Anime & Manga > Inazuma Eleven
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Autore: Cryss97    04/07/2014    5 recensioni
Storia ambientata durante la prima stagione di inazuma eleven e inazuma eleven go e raccontata da un altro punto di vista.
Correzione dei capitoli in corso [8/29]
- Lo sai vero che è vietato stare qui? – sento dire da una voce fredda e rimproverante alle mie spalle.
Lascio il pallone e lo metto sotto il piede destro, girandomi.
- Ah si? Davvero? Pensavo che fosse vietato vedere solo gli allenamenti, non entrare in palestra. – rispondo a tono.
- Tu sei quella ragazza che c’era lunedì sugli spalti? –
- E se anche fosse? Cosa ti interessa? –
- Ma che bel caratterino che hai. – risponde divertito.
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Tutti noi conosciamo la storia di Inazuma Eleven, ma se alcune cose non fossero andate come sappiamo?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon giorno a tutti xD dopo due settimane ecco qui il capitolo... per me è stata dura scriverlo, in quanto essendo parte fondamentale della trama e a sua volta della storia volevo che fosse almeno accettabile. Spero di non aver deluso nessuno con questo capitolo. Se notate errori vi sarei grata se me li faceste notare così provvederò il prima possibile a sistemare. 
Spero con tutto il cuore che il capitolo sia all'altezza delle aspettative e se vi ho deluso, etc, ditemelo e riscriverò il capitolo cercando di farlo il meglio possibile. 
Un'ultima cosa: volevo ringraziare Ire Frost che ha subito tutti i miei cali di umore rigurado a questa storia e che mi ha subito fin ad ora leggendo anche il capitolo in anteprima dopo i miei  continui insistentimenti (?). Grazie <3



 
Capitolo Ventisette

- E così è già giunto il momento? - afferma pacamente l’uomo - sembra solo ieri che sei arrivata qui -
Ma che sta dicendo? Sta delirando!
Tutto intorno a me tace. Gli occhi sono puntanti su di me e sull’uomo.
-Di che parla?- domando glaciale.
-E’ una lunga storia- risponde bevendo un sorso dalla tazza.
-Ho tutto il tempo che vuole- nuovamente quel tono freddo e distaccato.
-Non penso che sia giusto che te la racconti io tutta la verità-
In quel momento sento un forte rumore provenire dalle mie spalle e le porte aprirsi un istante dopo. Mi volto per osservare e stento a credere a chi ho davanti ai miei occhi. I miei genitori sono qui.
-Che ci fate qui?- domando, ma la mia voce è sovrastata dall’uomo.
-Bentornati signori Nozomo- ghigna.
Vedo che lo guardano in modo strano e corrono ad abbracciarmi.
-Miki tesoro mio!- esclama mia mamma stritolandomi con le sue braccia.
-Mamma!- rispondo e ricambio l’abbraccio.
Dopo qualche istante ci sciogliamo e l’atmosfera torna seria e tesa.
-Adesso posso sapere che ci fate qui? E posso anche sapere cosa mi nascondete tutti?-
Lo sguardo di mia madre si abbassa mentre quello di mio padre rimane fisso a guardarmi.
-Si, credo sia giunto il momento. Siediti, cara- risponde indicando la sedia rimasta vuota accanto alle mie gambe. Brutto segno. Vedo che prende un sospiro e poi inizia a parlare.
-Circa tredici anni fa io e tua madre non avevamo molti soldi, eravamo in crisi. Il nostro lavoro non ci permetteva più di guadagnare il dovuto per mantenere noi, figuriamoci un bambino. Quando scoprimmo che di li a poco saremmo diventati genitori da un lato eravamo felicissimi, ma dall’altro no. Non avevamo i soldi per mantenere un futuro figlio. Decidemmo a ogni modo di portare avanti la gravidanza perché eravamo e siamo contro l’aborto e il maltrattamento dei bambini. Nacqui dopo nove mesi e ti portammo subito all’orfanotrofio Sun Garden. Questa cosa ci spezzò il cuore, ma almeno sapevamo che eri in un posto caldo e avevi un letto dove poter dormire e del cibo. Dicemmo alla signora che era li che presto saremmo tornati a riprenderti, ma passarono giorni, mesi e anni. -
Queste… Queste cose… io pensavo che… non può essere!
-Perché non mi avete mai raccontato nulla di tutto questo?! Potevo anche perdonarvi per ciò che mi avete fatto perché poi mi avete ripreso con voi! O sbaglio?! Potevo capire che era per il mio bene!- sbraito e inizio a sentire gli occhi pizzicarmi ferita da queste verità così oscure per me -potevo capire che quel gesto era di bontà, ma non capisco come ci sono finita qui! Che c’entra tutto questo?!-
-Anche noi siamo nella tua stessa situazione, anzi peggio- interviene Gran da un angolo buio della stanza.
-Che intendi dire?- domando stranamente calma.
-Anche noi siamo stati lasciati li dai nostri genitori, ma a differenza tua non sono mai venuti a riprenderci finchè…- mi risponde con un tono basso e pieno di emozioni.
-Finchè mia figlia non mi convinse ad andare in quell’orfanotrofio per cercare di liberare la mia mente dalla morte di mio figlio. Quando andai mi colpirono subito due cose.- interviene l’uomo -la prima è la grande somiglianza di Hiroto con il mio vero figlio e la seconda era il tuo legame che mostravi con Afuro-
E che c’entra Afuro adesso?!
-Che c’entri tu?!- domando nervosa rivolta al ragazzo. -non ci sto capendo più niente!- esclamo lasciandomi andare sulla sedia e poggiando la testa sulle mani sperando che questo gesto riporto un po’ di ordine in me.
-Miki, calmati- mi dice e si avvicina mettendo una mano sul mio braccio.
-Calmati- ripete.
-Miki, quando avevamo abbastanza soldi per riportarti con noi, grazie a un nuovo lavoro, tu non c’eri più all’orfanotrofio. Erano passati circa sette anni. Facemmo delle ricerche e quando scoprimmo dove eri stata ricollocata corremmo li. E quel posto è questa specie di scuola.-
-Ma perché io non ricordo nulla di tutto ciò?! E poi io Afuro l’ho conosciuto alla Zeus! E tanto per la cronaca all’inizio non ci sopportavamo nemmeno!-
-Non è vero.- sento la sua voce e sposta il braccio dal mio.
-Io e te ci conosciamo fin da piccoli, siamo praticamente venuti qui insieme- mi chiarisce.
Tutte queste informazioni in una volta sola… una doccia gelata con cubetti di ghiaccio non è niente in confronto a ciò che sento dentro di me. Il gelo estremo.
-Ma io non ricordo nulla!- ripeto alzando la voce.
-Ti abbiamo fatto cancellare i ricordi dopo quello che abbiamo scoperto. Dopo che abbiamo scoperto ciò che faceva quell’uomo.- risponde mio padre con un tono rabbioso indicando l’uomo seduto dietro la scrivania.
-Usava la pietra di alius su dei bambini e ne modificava le caratteristiche fisiche. Alcuni di loro hanno subito danni permanenti a causa di questa pietra. Quando venimmo qui volevamo strapparti via da lui, ma legalmente ti aveva adottato. Facemmo un patto. Eravamo disposti a tutto pur di riaverti con noi.- continua.
-Che tipo di patto?-
Ormai mi limito solo a sapere la verità, il mio cuore si è gelato. Quasi non provo più niente. Solo un immensa freddezza.
-Ti avremmo ripreso con noi, a patto che l’anno in cui avresti compiuto tredici anni saresti andata alla Zeus e successivamente tornata qui. Ecco perché non ti abbiamo più chiamata, perché sapevamo già dove stavi- interviene mia mamma per la prima volta.
Ecco spiegato anche il motivo del trasferimento improvviso e di conseguenza dell’improvviso mio ricollocamento alla Zeus e della totale mancanza di chiamate da parte dei miei genitori.
-Fatemi capire: mi avete preso con voi illegalmente?-
-No. Quest’uomo - continua indicandolo - era riuscito in qualche modo a permetterci di prenderti con noi legalmente. -
-Dio,  non ci sto capendo più niente!- esclamo ormai fuori di me alzandomi di scatto dalla sedia.
-Voi mi state dicendo che sono vostra figlia, ma a causa della mancanza di soldi mi avete affidata a un orfanotrofio e successivamente sono stata adottata da quest’uomo. Quando potevate riprendermi con voi io ero già qui, avete fatto un patto e sono tornata con voi facendomi dimenticare i ricordi. Ho indovinato?- domando quasi con scetticismo.
-Si- risponde flebilmente mia madre.
-E allora posso sapere cosa c’entra Afuro?-
-Vedi… noi e i suoi genitori eravamo migliori amici, ma un giorno a causa di un incidente sono morti e lui, senza che noi potessimo fare niente, è andato al Sun Garden a solo un mese. Due mesi dopo sei nata tu e in quei due mesi la nostra situazione si era aggravata così ti abbiamo portato dove c’era anche Afuro. -
-Io… io… io devo stare da sola - affermo e scatto verso la porta spalancandola.
Inizio a camminare velocemente per il corridoio verso non so dove continuando a ripetere che è impossibile. Non poteva accadere una cosa così a me. Così tante cose mai dette e dette in pochi minuti.
- Miki fermati!- sento gridare alle mie spalle e riconosco immediatamente la voce.
Automaticamente accelero il passo e con il polso mi asciugo una lacrima solitaria che solca la guancia.
- Fermati- sussurra dietro di me prendendomi il braccio e facendo combaciare la mia schiena contro il suo torace.
- Perché non mi hai mai detto niente?- domando semplicemente ferita di essere sempre stata all’oscuro di tutto quando tutti sapevano la verità.
- Per proteggerti. Ancora non sai la parte più brutta della verità, anche se credo che l’hai capito dopo tutte le volte che hai origliato-
- Come facevi a saperlo? E poi che altro dovrei sapere? Non è già abbastanza brutto quello che ho saputo?- domando voltandomi e guardandolo in viso mentre osservo quelle iridi color porpora.
- Ho i miei trucchi. Tu hai saputo solo un pezzo, certo il pezzo più importante, ma c’è un'altra parte. Hai sentito che ha detto che solo alcuni hanno subito danni permanenti della pietra a livello fisico?-
- Si-
- Loro faranno parte della squadra che si batterà contro la Raimon il giorno della sconfitta della Genesis. Questo è il famoso suo piano di cui sentivi spesso parlare. Lui vuole conquistare il Giappone, e il Mondo, a causa di un mancato finanziamento del Governo- mi informa come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
- Che cosa?! Ecco perché eri tanto in confidenza con tutti! Ecco perché sembravi così a tuoi agio qui dentro, perché tu sei sempre stato qui! Sapevi tutto! Fin da quando mi hai detto di entrare alla Alius, il giorno della finale del Football Frontier! E come potete permetterlo?! Come potete permettere che faccia una cosa simile?- rispondo iniziando a dimenarmi.
- Miki, sta calma! Non ti ho detto niente perché speravo che questo giorno non arrivasse mai! Speravo perché tu potessi evitare questo destino! E poi… perché ci ha dato l’amore di un padre. Ci portava sempre i giocattoli all’orfanotrofio -
- Io non ricordo nulla! E perché?! Perché volevi tutto questo?! -
- Stupida! Perché ti amo! - risponde e non faccio in tempo a rispondere che sento le sue labbra poggiarsi velocemente sulle mie.
Inizialmente rimango sorpresa da questo suo gesto, ma ben presto mi lascio andare facendomi baciare da lui. Un bacio salato.
Ci stacchiamo dopo un paio di minuti e ci fissiamo negli occhi.
- Mi dispiace non averti potuto dire niente prima, i tuoi genitori erano sempre stati contrari al fatto che tu fossi qui. Su richiesta loro abbiamo sempre dovuto tacere cercando di rilasciarti il minor numero di informazioni e quelle informazioni che ti davamo dovevano essere strettamente necessarie, ma a causa della partita contro la Genesis a quanto pare i tuoi ricordi sono tornati-
- Io pensavo che… - dico non sapendo più cosa dire. Sento il mio volto bagnato e le lacrime scendere sempre più copiosamente.
- Dai su non piangere - cerca di consolarmi stringendomi a lui in un caldo abbraccio.
- Anche io ti amo - affermo prima di accoccolarmi per bene sul suo petto e lasciando che le lacrime scorrano sul mio viso.
 
Sono passati ormai quattro giorni da quando ho saputo la verità su di me. Non mi sono mossa dal letto. Il mio tragitto è letto – bagno. Nulla di più, nulla di meno. Tutti vengono a vedere come sto, manco fossi ricoverata in ospedale. Non capiscono che voglio stare un po’ da sola? In queste ore, passate nella totale oscurità e solitudine, ho avuto altri ricordi che hanno solo confermato ciò che mi hanno detto. Lentamente sto metabolizzando la cosa, anche se è dura. I miei genitori si sono fermati qui qualche giorno e ogni tanto vengono a vedere come sto ricevendo come mie risposte dei semplici monosillabi. Spero di andarmene al più presto da qui anche se non so dove andare. A casa dei miei genitori? Non so, è tanto tempo che non ci metto più piede e non so se riuscirei a parlargli ancora come prima. Sono sicura che un giorno gli parlerò come un tempo, ma quel giorno non credo sia ancora arrivato. Potevano almeno dirmi un pezzo di verità. Adesso mi hanno detto in faccia tutto e fidatevi, una doccia fredda sarebbe stata calda in confronto a ciò che ho provato.
Il continuo bussare alla porta interrompe i miei pensieri. Senza ricevere nessuna risposta una figura entra.
-Ciao- sento dire.
-Ciao Clear.- la saluto mentre ho la faccia appiccicata al cuscino.
-Ho saputo che sai la verità-
-A quanto pare le voci circolano in fretta-
-Beh, sai. Sono passati ormai quattro giorni. Mi dispiace non averti mai detto niente, cioè io sapevo poco. Solo della tua permanenza qui. I capitani, escluso Dvalin credo, sapevano tutto e anche Afuro. –
-Fantastico-
-Miki, senti. Non puoi restare qui tutto il tempo a crogiolarti. Ok, è successo tutto questo casino in passato. Ma adesso stai bene, no? Non sei sola, non lo sei mai stata. Devi accettare la cosa e pensare al futuro. Il passato non si può cambiare- afferma convinta e queste sue parole mi colpiscono dritta al cuore.
-Vieni? La partita della Genesis contro la Raimon sta per iniziare.- 






Angolo Autrice:
Ecco qui il capitolo >///<. Spero che in qualche modo sia stato all'altezza delle aspettative. Non sapete come sono in ansia!!! T.T 

Oggi stranamente non ho nulla da dire O.O 
Forse è l'ansisa o forse ho già detto tutto su. boh xD
Vi prego, vi scongiuro. Ditemi cosa ne pensate T.T sto andando in panico O.O'''
Volevo anche ringraziare tutti coloro che hanno letto questo capitolo e i precedenti. Chi ha messo la storia tra le preferite / seguite / ricordate e grazie a chi ha recensito (di cui alcune recensioni devo ancora rispondere, ma provvederò il prima possibile <3) 
Mi preparo a ricevere pomodori, carote e peperoni T.T (?)
A presto!
_ Cry
  
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