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Autore: Malakia    30/06/2014    0 recensioni
Fem!Hawke e Anders in fuga dopo la rivolta a Kirkwall, in cerca del Custode Grigio nella francesissima terra di Orlais.
Nel frattempo, il Custode in questione deve affrontare una nuova battaglia... la "dura" vita a corte e la responsabilità di essere diventato padre di una bambina in cui alberga l'anima di un Antico Dio. In due parole, cosa accadrà ai personaggi tra Dragon Age 2 e il terzo capitolo della saga, approfittandone anche per delineare il background della mia (futura) Inquisitrice Qunari.
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anders, Morrigan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho cambiato il nome di Hawke da 'Malakia' (mio nikname su vari lidi internet, incluso Deviantart e che uso frequentemente per i salvataggi di Dragon Age e Mass Effect ma che poco s'addice all'ambientazione) con il nome effettivo della mia Campionessa più recente, ovvero Zefrina. Spero di non causare confusione! L'ho sostituito anche nei capitoli precedenti.
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  La febbre aveva steso un velo opaco sui suoi occhi. La foresta tutt’intorno gli appariva irreale e sfocata come nell’Oblio ma il rantolo roco del suo respiro era lì a ricordargli che si trovava ancora nel mondo reale e che stava correndo volontariamente tra le braccia dei Templari.
Giustizia s’aggrappò ai suoi pensieri come un cavaliere che tenta di trattenere un destriero imbizzarrito. Ormai non aveva più alcun interesse per Anders come persona, lo spirito che un tempo l’aveva considerato un amico ormai provava solamente disprezzo nei suoi confronti ma non per questo gradiva che il corpo che lo ospitava venisse fatto a pezzi.
Ma Anders riuscì a resistere all’istinto di girare sui tacchi, continuando a seguire il bagliore azzurro che aleggiava oltre le fronde degli alberi. Se fosse entrato in contatto con la barriera anti-magia eretta dai cacciatori di maghi non avrebbe avuto scampo, perciò doveva avvicinarsi con cautela, attirare la loro attenzione e poi… e poi cosa?
Sperare in un miracolo? Che Surana avesse ricevuto il suo messaggio e si fosse già messo sulle sue tracce? Quante possibilità potevano mai esserci? Stremato e con Giustizia che minacciava di spezzare la sua volontà da un momento all’altro non poteva sperare nemmeno in una gloriosa morte da mago libero che tira le cuoia portandosi dietro una dozzina di templari.
No, l’avrebbero massacrato senza che avesse la minima possibilà di difendersi.
Ma lo faceva per Hawke, per ripagare quel debito di vita che aveva contratto durante la rivolta di Kirkwall. Lei lo aveva risparmiato quando chiunque altro avrebbe volentieri spalmato il suo cervello sulle macerie della Chiesa che lui stesso aveva fatto saltare in aria.
Lo aveva protetto dall’ira di Sebastian, intimandogli di togliersi di torno pur consapevole di star mettendo a dura prova anche la fedeltà di Aveline e Fenris.  Un loro voltafaccia avrebbe potuto decretare la sconfitta nell’assurda battaglia che stavano per affrontare al fianco del Primo Incantatore Orsino ed i suoi maghi, eppure lei non aveva esitato.
- Sono qui per i Maghi. – aveva affermato la Campionessa scagliando a terra il pugnale con cui solo un istante prima Anders s’aspettava gli avrebbe trapassato il cuore - Non posso cambiare ciò che sono. Ho il dono della magia, così come lo avevano mio padre e mia sorella. Ho passato l’infanzia a nascondermi e a scappare. Ho visto troppi amici maghi venir trascinati via in catene dopo essere stati prosciugati del mana e pestati a sangue. Sono un'eretica, e di quelle della peggior specie… - con queste parole, Hawke rivolse un sorriso crudele in direzione della Comandante Meredith, allentando il controllo che esercitava su Superbia e lasciando che il suo volto palliduccio si deformasse per un istante, palesando la presenza del demone. – Ho perso mia madre per colpa di un mago corrotto tanto quanto lo sono io, ma non è servito alcun demone perché mio fratello voltasse le spalle a me, a Bethany e a tutto ciò in cui mio padre credeva: sei bastata tu.  Sono diventata il mostro che voi Templari accusate ogni mago di essere, ma accetterei mille patti con mille demoni se il loro potere mi permettesse di cancellare il tuo Ordine dalla faccia della terra! -
Meredith l’aveva guardata con uno sdegno persino superiore a quello di Sebastian e aveva fatto appello a tutto il suo autocontrollo per non impugnare la lama di Lyrium rosso e avventarsi su di lei come un guerriero berserk. – Purificherò Kirkwall a qualunque costo. E lo farò passando sul tuo cadavere e su quello di chiunque altro mi sbarrerà la strada! – aveva ringhiato in risposta, prima di tornare dai suoi uomini, tra i quali stava anche un Carver irrigidito e inquieto, per prepararsi alla battaglia.
Poi le cose erano andate com’erano andate. Meredith e Orsino erano morti, ma Anders non avrebbe mai dimenticato la notte in cui Hawke gli aveva offerto tutto il suo appoggio rischiando la propria vita e fronteggiando il suo stesso fratello.
Il riverbero blu era sempre più vicino, eppure Anders non udiva il consueto passo cigolante dei Templari in armatura. Insospettito, si acquattò tra i cespugli percorrendo carponi l’ultimo tratto che lo separava dalla sfolgorante barriera d’energia che formava una semisfera nel bel mezzo della radura.
Quello che vide una volta scostata la foglia seghettata di una grossa felce lo lasciò a dir poco allibito.
La bolla di luce non proteggeva una banda di Templari pronti a scuoiarlo vivo, ma un piccolo accampamento. Un paio di cavalli sellati brucavano l’erba legati ad un palo e sul fuoco da campo stava arrostendo un grosso pezzo di cacciagione.
Decisamente non era un avamposto dei Templari.
Sollevato, Anders si sporse fuori dal suo nascondiglio continuando a contemplare la barriera d’energia. Un campo di forza come quello doveva essere alimentato da un mago o da un artefatto molto potente, ma nei paraggi non v’era l’ombra né dell’una né dell’altra cosa. Visto lo scampato pericolo, avrebbe fatto meglio a raggiungere Hawke prima che la maga riprendesse conoscenza e si mettesse a cercarlo rischiando di verir sorpresa dai Templari, ma i proprietari di quel bizzarro accampamento si rivelarono ai suoi occhi in modo del tutto inaspettato.
Due figure fecero la loro comparsa al limitare della radura e si fermarono davanti alla barriera sfavillante.
Erano la coppia più malassortita che Anders avese mai visto e a rendere il tutto ancor più surreale stava il fatto che una delle due figure gli fosse fin troppo nota.
La prima era una vera e propria gigantessa, la donna più alta e muscolosa che avesse mai visto. Persino la mascolinità di Aveline sarebbe impallidita dinnanzi alla sua mole ma del resto, nemmeno l’ex capitano delle guardie di Kirkwall poteva competere con una femmina Kossith. La gigantessa cornuta attraversò il campo ad ampie falcate, la carnagione granitica che riluceva sotto il sole a netto contrasto con i capelli scuri che portava parzialmente rasati in un taglio marziale. Una delle corna era spezzata, ma quella ancora intatta si ripiegava in avanti come quella di un ariete, seguendo la linea dura degli zigomi e del naso aquilino che ben poco s’addiceva ai canoni di bellezza estetica degli esseri umani ma che probabilmente l’avrebbe resa più che appetibile agli occhi di altro Kossith. Diversamente dai Qunari che aveva conosciuto e affrontato nei Liberi Confini, lei non aveva il volto segnato di pitture rosso sangue e non portava un abbigliamento esotico e succinto. Indossava invece una camicia a balze in perfetto stile orlesiano e dei calzoni scuri coperti fino al ginocchio da consunti stivali di pelle. Con un gesto della mano munita di lunghi artigli, la Kossith dissolse la barriera azzurra attraversando il campo a grandi falcate.
Al suo fianco, serafico e composto come a suo solito, camminava niente meno che Varric Thethras, il nano cantastorie che aveva scortato Hawke nelle sue peripezie a Kirkwall da ben prima che il cammino della futura Campionessa incrociasse quello di Anders.
Cosa ci facesse Varric ad Orlais era un mistero, ma Anders non era mai stato così felice di vederlo. Si rendeva conto che le cose non erano più come una volta, lui ed Hawke adesso erano dei fuorilegge ricercati in tutto il Thedas, ma conosceva il nano abbastanza bene da sapere che non avrebbe negato loro il suo aiuto. E in quel momento avevano bisogno di tutto il sostegno possibile.
Senza pensarci due volte, s’avvicinò all’accampamento sbracciandosi per attirare l’attenzione di Varric e della Kossith. Quando il nano lo vide spuntar fuori dalla boscaglia agitando le braccia come un forsennato, le sue sopracciglia prominenti s’incurvarono per la sorpresa – Anders? Che mi prenda un colpo… -
- Lo conosci? – indagò la femmina Qunari senza staccare gli occhi iridescenti dall’umano pallido e stremato che stava caracollando nella loro direzione.
Senza risponderle, Varric corse incontro al mago e, per quanto la sua statura ridotta gli consentisse, gli passò un braccio attorno alla vita per aiutarlo a restare in piedi. – Per la sottoveste di Andraste, come hai fatto a ridurti così?  –
Anders avrebbe voluto rispondere con una delle sue frecciatine ironiche, ma era troppo stanco ed in pensiero per Hawke per permettersi un simile lusso – Non ha importanza, devi aiutare Hawke, lei… -
- Hawke? La Campionessa di Kirkwall è qui? – s’intromise la Qunari raggiungendoli e sostituendo il suo braccio muscoloso a quello di Varric per sorreggere il mago.
- Sì, devi portarla qui Varric, è stremata quanto me. L’ho lasciata in una radura poco distante, quando ho visto la barriera ho pensato che i Templari ci avessero trovati e così… - Anders tremò nella presa della Kossith scosso da un ascesso di tosse e lei lo invitò premurosamente a sedersi accanto al fuoco e a bere da una bisaccia piena d’acqua che il mago accettò con gli occhi annebbiati ma pieni di sincera riconoscenza.
- Prenditi cura del biondino, Serhazat. Vado a prendere Hawke e torno. – asserì Varric già pronto ad inoltrarsi nel bosco per soccorrere la vecchia amica ma la Qunari gli fece notare che se la ragazza era ferita e priva di sensi, difficilmente sarebbe riuscito a portarla fin lì senza trascinarla su sassi e sterpaglie.
- Quando hai ragione hai ragione, ma poi non raccontare in giro che Varric Thethras resta indietro a giocare all’infermiera e lascia alle donne tutto il lavoro. – tentò di sdrammatizzare Varric e lei ricambiò con un sorriso che addolcì un poco i suoi lineamenti duri – Non mi permetterei mai! Anche se saresti adorabile. Come infermiera, intendo. -
Anders staccò le labbra screpolate dalla bisaccia e cercò allarmato lo sguardo di Varric. Potevano davvero fidarsi di una Qunari? Hawke aveva represso nel sangue una loro rivolta solo qualche anno prima ed era proprio per questa impresa che il suo nome era divenuto famoso tanto nei Liberi Confini quanto alle estremità delle Anderfels e del Tevinter...
- Le corna non fanno il Qunari. – s’affrettò a chiarire il nano intuendo la sua preoccupazione – Passa una serata a bere birra con lei e rimpiangerai di non averla incontrata prima. O forse lo farai… ma solo dopo esserti risvegliato in cortile abbracciato ad un Nug e con indosso il corsetto di una nobildonna Orlesiana. -
Nonostante la febbre, Anders non riuscì a trattenere una risata che si tramutò istantaneamente in un violento scoppio di tosse. – E’ così che vi siete incontrati? – biascicò con un filo di voce.
- Ah, sapessi che scenata ha messo su Bianca quando l’ha scoperto. – ammiccò Varric offrendogli altra acqua e tagliando per lui una bella fetta di montone fumante – Ma parleremo in un secondo momento delle situazioni imbarazzanti in cui mi sono recentemente andato a cacciare. Adesso mangia e riposa, Serhazat sarà di ritorno con Hawke in spalla prima che tu te ne accorga. – concluse, seguendo con lo sguardo le spalle ampie della Qunari sparire tra le ombre verdi-azzurre della foresta che circondava l’accampamento.
  
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