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Autore: RoxyDowney    02/07/2014    1 recensioni
"Essere a Parigi per la premiere di questo film è un sogno. Un sogno che “sogno” oramai da troppo tempo. Mancano poche ore e lui arriverà, questo cielo coperto di nuvole non potrà influenzare il mio stato d’animo perché lui illuminerà con la sua energia questo posto e dentro di me sarà come se splendesse il sole." ... "E’ il mio compleanno tra qualche mese, vista la precarietà in cui vivo, visto che nessun regalo potrebbe essere più grande di questa giornata (in cui lo vedrò), ho deciso di regalarmi la possibilità di sorridergli, scattare qualche foto e farmi autografare la raccolta delle mie fan fiction da colui che mi ha ispirata."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cavolo sto proprio facendo la figura dello stupido, ma non capisco cos’ha questa ragazza da riuscire con il suo sguardo a mettermi a disagio. La osservo mentre beve e quando se ne accorge quasi le va il succo di frutta di traverso. Mi devo dare una calmata. E’ solo una fan! Però è maledettamente carina. Da quando qualcuno riesce a mettermi tanto a disagio senza neppure aprire bocca? E quando mi chiede di me io le parlo di lavoro? Downey c’è solo una risposta a tutto questo: Stai perdendo i colpi oppure è il fatto che mi abbia inquadrato perfettamente pur non conoscendomi che mi mette in agitazione? In ogni caso non le lascio scampo e l’accompagno in quella che sarà la sua stanza fino a quando starà qui a Los Angeles. Lei mi segue silenziosa e non ho ancora capito se le fa piacere stare qui o se preferirebbe davvero andare in albergo. Impossibile mi ripeto. Sono ancora il suo idolo no? Da come arrossisce quando le sorrido direi proprio di sì.
-Fai come fossi a casa tua e se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiedere ok?
Abbassa lo sguardo e accenna un sorriso
-Sei davvero molto gentile. Grazie.
-Ti lascio tranquilla così puoi sistemare le tue cose, farti una doccia, insomma, puoi metterti a tuo agio. Io, se hai bisogno sono di là. Infondo al corridoio ok?
-Ok.
Mentre esco la vedo togliersi la giacca ed aprire il suo bagaglio. Chiudo la porta alle mie spalle e vado in cucina dove trovo Consuelo, le chiedo di preparare il pranzo per due e di servirlo in terrazza. Mi siedo sul divano e continuo a fissare il corridoio aspettando che lei torni qui. Mi sento un po’ stupido in realtà così prendo una rivista di cui non mi interessa assolutamente nulla e fingo di leggerla mentre aspetto. Cambio modo di star seduto su questo divano un paio di volte, vorrei sembrarle rilassato ed invece sono più agitato che ad un primo appuntamento. Il mio telefono inizia a squillare riuscendo così a distrarmi dalle mie farneticazioni. E’ lavoro, inizio a parlare con il mio interlocutore e mi lascio andare sul divano ad una posizione più comoda, chiudo gli occhi appoggiando la testa e mi concentro su questa conversazione. Quando riapro gli occhi e chiudo la telefonata lei è lì sull’arco che divide questa stanza e il corridoio. Indossa dei jeans e una maglia a maniche lunghe. Guarda all’esterno dove Consuelo sta apparecchiando la tavola e non si accorge che la sto fissando, di nuovo.
-Ehy! Eccoti! Hai fame? Consuelo sta per servire il pranzo.
-Volentieri sull’aereo mi hanno servito un paio di pasti ma a dire la verità non ho mangiato molto.
Sembra più rilassata ora, forse sta prendendo confidenza con l’ambiente e le ci vuole un po’ per metabolizzare di essere qui con me.
-Ci sediamo fuori?
Annuisce e le cedo il passo di fronte alla grande portafinestra. Si guarda attorno curiosa, immagino lo sarei anche io se fossi a casa sua. Mi guarda e sorride tra i suoi pensieri e la mia curiosità torna prepotente
-Sono io che ti faccio ridere o?
-No, cioè sì, in un certo senso. Ho visto le foto di questa terrazza, ma vedere te in quest’ambiente è… diverso.
Si siede sul lettino accanto al mio dopo aver osservato ogni cosa.
-Tu sai tutto di me, ora è il mio turno.
-Bhè non direi tutto. Solo ciò che dicono i giornali o che mostrano le foto su internet…
-Oserei dire molto più di questo, ma ad ogni modo assolutamente più di quanto io sappia di te.
Mi sorride rassegnata all’indiscutibile ovvietà che è uscita dalla mia bocca.
-Non c’è molto da dire su di me. Cosa vuoi sapere?
-Dove vivi? Che lavoro fai? A parte scrivere di me quali altri hobbies coltivi?
-Abito a Marsiglia, sai dov’è? A pochi km da Cannes, sulla costa azzurra.
-A Marsiglia non ci sono mai andato ma Cannes so dov’è!
-Non lavoro.
-Un bellissimo lavoro! Il migliore in assoluto direi!
Ride divertita e io con lei. Vederla sorridere attenua la tensione che sento dentro
-Oltre a scrivere, leggo ed ascolto musica
-Buona musica ricordo…
-Anche, vabbè… soprattutto!
Ora è lei che fa ridere me e riesce persino a far emergere una piccola vena d’imbarazzo dentro me.
-E’ la prima volta che vieni a Los Angeles?
-E’ in assoluto la prima volta che volo al di fuori dell’Europa.
-Quanti anni hai?
-32.
-Sei giovanissima e ne dimostri anche meno! Sei fortunata! Il tempo è clemente con te!
-Senti chi parla!
Ride di nuovo.
-Raccontami cosa ti piace, escluso il sottoscritto…
Ammicco vistosamente facendole cambiare colore almeno un paio di volte, è davvero carina anche quando si imbarazza così. Si schiarisce la voce prima di rispondermi
-Escluso te?... Uhmm… vediamo… … … … … … … … … … … … … … … … … … …
La ragazza ci sa fare, mi guarda e sorride e scherzando con il suo lungo silenzio meditativo mi sta mettendo in imbarazzo lasciandomi intendere che le piaccio e che le piace giocare. Io attingo a tutte le mie doti di attore per fingere che non sto facendo caso a questa lunga attesa, ma se non risponde, tra poco scoppierò a ridere, lo sento!
-Ah ecco. Trovato. Mi piace il mare. Il cinema. Passeggiare nei mercatini di quartiere alla ricerca di qualcosa che mi colpisca.
-Abbiamo molte cose in comune allora.
Taglio corto mentre la guardo negli occhi sperando che non riesca a leggere dentro di me a tal punto da capire quanto mi affascina.
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Mi butto sotto la doccia un paio di minuti e mi rivesto in fretta. Non voglio assolutamente farlo aspettare troppo. Esco dalla camera e sento la sua voce parlare, raggiungo il salotto e lo trovo lì semi sdraiato sul suo divano mentre parla al telefono con qualcuno. Vorrei aver portato la mia macchina fotografica ora. Ha gli occhi chiusi come se si stesse concentrando, distolgo lo sguardo prima che si accorga che sono qui. Volgo lo sguardo altrove nella stanza ed infine il mio sguardo si posa sulla governante che sta preparando la tavola in terrazza. Mi sento un po’ a disagio ad essere qui in questa casa ma è un sogno che si realizza e non voglio sprecarlo non godendomi questo momento. Solo quando mi rivolge la parola mi rendo conto che ha chiuso la conversazione al telefono. Usciamo in terrazza e ci sediamo fuori, c’è una brezza leggera che rende la temperatura esterna perfetta. Parliamo un po’ di me visto che vuole conoscermi, gli racconto qualcosa e quando comincia a giocare con le parole sul fatto che è ovvio che lui mi piaccia sto al gioco e potrei affermare di averlo visto abbassare lo sguardo imbarazzato per qualche secondo. E’ piacevole conversare con lui e non manca di rivolgermi qualche complimento velato quanto basta per non risultare fuori luogo. Un signore insomma. Sediamo a tavola non appena la governante serve il pranzo, un piatto unico molto colorato con un sacco di verdure e della carne. Mentre pranziamo mi racconta di alcuni progetti che ha in cantiere e che nel corso dei prossimi due anni prenderanno forma e devo ammetterlo, questo pranzo in cui si racconta mi sta piacendo davvero molto. Ed è così educato che potrei osare dire di sentirmi a mio agio qui con lui in questo momento.
-Cos’altro dovrei sapere di te?
Chiede dopo tutta una serie di domande a cui ho risposto. La mia mente continua a ripetere “ho il cancro e non so se arriverò a natale” ma serro le labbra per un istante così che questa frase al limite del patetico non riesca ad uscire dalla mia bocca.
-Che sono impulsiva. Lo dimostra il fatto che fino a ieri sera non avevo ancora deciso di venire e ora sono qui… Aggiungerei felice di esserlo.
Robert si appoggia con le spalle alla sedia su cui è seduto e mi guarda sorridendo. Azzarderei ad interpretare questo sorriso come un “piacevolmente sorpreso” dall’estrema sincerità con cui ho confessato di essere felice di aver deciso di venire qui.
-Visto che siamo in vena di confidenze devo ammettere che avrei voluto chiamarti ogni giorno per cercare di convincerti a venire e solo Susan mi ha fatto desistere dal farlo, ma ora, sono davvero felice che tu abbia deciso di venire a trovarmi.
Arrossisco sicuramente in modo molto evidente ma lui è cosi signore da non dargli peso e cambia discorso
-Che ne dici se andassimo a fare una passeggiata?
-Mi piacerebbe molto.
Dico realmente entusiasta dell’idea. Così ci alziamo e appena rientriamo si ferma dietro alla penisola e mi mostra una forma sferica che tiene tra le mani
-Prima un caffè ok?
-Perfetto direi!
Apre tutti gli sportelli della cucina alla ricerca di un paio di tazzine mentre io rido e lui si giustifica dicendo che Consuelo deve averle spostate ma poco dopo la signora appare nella stanza e apre l’unico sportello che lui non aveva aperto e gli porge le tazzine. Mi metto seduta su uno degli sgabelli di fronte e poco dopo mi serve un caffè espresso molto aromatico. Suppongo se lo faccia spedire da chissà dove, ma non faccio commenti, non vorrei offenderlo.
Dopo una camminata senza meta o per lo meno a me così sembrava mi prende sottobraccio e mi trascina in un vicolo, mi chiedo dove stia andando ma poco dopo siamo in un grande piazzale ora pieno di bancarelle di vecchi oggetti, una sorta di mercato delle pulci.
-Buona caccia! Ci vediamo qui tra mezz’ora.
Sorrido mentre lo vedo allontanarsi e passeggiare tra le bancarelle guardando distrattamente tra gli oggetti. Accetto l’invito e inizio a camminare in una fila parallela alla sua ma quando mi guardo intorno non lo vedo. Proseguo senza fermarmi cambiando fila senza perdere tempo finché la mia attenzione non si focalizza su una bancarella che vende vecchi libri e vecchie fotografie. Inizio a sfogliarle finché una fotografia in particolare mi rapisce. Una fotografia degli anni 30 in gita sull’oceano con la famiglia, una decina di persone. Grande felicità e amore.
-Perché hai scelto proprio quella?
Sento la sua voce affianco al mio orecchio e il suo respiro si infrange sulla mia guancia. Rabbrividisco e mentre ruoto di poco la testa istintivamente lui è lì, a un paio di centimetri da me ma stranamente non provo nessun tipo di disagio.
-C’è la felicità in questa foto e non solo…
Sorride e passa un dollaro all’uomo che le ha messe in vendita.
-Ora è tua. Andiamo?
Sorrido e lascio che mi trascini attraverso quelle file curiosando finché non sbuchiamo dalla parte opposta e l’oceano è di fronte a noi. In silenzio raggiungiamo la battigia
-Questo è davvero… magico. E’ la prima volta che vedo un’oceano.
-Quando ho letto nei tuoi racconti le parti in cui descrivevi l’oceano sono rimasto affascinato. Sembrava che mi avessi chiesto “Robert descrivimi l’oceano” e poi l’avessi messo su carta. Come del resto… quando hai descritto alcuni miei modi di essere…
Questa sua frase mi colpisce
-Questa sì che è una bella recensione. Potresti metterla per iscritto?
Ride e io con lui. Restiamo lì a godere dello spettacolo del sole che lascia spazio in cielo alla luna finché mi propone di andare a vedere un posto ed accetto. Quando mi alzo la testa inizia a girarmi e devo appoggiarmi per un secondo al suo braccio per non cascare a terra.
-Tutto bene?
-Sì solo un giramento di testa. Sarà la stanchezza.
-Vieni prendiamo un taxi e torniamo a casa
-Ma no, tu volevi andare in quell’altro posto.
Mi prende per mano mentre risaliamo lungo la spiaggia per tornare sul lungo oceano
-E’ solo un posto e domani sarà ancora lì.
Non insisto un po’ perché sono rapita dalla sua mano che stringe la mia e poi perché effettivamente mi sento stanca e forse, un po’ di riposo è ciò che mi ci vuole.
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Downey datti una calmata! Datti una calmata! Ma che diavolo mi prende?!? Prima al mercatino mentre guardava quelle vecchie fotografie mi sono avvicinato così tanto a lei che riuscivo a sentire il profumo della sua pelle ed ora che le stringo la mano sono decisamente troppo su di giri. Che mi fai Rose?
 
Note: Capitolo dedicato e postato per VeroDowney che sta studiando duramente (?) Dai che poi ci aspetta una ff a 4 mani ;)
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia di Rose e se vi va fatemi sapere che ne pensate. alla prossima.
   
 
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