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Autore: TheDepths_    07/05/2014    2 recensioni
"Mi facevo spazio tra le persone,cercando di trovare Ronnie. Quella sera non avevo neppure voglia di uscire,ma lui aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto... Lo seguii verso l'uscita. Forse era stato coinvolto in quella rissa di cui stavano parlando prima.
-Ronnie che è successo?
Gli chiesi andandogli incontro.
-Non saprei dirtelo di preciso... Quel ragazzo però ci ha salvato."
Da quel momento la vita di Leslie cambiò per sempre.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Capitolo 5

Aaron

La feci accomodare e chiusi la porta a chiave.

-Restituiscimi cioè che hai preso. Adesso.

-Cosa?! Ma che dici? Io non ho preso niente!

-Oh, ma che brava attrice! Che demone sei? Restituiscimi il mio pugnale. Mi serve. Per ucciderti.

Leslie si alzò di scatto come per proteggersi.

-Ma cosa dici Aaron? Non sono un demone! Sono Leslie!

La guardai per qualche minuto. Il mio pugnale era scomparso lo stesso giorno in cui, per la prima volta, qualcuno era entrato in “casa” mia. E quel qualcuno era Leslie. Mi misi a sedere sul letto e la guardai. Dovevo fare qualcosa per capire se era un demone o no. E cosa dovevo fare? Mi venne un'idea ma non sapevo se poteva funzionare.

Mi alzai di scatto e l'afferrai per la spalla e la baciai con forza. Lei si staccò e mi tirò una sberla.

-Ma che fai?

Era tutta rossa, scoppiai a ridere

-Ah, grazie a Dio non sei un demone!

-E da cosa lo hai capito?

Era molto arrabbiata, credo, per il mio gesto.

-Vedi, i demoni prendono le sembianze umane, ma nel loro corpo non c'è sangue. Quindi non possono arrossire. Tu sei rossa, stai prendendo fuoco! Magari ti è anche piaciuto il bacio eh?!

Iniziai a ridere tenendomi la pancia con le mani, stavo per morire. Lei invece no, se la prese, anche troppo per una a cui non importa e mi spinse facendomi cadere sul letto sempre mentre ridevo.

-Non potevi fare un'altra cosa?! Non potevi graffiarmi e vedere se usciva sangue?

Stavo ancora ridendo quando, voltandomi verso l'armadio vidi dei graffi sulla sua base.

-Uhm?!

-Mi rispondi? Aaron?!

-Io non ho un gatto.

-Gatto? Quale gatto?!

-La mia sorellina aveva una gattina, si faceva le unghie sul divano e anche sull'armadio nella mia camera.

-Si ok, ma che c'entra?!

-Non ci avevo pensato, -mi alzai- vedi, sono uno stupido.

-Si, concordo.

-Vedi, se eri un demone non potevi attraversare il sale. Solo i mastini infernali possono farlo, ma lo loro puzza sarebbe rimasta qui. Ma c'è uno spirito che potrebbe attraversare il sale. Nessuno sa il motivo per cui i mastini attraversano le barriere di sale, però magari lo possono fare perché sono animali, in qualche modo..

-Quindi hai un cane malefico che ti ronza per la stanza, ha fatto entrare un gatto che ti ha graffiato l'armadio e lo ha portato via insieme al pugnale?

-Certo, poi si sono fermati in edicola, hanno preso PlayBoy, si sono fermati in pizzeria ed hanno mangiato una pizza. Per non parlare poi del fatto il gatto ha morso il cameriere e non si è affatto diver-

-Ah ah. Ma smettila di prendermi in giro.

-Ok scusa ma te la sei cercata. Nessun cane ha portato qui un gatto. E' entrato un gatto. Un Nekomata. E' un gatto a due code, non è cattivo, ma è molto dispettoso. Magari il mio pugnale è ancora qui, o nella sua tana..

mi alzai dal letto e alzai il materasso.

-No, qui non c'è.

-E la sua tana dove sarebbe?

Guardai Leslie sorridendo.

-Sta a te. Lì ci sono i libri e hai il cellulare quindi cerca su internet qualsiasi cosa riguardi scherzi, sparizioni ma non di persone, solo di oggetti. I Nekomate si divertono a “danneggiare” lievemente tutte le persone di un determinato quartiere. E tutto quello che spostano o gli cambiano di posto o lo portano nella loro tana dove di solito il prato fiorisce meglio anche quando non è il suo tempo, gli uccellini cinguettano giorno e notte. Di solito è al centro di tutti i misfatti Quindi divertiti mentre io mi trovo qualcosa da fare, se hai un computer potresti lavorare lì e dare a me il tuo cellulare tecnologico con cui posso giocare mentre svolgi il lavoro!

Le sorrisi e lei non ricambiò. Era così carina arrabbiata.


Leslie.

Ero immersa nella lettura di un libro che spiegava come capire quando una tana di un Nekomate era vicina, quando l'urlo di Aaron mi fece sobbalzare e alzai di scatto lo sguardo verso di lui.

-Maledizione! Questo Flappy Nyan è difficilissimo!

Esclamò irritato. Mi alzai e gli strappai il telefono di mano.

-Invece di stare li a giocare potresti darmi una mano! Almeno faremo più velocemente!

Il mio tono di voce era deciso. Aaron mi fissò per un attimo, poi finalmente si decise a parlare.

-Ti darò una mano solo se tu esci a procurarmi del cibo. Sto morendo di fame.

Iniziò a cercare qualcosa nella tasca dei suoi jeans.

-Ecco! Prendi questi e portami un Big Mac dal Mac Donald davanti al motel.

Mi disse porgendomi i soldi. Scossi la testa.

-Non mi stupisce che tu abbia scelto un motel con il Mac Donald davanti.

Uscii dalla stanza mentre lui rideva. Sorrisi involontariamente. Certo che Aaron era proprio un bel tipo. Ripensai al bacio che mi aveva dato prima. Arrossii. Non me lo aspettavo proprio, mi aveva colto di sorpresa. Attraversai la strada dirigendomi verso il Mac quando un punto nel parco antistante all'edificio catturò la mia attenzione. Solo in quel punto c'erano delle gerbere. Mi avvicinai camminando nel parco deserto, con lo sguardo fisso sui fiori. Ripensai a quello che avevo letto prima sul libro ed a quello che mi aveva detto Aaron. Vicino ai fiori c'erano tre sassi bianchi.

Non ci potevo credere. Avevo trovato la tana. L''ultima riga che ero riuscita a leggere parlava proprio dei sassi bianchi,che indicavano l'entrata della tana. Senza pensarci corsi di nuovo al motel e arrivata alla stanza di Aaron spalancai la porta.

-L'ho trovata!

Aaron mise sul tavolo la birra che stava bevendo e mi fissò confuso.

-Dov'è il mio Big Mac?

Rimasi sorpresa da quella domanda.

-Ma chi se ne frega del Big Mac! Ti sto dicendo che ho trovato la tana del Nekomate.

Finalmente il suo sguardo si fece serio.

-Quindi vorresti dirmi che non hai comprato il panino?

Sgranai gli occhi. Sicuramente mi stava prendendo in giro. Anzi speravo che fosse così

-Ah dimentica il panino e seguimi!

Esclamai uscendo dalla porta. Sentii Aaron che si lamentava dietro di me.

-Un Big Mac non si può dimenticare.

Sbuffai e lo condussi nel parco dove avevo visto le Gerbere e i sassi bianchi.

-Questo Nekomate non deve essere particolarmente furbo se ha rubato qualcosa così vicino alla sua tana.

Disse Aaron scuotendo la testa. Non potevo dargli tutti i torti.

-E adesso cosa facciamo?

Chiesi impaziente.

-Niente. Quando cala il sole ci appostiamo qui nelle vicinanze. Vedrai che il gatto a due code si farà vivo per tornare a casa.

Esclamò sorridendo. Mi voltai verso di lui. Sarebbe stata una lunga notte.

Aaron

Erano le dieci di sera. La mia pancia brontolava.

-Certo che potevi prendermelo il panino..

-Smettila di pensare al cibo!

Stavamo sussurrando da dietro un cespuglio facendo attenzione alla tana del Nekomata.

-Senti Leslie, ci sono due cose belle nella vita. Il letto e il cibo. Basta.

-Ma tu sei pazzo. Lo sai?

-Ogni pazzo sa di essere pazzo ma non lo ammette.

-Ma sei scemo. Ammettilo.

-Forse, ma sono affamato. Affamaaaato!

-Smettila di fare casino!

-Ma è così bello il cibo, il potersi sfamare, il formaggio doppio che cola dal Big Mac, i cetriolini, la salsa segreta, la carne fine e morbida..

Stavo sognando ad occhi aperti e la mia pancia si fece sentire. Fui distratto da Leslie.

-Eccolo!

-Cosa?! Il panino?! Dove?

-Il gatto. Non il panino.

-Ah..

Il gatto, più grande del normale ma non esageratamente, era uscito dalla sua tana. Si stava leccando le sue code. Era nero con una macchia bianca sulla punta di entrambe le code. Si guardava intorno tranquillamente.

-Ok Leslie, adesso tocca a te. Avvicinati a lui, canta qualcosa. Lui non è assolutamente spaventato dagli umani. Anzi, ne è innamorato. Quindi cerca di attirarlo a te, penseremo dopo ad ucciderlo, tu bloccalo e quando hai fatto io cerco di entrare nella tana.

-Ma che dici?!

-Fallo, sei una bella ragazza, magari ti crede. Io non posso farlo, non pensi? Si spaventerebbe!

-Beh, ti do ragione, lo spaventeresti.. cerca di farti almeno la barba!

Era arrossita, che carina. Però io amavo la mia barba. Annuii sorridendo e la guardai andare dal gatto.

Si avvicinò a lui sorridendo, canticchiava una canzoncina allegra e il Nekomata le si avvicinò strusciandosi alle sue gambe.

-Vieni qua piccoletto!

Lo prese in braccio e lo coccolò.

-Vieni pure Aaron!

-Arrivo!

Mi alzai e mi avvicinai a loro. Leslie coccolava quel gattaccio come se fosse suo. Scossi la testa sospirando.

-Ora gattaccio, mi riprendo il mio pugnale.

Mi sedetti e, togliendo le pietre bianche, infilai il mio braccio dentro la sua buca. Era bella fonda e un po' larga. Mi sembrava solo terra al tatto, poi sentii qualcosa.

-Trovato!

Tirai fuori qualcosa e lo guardai.

-Una torcia..ok.

Scossi la testa e ritornai a cercare.

Dopo qualche minuto avevo svuotato la sua tana.

-Allora, una torcia, un reggiseno blu di pizzo, un salvadanaio, un peluche a forma di gatto.. Credo che sia tipo la sua bambola gonfiabile.. O mio Dio.. Ma non è un gatto! E' un pervertito!

-Ma che dici, magari era solo per compagnia!

-Si certo.. Bleah.. Comunque, tre pennarelli, una parrucca e.. Ecco il mio pugnale! Adesso gatto, è il tuo turno.

Leslie mi guardò malissimo.

-E' solo un gatto. Non ti azzardare, è un po' birichino ma è troppo carino!

-Non possiamo lasciarlo libero. Creerebbe casini, e la gente si spaventa se gli vede le due code. Se lo vedono finirà molto peggio. Faranno degli studi su di lui.

-Non potremo tenerlo? Per favore!

-Quella vocina con me non funziona.

Leslie tentava di fare la faccia da cucciolo per farmi intenerire. E poi tenerlo. Tenerlo implicava entrambi, ed io non volevo.

-Dai, teniamolo! Potrei convincerti!

-E come?

Ci avviammo al mio motel mentre ne discutevamo.

-Potrei offrirti delle cene nei posti che più ti piacciono!

La sua proposta mi colpì la guardai fermandomi davanti la porta del motel con i sacchetti del McDonald.

-Se vuoi fare una cosa del genere ci deve essere per forza qualcosa sotto. Non vorrai mica il Nekomata stia qui da me vero? Lo terrai tu, vero Leslie?

-Ehm.. Ecco Aaron, io sto in un dormitorio.. Non posso tenerlo..

-Non ci pensare. Per stanotte può giusto perchè hai pagato tu, ma non ti garantisco che potrebbe sopravvivere. - guardai il gattone -Ma non starà qui per sempre. Ci puoi giurare.

-Ma dai Aaron, ti sentiresti meno solo!

-Ho già te a miagolare tutto il giorno!

-Idiota! Stupido!

Leslie si arrabbiò ed io sorrisi mentre aprivo la porta e la facevo entrare.

-Magari potresti convincermi, ma dovrai metterci impegno e dovrai provarci solo tre volte. Non di più finite le tre possibilità il gatto te lo porti in dormitorio.

Sorrisi e Leslie accettò la mia proposta.


LESLIE.

Mentre seguivo la lezione di comunicazione quella mattina pensai a come avrei potuto convincere Aaron a tenere il gattino. Era così carino dovevo mettermi davvero d'impegno. Stavo prendendo appunti quando Emily entrò nell'aula correndo e si mise vicino a me. La guardai, sembrava davvero affaticata.

-Hey Les! Hai visto hanno riaperto il terzo piano dell'università! Adesso è di nuovo accessibile.

Esclamò tirando fuori il quaderno dalla borsa.

-Davvero? Mi sono sempre chiesta perchè quel piano sia sempre stato chiuso...

Sussurrai non prestando più attenzione alla lezione ma concentrandomi sulla mia amica.

-Non lo so di preciso, ma penso che quel piano sia stato chiuso poiché un po' di tempo fa è avvenuto un omicidio proprio lì.

La voce di Emily si fece sempre più fiebile.

-Dicono che ci sia un fantasma.

Mi voltai di scatto verso di lei. Poi vidi che scoppiò a ridere.

-Ovviamente sono tutte scemenze!

Scossi la testa. Non mi piaceva scherzare su queste cose.

-Davis! Smith! Cosa trovate di così divertente in questa lezione? Volete aggiornare tutti i presenti?

Il professore Hendrick ci stava guardando davvero male e in poco tempo tutte le persone dell'aula ci stavano fissando.

-Ci scusi.

Sussurrai tirando una gomitata a Emily. Odiavo essere al centro dell'attenzione. Per fortuna la lezione proseguì normalmente e appena finì decisi di informarmi di più sulla storia della nostra università. Così mi diressi alla portineria dove c'era Rose, una donna sulla sessantina, sempre pronta a fare due chiacchiere con me.

-Rose! Buongiorno!

Esclamai porgendogli un caffè.

-Leslie! È un piacere vederti, carina come sempre.

Mi sorrise accettando volentieri il caffè.

-Ho sentito che hanno riaperto il terzo piano.

Le dissi mentre mi sedevo accanto a lei.

-Si. Sinceramente non sono molto d'accordo con questa decisione...

Replicò mentre beveva un sorso di caffè. La mia curiosità iniziò ad avere il sopravvento.

-Perché?

Chiesi sempre più interessata.

-Non dovrei parlare di questa cosa, ma visto che sei tu posso fare uno strappo alla regola.

Si alzò e chiuse la porta.

-Trentanove anni fa, si è verificato un omicidio al terzo piano dell'università, da quell'anno il piano è stato reso inaccessibile. Una ragazza è stata uccisa nei bagni dell'ala ovest. Tuttavia nonostante ci siano state molte indagini nessuno è riuscito a fare chiarezza sul caso.

Rimasi a bocca aperta. Com'era possibile che non fossi a conoscenza che nell'università che frequentavo era avvenuto un omicidio.

-Non ne avevo mai sentito parlare...

Esclamai sconcertata. Rose annuì.

-Hanno cercato di oscurare ciò che era successo. Altrimenti il nome dell'università ci avrebbe rimesso.

Buttò giù l'ultimo sorso di caffè.

-Secondo me è stato un grave errore riaprire quella zona. Però l'aumento dell'iscrizione ha reso necessario il bisogno di ampliare l'edificio. Quel piano inutilizzato si è rivelato un affare.

Finii anch'io il mio caffè e mi voltai verso Rose. Sembrava davvero molto contrariata. Fin troppo per essere una persona esterna al fatto.

-Sembri molto toccata da questa storia.

Sussurrai. Pensando ad alta voce. Lei si girò di scatto verso di me.

-A quel tempo anch'io frequentavo questa università. Però quell'omicidio mi scosse così tanto che fui costretta ad abbandonare. Rientrare qui dentro mi è costata molta fatica all'inizio. E adesso che hanno intenzione di riaprire quel piano penso proprio che me ne andrò...

Si mosse freneticamente prendendo dei fogli.

-Tu conoscevi la ragazza che è morta?

Le chiesi. Rimase un attimo in silenzio,poi posò i fogli e tornò a guardarmi.

-Leslie, la ragazza che è morta era la mia migliore amica. Eravamo insieme in quel bagno quando qualcosa dalla terza cabina l'ha trascinata dentro. Io non ho mai detto niente perchè sono scappata, ma dalle urla che ho sentito non sembrava niente di umano.

Si interruppe un attimo scossa da un brivido.

-Penserai anche tu che sono pazza...l'hanno pensato tutti quelli a cui ho raccontato questa storia.

Si mise a sedere prendendosi la testa tra le mani. Mi alzai per confortarla.

-No Rose. Non credo affatto che tu sia pazza.

Lei mi sorrise e poi sgranando gli occhi guardò l'orologio.

-Oh no sei in ritardo per la lezione! Scusami ti ho intrattenuto con questa storia.

Scossi la testa.

-Non preoccuparti, devo andare in un posto non avrei seguito comunque la lezione. Ci vediamo Rose e stai tranquilla.

La salutai sorridendo. Dovevo andare da Aaron e sentire se sapeva qualcosa di più su quella faccenda. Però prima decisi di andare a comprare qualcosa per lui.

Dovevo riuscire a convincerlo a tenere il Nekomata.

Mi presentai alla porta della stanza del suo motel con un sacchetto in mano. Appena bussai lui venne ad aprirmi.

-Ho delle notizie e un regalo per te!

Esclamai porgendogli il sacchetto.

-Che cos'è?

Mi chiese incuriosito.

-No, non ci posso credere.

Disse con gli occhi che si illuminavano. Ero passata dall'alimentari e facendo la figura della pazza mi ero fatta dare all'incirca un chilo di pelle di pollo.

-Sono stata brava è?

Esclamai soddisfatta di me e della sua espressione estasiata.

  
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