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Autore: Mary90ka    18/05/2014    1 recensioni
Hermione trova steso a terra un Draco Malfoy in fin di vita. Quando decide di prendersi cura di quel ragazzo maleducato e senza scrupoli non può certamente immaginare cosa la aspetta.
Ad accompagnarli nel racconto ci sarà una bambina con strepitosi poteri, una strana profezia e la ricerca di un'oggetto scomparso da secoli.
L'amore non nascerà dal nulla, sarà faticoso, doloroso, contrastato e impossibile.
Riusciranno i due protagonisti a sfidare le sorti di un destino che sembra già scritto per dividerli?
Una Grifondoro e un Serpeverde, gli estremi delle due Case, nulla di più assurdo e improbabile.
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Non tutto è fedele alla saga, alcune cose le ho inventate io ragionandoci per diverso tempo. Perciò se qualcosa è diverso dalla saga originale sapete il motivo. Buona lettura!
P.S: se recensite sarebbe un onore, ovviamente sia positive che negative! Tutto è ben accetto per migliorare la tecnica :)
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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"...Vorrei sentirti dire che lei mi sta distraendo dagli studi

ed è per questo che ho preso due Desolante negli ultimi compiti in classe.

Lei è una Tassorosso, bella e intelligente, ma non quanto te.

Nessuno è intelligente quanto te!

Miseriaccia Hermione, quando ti degnerai di tornare a Hogwarts?

Ron"

Il rosso non potè fare altro che osservare il bel gufo colorato alzarsi in volo e uscire con gran velocità dalla finestra stringendo il biglietto appena scritto all'interno della zampa .
Forse avrebbe recapitato il messaggio, ma chissà dove e chissà a chi.

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Un anno Prima: A casa di Abeforth

"Buongiorno, Signor Silente" – salutò educatamente Hermione, sedendosi sulla poltrona indicata dal vecchio stesso.

Malfoy non badò alle carinerie: niente stretta di mano, niente saluto e tanto meno niente ringraziamenti per l'ospitalità.
Cafone, cafone e ancora cafone.

"Come devo.. Dobbiamo muoverci?" - lanciò un'occhiata infastidita alla volta della Mezzosangue.

'Che seccatura'

Avercela alle calcagna era ciò che di peggiore potesse capitargli.

"Bentrovati, desiderate una Burrobirra?"

Il vecchio non era dello stesso avviso di Draco, era proprio come suo fratello maggiore.

Così eternamente educati e composti da far venire voglia di schiantarli contro un qualsiasi muro pur di rompere quel 'sigillo' di buone inutili maniere.

"Grazie Signore"

"Molto bene, attendete un attimo"

Il Serpeverde si spostò lontano dal camino acceso incurante del fatto che era Gennaio e il clima era a dir poco gelido.

Ma lui era abituato al freddo e si sentiva perfettamente a suo agio con esso.

I sotterranei in cui gli studenti della casata dei Serpeverde alloggiavano erano perennemente umidi e poco riscaldati, qualsiasi Grifondoro sarebbe morto assiderato abituati com'erano a quelle temperature da Inferno dei loro alloggi.

Qualche minuto dopo il vecchio tornò con le due Burrobirre promesse, qualche prodotto da pasticceria e un bicchiere colmo di liquido.

"Questi invece sono per te, insieme a questo" – porse un piattino di pasticcini insieme ad un bicchiere di un qualche succo, probabilmente succo di zucca, alla piccola Jean.

"Grazie" – rispose timidamente la bimba bionda, mangiandone subito dopo un boccone intero.

"Così ti affoghi, Phönix!"

La Grifondoro sollevò il viso, con 'i baffi' ancora sporchi della morbida schiuma della sua amata Burrobirra.

Quel termine.

Lo aveva già sentito? Forse no.

Anzi ne era sicura, non sapeva a cosa si riferisse l'uomo barbuto.

Per la pronuncia che aveva utilizzato intuì che doveva essere un termine Tedesco, ma era poco su cui basarsi in effetti.

"Phönix?"

"Perdi colpi Granger?" - la stuzzichò il biondo con un ghigno divertito sul viso.

Doveva essere molto soddisfatto di sapere qualcosa che alla mora sfuggiva.

"Stai zitto Malfarret, nessuno ti ha interpellato."

L' espressione del biondo si fece carica di una rabbia che gli storse il viso, il quale da pallido divenne leggermente più colorito.

"Come osi tu dire a me, un Malfoy, di stare zitto. Tu sudicia Mezzos-"

"SIGNOR MALFOY!" - Abeforth si era alzato dalla sedia che occupava guardando severamente il Serpeverde.

"Si?" - rispose di rimando il ragazzo, per nulla intimorito.

Nessuno lo intimoriva né gli infondeva paura.

Lui non aveva paura di niente, era impenetrabile.

"Non le permetto di parlare in questo modo" – lo ammonì, perdendo il suo controllo.

"Non si preoccupi Signore, non ci badi" - si intromise Hermione.

Non era quello ciò che le premeva in quel momento.

"Piuttosto mi dica perchè l' ha chiamata Phönix, perfavore".

"La ragazzina qui presente, ha dei poteri che sono strabilianti. Ne nasce solo uno ogni cento anni con le sue facoltà." - spiegò guardandola, controllato.

"L'ho vista guarire Malfoy. Era ricoperto da ferite che suo fratello ha dichiarato provenire da magia oscura, nemmeno lui è riuscito ad essere d'aiuto. Gli incantesimi non funzionavano."

"Lei invece c'è riuscita, non è forse così?" - continuò l'uomo intuendo i pensieri della ragazza.

"Infatti"

"E' una delle sue capacità"

Malfoy, che si era estraniato dalla conversazione dei due parlò, guardando dritto nei suoi occhi.

Il colore azzurro gelido di lui si miscelò perfettamente con il color cioccolata di lei.

Quello sguardo, profondo e senza interruzioni fece uno strano effetto ad Hermione.

Non era abituata a riceverne di quel genere, non da Malfoy comunque, perchè a lei erano riservati quelli di disprezzo, astio, rabbia e schifo, mentre quello era.. Normale.

Di quelli che due persone civili si scambiano quotidianamente.

Ma Draco Malfoy di civile aveva ben poco.

A dirla tutta era cattivo ed ignorante.

Come si poteva pensare con tutta quella convinzione che la provenienza di nascita facesse davvero la differenza sulla qualità di un mago?

Era puro razzismo, come ai tempi della schiavitù.

Il nero era inferiore al bianco come il Mezzosangue lo era al Purosangue.

Schiavo e padrone, spazzatura e oro.

"Piccola Jean, perchè non spieghi a Hermione quali sono i tuoi poteri? Li conosci sicuramente meglio di me o di Draco" – disse il vecchio, ponendo sulle spalle della biondina una coperta di lana grigia.

Hermione rinvenne dai suoi pensieri e osservò con aria gentile la bambina che senza farsi notare si era seduta su una sedia vicino al camino.

Draco invece dal canto suo era leggermente infastidito da come aveva sentito pronunciare il suo nome in quel modo. Chi gli aveva dato il permesso di prendersi tanta confidenza?

Lui era un Malfoy, un nobile e ricchissimo ereditiere, Santo Dio!

"Bè, io so parlare con gli animali" – disse Jean, arrotolandosi una ciocca liscia di capelli fra le dita.

"Creature magiche" – la corresse il bel biondo.

"In che senso parlare?" - era sbigottita ma assolutamente curiosa.

"Io parlo con loro e loro mi danno ascolto"

La piccola allentò la presa sulla coperta, il freddo finalmente iniziava ad attenuarsi di fianco alle fiamme vive del camino.

"Che tipi di.. animali?"

Sentii chiaramente quando Malfoy la corresse chiamandole creature magiche.

Ma percepiva che era impaurita e spaesata, le faceva una gran tenerezza per cui avrebbe fatto quanto in suo potere per farla sentire a proprio agio.

Quindi si avvicinò a lei e si inginocchiò prendendole la mano, imitando il gesto che la bambina aveva compiuto nel passaggio dalla Stanza delle Necessità alla Casa di Abeforth.

Sperava in questo modo di indurla a fidarsi di lei, e funzionò.

"Tutti"

"Gufi?"

"Si"

"Gatti e anche rospi?"

Il Serpeverde sbottò, guardando spazientito la Grifondoro -"Se è per questo anche con, le Acromantule, gli Avvincini, i Thestral, le Chimere, i Maridi.."

"Le.. Sirene?"

La stavano prendo chiaramente in giro.

Nessuno poteva davvero comunicare con quelle creature schive e diffidenti che erano i Maridi.

Solo Albus Silente, che conosceva la loro lingua.

"Sei sorda, Mezzosangue?"

"Taci, Furetto"

Abeforth roteò gli occhi al cielo, rassegnato.

Suo fratello d'altronde lo aveva avvisato per tempo che i due non erano grandi amici.

"Si, anche con loro"

"Ma come è possibile?"

"In che senso?" - la bambina non capiva.

Che c'era di così strano? Lei parlava con le Sirene da sempre.

Hermione si voltò alla ricerca dello sguardo del vecchio, che si era zittito facendo da spettatore.

"Come può una bambina conoscere il Mermish?" - era quasi un sussurro.

Abeforth scoppiò in una sincera risata.

La Grifondoro non sapeva se essere più irritata per quest'ultima o per l' 'idiota' che gli aveva appena rifilato la Serpe.

"Il Memi?" - lo sguardo interrogativo di Jean era completamente rivolto ad Hermione.

"Come fai a parlare con le Sirene?"

"Come parlo con te parlo anche con loro"

La bimba, che inavvertitamente aveva portato le braccia conserte al petto e aveva l' espressione del viso arrabbiata si chiese che cosa aveva la mora contro le sirene.

D'accordo non erano particolarmente belle o affettuose, ma con lei Koral era sempre stata affabile e permissiva. Perchè mai non avrebbe dovuto parlarci?

Ancora sorrideva quando un anno prima le chiese come faceva a cantare così bene.

"E' uno dei suoi poteri, le viene naturale. Come respirare" – rispose Aberforth.

Intervenne saggiamente quando notò che la ragazzina si era imbronciata un poco, probabilmente fraintendendo la curiosità della ragazza.

Donne, piccole o grandi che siano nessun uomo, nemmeno un potente mago come lui, ne avrebbe mai compreso appieno il mistero.

"E che mi dici dei Draghi?"

"Mi piace molto volare"

"Volare?"

"Si, quando glielo chiedo volo sempre sulla loro schiena"

"MA QUESTO E' IMPOSSIBILE!"

Jean si spaventò investita dal suo tono troppo alto e la situazione peggiorò quando la ragazza si alzò di scatto, avvicinandosi a gran velocità verso il saggio mago.

"Un Drago? Lei ha cavalcato un Drago?" - domandò indicando la bambina.

Poi come un fulmine a ciel sereno le tornò in mente la frase che aveva pronunciato poco prima la biondina:

"Io parlo con loro e loro mi danno ascolto"

Sbigottita ma senza proferire parola, Hermione tornò vicino a Jean e le accarezzò i capelli pentita della reazione che aveva avuto.

Non la stavano prendendo in giro, non su un argomento delicato come quello.

Non Abeforth Silente.

Era assolutamente impossibile.

"Loro ti danno ascolto?"

"Può controllare qualsiasi maledetta creatura magica, Granger" - sbottò uno stufoso Draco Malfoy, saturo di quella conversazione.

"Anche creature come Fenici, Centauri, Lupi mannari, Fate, Ippogriffi?"

"Unicorni"

"Non è vero.."

Si lasciò cadere di peso sulla poltrona che inizialmente le aveva offerto Abeforth portando le mani congiunte davanti alla bocca a mò di preghiera e puntando gli occhi fissi su un punto indefinito del pavimento piastrellato di un colore strano, un viola misto al rosso.

Poi per la seconda volta nel giro di venti minuti, un altro fulmine a ciel non più così tanto sereno, la travolse.

"D'accordo che parla con gli animali – se qualcuno l'avesse sentita senza sapere la storia intera l'avrebbe data per pazza, ma ora l'argomento era più spinoso e rivolse lo sguardo verso Malfoy – ma come ha fatto a guarirti?"

"E' tra le più potenti e utili delle sue capacità. Con il semplice tocco può guarirti da qualsiasi tipo di ferita, taglio o incantesimo"

"Non c'è Magia Oscura che tenga" – continuò il vecchio indirizzando un sorrisetto complice alla piccolina, che gliene rimandò un'altro.

Quel vecchietto le piaceva proprio, era simpatico!

E poi quei dolcetti erano fantastici! Non ne aveva lasciato nemmeno uno.

"In che senso Incantesimo?" - la curiosità era irrefrenabile.

"Una volta sono andata a passeggiare con Fiorenzo e abbiamo visto che Cassandro era a terra e si rotolava nel fango - gli occhi bicolore della bambina si gonfiarono di lacrime – urlava e chiedeva al mantello nero di ucciderlo, ma lui rideva"

Ad Hermione si strinse il cuore perchè chiaramente la bimba non aveva idea che aveva visto un Mangiamorte usare la maledizione Cruciatus sulla creatura.
Nessun mantello nero purtroppo ma solo gli essere umani più visicidi dell'intero universo.

La creatura.

Ah certo! Fiorenzo!

Si ricordava bene del Centauro che una specie di capo per quelli della sua specie.

Quindi a rigor di logica, della quale la Grifondoro straboccava, questo Cassandro doveva essere un'altro Centauro.

"Fiorenzo mi disse di farmi da parte e che sarebbe andato a salvare l'amico. Ma l'ho seguito" - continuò con la voce rotta dal pianto – e appena il mantello nero si accorse di noi scomparve. Dopo sono subito corsa da Cassandro e l'ho guarito"

"Piccola.." Hermione le accarezzò la testa.

Non era giusto.

Una bambina così tenere e così indifesa già costretta a vedere di persona certe atrocità.

"Ma finalmente la settimana dopo Cassandro si è fatto cavalcare! Non me lo aveva mai fatto fare!" - il tono ora più sereno e divertito dal ricordo vivido nella sua mente.

Probabilmente la bambina non usava i suoi poteri di 'controllo' sulle creature perchè le riteneva sue amiche.

"Hai altri poteri?"

"Cristo Granger! Non sono sufficienti questi?"

Draco si alzò e raggiunse la piccola, scoprendole un braccio e facendo intravedere una lunga riga colpa di sangue raffermo che partiva dal polso.

Un taglio piuttosto profondo, inferto da un' incantesimo ben riuscito.

Quindi la ragazzina era in grado di curare gli altri ma non se stessa.

Quel segno ancora fresco le fece comprendere con sincera preoccupazione quanto poteva rischiare una creaturina indifesa di così giovane età.
Era infatti sicura, che a farle del male era stato un Mangiamorte, entrato ad Hogwarts.
Tutto prendeva finalmente forma nella sua mente, tutti i tasselli del Puzzle tornava al loro posto.
Era quindi anche chiaro che Draco Malfoy era ridotto così male nei sotterranei perchè aveva protetto con il suo corpo Jean, non riuscendo ad evitarle la profonda ferita tenuta ora in bella vista.


Bella fregatura, pensò veemente Hermione, abbassando la manica e dandole un buffetto sulla guancia.

Ma da dove veniva? Perchè non ne era a conoscenza?

Jean era una Phönix.

Ma lei quell'appellativo non l'aveva mai sentito, ne letto nei libri.

E se c'era una cosa certa in tutto il Mondo Magico è che se qualcosa non era conosciuto da Hermione Jane Granger si poteva stare sicuro che nessun altro, tranne ovvie eccezioni, la conosceva.

Una di queste eccezioni era rappresentata da Draco Lucius Malfoy.

"Come fai a sapere tutto?" - chiese direttamente all'interessato.

"Perchè sono più intelligente di te, Mezzosangue" – il solito ghigno divertito.

Prima o poi gli avrebbe rifilato un pugno se non avesse smesso di infastidirla ogni due per tre.

Stava per rispondergli a tono quando un leggero fruscio pervase la stanza e un uomo si materializzò a pochi passi dai quattro.

"Temo che sia colpa mia, Signorina Granger"

Una voce familiare, ma diversa da quelle dei presenti fece capolino.

"Professore!"

Albus Silente si era smaterializzato proprio dietro di lei e sembrava molto tranquillo.

Nessun Mangiamorte si era ripresentato ad Hogwarts dimostrando così che Silente aveva ragione quando aveva detto che non era ancora tempo di guerra.

La scuola era al sicuro, fu la conclusione che trasse immediatamente.

Tirò un sospiro di sollievo pensando ai suoi amici.

Non tanto ad Harry, no, lui se la cavava benone da solo poiché il suo livello di preparazione (almeno quanto concerne l'uso della bacchetta magica) era il più alto di tutta la scuola.

Anche del suo.

Pensava invece a Ron e Ginny, i suoi unici amici insieme al bambino sopravvissuto.

Non era mai stata una persona particolarmente socievole ed il motto babbano 'Pochi ma buoni' le si addiceva di più di quello che recitava "Più amici hai meglio stai"

"Abeforth, fratello. Come stai?"

Un saluto un pò freddino per due fratelli che non si vedevano da un pò, almeno da quanto detto da Silente qualche settimana prima alla McGranitt e che l'Orecchio Oblungo dei gemelli Weasley avevano captato.

"Non mi lamento" – fu la risposta non troppo coinvolta del fratello minore.

C'era dell'astio, del rancore.

La questione della morte di loro sorella Ariana era evidentemente in sospeso.

Il Preside parlò alla studentessa – "Tre settimane fa Fanny giunse nel mio ufficio visibilmente agitata e con delle ferite sporche di terriccio. Intuì che qualcosa era accaduto nella Foresta Nera, quel terreno lo riconoscerei ovunque, ha un odore ed un sapore molto particolare. - notò la smorfia schifata del Serpeverde al 'sapore' e rispose con un sorrisetto divertito – Fu così che scoprì la Signorina - indicò la bambina con l'indice lungo e magro – e Draco Malfoy appena dietro di me"

"Hai seguito il Professor Silente? - chiese sconvolta la mora.

Tipico atteggiamento da stupido Purosangue arrogante.

"Ho di meglio da fare che seguire Silente nel bel mezzo della notte, Granger. E' stato solo un presentimento, dovevo andare lì"

La voce del biondo da inizialmente irritata si traformò in profonda e riflessiva.

La cosa non sfuggì alla Mezzosangue che ricambiò il suo sguardo.

Uno sguardo niente male, dovette ammettere Draco, suo malgrado.

Il colore degli occhi era caldo, di un colore simile alla corteccia del Platano Picchiatore nel cortile di Hogwarts mentre i capelli incorniciavano perfettamente un viso che era ben costruito e armonioso.

Il corpo snello ma con forme gradevoli, non esageratamente prosperose.


La giusta proporzione di misure e taglie, tra seno e vita/gambe, era una qualità che aveva sempre apprezzato in una donna.

Se non fosse stata una sporca Mezzosangue un pensierino ce l'avrebbe fatto e lei avrebbe capitolato.

Nessuna, ma proprio nessuna resisteva al suo fascino e alla sua disarmante bellezza.

Oh si, lo sapeva.

Sapeva di essere considerato dannatamente bello da tutto il popolo femminile.

"Anche lei, signorina Granger"

"No Signore, non ho avuto nessun presentimento"

"No, ma fra tutti gli studenti che vivono ad Hogwarts, non trova curioso che proprio lei abbia accidentalmente sbagliato strada?"

"Si" – riflettè la ragazza.

"Le era mai capitato?"

"No, mai" – asserì.

Il vecchio non rispose, semplicemente sorrise da dietro quei buffi occhialetti, conscio di aver colpito nel segno.

"Quindi noi dobbiamo proteggere la bambina" – era un'affermazione, non una domanda.

Aveva capito perfettamente.

Era la loro missione, il motivo per il quale Silente li aveva tanto esortati ad uscire dal castello.

Dovevano tenerla al sicuro e nasconderla dai Mangiamorte.

"Si, Hermione - rispose Abeforth sorseggiando la Burrobirra che nel frattempo era andato a a prendersi – ora abbiamo l' assoluta certezza che i Mangiamorte sanno della sua esistenza"

"Nella Foresta Nera l'avevano già vista quando io e il Signor Malfoy l'abbiamo incontrata, ma non ne erano certi. Ora invece lo sono e la cercheranno e consegnarla anche involontariamente nelle mani di Voldemort non è opzione accettabile" – ragionò Albus, sfregandosi la treccina che spuntava dalla sua lunga e foltissima barba.

Hermione non potè che asserire alle parole del mago e nemmeno poteva contraddirle.

Avere uno strumento come una Phönix ai loro comandi significava poter distruggere tutto ciò che c'era di buono nel mondo magico.

Non osava nemmeno immaginare alle conseguenze che poteva portare un Drago a cui era stato ordinato di distruggere Hogwarts, semplicemente spalancando le enormi fauci e sputando fuoco, magari nel cuore della notte.

Di creature magiche estremamente potenti ce ne erano a bizzeffe e averle tutte contro sarebbe stata una vera e propria catastrofe.

Ovviamente a Voldemort tutto ciò doveva fare una certa gola.

Poter disseminare morte ovunque e in qualsiasi momento senza rischiare di essere catturato.

Qualcun'altro faceva il lavoro sporco per lui.

I Mangiamorte per esempio.

Ma un Draco, un' Acramantula, un Grifone al proprio servizio lo avrebbero reso del tutto inattaccabile.

Ora le era chiaro anche il perchè della necessità di mantenere l'esistenza di Jean segreta.

"Potrò tornare da Fiorenzo?" - la voce della bionda interruppe il fiume in piena dei suoi pensieri.

"Quando saremo sicuri senza ombra di dubbio che tu sei al sicuro sì, Signorina" – la rincuorò mentre le consegnava un lecca-lecca gusto mirtillo dalla tasca della sua tunica.

"Tu dove hai vissuto fino ad ora?" - le chiese incuriosita la studentessa oro-rossa.

"Con i Centauri"

"E vuoi tornare a vivere in una foresta?"

"Si! E' casa mia"

Hermione non nascose lo sguardo di stupore a sentire una risposta così assurda.

Chi mai poteva davvero voler vivere senza energia elettrica, senza acqua calda, senza mura, senza.. contatto umano.

"Vedi, signorina Granger, tutti i Phönix hanno sempre vissuto nella foresta nera con i Centauri. Per loro natura si trovano perfettamente a loro agio e vengono trattati come dei veri principi da ogni creatura. Li proteggono e li curano. Per cui hanno creato per loro una sorta di abitazione molto discreta, per tenerli nascosti, ma piuttosto comoda"

"Capisco"

Si chiese se per 'discreto' intendesse reso invisibile dalla magia.

Ma i Centauri non potevano effettuare magie, ragionò.

Che la bambina potesse?

"Cosa dobbiamo fare per metterla al sicuro?" - domandò per l'ennesima volta il Serpeverde, cambiando repentinamente argomento.

"La ringrazio, signor Malfoy" – rispose il Mago – "La piccola mi ha accennato che nelle sue visioni compare sempre un libro. Ritengo che sarebbe saggio partire da quello"

Il libro passò in secondo piano quando il vecchio citò le 'visioni'.

Jean era senz'altro una ragazzina preziosissima: se non era abbastanza sconvolgente il fatto che una bambina potesse curare e parlare con ogni essere vivente, quella della visioni la resi oltre ogni modo incredibile.

"Quale libro signore?" - chiese, tornando alla realtà.

"Vorrei potervi aiutare, ma ne so quanto voi. Secondo il mio parere voi insieme sarete perfettamente in grado di scoprirlo"

Draco imprecò, restio del dover dividere altro del suo prezioso tempo con quella insignificante Grifondoro.

Hermione dal canto suo sentiva ardere in sè il fuoco della curiosità.

Silente era sempre così immancabilmente gentile che non ordinava mai a qualcuno di fare qualcosa, ma glielo faceva capire.

Il vecchio Preside voleva che loro due rintracciassero il libro con l'aiuto di Jean, e nessuno dei due i sarebbe tirato indietro.

"Se Silente ti chiede di fare qualcosa, tu la fai."

  
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