Anime & Manga > Machine Robo Rescue
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Autore: Shora    08/06/2014    4 recensioni
Questa ff si rifà ai nostri eroi dopo la fine dei primi tre anni all'accademia dei MRR, con un fianale altrenativo, infatti i disastri torneranno più forti che mai e una nuova figura arriverà all'accademia. Nuovi amori, emozioni e avventure aspettano i nostri eroi. Spero vi piaccia buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pazzia di Hazard:

I due ragazzi camminavano per il tetro corridoio senza dirsi un parola. Eveline aveva insistito molto per scendere dalla schiena di Mike e anche se lui aveva opposto resistenza ora, la giovane, gli camminava accanto. Cercava di mostrarsi forte, non dolorante, ma solo prendere una boccata d’aria le faceva male. Il moro la sbirciò mentre contorceva le labbra per non far uscire un gemito di dolore. Sorrise. Quella ragazza era sorprendente, pur di non pesare a qualcuno si faceva male da sola.
-Eveline, sei sicura di farcela?- chiese poi.
-Ti ho già detto che sono a posto.- sbottò quella poggiandosi, però, una mano sulla pancia per una probabile fitta.
-Va bena, ma stai calma.- rise Mike. Sua sorella sorrise. Aveva ragione, non c’era morivo di agitarsi. Angosciarsi non gli avrebbe fatto ritrovare la via d’uscita. Un brontolio di stomaco si fece vivo nel silenzio delle cantine. Eveline arrossì.
-Da quanto tempo non mangi?- chiese preoccupato il ragazzo.
-Stamattina Hazard mi ha dato un pezzo di pane. Sto bene, riesco a stare a digiuno per un po’…- Suo fratello sospirò. Si mise le mani in tasca e alzò lo sguardo. I suoi occhi iniziarono a brillare. Poco davanti a loro c’era la porta.
-Eveline abbiamo trovato l’uscita!- disse felice.
-E tutto senza farsi ammazzare da Hazard!- esultò la mora. Cominciarono a velocizzare il passo, con i sorrisi stampati sul volto. All’improvviso la ragazza urlò. Il giovane si voltò allarmato. Hazard la teneva bloccata a sé e le puntava un coltello alla gola. Mike fece per soccorrerla.
-Non ti avvicinare più di così o la uccido!- esordì il colonello, felice di avere una delle sue prede in pugno. La ragazza cercò di liberarsi, dimenandosi. L’uomo strinse di più la presa. Eveline sentì il dolore propagarsi per tutto il suo corpo e non poté evitare un lamento di dolore. Hazard sogghignò. Mike fremette. Poi il suo sguardo incrociò quello di sua sorella. Lei fece scattare gli occhi dalla sua persona alla porta più volte per fargli capire che doveva scappare. Il ragazzo recepì il messaggio e scosse la testa.
-Io non ti lascio!- disse con le lacrime agli occhi.
-Te l’ho già detto mi pare… non potrei mai fare una cosa del genere…- l’ultima parte della frase fu un sussurro. Il colonello capì che stavano comunicando nel modo più comune dei gemelli: senza farsi notare. Una rabbia cieca si impossessò di lui. Se proprio dovevano comunicare che lo facessero ad alta voce.
-Ricominciate con i vostri messaggi muti?!- L’uomo aveva un tono feroce e il ragazzo cominciò a temere per l’incolumità di sua sorella. Vide il coltello fare una certa pressione sul collo di Eveline e lei chiudere gli occhi, pronta ad abbracciare la morte. Mike venne preso dal panico. Poi una voce risuonò nella sua mente.
Io ti aspetto davanti alle scale, poi quando torni me lo dici tu che fare!”. Ma certo, Amy! Il ragazzo prese un gran respiro e chiamò quel nome.
-Amy!-
“Renditi utile. Ti prego!” nulla.
-Ammyyy!- provò ancora.
-Mike mi hai chiamato?- chiese la rossa affacciandosi. Appena vide la scena rimase attonita. Anche Hazard era piuttosto sorpreso e allentò di poco la presa. La mora ne approfittò e diede un calcio alla gamba dell’uomo che, preso alla sprovvista, lasciò la ragazza. Il giovane non aspettava altro. Prese la sorella per il polso e si lanciò in una corsa forsennata su per le scale. Arrivarono in cima, Amy si spostò e i due ragazzi chiusero la porta alle loro spalle e vi si appoggiarono contro.
-Amy, bloccala con qualcosa!- disse Mike mentre sentiva la pressione della porta farsi sempre più prepotente a causa della forza impiegata dall’uomo. La rossa si guardò attorno ma, spaesata com’era, non le venne in mente nulla.
-La… la sedia!- biascicò la mora. Indicò con un cenno del capo l’oggetto appoggiato al muro. Il ragazzo si lanciò verso la seggiola mentre Amy aiutava Eveline a tenere chiusa la porta, anche se non ne capiva a pieno il motivo. Ma dopo aver visto Hazard puntare un coltello contro una ragazza si sentiva più che motivata a farlo. Il giovane mise la sedia sotto la maniglia della porta, in modo tale che non si abbassasse. Tutti fecero un sospiro di sollievo, poi la rossa, come c’era da immaginare, scattò.
-Qualcuno mi spiega che sta succedendo? E chi è questa ragazza?!- sclerò. Le due si fissarono un attimo.
Eveline, quella è mia ridammela!” una voce si vece viva nella mente della mora.
“Si chiama Amy… che sia…”
-E’ mia sorella.- disse Mike. La rossa fisso la giovane. Indietreggiò di qualche passo.
-Non può essere tua sorella. Lei è morta 11 anni fa.-
-Come facevi a…- il moro non finì la frase.
-Tua madre stessa me lo ha detto!-
-Quindi tu lo sapevi.- asserì il moro ferito dalla mancanza di sincerità dell’amica.
-Non potevo dirti nulla!- disse quella ad occhi bassi.
-E… perché mai?- chiese il giovane. Non ottenne risposta. Eveline si alzò un po’ traballante e si avvicinò al fratello. Amy provò a sovrapporli, effettivamente erano identici.
-Come hai fatto a sopravvivere? Mi dissero che eri precipitata in un burrone mentre rincorrevi una palla.- la mora scosse la testa.
-Era un bugia. Hazard mi aveva abbandonato in un parco. La famiglia a capo dei Machine Robo Rescue mi ha trovato e accudito.- l’altra giovane aprì la bocca per dire qualcosa ma fu preceduta.
-Aprite questa porta, luridi mostriciattoli- gridò Hazard.
-Neanche per sogno, prima che tenti di uccidere anche me!- urlò la rossa. Hazard capì che in qualche modo poteva ribaltare la situazione se Amy era dall’altra parte della porta. Non le piaceva essere stuzzicata, avrebbe sicuramente fatto una mossa azzardata.
-Sei solo una codarda.- le disse l’uomo. La giovane in questione strinse i pugni.
-Ma… ma come ti permetti?!- rimandò quella.
-Una delle figlie di una delle più potenti famiglie dei disastri ha paura di mettersi in gioco, mi fai pena, sai?-
-Adesso ti faccio vedere io!- Amy si avvicinò alla porta e fece per togliere la sedia mentre il colonnello fremeva dall’impazienza di uscire di lì e fare una strage.
-Ferma!- disse Mike prendendole il polso. La ragazza arrossì.
-Non ti rendi conto che Hazard si sta solo usando per aprire la porta?- la rossa tornò improvvisamente alla realtà e allontanò la sua mano dall’oggetto che stava per togliere come se bruciasse.  
-Io… scusa.- l’uomo, dall’altra parte della porta, fece una faccia contrariata. Quel ragazzino era sempre in mezzo, anche quando stava per farcela.
-Non volevo arrivare a tanto ma…- cominciò il colonello mentre tirava fuori un oggetto dalla sua tasca.
-Tempo fa, temendo che i Machine Robo Rescue scoprissero questo posto avevo piazzato ordigni esplosovi sotto tutto l’edificio.-
-Intendi dire che i sotterrerai sono piene di bombe?- chiese Amy spaventata.
-Esattamente.- disse Hazard con un’insolita calma nella voce.
-È un bluff!- gridò Mike, credendo ad un nuovo modo di indurre i tre ad aprire la porta.
-Allora perché ho qui con me il detonatore?- chiese l’uomo.
-Non ti uccideresti mai da solo…- disse Amy.
-Ne siete così certi?- i tre si guardarono. Poi,  la rossa, presa dalla tensione tolse la sedia e aprì la porta. Nel mentre, il colonello, aveva spinto il pulsante che avrebbe distrutto l’unico posto che Mike aveva conosciuto come “casa”.
  
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