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Autore: StregattaLunatica    11/05/2014    2 recensioni
Hawke ha distrutto il circolo dei maghi. Meredith ed Orsino sono morti, ed i cittadini di Kirkwall hanno messo colei che li ha salvati sul trono.
Ma cos'è successo dopo gli eventi di quella notte?
Hawke si è ritirata in se stessa, è cambiata.
Ed un peso che si porta da anni sul cuore è in procinto di esplodere...
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del Thedas'
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La serata fu abbastanza piacevole, la compagnia era certamente delle migliori. Ma lei non riuscì a distrarsi completamente. Non ci riusciva da tempo. Sorrise e rise con loro, ma non era partecipe. Ogni qual volta loro si distraevano o semplicemente distoglievano lo sguardo, la sua maschera andava in mille pezzi. Ed aveva appena una manciata di secondi per ricrearla.
Non era riuscita a dormire bene quella notte. L'ebrezza non l'aveva colta, e dopo esser tornata nel suo letto, non aveva fatto altro che rigirarvisi sinchè il sole non era tornato alto nei cieli.

Thalìa percorse le vie della città superiore a testa china, rimuginando sui suoi pensieri, sui suoi dubbi.
Sui suoi rimpianti.
Alzò lo sguardo verde chiaro, ponendolo dove una volta c'era l'imponente chiesa di Kirkwall. Aveva fatto rimuovere le macerie, i corpi che riuscirono a trovare ebbero gli adeguati riti funebri. Quelli che non trovarono o non identificarono, ebbero le loro preghiere.
Stava facendo ricostruire la chiesa, sebbene questa volta fosse un po' più piccola e non sfarzosa come l'altra.
Non era ancora completata, ma aveva fatto si che un edificio in disuso da tempo diventasse provvisoriamente luogo di culto. Vi si diresse, pregando nuovamente per le anime cadute a causa dell'insensata follia di Anders, mentre passava accanto al luogo maledetto.

Chiuse la porta dietro di se, facendo attenzione a non far rumore. Si guardò attorno, e non vide nessuno. L'allodola aveva cantato da poco, perciò era improbabile che il luogo fosse affollato. Ed era proprio per questo che era lì. Preferiva pregare nella tranquillità e nel silenzio, affinchè nessuno la disturbasse.
Mentre si avvicinava all'altare sormontato da due statue del Creatore e di Andraste, sentì la porta dietro di se aprirsi di nuovo. Sospirò, pensando che avrebbe dovuto accontentarsi.
Voltò il busto mentre la porta si richiudeva, analizzando la figura appena entrata. 
Una volta avrebbe sorriso, e lo sguardo le si sarebbe illuminato di gioia nel vederlo. Una volta sarebbe arrossita, mentre fantasie di baci fugaci ed abbracci pieni di calore le avrebbero attraversato la mente. Il sentimento che provava per lui non era completamente svanito, ma il suo cuore aveva iniziato a coprirsi lentamente di un lieve strato di ghiaccio. Come una rosa esposta alle prime ore invernali, i cui petali vengono decorati da uno strato di gelida brina.
«Non sapevo che fossi tornato.» si limitò a dire, voltandosi completamente a guardarlo.
Sebastian le sorrise, avvicinandosele. Era sempre buono e gentile, sebbene fosse diventato anche lui più distante. Non perchè il suo sentimento fosse scemato, ma perchè credeva che Thalìa avesse solamente bisogno di tempo dopo quanto era successo. «Sono sceso in porto poco fa.» le rispose, mentre entrambe camminavano sino all'altare.
S'inginocchiarono davanti ad esso, giungendo  le mani in preghiera e rivolgendosi al Creatore ed alla sua devota sposa, Andraste.
Thalìa era stata ad un passo dal prendere i voti e servire la Chiesa accanto a lui. Ma era stato tempo fa, prima che Kirkwall le crollasse completamente sulle spalle, costringendola a reggerne il peso come le statue dorate della Forca fanno con le colonne.

Pregarono in silenzio, sino a che Thalìa non decise di alzasi. Senza dire una parola, voltò le spalle all'altare dirigendosi verso l'uscita.
«Vai già via?» le domandò Sebastian girandosi a guardarla. La conosceva, sapeva che non era solita a fermarsi così poco nella casa del Creatore. «Si. Ho delle urgenti questioni da sbrigare a palazzo e-»
«Non mentirmi.» la interruppe con tono di voce brusco, alzandosi per poterla raggiungere. Le posò la mano destra sulla spalla, rivolgendosi a lei col tono di voce più dolce e pacato che possedeva. «Sei cambiata da quando sei Visconte. Sei cambiata da quando quel Maleficarum ha assassinato tua-»
«Silenzio!» urlò Thalìa contro di lui, voltandosi di scatto ed allontanandosi violentemente dalla sua presa gentile. Lo guardò con ira negli occhi, ancora sensibile all'argomento dopo tutti quegli anni.
Non era così quando l'aveva vista per la prima volta, non era così nemmeno dopo aver riacquistato il titolo di nobildonna grazie ai frutti della spedizione nelle Vie Profonde.

Una volta i suoi capelli erano corti e sempre spettinati. Un taglio rozzo e poco accurato, probabilmente fatto in fretta e furia con una lama, durante la pausa fra una battaglia e l'altra. Quegli occhi verdi erano sinceri ed espressivi, e s'illuminavano ogni qual volta un sorriso solare le si dipingeva sulle labbra. Una ragazza semplice, che non cedeva alla vanità od all'orgoglio. Che era più abituata nel muoversi in un accampamento di guerrieri assieme al fratello, e non fra i nobili di cui non sapeva nulla.
Più di una volta, si era chiesto come potesse combattere con uno spadone pesante, quella dolce figura cui lui avrebbe donato solo rose. Era...un'altra persona, un'altra Thalìa.
Ma dopo la morte di sua madre, era cambiata. 
La pazienza si era sensibilmente ridotta, così come quel poco di tolleranza che aveva nei confronti dei maghi. Se prima cercava almeno di ragionare, poi lasciò che fosse il filo della sua lama ad esprimersi per lei. Con gli eretici, così come coloro che davano loro asilo in qualsiasi modo.

Sebastian sospirò, scuotendo il capo. «Capisco che per te tutto ciò che è accaduto al circolo sia stato difficile. Ma sono passati mesi, non è più tempo di piangere i morti.» un espressione di scherno e cinismo le si dipinse sul volto, arricciando il labbro superiore ed emettendo uno sbuffo secco. «Piangere i morti? Erano maghi. Maledetti dal creatore, falsi e bugiardi. La debolezza di uno poteva significare la sofferenza di tanti. Si meritavano ciò che è accaduto loro, non c'era modo di evitarlo.» lo sguardo dell'arciere si rabbuiò. «Parli come Meredith. Thalìa, quella donna non era in se.»
«Certo che non era in se! Ma solamente a causa dell'Idolo!» rispose allargando le braccia con fare esasperato.  «Avrà anche esagerato, ma lei aveva ragione Sebastian! Aveva ragione! L'ho supportata sino all'ultimo suo istante perchè era l'unica che capisse veramente. L'unica che poteva vedere e sapere.» sospirò, abbassando la voce. «Non eravamo così diverse. Anche lei aveva una sorella, una maga che aveva protetto con la sua famiglia. Me ne aveva parlato, e mi aveva detto anche di come fosse diventata un abominio. Sono un pericolo per loro e per noi. Dovevano morire, tutti dovevano morire. Kirkwall non era sicura con i maghi del sangue che c'erano in giro. Ed io non avrei mai tollerato che questa città diventasse il loro giocattolo. Meredith condivideva le mie preoccupazioni.» sollevò lo sguardo, puntandolo in quello di lui «Quanto pensi che sarebbe durata questa città senza di lei in questi anni? Meno di un soffio di vento! Il Creatore ha guidato la mia mano e la mia spada in quella torre maledetta. Se non avesse voluto che accadesse, mi avrebbe fermata in qualche modo.» tacque, osservandolo. Aspettando di vedere se avesse capito, sperando di averlo potuto convincere. 

« “Si meritavano ciò che è accaduto loro”...» le ripetè a bassa voce «...anche Bethany?» Thalìa rimase in silenzio per qualche istante, ma non distolse lo sguardo. «Anche Bethany.» rispose con freddezza tale che all'uomo corse un brivido luno la schiena. Non poteva credere alle sue parole. La dolce Thalìa Hawke, l'innocente Thalìa. «Non, provi neanche un po' di rimorso ad aver permesso a Meredith di ucciderla? Era tua sorella! Sorella, sangue del tuo sangue! Sarà anche stata una maga ma-»
«IO ODIAVO MIA SORELLA!» l'urlo della guerriera rimbombò nella chiesa, la sua voce rimbalzò da una parete all'altra, riempiendo il luogo  sotto lo sguardo severo del Creatore e della divina Andraste.
  
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