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Autore: Meggie    31/12/2004    5 recensioni
Sono passati sei anni dalla fine di Hogwarts... Ron e Hermione si sono sposati e sono felici... ma è tutto come sembra? E gli altri, che fine hanno fatto? Dov'è Harry? E che cosa nasconde Ginny? (R/Hr)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone
I walk this empty street
On the Boulevard of broken dreams
Where the city sleeps
And I'm the only one and I walk alone

 

(Boulevard Of Broken Dreams - Green Day)

 

******

 

Capitolo 2: Ricordatevi di Albus Silente

 

 

Hermione e Ron erano in cucina.

 

Quando tutt’e due erano a casa amavano stare insieme. Forse per recuperare quel tempo perso durante il giorno, forse semplicemente per sentirsi meno soli. Per sentirsi uniti. Per sentirsi insieme. Anche nelle cose più semplici. Anche in quei momenti (da molti definiti, errando, banali) di vita quotidiana. Di tutti i giorni. Insignificanti agli occhi degli altri, ma importantissimi per loro.

 

Erano lì. Insieme. Per cucinare… una cosa sciocca forse, ma che li faceva sentire bene.

 

Spesso utilizzavano la magia, ma Hermione aveva trasmesso quella sua picola passione a Ron, e così, a volte, si ritrovavano felici tra pentole e fornelli.

 

Hermione ricordava ancora i periodi felici di quand’era piccola. D’estate amava aiutare sua madre ai  fornelli, e col tempo, quella passione le era rimasta.

 

Quando aveva tempo adorava cucinare con Ron. E anche se erano più le cose che rovesciava qualcosa, era talmente dolce che non avrebbe mai rinunciato a quei semplici momenti con lui. La faceva sentire importante. La faceva sentire felice con la sua sola presenza e, ancora più importante, la faceva sentire viva. E ne era sicura, anche lei aiutava un po’ lui. Forse troppo orgoglioso per ammetterlo, ma era così. Lui glielo faceva capire.

 

Ron riusciva sempre a strapparle un sorriso. Riusciva sempre a farla sorridere.

 

E lei adorava quando lui l’abbracciava da dietro e iniziava a sussurrargli parole dolce e incomprensibili all’orecchio.

 

Adorava essere nelle sue braccia. Le sembrava che niente potesse farle del male. Lui non l’avrebbe permesso. L‘avrebbe protetta per sempre, ne era sicura.

 

Hermione osservò il ragazzo accanto a sé: concentrato cercava di misurare la giusta dose di zucchero da inserire nell’impasto per la torta, che avevano deciso di preparare. Lo vide poi versarlo nella ciotola. Sembrava un bambino a cui avevano appena regalato un nuovo giocattolo. Era adorabile.

 

Sentendosi osservato, Ron si voltò e trovò gli occhi nocciola della ragazza immersi nei suoi. Le sorrise. Un sorriso di quelli che, ne era sicura, a lei piacevano tanto. Uno di quei sorrisi che le mettevano il buonumore.

 

“La dose è giusta”

 

“Lo so” Hermione gli si avvicinò. “Sei un ottimo cuoco”

 

“Ron scosse la testa. “Non è vero… è che mi diverto…”

 

“Sembri un bambino…” Hermione gli sorrise e proseguì: “… un adorabile bambino”

 

Ron scoppiò a ridere. Poi immerse un dito nell’impasto e velocemente lo posò sul naso di Hermione, che non riuscì a spostarsi in tempo.

 

La ragazza, che un tempo si sarebbe arrabbiata, sorrise semplicemente.

 

“Che stupido che sei… con te è impossibile cucinare seriamente”

 

Ron la guardò con un sorriso malizioso. “Ma tu non vuoi che io diventi serio”

 

La ragazza rise. “Certo che no! Non era una lamentela, anzi…”

 

Hermione prese un tovagliolo e si tolse a farina dal naso. Guardò l’impasto e poi si rivolse di nuovo al ragazzo. “Dai… dobbiamo fare un’intera cena! Stasera arriva Ginny e dovrà essere estasiata!”

E sorridendo ripresero a cucinare. E si sentirono bene. Si sentirono felici.

 

Si sentirono vivi.

 

******

 

“Fratellone!”

 

Ron sobbalzò e si girò di scatto. Alle sue spalle si era appena materializzata sua sorella minore Ginny.

 

“Ginny!” Ron si avvicinò alla sorella e l’abbracciò. “Come va? Al Ministero?”

 

Ginny si scostò un po’ dal fratello. “Bene… per quanto possano andare bene le cose laggiù… ma sai anche tu che la mia è un’ottima posizione… e posso sapere un mucchio di cose piuttosto interessanti…”

 

“Che poi riferisci a noi… si… in effetti riconosco l’utilità del tuo lavoro…”

 

“Ginny fece un sorriso sarcastico e si staccò del tutto da Ron.

 

Il ragazzo pensò che doveva essere appena tornata dal ministero. Aveva una veste blu, che faceva risaltare ancora di più i suoi capelli rossi, perfettamente pettinati e in ordine. In effetti, così, sembrava avere molti più anni di quanti ne avesse in realtà.

 

“Ginny!”

 

La ragazza si sporse leggermente da sopra la spalla del fratello: Hermione era appena entrata nella stanza.

 

Ginny non ci pensò due volte e corse ad abbracciare l’amica.

 

“Herm! Sono così felice di rivederti! Mi sei mancata!”

 

“Anche tu. Anche tu mi sei mancata tanto, Ginny.”

 

Ginny la osservò. Il volto sorridente dell’amica era davanti al suo.

 

Come la ammirava. Hermione aveva avuto il coraggio (o per meglio dire le palle) di diventare un Auror. Anche lei ci sperava… ma aveva ben presto capire che non faceva per lei quella carriera. In effetti aveva sempre pensato che nemmeno Hermione avrebbe potuto farcela, e invece era una dei migliori.

 

Il dolore tempra anche i cuori più deboli.

 

Ginny se lo ripeteva sempre. E si addiceva perfettamente ad Hermione. Il suo cuore era cambiato per le circostanza. La sua vita era cambiata per le circostanze. In effetti, tutte le loro vite erano cambiate. Tutti i loro cuori avevano pianto. E tutti, in un modo o nell’altro era riusciti ad andare avanti.

 

Hermione aveva trovato Ron. Ron aveva trovato Hermione. Ed avevano continuato a vivere.

 

E lei… lei era andata avanti. Tra lacrime spese nelle lenzuola e falsi sorrisi di circostanza. Poi, col tempo le lacrime erano diminuite e la vita era ripresa.

 

Non come prima. Non come avrebbe voluto. Ma era andata avanti… come tutti…

 

Le due ragazze si divisero dall’abbraccio e Ron, mettendo una mano sopra la spala di Ginny sorrise.

 

“Beh… passati i preliminari, non possiamo occuparci delle cose essenziali?”


Hermione e Ginny si guardarono interrogativamente, poi quest’ultima disse:

“Sarebbe?”

 

“Ma che domanda ovvia! Mangiare!”

 

Hermione alzò gli occhi al cielo. “E a che cosa puoi pensare tu, se non a mangiare?”

 

I tre scoppiarono a ridere e si diressero verso la cucina, ancora col sorriso sulle labbra.

 

E in apparenza poteva sembrare tutto così ‘normale’. Tutto apparentemente felice. Ma tutto era, in fondo, solo una facciata.

 

Qualcosa che da tempo non era più semplice, non era più normale… ma che era semplicemente diventato una maschera, con cui, forse, tentavano di fuggire dal passato.

 

Iniziarono a mangiare, parlando del più e del meno. Di tutte quelle piccole e inutili cose che facevano andare avanti, quando tutte le cose serie facevano troppo male per parlarne. E per riuscire ad accettarle.

 

E allora pensavano di poter sconfiggere il dolore in quel modo, che forse lo allontanava momentaneamente, ma non aveva la forza di eliminarlo del tutto.

 

Il dolore tornava, inesorabilmente.

 

“Uhm… a che ora… cioè domani… a che ora?”

 

Hermione sollevò gli occhi dal piatto e guardò Ginny. “Alle 10”

 

“Ah… ok…”

 

Ginny tornò a concentrarsi sul suo piatto e nella stanza calò un silenzio quasi innaturale.

 

Poi, come se nulla fosse successo riprese a parlare.

 

“Così domani… andiamo… si, andiamo da Harry” Ginny ebbe la netta sensazione che il suo stomaco precipitasse nel momento in cui pronunciò il nome del ragazzo.

 

Questa volta fu Ron a risponderle. “Si…”

 

“Sembra ieri che è successo tutto… e invece…”

 

“… e invece sono passati sei anni… lo sappiamo Ginny, non c’è bisogno che ce lo dici ogni volta…”

 

Ginny lo guardò mortificata. “Beh scusami…”

 

Ron guardò la sorella con uno sguardo duro. “Non importa…”

 

Nonostante le parole del fratello, Ginny ebbe la netta sensazione che pensasse esattamente l’opposto.

 

“Da quanto… non andate a trovarlo?”

 

“Cazzo Ginny la vuoi finire? Da come parli sembra quasi…” Ron si interruppe bruscamente… non avendo la forza di continuare a parlare.

 

“Si lo so… è che… lasciamo perdere, è meglio…”

 

Grazie tante Ron… grazie tante…

 

“Ecco lasciamo perdere… non si può parlare d’altro per favore?”

 

Hermione si alzò di scatto e andò a prendere la torta che lei e Ron avevano preparato solo poche ore prima.

 

“Volete una fetta?”

 

“Io si, grazie…” Le rispose Ron, felice di cambiare argomento.

 

“Anch’io” Proseguì Ginny.

 

“Bene! Devi sapere, Ginny, che questa torta l’ha fatta anche tuo fratello… quindi non ti assicuro niente…”

 

“Intendi dire che potrebbe aver messo dentro qualcosa per avvelenarmi?”

 

Ron si sforzò di ridere. “Cavolo Ginny! Mi hai scoperto!”

 

Ginny sorrise a Ron e prese la fetta di torta dalle mani di Hermione.

 

Sembrava che la questione riguardante Harry si fosse conclusa abbastanza bene… ma lei sapeva bene che non era così. Potevano fingere tutti… ma si capiva dai loro occhi… dalle loro parole. Tutto faceva capire che il dolore non se n’era andato.

 

Ginny si ritrovò a pensare a quando erano felici. Quando erano tutti felici. L’ultima volta che si era sentita veramente bene era stato al suo quinto anno di Hogwarts. All’inizio del quinto anno. Quando si era messa con Harry. Le era sembrato tutto così bello. Tutto così irreale.

 

Era successo tutto per caso. Si erano avvicinati. Sostanzialmente lui aveva avuto bisogno di qualcuno vicino, e lei c’era stata.

 

Dopo la morte di Sirius; Harry era come sprofondato in una depressione che lo avrebbe trascinato nell’abisso più profondo, se non ci fosse stata lei che, prontamente, gli aveva teso una mano. E poi da lì… da quei momenti passati insieme era nato tutto.

 

Prima le infinite chiacherate. Poi le uscite insieme. Il loro primo bacio. Tutto era successo in un modo così naturale che anche lei si era sorpresa. Sembravano veramente fatti l’uno per l’altra.

E mentre Ron e Hermione non riuscivano ad andare d’accordo, Harry si era risollevato… e questo grazie a lei. Era riuscita a stargli vicino. E lui si era innamorato di lei.

 

Era tutto così bello. Ginny si ricordava ancora i suoi sogni. Finire la scuola, andare a vivere con Harry, sposarsi e, perché no, avere un figlio con lui… e le sembrava tutto così possibile.

 

Ma il destino non sempre agiva secondo progetti. Ginny lo sapeva bene.

 

Sapeva bene che dalla metà di quell’anno tutto era, inesorabilmente, cambiato. E anche se la sua storia con Harry era durata fino al sesto anno, niente era più come prima.

 

Ricordava ancora le urla. Ricordava le lacrime di Harry. Di Ron. Di Hermione. Le sue stesse lacrime.

 

Ricordava tutte le lacrime degli studenti di Hogwrts. Ricordava anche le lacrime di molti professori.

 

Ricordava la voce rotta dal pianto della professoressa McGranitt, durante il discorso tenuto per gli studenti.

 

Ricordava il volto di quella professoressa così rigida, piegato dalle lacrime. E ricordava quelle parole che erano entrate nella mente di tutti gli studenti… che fossero del primo, secondo, terzo, quarto, quinto (come lei), sesto e settimo anno.

 

Le ricordava bene quelle parole. E ricordava la sua vista che se ne andava, coperta da troppe lacrime.

 

Si ricordava bene la McGranitt quando, in piedi davanti a tutti gli studenti, aveva pronunciato:

“So che nessuno potrà mai dimenticarlo.

E vi faccio proprio questo augurio: non dimenticate! Ricordate cos’è successo! Voi… solo voi potete cambiare questo. Voi siete il futuro.

Ricordatevi di questa scuola. Ricordatevi dei vostri amici. E ricordatevi di colui che ha dato la sua vita per proteggere tutto questo e tutti voi.

Ricordatevi di Albus Silente”

 

E lei se lo ricordava… eccome se se lo ricordava…

 

******

 

 

Ed ecco che anche il secondo capitolo è terminato. Grazie ai ricordi di Ginny si è capito un po’ di più del passato dei nostri, ma solo nel terzo capitolo si avrà il quadro completo della situazione…

 

Adesso vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo! Grazie!!!!!!! Mi avete fatto molto piacere!

Prima di ringraziarvi tutti, vorrei dire un GRAZIE speciale a Sabry che sopporta i miei schizzi letterari da tanto tempo… (mi raccomando aspetto il terzo capitolo!)…

Detto questo:

 

Sanae Nakazawa: grazie per i complimenti! Beh… quando ho scritto “Drammatico e Triste” nel genere della fic, non l’ho messo a caso… Spero che il pezzetto in cui preparano la torta ti sia piaciuto…è uscito quasi per caso…

Kamomilla: spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Grazie mille per i complimenti! ^___-

Blacky: sono contentissima che ti incuriosisca! Spero che tu possa apprezzare anche questo capitolo!

Pepy: grazie mille! ^_^ me felice!!! Grazie x il “promette bene”… spero che ti piaccia anche questo…

Patty: grazie mille per la tua recensione… sul serio! Sono contenta di essere riuscita a trasmettere quello che prova Hermione… anche qui ho messo alcuni momenti di semplice vita quotidiana (come il preparare una torta) perché mi piace dare l’idea della quotidianità… e in questo capitolo un po’ si spiega che cos’è successo al sesto anno dei nostri eroi (il quinti per Ginny)… nel prossimo capitolo ci sarà la spiegazione completa di ciò che è successo in seguito (ovvero al settimo anno). Il fatto che sia successo qualcosa a Harry è voluto… anche perché la morte di Silente, porta con se una serie di avvenimenti… non anticipo più niente tranne che si, Malfoy farà la sua comparsa… ma ci vuole ancora un po’ di tempo…

 

Un beso e grazie!!!

 

   
 
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