Capitolo 11
 
Il vento soffia sul tardo pomeriggio di agosto, i bambini tornano dal parco stringendo le mani alle loro madri.
Sento una fitta al cuore…
Anche a me piacerebbe stringere la mano di mio figlio, vorrei alzarmi da questo vicolo buio, vorrei correre dentro quella che per tanti anni è stata casa mia.
 
Che scherzo che mi ha fatto il destino...
Morire qui, a 30 metri dalla mia casa.
 
I bambini saltellano sorridenti, ridono di un’estate così meravigliosa, chiacchierano con gli amici dei loro giochi…
 
Ma io resto qui, incapace di alzarmi… Non riesco a muovere un muscolo.
 
La facoltà di camminare devo averla persa anni addietro.
 
Non voglio morire questo lo sento…
Ma capisco anche che è inevitabile.
La mia coscienza scivola via come un sogno, gli occhi si appannano, il cuore rallenta il battito…
 
Ma non è questo che voglio!
 
Apro gli occhi al tramonto, sono nascosta in una viuzza, sono certa che se uno aguzzasse la vista probabilmente mi scorgerebbe… ma nessuno sembra guardarsi attorno…
 
…peccato…
 
…peccato…
 
…davvero peccato…
 
Un ultima coppia di madre e figlio mi passa davanti, l’ultima della giornata… con loro se ne va la mia unica possibilità di vivere.
 
Appena mi passano davanti sento tutto d’un tratto che il mio cuore si riattiva, comincia a battermi così forte che potrei scoppiare…
 
No…
No…
…Non loro…
 
Mia madre è sorridente, indossa un semplice vestito babbano e stringe la mano ad un bambino con una azzurra sfumatura di capelli…
 
Che triste il destino… che triste…
 
Anche quando tutto mi sembrava perduto, ho sempre lottato, ho sempre avuto quel che desideravo…
Ma solo ora capisco che non avrei mai potuto controllare pienamente la mia vita.
 
Ma non è così che deve andare! Sono io che voglio scrivere la mia storia, voglio strappare molte pagine, per ricominciare dove avevo lasciato…
Quello che ho lasciato…
Chi ho lasciato…
 
Non posso arrendermi così.
Sto perdendo me stessa…
Non mi sono mai arresa in tanti anni, ecco perché non mi arrendo oggi…
 
C’è qualcosa accanto a me…
Potrei fare rumore, tanto da catturare l’attenzione…
Ma non riesco in ciò che voglio ed il suono che ottengo è molto meno lieve di quanto mi aspetto.
 
Solo il bambino si gira… si guarda intorno, non vede niente…
 
Solo all’ultimo secondo, proprio mentre stanno per uscire dal mio campo visivo,  è quando ormai mi sono arresa…
Che mi posa gli occhi addosso, e mentre la donna cammina il bambino non si muove…
 
Resta fermo e guarda verso di me assorto…
Riesco appena a muovere una mano, levo appena gli occhi, e i nostri sguardi si incontrano, un istante che vale più di mille anni.
 
Lo vedo avvicinarsi, la donna si meraviglia e guarda anche lei nella direzione del bimbo…
Ammutolisce di stupore, mi corre vicino, riesco a sorridere per un secondo ma poi il buio mi avvolge.
 
                                                       ***
 
 
Mi sento spostare di peso, quando apro gli occhi mi accorgo di non vedere bene, un bimbo corre davanti ad una porta…
Bussa, bussa forte, ripetutamente…
 
Risuona dall’interno una voce familiare…
 
<< Teddy!! Calmati… si adesso arrivo >>
 
Si apre la porta, il ragazzino non parla mi indica…
 ma l’uomo non si muove…
 
Milioni di emozioni attraversano il suo viso…
é incredulo non crede ai suoi occhi, ma poi mi prende in braccio e si precipita in casa, non vedo più niente… giusto una voce:
 
<< Andromeda! Chiama Harry subito!!!! >>
 
E poi nero…
 
 
                                          ***
 
Apro gli occhi in una stanza luminosa…
Non ricordo come posso essere finita qui, poi mi torna tutto in mente…
 
Sono salva…sono davvero salva?
 
La porta è socchiusa ed una leggera brezza entra dalla finestra semi-aperta…
 
Sento la porta aprirsi e mi giro di scatto…
È il bambino, si avvicina al letto, non deve aver capito che ho aperto gli occhi.
 
Si avvicina sempre di più, e poi si siede su una sedia.
Posa dei fiori di campo dentro un vaso, e rimane a fissarmi,
Quando capisce che sono sveglia sembra quasi intimidito, non sa cosa dire e neanche io…
 
Sorrido raggiante, ma scopro che non deve essere stato un buon sorriso.
 
Sta per scendere dalla sedia per andare a chiamar qualcuno, quando gli faccio segno di non andare, di stare un po’ qui.
 
<< Mamma? >>
 
Sento un tuffo al cuore, da molto immaginavo la sua voce, ma adesso non so che dire.
 
Sento le lacrime solcarmi il viso ed una candida manina si posa nella mia guancia…
 
I miei capelli si tingono di una, anche se smorta, sfumatura rosa e sorrido.
 
Al bambino si sgranano gli occhi, e mi prende la mano…
 
Capisco tutto, per quanto si soffre, non si deve mai smettere di sperare, mai smettere di amare, mai smettere di lottare per qualcuno che si ama…
 
Perché alla fine si viene ricompensati... sempre…
Forse c’è ancora qualcosa che si può fare per la mia vita…
Qualsiasi piano chi mi odia stia organizzando, non c’è niente che possano fare se io sono felice…
Ed io adesso, che per la prima volta dopo 5 anni vedo mio figlio... Sono felice.
 
Mi godo il momento guardo i suoi occhi e ci vedo me stessa…
 
Fisso la stanza, fisso lui e fisso il suo viso…
E capisco che non tutto è perduto…