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Autore: MaryMatrix    28/07/2008    5 recensioni
In passato li abbiamo visti lottare per le loro vite.
In passato li abbiamo visti compiere azioni rocambolesche.
In passato li abbiamo visti sorridere. Combattere. Uccidere.
Adesso è il passato che li vuole.
Perché forse
le loro azioni
non sono state
quello che sembravano.
ANNA, la ragazza forte e orgogliosa.
GEREMIA, il bellissimo ragazzo che ha rischiato la vita per farla ricca
STUB, il killer che l'ha salvata.
E' il passato che li pretende.
E' il passato che li chiama.
E' il passato che li avrà.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

O Fortuna

      ... and a bottle of rum!

Capitolo 2:
Rudolph, the red-nosed reindeer

Anna stava allestendo tutto quanto per la partenza. Sapeva che dovevano partire il prima possibile, in primo luogo perché le settimane di vacanza erano solamente 2 e in secondo perché Stub sembrava avere piuttosto fretta.
Non stava mai fermo, stava sempre fuori in giardino, nella neve, seduto sulla sua sedia guardando sempre dritto davanti a lui, perso nei suoi pensieri, o forse nei suoi ricordi. Anna non lo sapeva e non poteva saperlo.
L'unica persona che andava ogni tanto a disturbarlo era Antonella, che paziente, si sedeva nella neve con lui e stavano ore a chiacchierare. Che cosa di dicessero in quelle conversazioni era ignoto a tutti.

Non tutti però erano nello spirito serio di Stub. Ad esempio Sveva era in spirito molto natalizio.

- Verde e rosso è l'agrifoglio, fa la la la la la la la la - cantava a squarciagola scotendo i capelli che ormai erano diventati biondi. - Quanta gioia in un germoglio fa la la la la la la la. Questo giorno è speciale, fa la la la la la la la la. Su cantiamo, è Natale! Fa la la la la la la la laaaaaaaaaaaaaa! -.

Stava addobbando l'albero, su una scala, con delle stelle filanti avvolte intorno al collo come tante sciarpe, ed erano di tutti i colori, blu, rosse, oro, bordeaux. Le piaceva sentire il solletico che quelle strane sciarpe alternative le procuravano. Stava cercando di appendere una grande stella colorata in cima all'albero mentre cantava. Quando finì la sua performance sentì una risata e un applauso.
Si sorprese molto: dicevano tutti che non era molto intonata, ma in tutta franchezza se ne infischiava; era Natale e dannazione cantare era un obbligo. Nessuno aveva ancora pensato agli addobbi, e il grande salone le sembrava vuoto senza nemmeno un albero. Aveva già sistemato tutte le lucine che la illuminavano.
Adesso era rossa, gialla, verde, blu, arancione, oro, argento. Amava fare le decorazioni natalizie, soprattutto se l'albero misurava la rispettabile altezza di 2 metri e mezzo.

- Stub! - tra tutti quelli che potevano applaudirle lui era l'ultimo che si aspettava. E poi rideva... era da quando aveva trovato quel ciondolo che non rideva. - Cosa ci trovi di così esilarante nel mio canto? -.

- Nulla. - rispose lui, tornando serio. - E' che sei buffa. -.

Sveva non sapeva se prenderla come una cosa buona o una cattiva, ma decise di non indagare: preferiva restare nel dubbio. Stub le si avvicinò facendo avanzare la sedia. Sveva lo guardò con sguardo preoccupato. - Non ce la fai a camminare? -.

- No, ce la faccio. - rispose lui. - Ma ho la sedia perché voglio risparmiare tutte le energie in attesa del viaggio che ci si prospetta. -.

Sveva annuì, ancora in cima sulla scala, intenta a sistemare per bene a stella. - Sai - biascicò mettendosi in bocca una pallina che altrimenti le sarebbe caduta non avendo mani disponibili per tenerla. - non 'edo 'e 'eò. -.

- Cosa? - domandò lui accennando un sorriso.

Sveva risistemò la pallina e poi si concentrò di nuovo su Stub. - Ho detto che non credo che verrò. -.

- Come mai no? -.

Sveva scosse la testa. - Sono un coniglio Stub. - rispose. - Sono il tipo che canta canzoncine natalizie, non che fa inseguimenti. - rispose lei. Poi mostrò a Stub i suoi capelli. - Mi sono diventati biondi quest'estate dalla paura che mi avete fatto prendere! - non celò il tono accusatorio.

A quelle parole Stub esplose di nuovo a ridere. - Sei buffa. - ripeté.

- Forse. - borbottò lei.

- Che ti fa pensare che sarà una cosa pericolosa? -.

- Il fatto che ci sei tu di mezzo. E poi il fatto che abbiamo a che fare con qualcosa che si chiama G.A.S.P. ... un nome una garanzia, non c'è che dire... -.

Stub non poté dar torto alle parole della bionda che nel frattempo aveva ricominciato a cantare e sorrise.

- La renna al Polo Nord scampanellando va e i doni porterà a tutti i bimbi buon. E dalle Alpi al mar i bimbi di quaggiù riceveranno i doni che regala il buon Gesù, ehy, Jingle Bells! Jingle Bells! Che felicitààààà! - ma si interruppe perché qualcun altro fece irruzione nella stanza.

Anna stava guardando Sveva con furia omicida negli occhi. - Sveva! Vuoi una buona volta piantarla di cantare? -.

- No, perché? - la difese Stub.

Anna lo guardò sorpresa. - Ah, sei qui? -.

- Sì. - rispose Sveva. - E mi stava ascoltando, lui! - voltò sdegnata le spalle all'amica, facendo ruotare l'ampia gonna a campana che indossava. Era incredibile come Sveva fosse a suo agio in cima alla scala.

- Tu l'ascoltavi cantare? -.

- Sì. - rispose Stub. - Quando ero piccolo con mia madre cantavamo sempre... e non ci importava di essere intonati. Io suonavo e insieme cantavamo. -.

Anna si sentì mortificata in qualche modo. Calò il silenzio che fu rotto da Sveva, che si era lasciata scivolare giù dalla scala, per prendere delle palline.

- E' STUPENDO! - esclamò lei. - E perché non cantate? Ora. Adesso. -.

- Che cosa? - Anna alzò scettica un sopracciglio.

- Stub sa suonare no? Il pianoforte è lì. -.

Stub e Anna si guardarono, poi si voltarono verso Sveva. - Sei fuori. - dissero in coro.

- Vedete! - fece un occhiolino malizioso. - Vi leggete nel pensiero. Che carini che siete! - esclamò lei lanciando una stella filante all'amica, che nel frattempo era diventata rossa come i suoi capelli.

- Sta' zitta. -.

Stub vedendo l'imbarazzo di Anna non poté fare a meno che continuare quella specie di sfida che tra loro due andava avanti da ormai 5 mesi. Quindi si alzò dalla sua sedia e si sedette sul pianoforte. - Che cosa c'è, ragazzina, hai paura di non essere all'altezza? -.

Anna poteva forse rifiutare quella sfida? Quindi si avvicinò al pianoforte. - Che cosa suoniamo, maestro? - la sua voce era carica di sarcasmo.

- La conosci "Rudolph the red-nosed reindeer"? - domandò lui, suonando qualche tasto a caso.

- Certo che la conosco. - sbottò Anna. Era fatta così... prendeva tutto un po' troppo sul personale.

Stub cominciò a suonare mentre Sveva faceva una specie di coretto mugolando dall'alto della scala, mentre sistemava palline di qua e di là. Fu Stub a cominciare a cantare per dare il ritmo e le note ad Anna.

Stub

You know Dasher and Dancer
And Prancer and Vixen,
Comet and Cupid
And Donner and Blitzen.
But do you recall
The most famous reindeer of all?

Anna

Rudolph the red-nosed reindeer
Had a very shiny nose
And if you ever saw it
You would even say it glows

All of the other reindeer
Used to laugh and call him names
They never let poor Rudolph
Join in any reindeer games

Then one foggy Christmas Eve
Santa came to say

Stub

Rudolph with your nose so bright
Won't you guide my sleigh tonight?

Anna&Stub

Then all the reindeer loved him
And they shouted out with glee
Rudolph the red-nosed reindeer
You'll go down in history!

Stub finì di suonare le ultime note. Sveva applaudì.

- Sì!!! - esclamò gioiosa. - Siete stati fantastici! -.

Stub guardò Anna ammirato, sorridendo strafottente. - Non male ragazzina. -.

- Potrei dire lo stesso di te killer. - replicò quella.

Quella piccola mite discussione avrebbe potuto sfociare in qualcosa di più grosso se Antonella non avesse fatto irruzione proprio in quel momento nella stanza.

- Mi dispiace dover interrompere il vostro momento canterino. - li interruppe. - Maurice ci ha risposto. Ci aspetta. -.

- Per quando? - domandò Anna.

- Domani. -.

oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo    oO0Oo

Sveva davvero non riusciva a capire come fosse potuto accadere. Si era fatta incastrare ancora una volta e ancora una volta era in un'avventura che lei non desiderava. Non era come l'amica Anna che aveva continuo bisogno di adrenalina. Lei era pacifica. Tranquilla. Viveva una vita un po' noiosa forse, ma non le importava. Intanto viveva.
Era chiaro a tutti ormai che Stub e Nell nelle loro conversazioni non facevano altro che mettere a punto il loro incontro con questo misterioso Maurice.

Antonella stava guidando il jet che li avrebbe portati alla base del G.A.S.P. da cui era partita la madre di Stub. Geremia le si avvicinò.

- Stai ammirando il panorama? - domandò lei accennando alla visuale dall'alto di cui godevano. Lei aveva raffreddato i rapporti con lui dopo lo schiaffo che gli aveva tirato presa da un impeto di rabbia e gelosia. A lei piaceva tanto Geremia, ma non voleva darlo a vedere.

- Veramente stavo cercando di capire come funziona questo affare. - replicò lui. Aveva avuto in passato una piccola esperienza come pilota di jet ed era finita con lui che precipitava con un paracadute e il jet esploso contro una parete rocciosa.

Antonella lo guardò scettica. - Tu i comandi del mio jet non li tocchi. Ci tengo a lui. -.

- Da quant'è che lo guidi? -.

- Da poco più di un anno a dire la verità. - ammise lei. - Ma praticamente ho sempre viaggiato su jet. -.

Non si spiegava il motivo per cui lui le si era avvicinato. A lui piaceva Anna, non era un segreto per nessuno. - Se vuoi posso darti delle lezioni quando tutto sarà finito. - si offrì lei.

- Stavo per chiedertelo io. - sorrise Geremia, che tolse il disturbo e tornò a sedersi con gli altri.

Finalmente arrivarono da Maurice. O almeno arrivarono ad atterrare davanti ad un palazzo alto, grande, con le vetrate a specchio e in cima troneggiava una grande scritta: G.A.S.P.

La portiera appena vide Stub lo riconobbe e fece passare quella massa di ragazzi senza particolari problemi. Salutò cordialmente Masky, Stub e Antonella, mentre studiava gli altri, cercando di capire chi fossero... colleghi di Stub, forse?
Loro salirono con l'ascensore fino al 13esimo piano. Quello che si mostrò ai ragazzi all'apertura delle porte era una specie di laboratorio, molto confusionario a dire la verità.

- Maurice! - esclamò Stub. - Maurice! -.

- Stub! - l'uomo corrispondente al nome di Maurice uscì fuori. Indossava un camice bianco, i capelli grigi, elettrizzati e spettinati, il viso rotondo sporco di cenere e gli occhiali dalla montatura esagerata erano mezzi rotti. Quando cercava di sistemarseli i due grandi baffoni bianchi ondeggiavano. Il classico scienziato pazzo insomma. - E cosa vedono i miei vecchi occhi, Antonella! -.

- Ciao Maurice! -.

- E il piccolo Masky! - gli scombinò i capelli.

Gli altri si presentarono. Poi Maurice tornò a guardare Stub. - Cosa posso fare questa volta per te Stub? Altri congegni? -.

Stub scosse la testa e tirò fuori il ciondolo. - Non questa volta. - rispose, porgendoglielo.

Maurice lo prese e lo guardò. - Isabella! - esclamò. - Era davvero bella tua madre. - fece una pausa. - Perché mi hai fatto vedere il tuo ciondolo? -.

- Perché non è il mio. - rispose semplicemente Stub. - E' l'altro. -.

Maurice lo guardò incredulo. - Suo? - Stub annuì e poi i 2 annuirono complici. - L'Ottavius II. - Stub annuì di nuovo.

Attraversarono quel vecchio laboratorio pieno di invenzioni strambe almeno quanto il loro inventore fino ad arrivare davanti ad un sottomarino, piuttosto vecchio.
Tutti meno Stub e Antonella lo guardarono con aria preoccupata.

- Amico, non crederai davvero che quel coso funzioni vero? - domandò Thomas, preoccupato.

- E' il clone del sottomarino su cui si imbarcò mia madre, Tom. - spiegò Stub. - Il clone dell'Ottavius I. E' esattamente identico. Io dico che se c'è un modo per ritrovarla questo è scendere nelle profondità marine dove è andata lei con lo stesso sottomarino. Basterà farci dare l'autorizzazione, e a me non rifiutano mai niente. Chi è con me? - dalla voce trapelava tutto il suo entusiasmo. Non condiviso da nessuno.

Nessuno disse una parola. Persino Maurice sembrava titubante. Nessuno aveva il coraggio di dire nulla. Antonella era seduta accanto a lui e sembrava decisa a seguirlo. Ma era la sola. Stub guardò tutti con sguardo gelido. Poi sorrise, spavaldo. - Che rammolliti che siete. - e li mollò lì in quel modo. Non aggiunse altro.

Antonella non fece nulla per seguirlo. Anna invece si alzò e Sveva la seguì.
Lo trovarono al quinto piano, al bar. Si sedettero.
- Che volete? - domandò Stub, freddo, bevendo il suo Bacardi. Per essere arrabbiato sapeva nasconderlo bene. Era freddo, di ghiaccio, imperscrutabile.

- Te ne sei andato via in quel modo prima... - esordì Sveva, visibilmente mortificata. - Lo sai che mi dispiace Stub e... -.

Stub le sorrise. - Lo so Sveva. Tu me lo avevi detto che non te la sentivi di seguirmi. Ma dagli altri mi aspettavo qualcosa di più. -.

- Per te è normale Stub. - ribatté Anna acidamente. - Tu sei un killer! Noi siamo gente normale! Che cosa ti aspettavi? Che accettassimo di scendere nell'Oceano con quel catorcio? -.

- Non è un catorcio. -.

- No? Mi fiderei di più ad andarci a nuoto sul fondo dell'Oceano, piuttosto che con quello! -.

- Accomodati. - dette un altro sorso.

Sentirono dei passi. Thomas. - Amico, la rossa ha ragione. -.

- Volevo solamente ritrovare mia madre. -.

- Tua madre è... morta, Stub. - Sveva ci andò molto cauta.

- E non faccio fatica a capirne il motivo visto quel sottomarino. -.

A quelle parole la bottiglia di Bacardi esplose in mano a Stub. L'aveva stretta troppo. Sveva si allontanò dal tavolo. Anna si era resa conto troppo tardi della cattiveria che aveva detto. Ma non poteva dirgli che le dispiaceva... era troppo orgogliosa per farlo.
Lui si era graffiato il braccio. Si alzò, lo sguardo che aveva avuto anche prima, impenetrabile. - Andrò da Antonella. - disse solamente. - Sveva puoi accompagnarmi per favore? Mi fanno male un po' le gambe. -.

Sveva annuì e si alzò per aiutarlo. Anna rimase seduta, imbronciata senza parole, senza sapere che dire.

- Bella mossa amica. - commentò Thomas, sedendosi accanto a lei.

Anna si lasciò andare ad un sospiro infuriato. - Maledizione! -.

 

 

 

 

 

L'angolo della Matrix

Eccomi qui con un nuovo capitolo!!! Ma non vi ci abituate non so se potrò continuare ad aggiornare ogni giorno.

Spero che questo capitolo un po' tranquillo vi sia piaciuto. Mi piaceva rendere un po' di atmosfera natalizia, perché ricordo che è la storia è ambientata a Natale. E questo riguarda la prima parte.
Per la seconda parte dico solamente che mi sembrava irreale che prendessero un sottomarino mezzo scassato subito senza nemmeno provare a far riflettere Stub e senza nemmeno un briciolo di paura o di indecisione... sono tutte persone come noi, insomma, e sfido chiunque ad avventurarsi nei fondali dell'Atlantico con quel coso.
Ad ogni modo prevedo che la storia entrerà nel vivo dell'avventura nel quarto capitolo.

Inoltre volevo aggiungere che la canzone che trovate è Rudolph la renna col naso rosso: la storia di Rudolph è abbastanza famosa, ma per chi non conoscesse la storia della renna più famosa di Babbo Natale sarà sufficiente leggere il testo con attenzione: è tutta lì.

E adesso senza più esitazione passo a ringraziare le stelle che hanno lasciato un segno del loro passaggio!!!

  • DamaArwen88: la mia consigliera in fatto di introduzioni!!! Vuoi sapere che cosa ha ideato la mia mente questa volta? Eheheheh... leggi e lo saprai!!! A parte gli scherzi, ho intenzione di far punzecchiare tra loro Stub e Anna ancora per mooooooolto tempo... se no dov'è il divertimento? Comunque come hai visto non mancheranno anche i momenti più romantici come quello che si trova in questo capitolo.
    Quanto all'ultima cosa... il fatto che l'abbiano abbandonato non significa che in un futuro non lo riprendano... xD Spero che ti sia piaciuto questo capitolo! Bacione!!!

  • Lallix: grazie per il tuo entusiasmo che mostri ogni volta! Niente punture??? Grazie!!! *_*
    Allora dunque, di avventura ancora non ce n'è, ma vedrai che arriverà presto... dal prossimo capitolo penso, e dal quarto entreremo nel vivo della storia. Quando userò "patagnocco" certo che dirò che me lo hai suggerito tu!!!
    Mi sposi? Sìììì, dai, convoliamo a nozze!! XD :P Va bene, a parte fare l'idiota, sono curiosa di sapere che ne pensi di questo capitolo. Bacione!!!

  • miky: ma brava Marty... da cosa hai capito che tra poco entreranno in scena i pirati? Dall'oceano Atlantico, perché ti ricordavi la storia, perché ti sei ricollegata al titolo oppure perché, beh, la scrittrice sono io? Non temere cara Martina... arriveranno presto i pirati.. o dovrei dire pirate! Buahahahahah!!
    Perché non devo dirlo a nessuno che è più il tuo tipo?
    Beh, è ovvio che è un castello... Anna è ricchissima, ricordi?
    Davvero trovi che le frasi di Stub siano dirette ed efficaci? Mi fa molto piacere che lo pensi!! Che ne pensi di questo nuovo capitolo? Bacione!!!

  • Shia: tu sei davvero troppo gentile. Mi ha reso veramente felice leggere il tuo commento!!
    Inoltre sono veramente soddisfatta che tu abbia notato quella particolarità di quel pezzo di storia, quando non si capisce quello che è sogno e quello che è realtà: ti svelo un segreto... è una cosa voluta. Un po' confusionaria, su quello ti do ragione, ma volevo far capire bene il punto di vista di Anna, che è proprio quello: confusione. Anche lei, come il lettore, non riesce bene a capire la differenza fra sogno e realtà... è lei che si immedesima nel lettore, o il lettore che si immedesima in lei, come preferisci. E se tu hai provato confusione leggendolo vuol dire che sono riuscita a ricreare quello che immaginavo per Anna. Anna e Stub insieme dici? Uhm... vedremo xD Quanto alla mamma di Stub, non faccio anticipazioni... Non vedo l'ora di leggere quello che pensi di questo capitolo!! Bacione!!!

Grazie anche a coloro che mi hanno aggiunta tra i preferiti!!

Un abbraccio a tutti!!!

@matrix@

  
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