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Autore: Jade Okelani    23/12/2004    3 recensioni
La scuola di Stregoneria e di Magia di Hogwarts nasconde un profondo mistero fra le sue mura, una antica società che trabocca di potere. Ginny Weasley non vuole altro che entrare a farne parte, insieme a tutti i privilegi che questo comporta. Draco Malfoy ha il suo futuro nelle sue mani, a patto che lei aderisca a certe condizioni per il periodo di un mese. La fine dell'inverno porta con sè dispiacere, gioia e cambiamenti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Our Winter

(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
Il capitolo 9 è stato tradotto da Erika in esclusiva per EFP

 

Questa è la versione non NC17 del capitolo 9. Quella NC17 invece è postata prima di questo, nell'ordine. Anche in questo caso potete capire bene la storia anche senza leggere la parte NC17.

~

Capitolo 9 : Fiumi ghiacciati

~

"Questo è il nostro inverno e noi siamo fiumi ghiacciati;

La troppa conoscenza ha consumato la fiamma;

Quando ero innocente;

C'era della magia nel tuo nome" - Fred Johnston

~

Il cielo era scuro, come diventava l'acqua quando c'era qualcosa che non andava nell'ecosistema. Non era grigia, come diventa talvolta appena prima di una tempesta, o blu come nelle notti d'estate; era una massa verde-grigio-blu scura che comunicava l'imminenza di duelli magici e di disastri e disastri a venire.

E poi il cielo mutò, e l'oscurità lasciò il posto al rosso del fuoco, come se un migliaio di draghi avessero sputato tutti insieme nel cielo. Bruciava e bruciava fino a che non spuntò una grossa nuvola dal nulla e spense il fuoco.

Poi, il cielo fu di nuovo oscuro, ma non era un'oscurità maligna, piuttosto quella sorta di quiete che viene sempre prima delle ore dell'alba; appena prima che il giorno nasca di nuovo.

"E' finita allora?" gli chiese lei. Erano ancora nudi, il suo mento era appoggiato sulla sua schiena così che potesse guardarlo negli occhi. La cicatrice sul suo addome era sparita; adesso non sembrava nemmeno quella strisci di succo di pera purpureo che aveva sognato.

"Che altro c'è?" chiese lui, e fissavano entrambi un campo di ceneri, ed erano ancora visibili le fiammelle del gran fuoco che aveva ripulito la terra.

"I miei genitori non lo capiranno mai," dichiarò lei infine.

"Si fottano," annunciò lui, e prima che potesse rimproverarlo, abbassò la bocca su di lei e la baciò fino a farla restare senz'aria. La baciò fino a che il sole non venne fuori e le ceneri e le fiamme erano sparite del tutto e quando lei aprì gli occhi, lui era sparita e lei indossava un vestito nero, e stava di fronte ad una tomba. Sopra vi era inciso 'Malfoy' e lei piangeva e tutto questo sembrava tremendamente importante, ma se ne stava dimenticando già, e aveva problemi a ricordarsi di lui, ma ricordava ancora gli occhi, sapeva che erano grigi, grigi come la tempesta ed erano l'ultima cosa che voleva vedere prima di morire.

~

Peer un attimo Ginny non si ricordò di dove fosse. Sgranando gli occhi per il sonno, vide tutto verde seta intorno a lei, sentì il peso di un braccio intorno ad un fianco, e pensò, Draco. Una vaga sensazione di imbarazzo la colse, probabilmente qualche rimasuglio del suo subconscio, ma dopo un attimo, passò anche quello, e rimase solo con l'idea che doveva svegliarsi.

Baciamitiamotempestastopiangendoshhmocciosatiamotiamotiamo

All'improvviso, fu tutto troppo - quello che le faceva provare il suo braccio intorno, il modo in cui si ricordava come l'aveva fatta sentire lui - OhDioDioDio - ma che aveva in testa la scorsa notte? Era diventata matta? Certamente era più o meno in quelle condizioni. Forse doveva passare un po' di tempo a St. Mungo perchè c'era proprio qualcosa che non andava in lei, dato che aveva aperto il suo cuore e il suo corpo, totalmente a Draco Malfoy e -

- e per caso lui le aveva detto, anche solo vagamente, ovvio, che l'amava?

"Sveglia, mocciosa?" le bisbigliò lui contro l'orecchio, e il suo respiro le solleticava la pelle nel più delizioso dei modi.

Avrebbe voluto dire 'Buon giorno' o qualcosa del genere, e fu scioccata quando l'unica frase che le uscì di bocca fu un piuttosto disperato "Tu mi ami?"

Il corpo di lui si irrigidì per un attimo. "Cosa?" chiese, non nascondendo la sua sorpresa.

Chiudendo gli occhi, Ginny si spostò fino a riuscire a guardarlo in faccia. Non osando aprire gli occhi, chiese di nuovo, "Tu mi ami?"

Era ancora così rigido, e le ci volle un attimo per capire che quella rigidità era dovuta al fatto che stava cercando di non scoppiarle a ridere in faccia. Aprendo gli occhi di colpo, lo colpì, con forza, nel bel mezzo del petto.

"Non è divertente!" disse, col bisbigliò più forte che le riuscì di tirare fuori.

"Lo è," disse fra un risatina e l'altra, "il modo in cui l'hai detto ... la faccia che hai fatto ..."

"Piantala!" insistette, cercando di non ridere anche lei.

"Sciocca, stupida ragazza," mormorò, un secondo prima di baciarla, rubandole l'irritazione assieme al respiro. Le sue mani sulla schiena e nei capelli erano gentili, e si ritrovò a trattenere un singhiozzo quando lo sentì rabbrividire contro di lei.

Le palpebre si chiusero di loro volontà e le crebbe un nodo alla gola per l'emozione. Non si era davvero aspettata che le rispondesse, che le dicesse quelle tre parole. Una parte di lei credeva che l'amasse. Di sicuro la stringeva come se l'amasse davvero. E poi c'era il modo in cui la baciava, come se non potesse sopportare il pensiero di non poterla più toccare, come se fosse l'aria e l'acqua per lui. C'era una tale disperata quiete in quello che faceva che ebbe paura per la prima volta da quando era iniziata la sua relazione con Draco Malfoy: non c'erano tempeste in vista, perciò cosa temeva Draco?

Le venne un dolore al petto e premeva contro il suo cuore, facendole male per un motivo che ancora non sapeva. Se il modo in cui Draco la stringeva era di una qualche indicazione, lo sentiva anche lui. La scorsa notte, lui stesso aveva detto di non essere in grado di fare promesse, e allora non le era importato, non aveva avuto altro che stare completamente con lui, anche solo per una notte. Ora, però, sapendo come poteva essere fra di loro, era diventata avida. Non voleva rinunciare a lui, mai, ma non era certa di come dover affrontare l'argomento. E poi, se questa era l'unica mattina in cui si sarebbero svegliati insieme, la voleva perfetta.

"Che giorno è oggi?" bisbigilò lei, nella tranquillità del piccolo guscio che si erano costruiti attorno.

"Sabato," rispose lui, con voce ugualmente bassa, con le loro fronti che si sfioravano appena.

"Niente lezioni," dichiarò lei con un grosso sorriso.

"Niente lezioni," annuì lui e se prima aveva pensato avesse paura, ora sentiva una tristezza nostalgica dentro di lui. La provava anche lei, e non sapeva come combatterla. Sapeva solo che doveva provarci.

"La scorsa notte è stata . . ." Il suo cervello cominciò a entrare in cortocircuito quando provò a trovare le parole per descrivere quello che aveva significato la scorsa notte per lei. Espressioni banali, come 'bella' e 'meravigliosa' e 'divertente' e 'favolosa' le attraversarono la mente, e furono subito scartati. Era diventato parte di lei la scorsa notte; come diavolo ci si poteva aspettare che una ragazza esprimesse quella sensazione come si doveva?

"Io non ho mai ..." Lui arrossì addirittura, appena, e lei fu felice di sapere che ne era capace. "Non sapevo potesse essere così. Voglio dire, sapevo che io sarei stato bravo, naturalmente, ma non avevo mai capito che ... noi potevano essere bravi. Insieme. Non avevo mai capito che era un tale gioco di squadra."

"Nemmeno io," commentò lei piano.

"Davvero?" Lui cominciò ad accarezzarle la curva del fianco con la punta delle dita. "Pensavo che le ragazze avessero la loro prima volta tutta schematizzata in testa, dall'inizio alla fine, in una sorta di perfetto incontro romantico."

"E' così," confermò Ginny tranquilla, senza guardarlo. "E' solo che ... non pensi davvero che la tua fantasia diverrà realtà. Lo speri, ma ... non si pensa mai che la realtà reggerà il confronto col sogno. Certo sembra quasi impossibile che sia anche meglio ..." Cominciò a tormentarsi di nuovo il labbro, desiderando di non sembrare così priva di esperienza. Avrebbe voluto essere spontanea e meravigliosamente vissuta per lui, e invece, riusciva a malapena a mettere due parole insieme per dirgli quello che aveva significato per lei.

"Meglio, eh?" disse lui, con l'aria di uno che era incredibilmente compiaciuto di se stesso.

Incapace di resistere, lei alzò gli occhi al cielo. "Sì, Draco, sei un dio del sesso, mi hai presa e ... " il sorriso sparì lentamente dai suoi tratti e si lasciò scappare un grosso e reticente sospiro. "E non sarò mai più quella di prima. Felice?"

"In verità sì," rispose lui serio. "Penso che per la prima volta in vita mia, lo sono davvero."

Ormai si stavano divertendo tutti e due, e Ginny accolse con piacere quel cambiamento. Sollevando le sopracciglia, si avvicinò e gli premette un bacio sulla punta del naso, poi sulla curva della mascella.

"Scommetto che posso renderti ancora un pochino più felice," bisbigliò.

"E io scommetto che non esiste niente al mondo che mi farebbe scommettere contro di te," si lasciò sfuggire un gemito roco mentre la mano di lei scivolava sotto le coperte che lo coprivano fino alla cinta.

Più tardi, mentre Ginny era sdraiata, con la guancia contro il suo stomaco, un senso di stupore la colse.

"E' sempre così?" si chiese piano.

Non riusciva a vedergli il viso, ma sentì il sorriso nelle sue parole. "Dovrò prestare attenzione la prossima volta per scoprirlo."

~

"Ginny, stai ... saltellando?" le chiese una ragazza del quinto anno mentre lasciava la sala comune di Grifondoro.

"Se salto," gridò Ginny dietro di lei mentre il ritratto della Signora Grassa di chiudeva dietro di lei, "E' perchè me lo sono guadagnato!"

Canticchiando, Ginny si diresse verso la biblioteca. Doveva dedicare un po' di tempo oggi al test che il Professor Bins aveva programmato per lunedì, e dopo, avrebbe incontrato Draco presso il lago.

Entrambi avrebbero voluto non lasciava la calda sicurezza del letto di lui, prima, ma il pensiero di essere scoperti da una mandria di Serpeverde con la bava alla bocca li aveva convinti. Si erano scambiati un dozzina di baci mentre si vestivano e le ci era voluta tutta la sua forza di volontà per separarsi da lui.

La biblioteca era gremita (Gli esami G.U.F.O. iniziavano lunedì) di studenti del settimo anno. Ad un tavolo, un gruppo di Corvonero sembravano lì da tutto il giorno, visti i sandwitch mezzi mangiati e le cartine varie buttate tutto intorno. Ginny trovò un tavolo libero in un angolo, appoggiò la borsa su una sedia, poi andò a cercare i libri nella lista del Professore.

Studiava da quasi mezz'ora quando qualcuno le toccò la spalla.

"Questo posto è occupato?" chiese Kyle McGraw, con un piccolo sorriso speranzoso sul viso.

"Ora sì," rispose Ginny, genuinamente felice di vederlo. O forse era che oggi era genuinamente felice e basta, in generale.

"Volevo solo accertarmi che le cose fossero a posto tra noi," disse lui prendendo posto. "Mi spiacerebbe davvero che fra noi ci fosse un qualche ... imbarazzo."

"Non c'è," lo rassicurò Ginny, "fin tanto che siamo entrambi d'accordo sul fatto che siamo solo amici."

"Nero su bianco senza più storie," fu d'accordo Kyle. "D'altronde, hai preso l'unico tavolo libero." Si scambiarono un sorriso, e Kyle cominciò a prepararsi a studiare lui stesso. Lessero in silenzio per alcuni minuti, poi Ginny sentì qualcuno che si avvicinava al loro tavolo.

"Ciao, scusa, sono in ritardo."

Ginny alzò lo sguardo e si trovò un ragazza davvero carina di fronte. "Non sei in ritardo tu, sono io ad essere arrivato preso," sentì dire a Kyle. "Ginny, questa è Lisandra Burns. Lys, questa è Ginny Weasley."

"Ciao," disse Ginny, sorridendo al modo in cui Lysandra appoggiò una mano possessiva sopra la spalla di Kyle, mentre con l'altra cercava nella borsa che aveva appoggiato sulle ginocchia. Ginny si ricordò di Lysandra in quel momento; era una Tassorosso, anche lei al sesto anno, e faceva molte delle classi di Kyle. I Tassorosso e i Grifondoro avevano solo una classe in comune quell'anno. Quella del Professor Bins. "Sei venuta a romperti il cervello sui libri?"

"Speriamo niente di così drastico," rispose Lysandra, togliendo trionfante una piuma dalla sua borsa, poi prendendo posto accanto a Kyle. "Voglio studiare quel che basta per passare." Fece un 'yeah' di circostanza con le mani. "Il motivo per cui sono in ritardo è che non riuscivo ad andarmene dallo spettacolo che c'era a pranzo."

"Quale spettacolo?" chiese Ginny curiosa.

"Quella nuova ragazza, Ezra chisièfattastavolta? Lei e Seamus Finnigan si stavano facendo una bella litigata a pranzo."

"Perchè?" Ora Ginny era preoccupata per la sua amica.

"Non so," rispose Lysandra, con un broncio. "Litigavano scambiandosi quei forti bisbigli coi quali non riesci a capire un cavolo di quello che dicono, se non è che non è niente di buono."

"Ah, questo spiega bene perchè eri in ritardo," notò Kyle.

"Pensavo di essere puntuale," commentò Lysandra con un sorriso. Kyle le sorrise a sua volta e Ginny si trattenne dal vomitare. Non era gelosia - ma erano schifosamente dolci.

"Mi sorprendo in verità che siamo entrati qui," disse Kyle. "visto che questo posto è una gabbia di matti."

"Anche tu ti sei imbattuto in una coppia furiosa?" chiese Ginny.

"No. Solo in un pazzo maniaco," commentò Kyle risentito. "So che è ... un amico tuo o qualcosa del genere. Ma Ginny, qualcuno dovrebbe dare una controllata a Draco Malfoy. Quel ragazzo sta impazzendo."

"Hai incontrato Draco?" Ginny si sedette più dritta sulla sedia.

"Diciamo che lui ha incontrato o meglio, travolto, me," la corresse Kyle. "Parlava da solo a bassa voce, sembrava davvero nero. Mi ha detto di guardare dove mettevo i piedi. Mi ha chiesto dov'eri in verità. Gli ho detto che ti avrebbe trovato qui probabilmente."

"Come sapevi dov'ero?" chiese Ginny in modo poco dolce.

"Mi prendi in giro, vero?" chiese Kyle piano. "Tutta la scuola è qui, o sarà qui prima della fine del giorno. La metà di noi sono qui per i G.U.F.O. o i M.A.G.O. e l'altra metà è al lavoro per quelli che ho sentito dire sono gli esami finali più stressanti che Hogwarts abbia mai avuto. Non senti quello che dice la gente?"

"No?" rispose Ginny, ignara. In verità, a meno che avesse a che fare con Draco, non aveva prestato attenzione o si era preoccupata di molto negli ultimi tempi.

"Tutte i professori sono preoccupati," confidò Lysandra. "C'è qualcosa di pericoloso in vista. Il Professor Silente ha un brutto presentimento pare." Sospirò. "Spero che qualunque cosa sia non interferisca con la Coppa del Mondo di Quidditch. L'Irlanda quest'anno va alla grande."

"Non dopo che la Scozia si sarà occupata di loro," mormorò Kyle.

"Tu e il tuo orgoglio scozzese," fece Lysandra, sbattendo la mano in aria. "Io non sono nemmeno irlandese - tifo solo per la squadra migliore."

"Oh, ma dai," disse Kyle, "se il Manchester fosse in gara, metteresti il Cercatore Irlandese sotto un treno."

"Sentite, forse è meglio che vi lasci soli," li interruppe Ginny, raccogliendo i suoi libri. La sua mente stava cercando di comprendere cosa fosse successo a Draco nelle ore in cui l'aveva lasciato, fino al momento in cui aveva incontrato Kyle. Forse aveva ricevuto una lettera di suo padre. Draco non le aveva mai raccontato cosa lo disturbava quella volta, ora che ci pensava.

"Sei sicura?" chiese Kyle dubbioso. "Abbiamo molto da studiare per-"

"Sicura," rispose Ginny, stampandosi un sorriso in faccia. "Divertitevi, voi due."

Quasi correndo fuori dalla biblioteca, Ginny pensò a quello che Kyle aveva detto a Draco, sul fatto che sapeva dove fosse. Forse ... pensava che lo incontrasse in segreto alle sue spalle? Era ridicolo, Draco non era un tipo insicuro, ma ... se c'era qualcos'altro che lo disturbava, qualcosa che aveva a che fare con suo padre, era possibile che quell'uomo avesse causato un gran disastro per qualcosa di perfettamente innocente. Un altro pensiero le passò per la testa - e se Draco era passato dalla biblioteca dopo aver incontrato Kyle, e li aveva visti insieme?

Era così geloso la volta scorsa, così irrazionale. Ed era stato prima che dormissero insieme. Affrettando il passo, Ginny si sforzò di pensare a dove potesse essere Draco in quel momento.

~

Un'ora dopo Ginny ancora non aveva trovato Draco. Non si trovava nelle segrete Serpeverde e non era nemmeno vicino al lago. Il campo di Quidditch era vuoto e non poteva certo chiedere a tutte le persone che vedeva nei corridoi se lo avesseero incontrato, dato che in effetti erano tutti in biblioteca. Aveva persino avuto il coraggio di chiedere al Professor Piton se sapeva dove fosse Draco - no, naturalmente, ma l'aveva guardata male per la domanda.

La sala da pranzo era praticamente vuota anche lei, e Ginny si era fermata lì alcuni minuti per mangiare qualcosa - non toccava cibo dal pranzo del giorno prima e non avrebbe certo aiutato Draco svenendo per la fame. Mentre era lì, una piccola Corvonero del primo anno aveva fatto cadere tutto il suo budino sull'uniforme di Ginny e le ci era voluto tutto il suo autocontrollo per non scaricare la sua frustrazione e preoccupazione sulla povera bambina.

Mentre correva verso la torre dei Grifondoro per cambiarsi, Ginny notò Hermione che usciva dal ritratto in cui abitava la Signora Grassa, che sembrava sparita al momento.

"Herm," urlò Ginny, "il dipinto!"

Hermione sembrò confusa per un attimo, poi notò l'assenza della Signora Grassa. "Scusa," mormorò, "ho paura di essere un po' distratta."

"Ha niente a che fare con le voci che ho sentito sui presentimenti di Silente?" chiese Ginny.

"Oh cielo," si lasciò sfuggire drammaticamente Hermione, "circolano già delle voci?"

"Hermione, questo è il momento in cui si suppone tu mi debba dire 'Ehi, Gin, stai ad ascoltare i pettegolezzi? Tutta spazzatura' e mandarmi via ridendo," commentò Ginny nervosa.

"Non è tutta spazzatura," rispose Hermione miseramente. "Ma non è così brutto come puoi pensare."

"Che vuoi dire?" chiese piano Ginny.

"Le cose si ... si stanno definendo degli schieramenti," rispose Hermione, a quanto pare a corto di parole, una cosa che non le succedeva mai. "Le cose inizieranno a diventare un po' più difficili, specialmente qui a scuola. Ginny, non posso parlarne ora, devo incontrare Harry-"

"Va," disse Ginny. "Scusa."

"Vedrai," la rincuorò Hermione mentre si allontanava. "Tutto si sistemerà alla fine."

"Sarà così davvero?" bisbigliò Ginny piano, a se stessa. Hermione non la sentì, e Ginny ne fu felice. Voler essere rassicurata per qualcosa di cui ancora non si sapeva molto era incredibilmente infantile e a Ginny piaceva pensare di aver superato quella fase.

Stava per attraversare il ritratto, quando sentì delle voci avvicinarsi. Girandosi, vide Ezra e Draco camminare verso di lei, e stavano litigando per qualcosa.

"Sono innamorato di lei," stava dicendo Draco sinceramente, e il cuore di Ginny le balzò in petto. Poteva dirsi fino alla fine dei tempi che non le importava sentirglielo dire, che in un qualche modo lo sentiva - ma niente, niente la faceva sentire così bene come udirlo dire quelle parole. Si sentiva invincibile; in quel preciso istante, avrebbe detto a chiunque glielo avesse chiesto che era in grado di volare.

Era ancora meglio sentirglielo dire così, quando non sapeva che lo stava ascoltando. Mentire ad Ezra non avrebbe avuto senso, naturalmente - probabilmente stavano litigando perchè Draco aveva chiesto ad Ezra dove fosse finita Ginny. Anche la faccia che aveva fatto Ezra era impagabile -  come se non potesse credere a quello che sentiva. Ginny immaginava che ci sarebbe voluto un po' a tutti per assorbire l'idea. Ezra quasi sicuramente stava facendo a Draco una ramanzina, del tipo 'non fare del male alla mia amica'.

"Ma che bello, Draco," rispose Ezra acida. "Sono felice per te. Ma questo non cambia proprio niente."

"Cambia tutto," insistette Draco trafelato.

"Invece no!" riaffermò Ezra, testarda. "Non è cambiato niente quando io mi sono innamorata, e non cambierà ora per te. Mi dispiace dirlo, Malfoy, ma siamo costretti a stare l'uno con l'altra. A meno che tu non voglia essere quello che affronterà l'ira di entrambi i nostri padri; dammi almeno abbastanza tempo per allontanarmi da loro, piccolo troll egoista che non sei altro."

Draco rimase in un orribile silenzio e i grossi pezzi di cementi iniziarono tutti a sistemarsi al loro posto nella testa di Ginny, e ognuno di loro le portava un tremendo senso di paura e nausea. Poteva ancora negare tutto a se stessa a quel punto ma Ginny non si permise di provare il conforto dell'ignoranza, e saltò immediatamente al dolore più lacerante. Si era lasciata probabilmente sfuggire un grido o qualche altro suono strozzato (e stavo cercando di non fare rumore!) perchè Ezra e Draco si girarono entrambi verso di lei. Ginny notò che Ezra aveva un'espressione estremamente colpevole.

Draco invece sembrava solo triste; quel tipo di quiete tristezza che uccideva un uomo in lunghi e agonizzanti momenti, anni prima che il corpo stesso iniziasse a morire. Il suo viso rifletteva semplicemente lo stesso cuore spezzato che Ginny sentiva si stava spaccando ancora nel suo petto.

Ancora coperta di budino e disperazione, Ginny fece l'unica cosa che le riuscì:

Corse via.

~

Non era mai stata una sportiva, mai stata il ragazzaccio che sua madre si aspettava sarebbe diventata, crescendo in una famiglia di soli maschi. I giochi disordinati e burrascosi dei suoi fratelli, anche se le erano parsi bellissimi da bambina, non l'avevano più interessata tanto una volta appresa la gioia che davano dei trucchi e dei bei vestiti. Quando era arrivata la sua lettera da Hogwarts, Ginny era ormai una bambina in tutti i sensi.

Erano passati anni da quando aveva corso l'ultima volta in questo modo, ma corse eccome, come se il diavolo stesso la stesse seguendo (e non lo era forse?). I suoi polmoni già cominciavano a bruciarle e ora le si stava appannando anche la vista. Da qualche parte nella sua testa, sentì Draco gridare il suo nome; riconobbe appena il rumore lontano dei passi che non erano suoi.

Una cosa di cui era certa era questa: non poteva permettergli di prenderla. Se la raggiungeva, avrebbe cercato di spiegare, e non c'era niente da spiegare. Tutte le stupide idee che si era fatta crollavano ad ogni passo che faceva. Qualche minuto prima, la sua preoccupazione più grande riguardo la sua nuova relazione era l'idea di come i suoi genitori avrebbero preso la notizia.

Arthur Weasley avrebbe sicuramente cominciato a urlare. Senza dubbio. Molly l'avrebbe zittito e messo un braccio intorno a Ginny, e molto materna, le avrebbe chiesto, 'sei sicura, cara?' e 'è abbastanza bravo per te'?, domanda alla quale suo padre avrebbe risposto con un 'Diavolo, no che non lo è! E' un Malfoy, no?' e Ginny avrebbe pianto, dicendo, 'Papà, lui non è come gli altri!' anche se dentro di sè avrebbe saputo che era molto ma molto simile a tutti gli altri, con una sola grande differenza: lui l'amava. Lui l'amava per davvero, anche se non gliel'aveva mai detto, nemmeno nel modo più vago possibile. Ma le aveva mostrato lo stesso che l'amava, e non era più importante questo? Non era quel tipo di amore che potevi sentirti nelle ossa? Quell'amore che poteva conquistare tutto e tutti?

"Sono così stupida," disse ad alta voce quando finalmente si fermò. Aveva corso per tutta la strada ed era arrivata fino al lago, e ora era piegata in due vicino all'acqua, e respirava a fatica.

"Non sei stupida," disse Draco, anche lui col respiro corto, avvicinandosi a lei. "Anche se mi hai fatto quasi venire un attacco cardiaco. Dio, ragazza, ti sei fatta un incantesimo di velocità per correre così?"

"Stupefacente quanto si riesca a correre veloce con un cuore spezzato, vero?" rispose lei, con voce un po' isterica.

"Non farlo," fece lui duro. "Non dire che hai il cuore spezzato, non può essere spezzato, non lo permetto."

"Beh, lo è!" sbottò lei, girandosi di scatto per guardarlo in faccia. "E' spezzato in mille pezzi piccolissimi e non ti perdonerò mai per questo!" Fece grossi movimenti con le braccia. "Draco, tu sei fidanzato!"

"Non è colpa mia dannazione!" urlò lui. "Te l'avevo detto che non potevo farti promesse. Te l'ho detto sin dall'inizio! Ho persino cercato di mandarti via-"

"Beh, non ci hai provato abbastanza!" singhiozzò. "Avresti dovuto sbattermi fuori dalla porta! Avresti dovuto spingermi via quando ti baciavo, avresti dovuto-"

"Cosa?" ribattè lui. "Spezzarti il cuore prima? Rifiutarti, farti pensare che non ti volevo?"

"Sì," rispose lei con rabbia. "Sarebbe stato meglio così. Sarebbe stato meglio se l'avessi fatto allora, prima ... prima che ..."

"Prima che, cosa?" sbottò anche lui. "Prima che mi amassi?"

"No, idiota, prima che sapessi che mi amavi anche tu!" Lo colpì con forza al petto una volta, con la mano aperta. "L'avrei sopportato, sapere che non saremmo mai potuti stare insieme, dato che non mi amavi. Ma invece hai dovuto baciarmi e stringermi e dirmi che eri d'accordo quando dicevi che non potevo amarti ..." Delle lacrime le solcavano il volto e dovette dargli la schiena. "Perchè eri d'accordo con me?"

"Mi dispiace," bisbigliò, avvicinandosi ancora da dietro. Il suo braccio le cinse la vita e portò la sua schiena contro il suo petto, al quale lui la strinse forte. Premette il viso contro l'incavo del suo collo, e lei sentì la guancia di lui, bagnata. "Io non - io non capivo niente di quello che provavo."

"Che vuoi dire?" chiese, incapace di fare altro.

"Sono così disperatamente, terribilmente e irrevocabilmente innamorato di te," le confessò a bassa voce. "Non ho mai amato ... niente in questo modo e mi spaventa, mi spaventa da morire. Non so come comportarmi o come reagire o ... o come scappare via da questo. Non penso di essere fatto per respingerti mocciosa."

"Ma tu sposerai un'altra ragazza," bofonchiò lei miserabilmente. Era la prima volta che lo diceva ad alta voce. Non sembrava rendesse l'idea più sopportabile. Draco, sposato ad un'altra ragazza. Non una ragazza qualunque, poi; Ezra. La prima amica che Ginny si fosse mai fatta da sola; la prima amica che non si limitava a tollerarla a puro beneficio di Ron.

"Devo," rispose Draco piano. "I nostri padri si aspettano-"

"I vostri stupidi padri non si rendono conto che non siamo più nel Medioevo?!" urlò Ginny, spostando la mano per stringere l'avambraccio che le teneva la vita.

"No," rispose lui serio.

Rimasero fermi per un momento. Ginny fissava l'acqua, aspettando di smettere di piangere. Cercare di smettere la fece solo singhiozzare più forte, fino a che cominciò a singhiozzare. Draco le accarezzò il ventro piano; il tocco gli era venuto così istintivo che le portò lacrime nuove agli occhi.

"E' così allora," disse piano, non rendendosi conto di aver parlato ad alta voce fino a che non sentì il corpo di lui irrigidirsi dietro di lei. "E' finita," disse, un po' più forte.

"Non deve," bisbigliò lui contro il suo orecchio, e Ginny si girò a guardarlo.

"Draco," disse, quasi gentile, "so che non ti piace mollare, ma anche tu sei costretto ad ammettere che queste situazione non ha alternative."

"Non voglio perderti, Gin," disse lui, e la sua voce era quanto di più sincero gli avesse mai sentito uscire dalle labbra. "Non voglio allontanarmi da te senza aver lottato."

"Contro chi stai lottando?" chiese piano. "Contro tuo padre? Contro te stesso?"

"Forse entrambi," disse, non senza forzarsi. "Scappa via assieme a me."

Gli occhi quasi le saltarono fuori dalle orbite. "Cosa?"

"Mi hai sentito," disse lui. "L'unico modo in cui io e te possiamo stare insieme è andare in un luogo in cui mio padre non potrà trovarci mai."

"Lasciarsi indietro tutto," disse lei, incredula. "La mia famiglia ..."

"Ti capisco se non vuoi farlo. Significherebbe lasciarsi tutto dietro, vorrebbe dire avremmo solo noi a sorreggerci l'un l'altro-"

"Va bene," disse Ginny, e fu sorpresa dalla sua risposta quanto lui.

"Devi esserne sicura," la avvertì lui. "Ricordati, io non ho niente da perdere, niente da rimpiangere. Tu sei tutto ciò che c'è stato di buono nella mia vita; e io sono probabilmente la cosa peggiore della tua."

"Non lo sei," disse lei onestamente. "Sei ... Draco, tu sei quello che vedo quando immagino il mio futuro. Mi vedo con te, sogno te, io ... io non so cosa sia successo, è stato tutto così veloce, e non so esattamente quando o persino come ... ma non riesco più ad immaginare la mia vita senza di te."

Lui la guardò per un attimo, ed era lo stesso sguardo che le aveva rivolto la volta precedente, quando gli aveva confessato il suo amore: circospetto, attento, e disperatamente desideroso di crederci.

"Allora incontrami qui stanotte," disse alla fine. "Fa i tuoi addii a chi devi. Ma incontrami qui e ce ne andremo prima dell'alba."

Portandosela vicino, la baciò disperatamente, avvicinandola a lui come se volesse inglobarla dentro di sè. E tutto quello che riusciva a fare lei era mormorare fra le lacrime, contro le sue labbra, la parola 'Sì'.

~

NdT: Recensite numerosi, mi raccomando!^^
  
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