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Autore: Infinity19    27/07/2008    7 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo Harry e il principe Draco CAPITOLO 11

Nel giro di meno di ventiquattro ore gli aggettivi o i sinonimi per descrivere il suo stato d’animo, che Severus Piton aveva utilizzato per definire la circostanza che aveva trasformato Harry Potter in un bambino, erano man mano cambiati mutando di significato col passare del tempo: il tutto accompagnato da diverse espressioni gestuali del suo corpo.
La prima parola era stata divertente: non aveva potuto farci niente, ma di fronte alle rimostranze della McGranitt, che agitata raccontava l’episodio incriminato e pretendeva l’immediata espulsione di Draco Malfoy, non aveva potuto evitare di ghignare apertamente e anzi, cosa che non avveniva da anni, era stato addirittura sul punto di ridere. E più la bocca gli si storceva in quell’espressione ilare e più la professoressa si irritava: ma era normale, si disse. Minerva era priva dello humor tipico dei Serpeverde, che chiaro, nell’incantesimo usato dal suo figlioccio, le avrebbe mostrato invece un semplice ed innocuo scherzetto! Una burla infondo, tanto per divertirsi: cosa che lui per l’appunto stava facendo con vero piacere.
La seconda era stata perplesso: il preside, proprio come la professoressa di Trasfigurazione, era un Grifondoro fin nelle punte dei suoi bianchi capelli, e a rigor di logica non avrebbe dovuto trovarci nulla di tanto spassoso in quella storia, eppure, mentre come lui ascoltava le lamentele della donna, Silente non aveva fatto altro che sorridere e la sua giovialità si rifletteva anche nei suoi occhi, che però risplendevano di una luce sinistra che era riuscita a congelare il ghigno sul viso del pozionista, trasformandola in un’espressione tesa e preoccupata.
Aveva seguito la parola sconcerto: “Ho deciso che il piccolo Harry sarà affidato al giovane Draco. Non c’è infatti nel castello persona più giusta per quest’incarico.” Aveva dichiarato Silente, dopo aver letto una missiva consegnatagli da poco da un gufo della scuola, letteralmente ghignando, e non sorridendo come suo solito, aveva osservato allibito Piton, lasciando sia lui che la McGranitt a bocca aperta, perché incapaci di assorbire il senso reale di quell’ enigmatica e folle affermazione, o di gestirne la portata.
Malfoy era assolutissimamente la persona meno adatta di tutta la scuola, o dell’universo intero, per prendersi cura di qualcun altro che non fosse se stesso: figuriamoci poi, proprio di Harry Potter!
Assurdo era stata la quarta: perché diamine Draco aveva accettato quella proposta senza minimamente obiettare, come invece avevano fatto la Granger e Weasley? Va bene che rischiava l’espulsione, ma perché neanche una protesta o una lamentela, come la sua indole capricciosa e viziata gli suggeriva di fare ogni qualvolta era costretto in una situazione per lui sgradevole o ripugnante? Che quella, non la considerasse tale? Fu il fugace ma sconvolgente pensiero del professore.
Severus aveva inarcato un sopracciglio, cominciando a sospettare che qualcosa di veramente importante e fondamentale gli sfuggisse: qualcosa che, a quanto sembrava, Silente aveva invece già intuito.
Quando il biondo Serpeverde e il bambino avevano fatto il loro ingresso nella Sala Grande per la cena, assurdo fu sostituito in rapida successione, prima da sollievo: aveva riconosciuto infatti immediatamente il gelo penetrante che traspariva dallo sguardo del suo pupillo e questo lo aveva rassicurato, confermandogli che i suoi dubbi erano infondati e che nel ragazzo nulla era cambiato, soprattutto nei suoi sentimenti di odio verso il moretto; poi da shock, quando quel moccioso aveva dichiarato all’intera Sala la sua simpatia per i Serpeverde e antipatia per i Grifondoro, ma soprattutto la sua netta preferenza e predilezione per Draco e il rifiuto dei suoi migliori amici e della sua pseudo-ragazza; infarto invece, come quello che sentì presto gli sarebbe venuto, quando vide con sguardo incredulo Malfoy che, con occhi carichi di ira, aveva pronunciato un Accio per impedire che la rossa Weasley desse un bacio al piccino, per poi stringerlo tra le sue braccia, quasi fosse il più prezioso dei tesori, e condurlo alla sua tavolata, con un viso dai lineamenti così dolci e rilassati, che mai prima d’ora gli aveva visto.
E durante il percorso non aveva sentito cosa si dicessero, ma per un attimo gli era sembrato di intravedere negli occhi del giovane Malfoy i barlumi di un fuoco la cui causa poteva essere solo una e che con la parola odio non aveva nulla a che fare, ma che molti a volte, anzi troppe, non erano in grado di distinguerne la differenza.
Sperò con tutto se stesso d’aver avuto un abbaglio, ma adesso la parola giusta per giustificare il senso di nausea che gli aveva preso all’improvviso alla bocca dello stomaco e che gli stava impedendo di godersi la cena, era malessere.
Malessere che si acuì nel momento in cui osservò quelle stesse fiamme avvampare e divampare minacciose, quasi a creare una barriera, che impedisse a Silente, o a chiunque fosse stato così pazzo da provare, ad allontanare il piccolo Potter dalle braccia di Draco.
Ma cosa Morgana stava accadendo? Non poteva essere! Non soprattutto proprio quello!!! La sua mente continuava a ripetergli provando a negare l’evidenza di quello che i suoi occhi avevano accertato, ma che lei strenuamente non riusciva proprio a concepire, né figuriamoci ad accettare.
Severus Piton aveva passato una notte insonne, crogiolato dal dubbio e dall’incertezza e, nemmeno i ricordi dei numerosi scontri tra Potter e Malfoy in tutti quegli anni, erano riusciti a placare la sua agitazione.
Doveva capire: avere conferme sicure e certe!
Per cui appena spuntata l’alba, il professore di Pozioni era uscito dalle sue stanze e si era diretto nella Sala Comune dei Serpeverde, notando da lontano che la Parkinson, venuta da chissà dove, era anch’essa appena rientrata. Ma su questo episodio avrebbe indagato più tardi.
Con passo rapido era salito su ai dormitori maschili e piano e il più silenziosamente possibile aveva aperto la porta della stanza del Capocasa delle Serpi.
Ma forse, per la sua quiete mentale, sarebbe stato meglio non farlo.
“…” Non esisteva infatti alcuna parola per descrivere quello che vide in quel momento.
Con orrore constatò che Draco e il piccolo Potter dormivano nello stesso letto abbracciati stretti l’uno all’altro e se questo non bastasse assistette sgomento e allibito al loro risveglio.
Dovette richiudere immediatamente quella porta perché abbagliato da una luce che non era del Sole, impossibile da vedere nei bui e profondi sotterranei del castello, ma di quella A…, di cui lui conosceva le restanti quattro lettere, ma che non riusciva proprio a pronunciare.
A… che riluceva intensa e splendente negli occhi di Draco.
Senza minimamente notare la presenza di Zabini seduto in una delle poltrone della Sala, il professor Piton era ritornato velocemente nei suoi appartamenti, maledicendo l’intera stirpe Malfoy per aver generato un discendente tanto imbecille e sconsiderato come quel mentecatto che aveva per figlioccio.
Innamorarsi di un bambino? Ma come dannazione era stato possibile? Se per i babbani esistevano le carceri a vita, per il loro mondo c’era direttamente un biglietto di sola andata per il bacio dei dissennatori, senza  neanche una sola notte ad Azkaban, se l’innocenza di un fanciullo veniva intaccata.
Ma il vero problema non era che quello fosse un bambino, dovette ammettere mentre con rabbia e frustrazione si sedeva sulla poltrona accanto al camino, non credeva infatti che il giovane Malfoy fosse così stupido, piuttosto chi quel piccino fosse.
Perché non era concepibile, né razionalmente pensabile, che Draco potesse provare qualcosa per Harry Potter: non dopo tutti quegli anni di screzi, astio e dissapori e infine la totale indifferenza da parte del moretto, durante la guerra, per il biondino.
Eppure mentre adesso assisteva a quella scena nella Sala Comune, richiamato ad intervenire a gran voce dai Grifondoro per la presunta diceria che Malfoy avesse fatto del male a Potter, finalmente con sofferenza capì che invece era tutto vero. Ora infatti le parole erano due: comprensione e dolore.
Perché quel bambino era il passato di un Potter che non risplendeva, né mai avrebbe rifulso, della stessa luce del suo amato Draco, e che presto sarebbe tornato rompendo l’incanto e spezzandogli il cuore.
Ma come un fulmine a ciel sereno, mentre osservava attonito in che modo quei due si guardassero negli occhi, si accorse di qualcosa che prima non aveva affatto notato: quella luce aveva riflessi smeraldini!
Una sensazione che ormai credeva morta, nell’attimo stesso in cui occhi simili e dallo stesso intenso e vivido verde di Potter si erano chiusi, dando addio alla vita a causa di quella A…, che lui da allora tanto odiava e di cui non era stato più capace di pronunciarne il nome, cominciò di nuovo a pulsare nel suo petto: la speranza.
Forse per Draco ce ne era ancora una, che guarda caso, sorridente, gli era seduta proprio sulle ginocchia.

“Principe, ci sono un signore tutto vestito di nero e i Grifondoro!” Esclamò Harry attirando l’attenzione di tutte le Serpi sui nuovi arrivati.
Più di un Serpeverde estrasse allora la bacchetta, alzandosi e formando inconsapevolmente una barriera protettiva intorno alla poltrona dove stavano Malfoy e il piccolo Potter.
Ron, Ginny ed Hermione, ancora increduli e ammutoliti per la scena a cui avevano appena assistito, estrassero le loro. Ma lo scontro, di cui nell’area si sentiva il profumo, fu evitato dal professore di Pozioni.
“Come potete constatare, Potter sta bene.” Strascicò in tono disgustato. “Quindi ora uscite di qui immediatamente, senza emettere suono, e andate nella Sala Grande o direttamente a lezione: non mi interessa! L’importante è che non debba ancora vedere le vostre facce o sentire la vostra voce, per l’intero giorno!” Ordinò perentorio e senza discussione ai tre Grifondoro.
“Ma professore! Noi…” Cercò di obiettare Ron.
“Trenta punti tolti a Grifondoro.” Ghignò l’insegnante. “Continui pure signor Weasley e le sottrarrò dieci punti per ogni parola che le uscirà dalla bocca.” Aggiunse in tono maligno. “Lo stesso vale per sua sorella e la signorina Granger. Così imparerete a non disturbarmi ancora a causa di fandonie insensate sui vostri compagni di Serpeverde.”
Hermione, mentre Piton parlava, era riuscita a districarsi con lo sguardo tra i vari Serpeverde e a trovare un angolo da cui potesse osservare il loro inconsapevole amico.
Emise un sospiro di sollievo quando capì che stava realmente bene e guardando Malfoy, non riuscì a negare che probabilmente Harry stesse davvero in ottime mani. Ma il terrore si impadronì di lei, quando notò lo stemma che il piccino portava sulla maglia e ringraziò Merlino che Ron non se ne fosse invece ancora accorto. E prima che lo facesse e che una sicura guerra scoppiasse nella Sala Comune dei verde-argento, afferrò i due fratelli Weasley e uscì dalla stanza, ordinando poi a quelli che ne erano rimasti fuori di allontanarsi subito, se non volevano intercorrere nelle ire del professore di Pozioni.
Tutti repentinamente seguirono il suo consiglio.
Piton aggrottò le sopracciglia di fronte allo strano comportamento della riccia Grifondoro e, per capirne la causa, seguì la direzione di quello che era stato il suo sguardo, ma si ritrovò semplicemente ad osservare ancora quel paradosso che erano Potter e Malfoy insieme. Non si avvide però, né trovò strano, la mano del biondino posata aperta all’altezza del cuore del piccino, quasi come se sotto avesse voluto nascondervi qualcosa.
A differenza del professore, Draco infatti sapeva cos’è che aveva spaventato la Grifoncina e, per quanto si ritrovò mentalmente a ringraziarla per non aver palesato la questione e quindi turbato Potty, volle evitare di aver problemi anche con il suo padrino, che sicuramente avrebbe osteggiato la scelta di accettazione dei Serpeverde e impedito al bambino di portare il loro simbolo, cosa che lo aveva reso tanto felice.
E il biondino desiderava con tutto se stesso che quel bimbo felice lo fosse sempre, quindi non avrebbe permesso ad alcuno di privarlo di quei meravigliosi e dolci sorrisi, nemmeno alla persona che considerava come un padre.
“E voi? Cosa ci fate ancora qua? Avanti, andate immediatamente a fare colazione!” Tuonò scontroso Piton ai suoi studenti, ma prima di uscire dalla Sala Comune si rigirò verso Malfoy con l’intenzione di dirgli di stare attento e non fare sciocchezze, ma poi desistette perché inutile.
Quel maledetto A… era capace di farti commettere le azioni più assurde: la massima fra tutte, sacrificare la vita per proteggere il destinatario del proprio cuore.     
E pensare che se fosse servito o avesse potuto, sedici anni prima l’avrebbe fatto anche lui…

“Ma chi è quel signore, Principe?” Volle sapere Harry, dopo che l’uomo se ne fu andato.
“È il professore Severus Piton, il responsabile della Casa dei Serpeverde.”
“Sembra tanto triste!” Proruppe il bimbo in tono abbattuto.
Le poche Serpi rimaste, tranne Draco, ghignarono.
“Potter, Piton tutto è tranne che triste! È quasi sempre arrabbiato, se non addirittura infuriato, ma mai veramente felice o dispiaciuto per qualcosa.” Gli rispose Teo.
“E questo non è triste?” Fece mogio il piccino. “Forse anche lui vorrebbe un abbraccio o un bacino, ma nessuno glieli dà. Magari si sente tanto solo.”
I ghigni scomparvero venendo sostituiti da espressioni più serie, dato che nessuno di loro, tranne Malfoy, si era mai veramente preoccupato o interessato della felicità del loro professore.
“Forse hai ragione, Potty!” Gli sussurrò il biondino. “Probabilmente anche il professor Piton ha bisogno solo di un po’ d’affetto per esser più felice. Basta solo che non sia tu a dargli i bacini.”
“Perché io no?” Domandò confuso Harry.
“Perché devi darli solo a me!” Gli confidò, arrossendo, in un orecchio.
Solo a te!” Gli promise, stringendogli forte le braccia intorno al collo e posando con un sorriso pieno di gioia il capo sulla spalla.
“Ora su, andiamo a fare colazione! Tu non hai fame?” Draco chiese imbarazzato, notando gli strani sorriseti sui volti dei suoi amici e facendo scendere Harry dalle sue gambe.
“Sì, Principe! Tanta!” Rispose il piccino prendendogli una mano e con l’altra afferrando la borsa con i suoi libri.
E mentre anche loro lasciavano la Sala Comune, rimasti soli, Blaise abbassò la sua bacchetta  e lasciò libera la Parkinson.
“Zabini, questa me la paghi! Anzi me la pagheranno tutti!” Sibilò velenosa la ragazza. “Come avete osato minacciarmi e permettere a quel moccioso di indossare il nostro stemma!” Proruppe indignata. “Quello è Sfregiato, è il Grifondoro che tutti noi odiamo al di sopra di qualsiasi altro appartenente alla sua Casa, è nostro nemico, è…”
“È l’ Amore di Draco, Pansy!” Le urlò afferrandola per le braccia.
“No!!! Non può essere!” Si ribellò all’ evidenza la Serpeverde.
“Pansy, ascoltami.” Le disse con più calma. “Se veramente ci tieni a Draco, lascia stare quel bambino! Siamo amici da una vita, ma non ti permetterò di rovinare questi pochi attimi di felicità che gli sono stati concessi da un destino, purtroppo crudele. Sì perché quando gli effetti della magia spariranno, Draco sarà disperato nella consapevolezza che ciò che veramente prova, e che è riuscito a sentire solo grazie all’innocenza e al sincero affetto di quel piccino, non è corrisposto dal Potter adulto. Se lo ami davvero, lascia che viva almeno questi pochi giorni di vera gioia, perché dopo, tutto svanirà insieme ai ricordi che quel bambino, a quanto sembra da quanto accaduto in questi anni, non porterà mai con sé.”
Detto questo il moretto, lasciando un ultimo sguardo pieno di significato alla ragazza e sperando d’esser stato chiaro, si avviò nella Sala Grande.
Pansy, prima di seguirlo, chiuse gli occhi indecisa su cosa fare.

Nel mentre Blaise raggiunse i suoi amici, che stavano risalendo i lunghi corridoi dei sotterranei, il piccolo Harry scorse da lontano Neville e lasciando la mano di Draco, si allontanò dal gruppetto dei Serpeverde e sorridendo gli corse incontro.
Diciamo che il giovane Malfoy non gradì affatto quel distacco e un’improvvisa stizza e un inspiegabile nervosismo si impossessarono di lui. Come Merlino era possibile che quel Paciock potesse anche solo interessare a Zabini, proprio non se lo spiegava: lui lo trovava così insulso e irritante, che non capiva come mai non gli avesse ancora lanciato una fattura. Ma il prurito che sentì alla mano che stringeva la bacchetta, mentre osservava, con le palpebre degli occhi strette in due fessure, quel deficiente fare una carezza tra i capelli del suo Potty, gli confermò che avrebbe provveduto entro breve.
Blaise invece provò qualcosa di simile, ma indirizzato al bambino, geloso, lui riusciva ad ammetterlo, del fatto che il piccolo Potter potesse avvicinarsi al suo amato Grifondoro con tanta semplicità e senza problemi, e ricevere tutte quelle attenzioni che avrebbe tanto invece desiderato potessero essere solo per sé.
“Neville! Neville!” Gli gridò contento il piccino andandogli incontro.
“Harry, ciao!” Gli sorrise gioviale il leoncino facendogli una leggera carezza sul capo.
“Ma stamattina non sei venuto anche tu a vedere se i Serpeverde mi avevano fatto del male?” Domandò innocentemente il piccino, che aveva trovato strano non trovare anche lui nella Sala Comune insieme agli altri tre Grifondoro.
Neville voltò il viso verso le Serpi, che ancora lontani li stavano raggiungendo, e leggermente arrossì, poi girandosi di nuovo verso Harry, rispose un po’ balbettando: “Ehm… no! N-non credevo c-che quella voce fosse v-vera.” Poi allarmatosi continuò: “Perché te ne hanno fatto Harry?”
Il bimbo scosse la testa: “No! Sono stati tutti tanto buoni e gentili, soprattutto il Principe Draco! Stanotte c’era il temporale e io avevo tanta paura, ma il Principe con una magia l’ha fatto finire e poi mi ha lasciato dormire con sé nel suo letto. E ieri sera mi ha dato anche il bacino della buonanotte! Sai, nessuno mai, da che mi ricordi, me ne aveva mai dato uno.” Il bimbo raccontò con un sorriso smagliante ed emozionato.
“Sul serio?” Chiese invece stupito il Grifondoro che, nonostante dopo la cena della sera precedente si era convinto che Malfoy non fosse un reale pericolo per il suo piccolo amico, non avrebbe mai creduto che l’algida Serpe potesse essere così comprensiva e affettuosa con Harry.
“Sì, davvero! E poi guarda qui!” Il piccino disse indicandosi il maglioncino. “Adesso anch’io sono un Serpeverde come loro!” Fece tutto orgoglioso mostrando lo stemma con dentro un serpente argentato. 
Ma il timido Paciock, dopo l’iniziale meraviglia, assunse un’espressione più triste.
“Che c’è Neville? Sei arrabbiato perché adesso dobbiamo essere nemici?”
“Oh no, Harry!” Rispose con enfasi e abbassandosi per dargli un bacio sulla fronte, senza notare però gli sguardi carichi di odio e invidia di due particolari Serpeverde. “Non pensarlo nemmeno! È solo che tu…” Ma non continuò: avrebbe voluto dirgli che era anche lui un Grifondoro, ma non vi riuscì rendendosi conto di quanto felice fosse il piccino proprio per quello stemma, che da grande invece avrebbe tanto disprezzato.
“… sei un bellissimo Serpeverde!” Preferì invece concludere, allietandosi poi del sorriso gioioso e luminoso che in cambio il bimbo gli fece.
“Oh Neville, grazie! Sai, anche se tu sei un Grifondoro e ora dovremmo essere nemici, anche a me stai tanto simpatico!”
“Ne sono davvero onorato! Ma perché dici ‘anche a me’, Harry? A qualcun altro sono simpatico?” Domandò confuso il Grifoncino.
“Oh sì!” Annuì il piccoletto. “Anche Blaise ti trova tanto, tanto simpatico!”
Paciock si voltò di nuovo verso il gruppetto dei verde-argento, sempre più vicini, e quando incontrò gli occhi di zaffiro del moro Serpeverde, arrossì furiosamente.
“Za-Zabini?” Balbettò il ragazzo, prossimo allo svenimento.
“Oh… ehm… Harry o-ora d-devo andare! C-ci vediamo d-dopo!” Pronunciò poi, prima di scappare via e lasciare il bambino confuso al centro del corridoio.
“Potter!!!” Fece invece con tono minaccioso Zabini, che raggiuntolo lo aveva sollevato da terra per poterlo tenere viso contro viso. “Che cosa gli hai detto?” Strascicò lentamente.
Il piccino non si spaventò, perché si era convinto che quando i Serpeverde si comportavano in questo modo era solo per nascondere la propria timidezza.
Quindi candidamente rispose: “Niente! Solo che anche tu lo trovi tanto simpatico!”
Il moretto arrossì, proprio come pochi attimi prima aveva fatto il Grifondoro, mentre i suoi compagni scoppiarono a ridere.
“Io ti ammazzo Potter!”
“Tu non ammazzi proprio nessuno, Blaise!” Dichiarò con occhi fiammeggianti Draco strappandogli il bambino dalle braccia e circondandolo possessivamente con le sue.
“Perché lo ammazzo prima io!” Fece guardando arcigno il bimbo, che però continuava a sorridere.
“Perché che ho fatto di male, Principe Draco?”
Malfoy arrossì imbarazzato. “I Serpeverde non lasciano che i Grifondoro, o chicchessia,” Sottolineò geloso. “gli diano i baci! Mi hai capito bene, Potter?”
Harry si strinse forte al biondino e poggiò il capo sul suo petto.
Solo tu, Principe Draco!” Ripeté quella dolce e fantastica promessa.
Solo io!” Gli confermò sommessamente il giovane Malfoy, ed Harry non capì com’era possibile, ma quella voce sembrava gli fosse uscita direttamente dal cuore.



N.A. Finalmente ho trovato il tempo di rispondere ai commenti! Scusate davvero se non ho potuto prima! Un bacio a tutti!
Ina: Grazie di cuore per i tuoi bei complimenti! Ammetto che all’inizio immedesimarmi in un bambino non è stato affatto semplice, dato che io non lo sono da un bel po’ di tempo, però man mano che la storia procedeva, ho trovato sempre meno difficoltà, proprio come se fosse lo stesso Harry a dettarmi le battute o quei suoi atteggiamenti tanto imbarazzanti per Draco. Mi fa quindi davvero tanto piacere che apprezzi così tanto come descrivo questo piccino e che la fanfiction ti appassioni così tanto. Ti abbraccio con affetto!
antote: Ehm… mi sa che Pansy non ti piaccia proprio: è così? Beh, allora siamo in due! ^___^ Comunque vedrò di provvedere e di accontentarti, nel frattempo grazie davvero per i tuoi complimenti! Un bacione grande grande!
hay_chan: Sono contenta che il cap ti sia piaciuto così tanto da farti sorridere, e che soprattutto trovi così teneri il piccolo Harry e il principe Draco. Grazie infinite per i tuoi sempre entusiastici commenti. Baci! Baci!
_G0tik4_: Grazie davvero per i tuoi complimenti! Purtroppo per quanto riguarda il ritorno di Harry adulto non posso dirti niente, se non: non temere! Infondo nei generi mica ho scritto Triste o Malinconico? Solo che prima che questo momento arrivi, ci vuole un po’ di tempo, perché con questa mia storia voglio donare una settimana di vera felicità alla triste infanzia del piccolo Harry. Spero allora che continuerai a seguirmi e che se ne avrai voglia, tu voglia lasciarmi ancora un tuo parere. Un bacio affettuoso!
Metis: Grazie infinite perché trovi così belli questi miei capitoli! Ammetto che, quando devo descrivere le scene con i Serpeverde, mi diverto anch’io tantissimo, nonostante la mia natura sia nettamente Grifondoro! ^__- Purtroppo non posso svelarti cosa accadrà quando Harry tornerà adulto, altrimenti rovinerei la sorpresa. Però pensaci, come tu stessa mi hai una volta ricordato, in questo momento il Potter adulto è in coma: chissà che starà sognando! ^___^ Ti abbraccio con affetto sincero. Kiss!    
strega_del_lago: Ti ringrazio di vero cuore perché trovi così teneri il piccolo Harry e il principe Draco, ma soprattutto perché li adori così tanto. Un bacio affettuoso!
dark89: Spero che quello che sto per scriverti ti dia le rassicurazioni che stai cercando: questa è una Draco/Harry e non una Harry/Ginny! ^___^ Grazie davvero, perché da quando hai deciso di commentare nel capitolo 8, non sei mai mancata di farlo anche nei successivi! Ti abbraccio di cuore! Baci!
Vale Lovegood: In effetti se Harry non ricorda di questa settimana con il Principe Draco c’è un motivo, che però verrà svelato più in là. Purtroppo per il momento, mi dispiace, ma non posso dirti nulla. Grazie davvero per i tuoi commenti e per i tuoi tanti e bei complimenti. Ti abbraccio con affetto sincero. Un bacione!
Anto Chan: Grazie davvero per i tuoi sempre bei complimenti, che apprezzo davvero tanto. Ricambio con calore il tuo affetto e ci aggiungo una scatola di Baci!
Hollina: Grazie davvero per aver deciso di lasciarmi un commento. In effetti Draco è protettivo con il piccolo Harry, non solo perché ora sa che cosa ha subito nella sua triste infanzia, ma anche perché infondo ne è geloso e inconsapevolmente innamorato. Cioè lo è del grande, ma al momento non riesce a distinguere il bambino dall’adulto. Ti abbraccio con vero affetto e perdonami se non riesco ad aggiornare nei tempi brevi che vorresti, ma ti assicuro che prima proprio non posso. Baci!







  
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