Serie TV > The Big Bang Theory
Segui la storia  |       
Autore: Northern Girl    19/05/2014    7 recensioni
La fisica classica ci insegna che poli uguali si respingono mentre poli opposti si attraggono. Questa definizione è applicabile anche nelle relazione umane?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Penny finì la conversazione telefonica con la madre si sentì molto sollevata. Per quasi tre mesi si era tenuta dentro quello che provava per Sheldon e parlarne con qualcuno era già qualcosa, anche se non ne aveva ricavato alcun consiglio a riguardo. Penny pensava a come avrebbe potuto gestire la situazione.  L’unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di attraversare il pianerottolo, bussare alla porta dell’appartamento 4A, gettarsi al collo di Sheldon e baciarlo. Così, senza dargli una spiegazione. Ma sicuramente Sheldon sarebbe corso in bagno e si sarebbe scolato una bottiglietta di collutorio. Avrebbe pensato a quel bacio come a un dispetto più che ad un’ avance. No, non era una scelta saggia. Penny allora pensò che avrebbe potuto aspettare che fosse lui a venire da lei. Avrebbe flirtato e fatto allusioni. Ma anche quell’idea le parve pessima, pensando che quasi certamente Sheldon non avrebbe afferrato neanche quei segnali. Aveva già i suoi bei problemi col sarcasmo, figuriamoci se avrebbe potuto intuire di essere corteggiato!  Infine Penny prese la decisione che le sembrava la più giusta, anche se era la più difficile da accettare. Non avrebbe fatto alcunché, avrebbe ignorato i suoi sentimenti, sperando che prima o poi si sarebbero esauriti da soli.

Così la sera stessa,  una rassegnata Penny scese le scale per arrivare in lavanderia. Nonostante ciò, la prospettiva che quella era la serata del bucato e che, subito dopo, sarebbe diventata la serata del film a noleggio, la rese meno triste. Ma Sheldon non arrivava. 20.15. 20.17. 20.20. Sheldon era in ritardo. Sheldon non era mai in ritardo. Penny pensò che nella vita c’erano solo tre certezze: la morte, le tasse e il fatto che Sheldon Cooper avrebbe rispettato il suo programma settimanale. Se era in ritardo forse era per una qualche causa maggiore. Penny, che iniziò seriamente a preoccuparsi, uscì dalla lavanderia e iniziò a correre su per le scale, maledicendo per l’ennesima volta il fatto che l’ascensore fosse ancora rotto. Bussò alla porta dell’appartamento 4A  e quando non avvertì nessuna voce provenire dall’interno, aprì cautamente la porta. Sheldon stava dormendo, completamente abbandonato sulla sua scrivania.

“Ehm, tesoro?” sussurrò Penny entrando.

Come risposta ci fu solo un mugolio da parte di Sheldon che però rimase assopito. Penny gli si avvicinò fino a che fu abbastanza vicina da toccarlo. Così iniziò a dargli dei blandi colpetti sulla spalla. Sheldon si svegliò di soprassalto, facendo  un balzo sulla sedia e facendo trasalire Penny che indietreggiò spaventata.

“Penny, cosa ci fai qui?” esclamò il fisico sorpreso.

Poi come se si fosse ricordato di qualcosa d’importante, lanciò lontano, sulla scrivania, il quaderno che aveva in mano, come se fosse stato di fuoco.

“Tesoro, sono le 20.25! Ero preoccupata che stessi risolvendo uno dei tuoi problemi con le stringhe-non-so-cosa e che poi il tuo naso avesse cominciato a sanguinare e fossi svenuto. Non sei mai arrivato in ritardo il sabato del bucato!”

“Ah. Per quello”. disse Sheldon pensieroso. “Per quanto sia difficile crederlo, Penny, pare che io sia stato negligente nell’approvvigionamento dei miei consueti detergenti, ergo non mi sarà possibile fare il bucato stasera.”

Penny, che rimase confusa dalle parole “negligente”, “approvvigionamento” e “consueti”, intuì che Sheldon volesse dire di essere rimasto a corto di detersivo.

“Tesoro, sei non hai più detersivo, posso prestarti il mio!” propose la cameriera.

“Penny…questo comprometterebbe ancora di più il mio programma settimanale!” asserì Sheldon con visibile disappunto.

“E aspettare un’altra settimana per fare il bucato non lo comprometterebbe? Dai, usa uno dei miei detersivi!” esclamò Penny, ma subito si pentì di averlo contraddetto. Ora si aspettava un interminabile sproloquio su quanto fossero scadenti i suoi prodotti  e su quanta faccia tosta avesse avuto nel suggerirgli di usarli per il suo bucato. Certo, amava quello stramboide, ma questo non significava che avesse voglia di subirsi una ramanzina di quindici minuti. Ma Sheldon non disse nulla di tutto ciò e rimase pensieroso ad osservarla, poi pacatamente disse:

“E va bene Penny. Penso che questa sia una soluzione accettabile”.

“Davvero?” disse Penny un po’ incredula, spiazzata dal comportamento insolito di Sheldon- “Oh, okay! Allora si va?”

Sheldon andò a prendere la sua bacinella coi panni sporchi, poi entrambi scesero in lavanderia dove Sheldon iniziò con pignoleria ad infilare a uno ad uno i vestiti dentro la sua lavatrice preferita, che Penny teneva sempre libera per lui. Intanto Penny faceva lo stesso in un’altra lavatrice, non dando troppa attenzione a  quello che faceva Sheldon, ma lasciandosi trasportare da una musica che solo lei poteva sentire. Quando Sheldon ebbe terminato e azionato il tipo di lavaggio di suo gradimento, si girò verso Penny e rimase rapito dalla sua immagine. Fu una sensazione decisamente nuova, ma non giustificabile, che lo fece vergognare di se stesso. Non poteva non smettere di osservare le lunghe, sinuose e abbronzate gambe di Penny, i suoi fianchi armoniosi e il suo striminzito e attillato top fucsia. In quel momento, la biologia e la chimica scoppiarono come un fuoco d’artificio alla parata del quattro Luglio, e la brillante mente del dottor Cooper ebbe un devastante black-out.

Prima che avesse la possibilità di accorgersi e rimproverarsi per quello che stava facendo, si ritrovò a chiederle:

“Penny, se qualcuno volesse cambiare il paradigma di un’amicizia aggiungendo ad esso un aspetto romantico-platonico…come dovrebbe procedere?”

Penny si voltò di scatto verso Sheldon con gli occhi sgranati. Era certa che Sheldon si riferisse alla sua amicizia con Amy e questa consapevolezza le attraversò il cuore come se fosse stata trafitta da un dardo. Stava per rispondere ma la voce le era morta in gola. Sheldon continuò:

“Mi è dato pensare che non si possa semplicemente dire, così su due piedi, di essere interessati a qualcuno, ma che piuttosto si debba, e scusami per il termine gergale, “provarci” e poi procedere al corteggiamento”. Sheldon pronunciò quella frase con titubanza, e non solo perché era sconvolto dalle sue stesse parole, ma anche perché era conscio che chiedere alla donna che si voleva corteggiare circa la maniera per corteggiarla non era il metodo appropriato. Ma a chi altri avrebbe potuto rivolgersi? Leonard di sicuro non gli avrebbe fornito alcun aiuto, dati i precedenti disastrosi con Penny. E anche gli altri suoi amici, Wolowitz e Koothrappali, erano sempre stati inutili, se non deleteri nelle relazioni con il sesso opposto.

Penny, che aveva finalmente ritrovato la voce, rispose cercando di trattenere un’esplosiva emotività.

“Tesoro, questa è davvero un’ottima domanda,  ma io… non posso…Non mi sento bene, forse è meglio che me ne vada a letto. Ne parliamo domani, d’accordo?”

La ragazza non lasciò a Sheldon il tempo di replicare. Uscì velocemente dalla lavanderia e mentre risaliva le scale più in fretta che poteva, sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime.

Sheldon prova qualcosa per qualcuno, ma non sono io.

Questo pensiero le riecheggiò per la testa facendola impazzire per il dolore. Si chiuse la porta alle spalle, corse in camera, si buttò sul letto e pianse fino ad addormentarsi.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: Northern Girl