, che sembrava il trillo delle campane.
Clara non capiva cosa dicesse, ma quel semplice suono la confortava.
L’unica parola che riusciva a distinguere in quel sussurrare era “Kaliel”.
Le era familiare.
Sembrava un nome, di qualcuno a lei conosciuto, ma non riusciva a ricordare chi.
Sarebbe rimasta così per sempre avvolta dal tepore ed immersa in quel vortice di immagini e suoni.
Ma purtroppo sentiva che qualcuno la chiamava, che le chiedeva di svegliarsi e prima di essere strappata al sogno la voce le sussurrò un ultima volta quel nome.
Poi tutto scomparve.
  
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