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Autore: Ambaraba    17/06/2014    1 recensioni
Questa e' una AU in cui Miles e Bass conducono una vita normale e gestiscono un bar insieme :) L'idea mi e' venuta da un'immagine su Tumblr, spero sia un esperimento riuscito!
Il nome del locale e' stato suggerito da Wildflower :)
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Mani. Sveglia. "Spegnila". Cuscini.
Bass, occhi blu, sorriso, luce, risate, "Buongiorno", tepore, caffè, sole, finestre aperte, mattina, capelli spettinati, "Vieni qua".
Miles, sonno, "Stamattina non mi alzo", occhi chiusi, calzini spaiati, barba di due giorni, magliette sparse in giro, stirarsi, sbadigliare, girarsi dall'altra parte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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AU BAR 11
La mattina dopo, Miles spegne la sveglia per non disturbare Bass e Miles Jr, che dormono della grossa.
In particolare, vuole godersi Bass ancora un po', senza l'ansia di fare tardi. Lo guarda dormire, a pancia in giù, una mano scivolata oltre il bordo del letto fino al cesto di plastica gialla dove Miles Jr, altrettanto assonnata, se ne sta rintanata nel guscio a ronfare.
Senza pensarci troppo, Miles allunga una mano e gli accarezza un fianco. Bass mugola, nel dormiveglia; ritira la mano e la posa su quella di Miles, invitandolo a cingergli la vita. All'altro non resta che obbedire.
- Buongiorno, - sussurra sul suo orecchio, prima di affondare il naso tra i suoi riccetti. Gli strappa un sorriso, anche se non può vederlo, perché Bass se ne sta con la faccia nascosta contro il cuscino. Però la presenza di Miles, che lo ha preso per mano riportandolo dal mondo dei sogni alla realtà, è così affettuosa e insistente che non può non voltarsi. Sente Miles accarezzargli piano la guancia, prima di baciarlo sulla fronte.
- Buongiorno a te, - gli risponde, intenerito. Miles lo bacia ancora. Adora vedere i suoi occhioni blu assonnati aprirsi piano piano. Gli sembra di assistere a un evento straordinario, ogni singolo giorno, e a volte quasi non riesce a crederci che quei piccoli pezzi di cielo si schiudano proprio per lui, solo per lui. Si sente fortunato.
Si prende qualche minuto per baciarlo ancora, per accarezzarlo un po'. Bass si volta del tutto, si sdraia sulla schiena, ricambia. Gli piace il lato dolce di Miles. Gli regala sempre degli ottimi risvegli.
Ricorda di quando, i primi tempi, Miles si vergognava di manifestare quello che sentiva. Era così goffo e impacciato! L'immagine di Miles ragazzino gli strappò un enorme sorriso. Era come cercare di sciogliere una pietra. Poi, un po' per volta, aveva messo da parte la timidezza e da quel momento non perdeva un'occasione per stargli addosso, per dimostrargli e dirgli che gli voleva bene.
- Vado a preparare la colazione, - dice Miles, baciandogli la spalla. - Tu resta ancora un po', - aggiunge, - stasera facciamo tardi.
Bass si desta dal torpore piacevole in cui è sprofondato di nuovo, alza un sopracciglio, perplesso.
- Perché? - chiede, confuso.
- Stasera c'è la partita, - Miles risponde accarezzandogli piano la spalla, scendendo lungo il braccio, il gomito piegato, l'avambraccio, il polso. Risale. Bass si muove appena, lascia andare un sospiro.
- È vero, l'avevo dimenticato... - chiude gli occhi, come per rimuovere il pensiero. Faranno il doppio del lavoro, e probabilmente non riusciranno a chiudere prima dell'una o le due.
Miles lo distrae dai suoi pensieri, lo invita a sorridere invece di preoccuparsi.
- Dai, che ci divertiamo anche noi, sarà pieno di gente... - dice, baciandolo ancora, e ancora, e ancora. Se appena sveglio Bass non aveva voglia di alzarsi dal letto, ora che Miles gli ha appena ricordato quale impegno hanno - e soprattutto dal momento che continua a baciarlo - la voglia ha fatto le valigie e se ne è andata via definitivamente. Ma Miles poi si sposta, si alza, si infila i pantaloni e scivola fuori dal letto.
- E lei? Lei cosa mangia? - chiede, indicando Miles Jr che ha appena iniziato a tirar fuori la testa dal guscio.
- Tutto quello che trovi, basta che sia verde, - risponde Bass, riprendendo ad accarezzare la loro piccola ospite.
Miles, in cucina, si rende conto di quanto saranno strane le loro mattine, da quel giorno in poi, e sorride.
Non ha mai sminuzzato verdurine alle sei di mattina.

- Kurt, ciao, ciao ragazzi... Prego, mettetevi comodi, le birre arrivano subito.
Miles cercava di sistemare tutti nel modo migliore, evitando di ammassare troppi avventori nello stesso posto. Erano gruppetti di gente che conoscevano, per lo più: gente che si faceva vedere spesso da quelle parti, soprattutto di sera, una volta staccato dal lavoro. L'atmosfera era quella di una grande rimpatriata tra amici, di tutte le età, dai ragazzini ai nonnetti. C'erano studenti, operai, professionisti, gente in jeans e maglietta e altri con la camicia - con cui quel giorno si erano recati in ufficio - con le maniche tirate su. Miles non andava pazzo per il calcio, lui e Bass avevano seguito sempre e solo il rugby. Però gli faceva piacere vedere tante persone così diverse sedute allo stesso tavolo a condividere del tempo libero.
Bass, invece, in cucina, non poteva gustare l'aspetto poetico di tutta la faccenda. Era troppo impegnato a preparare stuzzichini e vassoi, aperitivi e panini. Sapeva di doverne sfornare in quantità industriale, perché sarebbero stati l'intermezzo perfetto tra una commento calcistico e l'altro.
- Ahia, - esclamò, quando per la fretta il coltello gli sfuggì e si ferì superficialmente l'indice. Cercò uno sguardo di supporto da Miles Jr, adagiata con la sua cuccia provvisoria in un angolo, che però sembrava molto più interessata a pappare le sue erbette che a condividere le paturnie del suo padrone. Gli rivolse un ghigno da tartaruga soddisfatta, mentre sbocconcellava qualche foglia di insalata, spinaci e radicchio, del tutto inconsapevole dell'agitazione che si stava preparando nella stanza accanto.
I ragazzi avevano preso posto, Miles aveva sintonizzato lo schermo sul canale giusto ed era sparito in cucina da Bass. Ormai era solo questione di minuti. Cominciò a fare avanti e indietro con i vassoi, vegliando come un falco affinché tutti avessero sempre un piatto da cui attingere accanto e una birra a portata di mano. Non c'era neanche bisogno di chiedere.
In cucina, abbracciò forte Bass che era sull'orlo di una crisi nervosa.
- Mi servirebbero otto mani per fare tutto, - gemette, contro la sua spalla.
- Stai tranquillo, - lo rassicurò Miles. - Serviamo tutto adesso, così poi durante la partita ce ne stiamo tranquilli. Fra poco comincia, vieni a sederti con me.
- Aspetta... Mi mancano ancora una decina di involtini, - rispose l'altro, sciogliendosi dalla sua presa. - Faccio subito, - aggiunse, rasserenato dall'idea di avere a disposizione novanta minuti di relativo svago, punteggiati da saltuarie richieste di spuntini extra. Miles gettò sul ripiano lo strofinaccio che teneva stretto in una mano, gli si affiancò.
- In due facciamo prima.
Bass sorrise, stanco. Avevano sgobbato come due schiavi per tutto il giorno, e non era ancora finita. Però era soddisfatto di quello che avevano, sul serio.
Miles lo guardò, mentre l'altro se ne stava tutto preso a tagliare e sminuzzare e farcire, e sorrise a sua volta. Gli piaceva vederlo così coinvolto, con le sopracciglia bionde leggermente aggrottate, le mani che si muovevano veloci come se non avesse fatto altro nella vita.
Più tardi, finirono l'ultimo giro di aperitivi e si sedettero con gli altri. Senza averlo messo in conto, si ritrovarono contagiati dall'euforia che serpeggiava tra tutti, un calore insolito. Quando la loro squadra vinse, i presenti scoppiarono in un urlo fragoroso. Alcuni si abbracciarono, altri saltavano, altri gridavano frasi incomprensibili, coperte dalla confusione generale. Espressioni di pura gioia, amplificata dai fiumi di alcool bevuti nel corso di quei novanta minuti. I clienti si trattennero ancora un po', Miles e Bass si ritrovarono a chiudere un po' dopo l'orario previsto.
- Sono a pezzi, - sussurrò Bass, stiracchiandosi. Ancora si sentiva l'eco forte dell'esultanza, nelle case, nelle strade, nelle piazze intorno a loro. Miles sbadigliò, prese sottobraccio la cesta di Miles Jr, l'adagiò sul sedile posteriore.
- Anch'io, - ammise. - Però è stato divertente, - aggiunse, voltandosi a guardarlo. Lo sorprese ad asciugarsi una guancia con la mano, e si preoccupò. Bass cercò di mascherare quel gesto fingendo di allacciarsi la cintura, ma Miles lo aveva visto benissimo.
Si sporse verso di lui, un braccio intorno alle sue spalle e l'altra mano posata sul volante.
- Ehi, pulcino, che ti prende adesso?
L'altro si lasciò sfuggire una risata sottile, liberatoria. Gli scivolò un'altra lacrima, poi un'altra. L'espressione di Miles si fece confusa quando lo vide asciugarsi le guance ridendo, ma poi capì. Bass non stava piangendo perché era triste. Stava piangendo perché era felice, felice davvero.
Miles si addolcì all'istante, lo accarezzò con estrema tenerezza sul viso, mentre sentiva un sorriso enorme, sincero, di quelli che nascevano piantando le radici bene bene in mezzo al cuore, allargarglisi sulla faccia.
Si fece contagiare dalla gioia di Bass, cercò il contatto visivo, gli posò entrambe le mani sulle guance asciugandole con i pollici, lo baciò. Bass rideva e piangeva, sembrava nel pieno di una crisi isterica, e Miles non sembrava meno matto di lui.
- Vedi? È tutto vero, è tutto vero, amore mio, - gli disse, e le ultime due parole erano così rare da sentire dalla sua voce, così poco da Miles, che Bass non sapeva se continuare a piangere per la commozione o se mettersi a ridere ancora più forte, perché Miles innamorato era follemente divertente. - L'abbiamo fatto noi. L'abbiamo costruito noi. È la nostra vita, pulcino.
Lo baciò con tutta l'anima, dal momento che ormai erano al sicuro nella loro macchina. Lo baciò, e poi lo baciò ancora, e ancora e ancora. Aveva bisogno di lui. E anche Bass aveva bisogno di Miles. Lo strinse forte a sé, prima di lasciarlo libero per poter guidare.
Oltrepassarono la porta di casa senza mai staccarsi. Bass si allontanò da Miles solo per un attimo, per poter sistemare Miles Jr - già da una mezzoretta ritiratasi nel mondo dei sogni - nel proprio angolino, e poi ripresero a baciarsi con più trasporto di prima. Fecero l'amore con l'euforia sotto pelle, un brivido gradevole, e infine crollarono.
Sorridevano, tutti e due.
  
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