Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    22/05/2014    5 recensioni
(DragonIce ~ Elsa x Maleficent)
I know you, I walked with you once upon a dream
I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam
Yet I know it’s true that visions are seldom all they seem
But if I know you, I know what you’ll do
You love me at once
The way you did once upon a dream...
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Elsa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Can't hold it back anymore


Il sangue colava sul pavimento di pietra nera, cadeva goccia dopo goccia sporcandolo di un rosso fin troppo vivo.
Non aveva mai avuto pietà per nessuno, tantomeno ne avrebbe avuta per quell’umana troppo istintiva e spavalda per rendersi conto del reale pericolo in cui si trovava.
«Ora spiegami, mocciosa, perché dovrei risparmiarti la vita…» Sussurrò ironicamente, lasciando che una sadica risatina invadesse l’androne della Fortezza Oscura.
Se ne stava comodamente seduta sul proprio trono marmoreo, le iridi gialle fissavano quella figura martoriata con un insano divertimento: l’avrebbe torturata e uccisa nel peggiore dei modi, poco ma sicuro.
«L-lascia…andare…Elsa…» Erano bisbigli appena udibili, deboli, soffocati.
Un conato di sangue le uscì spontaneamente dalle labbra sottili dopo quell’immenso sforzo, quei rovi che le avvolgevano il corpo e la ferivano in ogni dove, senza il minimo risentimento.
Questa era la malvagità, questo il sadismo più cinico, questo l’odio di chi era sempre stato ripudiato.
Questa era Malefica, e solo ora la principessa se ne rendeva conto.
Inarcò un sopracciglio dopo quelle ennesime parole, se non altro quella ragazzina era testarda, doveva concederglielo.
«E’ almeno la dodicesima volta che lo dici, da quando hai disgraziatamente deciso di mettere piede qui…» Affermò leggermente scocciata, accarezzando con una insana delicatezza il dorso del fedele corvo. «…cominci ad annoiarmi.» Sentenziò alla fine, alzandosi lentamente dal proprio trono, mentre il corvo si allontanava di buon grado: brutta situazione, se Malefica si annoiava.
Non presagiva assolutamente nulla di buono per le sue vittime, sotto alcun punto di vista.
Ma Anna non si dava per vinta, nonostante il corpo martoriato ed una tremenda morte imminente, continuava a pensare che essere venuta fin lì ne era valsa la pena: mai, mai e per nessun motivo avrebbe abbandonato sua sorella nelle mani di un essere tanto spregevole.
A costo di rimetterci la vita, lei avrebbe tentato.
Le iridi chiare osservavano quella figura autoritaria avanzare e non poteva non notare quanto, effettivamente, fosse elegante nei movimenti.
Malvagia, crudele, spietata, eppure possedeva quell’innato fascino delle tenebre.
Ma non si lasciò distrarre da quegli occhi incantatori, da quelle movenze calcolate su misura per ogni situazione, come se avesse già previsto e studiato ogni cosa: nulla era un segreto, per la Signora di Ogni Male.
Nulla al di fuori della sua anima nera.
Allungò una mano e le prese il mento con una insana delicatezza, la costrinse a guardarla negli occhi, a specchiarsi in colei che le aveva tolto ciò che più amava: sua sorella.
Perché sì, doveva averle fatto un qualche incantesimo per averla costretta ad abbandonare l’affetto di Arendelle per un posto gelido e malsano come quello.
Doveva, per forza, averla costretta. Elsa non avrebbe accettato di unirsi ad una creatura del genere di sua spontanea volontà…
Oppure sì?
Il dubbio la invase per una frazione di secondo, ma quasi d’istinto lo abbandonò: no, Elsa era buona, non cattiva. Elsa desiderava l’amore, non l’odio.
Elsa avrebbe sempre scelto il bene.
«Così schiava dell’amore…» La voce gelida di Malefica la riportò alla realtà, costringendola a scontrarsi con quello sguardo spietato. «Patetica.» La stuzzicò spudoratamente, ancora non aveva finito di divertirsi con lei, di torturarla fisicamente quanto psicologicamente.
Erano così maledettamente divertenti, gli umani, nella loro benevola stupidità.
«Almeno…io…ho qualcosa…per cui…vivere…» Biascicò Anna con fin troppo coraggio, lo sguardo che si sforzava di reggere quello dell’altra, ogni singola parte del corpo che gridava di dolore.
Aveva paura, maledettamente paura di quella fata senza pietà, eppure non si sarebbe arresa, né ora né mai.
Perché se c’era una cosa in cui credeva era l’amore che la legava alla sorella.
Una smorfia infastidita comparve sulle labbra rosse di Malefica, dopo quelle parole: per quanto la considerasse alla pari di un inutile scarafaggio, Anna aveva comunque saputo colpire il suo fantomatico orgoglio.
«Cosa ti fa pensare che anche io non ce l’abbia, principessina?» Rispose a tono, lasciandole il volto con un gesto sgarbato e voltandole le spalle.
No, decisamente non si aspettava una risposta del genere, non da una creatura del male come quella almeno.
Fece solo un paio di passi, il bastone picchiettò a terra due volte, poi si fermò.
Silenzio. Inquietante silenzio.
Si voltò di nuovo, di scatto, nella mano libera aveva preso forma una sottospecie di sfera infuocata, rovente, di un verde macabro ed aggressivo.
«Sei ottusa quanto tutte le altre. Coraggiose, buone, di nobili intenzioni ed un sacco di altre cretinate, ma siete limitate solo a ciò che conoscete.» La accusò bruscamente.
Anna aveva le iridi sbarrate, in un istante il mondo le si aprì bruscamente: aveva sempre creduto nel bene e nell’amore, fermamente e più di ogni altra cosa. Eppure quelle parole gelide avevano saputo ferirla, farle insorgere anche il minimo di dubbio.
Quella dark fairy era davvero senz’anima?
La sfera venne lanciata brutalmente contro la principessa inerme, la quale socchiuse gli occhi, aspettandosi il peggio, ma qualcosa intercettò quel colpo: un raggio di gelo.
Volse lo sguardo di lato, stupita almeno quanto Malefica di vedere Elsa, ansante, quasi più sconvolta di loro: il bivio che le si presentava davanti l’aveva tormentata da sempre ed ora la costringeva ad una scelta.
«Anna…» Bisbigliò appena, volgendosi verso la sorella.
La principessa azzardò ad un sorriso, dolorante tanto che avrebbe voluto urlare si aggrappò a quel salvataggio estremo come ad una speranza prorompente.
«…vattene.» Fu tutto ciò che le disse, la voce tremante, il cuore che di nuovo si lacerava.
Ed in un attimo il mondo cascò di nuovo addosso ad Anna, come non molto tempo prima si ritrovava ad essere cacciata.
La Signora del Male sogghignò divertita, con un gesto della mano ritirò i rovi, facendo cadere la principessa al suolo, insanguinata e quasi incapace di muovere un singolo arto.
Ma non si arrese, si costrinse ad alzare lo sguardo verso l’amata sorella: i suoi occhi erano volti a Malefica in un’espressione che non riuscì a comprendere…
Tutto ciò che capì era che tra le due era nata una insana complicità in cui la dominatrice non avrebbe abbandonato la sua preda.
«Lei non ti ama, Elsa!» Gridò quasi in preda alla disperazione, con una forza che nemmeno lei pensava di avere ancora.
La Regina di Arendelle la guardò sconvolta, stupita come non mai, mentre Malefica si limitava ad una alzata di sopracciglio, come se quella voce disperata fosse solo un ronzio fastidioso.
«Non sarebbe disposta ad abbandonare le tenebre per te!» Le gridò ancora, stringendo i denti per il dolore  e la rabbia.
Elsa rimaneva con le labbra dischiuse, senza sapere cosa dire, cercando ancora una volta lo sguardo della Signora del Male, quasi a cercare una indicazione, un qualsiasi suggerimento.
E vi trovò solo uno sguardo tagliente.
«Scegli.»

 
  
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