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Autore: BebaTaylor    15/05/2014    1 recensioni
Arizona ha ventun anni, studia all'università ed è una strega.
Un giorno in un negozio incontra Shane, membro della congrega dei Dark Shadow.
Da lì inizia una corsa contro il tempo alla ricerca di Logan, amico di Arizona, anche lui stregone.
I due non riescono a capire per quale motivo li stiano seguendo e come facciano a sapere dove si trovino praticamente in ogni momento.
Sanno solo che dovranno fare di tutto per proteggersi, e per proteggere gli abitanti della loro città dagli attacchi dei Dark Shadow, che si lasciano dietro solo morte e distruzione.
«Eccoli qui...» esclamò Shane, «due piccioncini.» disse piegandosi per guardare attraverso il finestrino rotto. «Due ragazzi in una sera... Ari, la gente dopo potrebbe pensare male!»
Arizona lo fissò, si staccò da Logan, prese una bottiglietta vuota da sotto il sedile e la lanciò contro Shane, mancandolo.
Lui la raccolse da terra e la schiacciò. «Sei focosa.» disse ridendo.
«Cosa vuoi? Perché hai rotto i finestrini della mia auto?» domandò Logan.
Shane alzò le spalle. «Perché mi andava, suppongo.» rispose appoggiandosi alla macchina. «E perché è divertente.» Lanciò la bottiglia e si voltò verso Logan e Arizona. «Finiamola con questa pagliacciata e seguitemi.» aggiunse.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattordici
3:00 - 20:00

Arizona prese un respiro profondo e si nascose nel piccolo spazio fra il muro e una grossa cuccia. Non sapeva come ma era finita sul retro del grande negozio di giardinaggio e arredamento per esterni, il cancello non c'era —  lei sapeva che dovevano rifare la recinzione —  , così era entrata e si era nascosta. Afferrò il cellulare e imprecò quando vide che non c'era campo. Con rabbia mise via il cellulare e riprese in mano la pistola; ansimò —  aveva ancora il fiato corto —  e cercò di concentrarsi e di percepire se i Dark Shadow si stessero avvicinando. 
Vide una luce fioca in lontananza e si coprì la bocca con le mani per impedirsi di urlare, rimase rigida e si rilassò quando capì che era solo la guardia che passava per il controllo; quando l'uomo si allontanò Arizona pensò che sarebbe stata una pessima cosa se la guardia l'avesse trovata, avrebbe dovuto dare una spiegazione plausibile e le non l'aveva, almeno, sarebbe stata una scusa assurda per chiunque non fosse stato una strega. E, a quanto ne sapeva lei, uno dei poliziotti avrebbe potuto essere uno dei Dark Shadow.
Quella era la sua terza violazione di proprietà privata, senza contare il furto della pistola, il fatto che andasse in giro senza il possesso d'armi, e poi aveva aggredito una guardia; Arizona gemette al pensiero di tutte quelle violazioni della legge e posò la testa sulle ginocchia , prese un respiro profondo e si decise a sbirciare: la via era libera, strinse più forte la pistola e strisciò fuori dal suo nascondiglio. Camminò lentamente, guardandosi attorno per evitare d'inciampare in una statua o barbecue; arrivò a metà del cortile e, quando si alzò il vento, Arizona si girò lentamente e trattenne un urlo quando vide l'essere mostruoso sopra il tetto del capannone che fungeva da negozio. Non urlò e iniziò a correre, aggirò il capannone e tornò sulla strada principale mentre il mostro ruggiva e distruggeva tutto dietro di sé.
Scese le scale del vecchio sotto passaggio e quasi inciampò quando saltò gli ultimi gradini, si fermò un attimo e respirò a fondo. Il sottopassaggio era vecchio, largo circa un metro e mezzo puzzava di umidità e sporcizia; Arizona si ricordò che lì sotto si rifugiavano i barboni.  Riprese a correre e sperò di non inciampare, strillò quando l'essere ruggì e il verso rimbombò. Saltò un senzatetto che dormiva e atterrò su un qualcosa di morbido, perse l'equilibrio e cadde, finendo con il viso su un sacchetto dell'immondizia. Si rialzò e riprese a correre senza voltarsi. salì velocemente le scale facendo due gradini alla volta. Respirò a fondo quando tornò in superficie e svoltò verso destra infilandosi in un grande viale alberato.
Continuò a correre e strillò quando gli artigli dell'essere la sfiorarono senza ferirla, saltò oltre un new jersey e si voltò, alzò la pistola e sparò ancora, anche se sapeva che non sarebbe servito a nulla. I proiettili sembravano infastidirlo e basta. Infilò la pistola in borsa e continuò a correre, gemette quando in lontananza scorse il quartiere dove vivevano i genitori di Logan. Si fece forza e aumentò l'andatura, imboccò una stradina, arrivò davanti al muretto di recinzione e lo scavalcò ed entrò in casa, cadendo sul pavimento dell'ingresso.
«Arizona!» esclamò Cressida quando la vide, alzò lo sguardo e vide il mostro, urlò e chiuse la porta.  «Che cos'era?» chiese con voce tremante.
«Uno di quegli stronzi che si è trasformato.» ansimò Arizona mettendosi carponi.
«Sei caduta in una discarica?» domandò Jack e si avvicinò a lei zoppicando. «E cosa ti è successo?»
Arizona si levò la borsa e incespicò fino al divano. «Sono distrutta.» mormorò, «Ho sete.»
Cressida andò in cucina e tornò con una bottiglietta d'acqua. Arizona la prese e si sedette sul divano, l'aprì e ne bevve quasi metà in un paio di sorsi. 
«Una pistola! Arizona!» esclamò Jim.
«L'ho rubata.» disse lei e chiuse un attimo gli occhi. «Alle guardie delle fabbrica del rame.» borbottò, «E ho steso una delle guardie.»
«Che hai fatto?» esclamò Logan.
Arizona alzò le spalle e finì l'acqua. «Credo di aver ucciso Hannah.» sussurrò.
«Tu credi...» mormorò Jim.
Arizona sospirò, «Le ho sparato all'addome.» spiegò. «Ero lì, in un vicolo e non sapevo cosa fare!» strillò, «Poi quel tizio si è trasformato in un mostro orribile e ho avuto tanta paura...» disse e Logan l'abbracciò.
«Sei finita in cassonetto?» chiese Logan.
Arizona ridacchiò. «No.» rispose, «Sono passata nel vecchio sottopassaggio, sono inciampata e sono caduta su un sacchetto dell'immondizia.»
Rimasero in silenzio qualche secondo, Arizona sospirò e si alzò in piedi. «Posso farmi una doccia e dormire un paio d'ore?» chiese, «Sono distrutta.»
Mezzora dopo Arizona uscì dal bagno e si asciugò il viso con la manica dell'accappatoio, si arrampicò sul letto e si addormentò ancora prima che la sua testa toccasse il cuscino.

***

Arizona sbadigliò e si mise seduta, mise a fuoco l'ambiente attorno a lei e si tranquillizzò quando capì di essere nella stanza di Cressida. Scese dal letto a castello e si vestì, riportò l'accappatoio in bagno, legò i capelli in una coda alta e scese in cucina. 
«Hai fame?» chiese Jim.
Arizona annuì e si sedette, due minuti dopo l'uomo le posò davanti al naso un piatto con dell'arrosto di tacchino. Arrivarono anche gli altri e iniziarono a pranzare; Arizona iniziò a raccontare quello che era successo partendo dal quando Jack e Logan se ne erano andati, quando arrivò a parlare della ditta di rame, Jack scoppiò a ridere.
«Quelli hanno messo delle guardie armate e si sono fatti fregare da una ragazza!» sghignazzò, «Greenpeace!» continuò a ridere.
«È la prima cosa che mi è venuta in mente.» borbottò Arizona arrossendo, «Non potevo dirgli la verità.»
Jack si asciugò le lacrime causate dalle risate e annuì, «Sì, sì, certo... sono una di greenpeace!» rise ancora.
Arizona sbuffò infastidita e mangiò un pezzo di pane, e si domandò, per la prima volta da quando era tornata a casa, dove fosse Shane.
Bevve e si disse di non pensarci, dopotutto non le importava nulla dello stregone.

***

Arizona sbuffò e posò il vassoio sul tavolino, «Svegliati!» esclamò, «Ti ho portato il pranzo.» disse e guardò Shane che, sdraiato su una vecchia brandina, dormiva; si avvicinò a lui e lo scrollò per una spalla. «Se non ti alzi in due minuti salti il pranzo.» disse, un urlo le morì in gola quando Shane le strinse il collo.
«Sei scemo?» strillò la ragazza liberandosi dalla stretta, «Cazzo, ti porto il pranzo e mi aggredisci? Ma sei scemo o cosa?» esclamò e fece un passo indietro.
Shane si mise seduto e cercò di spostare le manette, si massaggiò i polsi e guardò Arizona. «Se avessi saputo che eri tu non l'avrei fatto.» disse.
Arizona alzò gli occhi al cielo e spinse il tavolino davanti alla brandina. «Mangia e taci.» ordinò.
Shane rise e si spostò sulla seggiola, le catene che partivano dalle manette e finivano nel muro tintinnarono quando gli anelli metallici sbatterono fra di loro. «Dovrei andare al cesso.» disse, «Mi aiuti?» sorrise guardando Arizona.
«Chiamo Logan.» disse lei, si spostò di un paio di metri e usò l'interfono per chiedere a Logan di scendere. 
«Io avrei voluto che mi aiutassi te, non il tuo amichetto a cui spezzerai il cuore, mia cara Ari» replicò Shane addentando un pezzo di pane. «È troppo violento!»
Arizona sbuffò e si appoggiò al muro. «Non chiamarmi Ari.» ringhiò, «Mi chiamo Arizona, idiota!»
Shane rise ancora, «Come vuoi.» disse, «Ari.»
Arizona sbuffò e incrociò le braccia al petto; si appoggiò al muro e fissò Shane, sperando che Logan scendesse al più presto. 
«Ti rendo nervosa?»
«Sì.» rispose lei, «Tu e i tuoi amichetti idioti mi avete veramente rotto le scatole.» 
Shane alzò gli occhi al cielo e sbuffò, «Se facessi quello che ti chiedo avremmo chiuso la questione da tempo.»
Arizona rimase zitta poi sorrise. «Sai che ieri sera ho sparato alla tua amichetta Hannah?» disse.
Shane bevve l'acqua facendo rumore e posò la bottiglietta sul tavolino, alzò le spalle e guardò Arizona, «Non è la mia amichetta, ma quella di Tim.» disse, «E comunque... se si è fatta sparare, da te, per giunta, vuol dire che se lo meritava.»
Arizona lo fissò sorpresa, non aspettandosi una risposta del genere, era convinta che i Dark Shadow fossero un gruppo unito, evidentemente si sbagliava e ripensò a quando Shane aveva ucciso i suoi amici sotto ai suoi occhi. «Imbecille.» mormorò e respirò dal sollievo quando Logan entrò nella piccola cella.
«Accompagnalo al cesso.» disse lei. «E punzecchialo un po', già che ci sei.» 
Logan sorrise e sfiorò il teaser che aveva infilato nella cintura, liberò Shane e lo condusse verso il bagno.
«Ehi, Ari! Tu dovresti stare dalla mia parte! Siamo uguali, noi due!» gridò Shane e urlò quando Logan lo colpì.
Arizona alzò gli occhi al cielo e sbuffò, iniziò a sistemare il vassoio e spostò il tavolino; Logan e Shane tornarono dopo cinque minuti, e Shane si sedette sul letto mentre Logan lo incatenava nuovamente.
«Rimani qui con me, Ari?» domandò Shane, «Ci divertiremo!»
Arizona aprì la bocca per rispondere ma Logan la precedette e colpì Shane sul viso.
«Bhe, prima direi che bisognerebbe mandare a cuccia il tuo amichetto.» disse Shane e sorrise, «È un po' troppo geloso.» 
«Stai zitto.» esclamò lei, afferrò il vassoio e uscì dalla cella, seguita da Logan e dalla risata di Shane.

***

Arizona sbuffò e girò la pagina della guida turistica. «Qualcuno mi spiega perché sto guardando la guida turistica della nostra città? La conosco, non mi serve sapere altro!» 
«Devi trovare qualcosa legato alla collina, sapere se da qualche parte si parla di qualche rifugio sotterraneo.» le disse Jim.
Arizona non replicò e girò un'altra pagina, leggendo svogliatamente; respirò profondamente e si domandò cosa voleva dire Shane quando aveva detto “Siamo uguali, noi due”, scosse la testa e chiuse gli occhi per un'istante, allungò le gambe sotto al tavolo e rilassò le spalle. Girò un'altra pagina e guardò le foto del vecchio castello che dominava la baia, lesse che era stato trasformato in un bed&breakfast dai proprietari.
«Qui non c'è nulla.» disse quando arrivò alla fine del libro, lo chiuse e lo spinse in avanti. Jim non disse nulla e le passò un altro libro, Arizona emise un piccolo gemito, prese il libro e ci posò sopra la testa sospirando. «Quanto dobbiamo andare avanti?» pigolò.
«Fino a quando non troviamo qualcosa.» rispose Jack, sistemando meglio la caviglia con la distorsione sul cuscino.
«Sempre che ci sia.» borbottò Logan aprendo un nuovo libro.
Arizona sorrise e allungò una mano per prendere una delle patatine dalla ciotola. 
Andarono avanti a leggere per quasi altre tre ore, finché Cressida non entrò nella biblioteca e disse che la cena sarebbe stata pronta in mezz'ora.
Arizona alzò le braccia sopra la testa e sbadigliò, si rifece la coda e si alzò in piedi. «Vado in bagno.» disse.
«Va bene.» esclamò Jim senza alzare gli occhi dal libro, «Poi porta la cena a Shane.»
Arizona sbuffò lentamente e rispose che andava bene.
«Non possiamo farlo morire di fame?» borbottò Logan.
«No.» rispose Jim.
«Peccato.» replicò Logan. Arizona alzò gli occhi al cielo e uscì dalla biblioteca.

***

Shane era seduto sulla brandina quando Arizona arrivò da lui. «Ti ho portato la cena.» disse mettendo davanti a lui il piatto con due tramezzini.
«Sei venuta da sola, eh?» disse Shane spostandosi sulla sedia. «Ti mancavo, vero? Di solito la cena me la porta il tuo amichetto geloso.»
Arizona non disse nulla e si appoggiò al muro. «Perché non ci dici dove sono i tuoi amici?» esclamò, «Sai, mi sono rotta le scatole di correre qua e là.»
Shane mangiò e non rispose.
«Allora?» lo incalzò lei e lui alzò le spalle, Arizona sbuffò e incrociò le braccia al petto.
«Se tu mi dai un bacio io ti dico tutto.» disse Shane e sorrise, le labbra sporche di maionese.
Arizona alzò gli occhi al cielo e rimase in silenzio. «Nemmeno se fossi l'ultimo uomo in tutto l'universo!» replicò.
Lui alzò le spalle e continuò a mangiare. «Come vuoi, Ari.» disse, «Ma non sai cosa ti perdi!»
Arizona sbuffò di nuovo e lo guardò. «Preferisco non saperlo.» replicò.
Shane rise e finì di mangiare. «Cambierai idea, ci scommetto quello che vuoi.»
Arizona scosse la testa e infilò le mani nelle tasche dei pantaloncini di jeans. «Io scommetto di no.» disse, «Però, se vuoi, puoi mettere in palio i tuoi gioielli di famiglia... non vedo l'ora di prenderli a calci.»
Shane la guardò brevemente, sorrise e scosse la testa, «Sei violenta, Ari.» disse, «Mi piaci sempre di più!»
Arizona si avvicinò a lui e riprese in mano il piatto, «Idiota.» mormorò e si voltò, fece due passi e si girò, «Cosa intendevi dire prima, quando hai detto che siamo uguali?» domandò.
Shane alzò le spalle, «Te lo dico solo se mi dai un bacio.» rispose e sorrise, inarcò un sopracciglio e le mandò un bacio.
Arizona alzò gli occhi al cielo e sbuffò, «Mi tengo la mia curiosità, grazie.» disse e si voltò nuovamente, avviandosi verso l'uscita.
«Ehi, dovrei andare in bagno!» esclamò Shane, «Arizona!» gridò mentre la ragazza chiudeva la porta della cella, «Ari!» 
Arizona non lo ascoltò e tornò di sopra, infilò il piatto nella lavastoviglie e si sedette per cenare.

Salve! Spero che piaccia anche questo capitolo! Grazie a chi legge questa storia!
   
 
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