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Autore: kannuki    05/01/2005    7 recensioni
Due mondi sotto un'unica egemonia. La Terra, devastata da terremoti e la Luna, colonizzata e trasformata in un'immensa prigione, obbediscono alle leggi dure imposte dai governatori della Dawn. Amora deve recarsi al più presto sulla stazione abitante e deve farlo in fretta, ma ha bisogno di un 'passaggio'... Spero di non fare una schifezza, mai scritto un racconto di fantascienza prima. Commenti e critiche: tutti ben accetti!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Leroy Banks continuava a guardare allibito la passeggera che mangiava seduta in terra col suo compagno in evidente stato di im

Leroy Banks continuava a guardare allibito la passeggera che mangiava seduta in terra col suo compagno in evidente stato d’imbarazzo.

Lo vide balzare in piedi, spolverare la tuta bordeaux e cercare nel frattempo qualche scusa plausibile. Gli rivolse un’occhiata interrogativa che lo fece ridacchiare impacciato. 

Harlan la guardò più volte, indicandola con un gesto della mano. “ E’ un’entità aliena che si è materializzata improvvisamente dalle profondità spaziali!”esclamò divertito…che mancanza di fantasia!

“Preverte..”sibilò minaccioso il negro, scrutandolo dal suo metro e 87 abbondante.

 Dai, Banks! E’ una ragazza!”

“Lo vedo che è una femmina” gli rispose con voce funebre “che ci fa sulla Klondike e quando cazzo c’è salita?” gli domandò con sguardo duro e alzando sempre di più la voce, senza abbandonare la figura di Amora che si era fatta piccola piccola e aveva smesso di mangiare.

“Tre giorni fa..” Commentò Harlan schiarendosi la voce...pensa in fretta, prima che la getti nel tubo di scarico!

Il compagno si girò con occhi sgranati “quando ci siamo fermati sul pianeta 2?! È un rifiuto scappato?”

“Cerca d’essere più gentile..” Insistette Harlan guardandolo male.

Leroy si infuriò sempre di più, senza dar peso alle sue parole “E tu lo sapevi?” lo sferzò nervoso.

Il pilota lo vide stringere i pugni “l’ho scoperta adesso” si difese alzando le mani.

“Preverte! Stavolta sei nei guai!” lo minacciò duro “stiamo trasportando una prigioniera...e tu la sfami anche?” gli chiese incazzato quando vide i resti del pranzo a terra.

Amora si era alzata e restava addossata alla parete. Quel tipaccio se la stava prendendo con il pilota gentile per colpa sua!

“Mi rifiuto di continuare ad ospitare quella…adesso avviso la squadra mobile aerospaziale! Non voglio guai per colpa di quello...scarto umano!”

“Leroy!”

“Non sono un rifiuto!” esplose la voce della ragazza. Amora si avvicinò minacciosa all’uomo puntandogli contro il disintegratore.“Calma fratello, non prendertela col moretto qua dietro! L’ho costretto con la forza, quindi lasciamelo stare. Fammi riportare le chiappe a Terra e non agitare tanto quei bei muscoli che ti ritrovi, se non vuoi che lo usi su di te!” affermò con voce cattiva.

 

“E’ ciò che penso?” domandò a bassa voce al compagno che la fissava stupito...di nuovo quel tono! “Già...tira giù mezza Klondike con quello” mormorò annuendo e schiarendosi la gola.

Leroy alzò le mani storcendo la bocca. “ok”

La ragazza abbassò il disintegratore cercando di restare calma e fredda. L’improvviso si riscosse per il brivido freddo che le corse lungo la schiena. Si allontanò dai due uomini risiedendosi in terra.

Banks la fissò a lungo nervoso.“Ce l’ha un nome, la tua amica nervosetta?” domandò d’un tratto al compagno che la stava guardando a sua volta.

“Dice di chiamarsi Amora e di non ricordarsi niente” borbottò Harlan tirandolo da una parte mentre la ragazza restava a contemplare il vuoto con gli occhi sgranati.

Che cazzo di scusa” Mormorò Leroy fissandola. La vide appoggiare le braccia sulle ginocchia piegate con occhi tristi. L’occhio gli cadde sulla tasca da cui spuntava il disintegratore “non hai provato a disarmarla?”

Si e mi sono ritrovato piegato in due...non so chi sia sta tipa ma è veloce e fa parecchio male. E poi… è molto strana..

“Che cazzo facciamo quando attracchiamo? La presentiamo come la tua fidanzata? E poi quella tuta azzurra è riconoscibile da km di distanza!” lo rimproverò Leroy camminando nervoso verso la plancia.

“Ha un aggeggio con se, sembra che interferisca con la lunghezza d’onda visiva o cazzate del genere. Lo deve riparare però..

Ma non raccontarmi altre stronzate! L’hai fatta salire perché è un bel bocconcino e t’è andato in pappa il cervello che hai fra le gambe!” Lo accusò digitando in fretta un codice sulla consolle nera.

Ma se me la sono ritrovata di fronte all’improvviso!” Si difese Harlan togliendogli il comunicatore “Non fare lo stronzo Leroy, non t’azzardare a chiamare la squadra!”

Il tono dell’uomo si era indurito parecchio.

Banks lo fissò sorpreso. Mai visto Preverte arrabbiato, al  massimo scazzato, ma arrabbiato mai.

Mollò il comunicatore guardandolo duramente. “La responsabilità te l’assumi tu!”

Harlan allargò le braccia esasperatocheppalle che sei! Ma che t’hanno fatto da piccolo?!”

“A me niente! Sei tu che ragioni col cazzo!” lo sferzò sedendosi sulla poltrona e allungando i piedi sul quadro comandi.

“Non ragiono...e togli quei piedi da li! Non vedo perché tu lo debba fare e io no!” Esclamò Harlan irritato e imbarazzato.

Visto che ci sbatteranno in galera e butteranno via la chiave, tanto vale farlo esplodere, sto scassone volante!” esclamò Leroy incrociando le braccia. La Terra, su uno sfondo immobile di stelle, si stava avvicinando sempre di più. Guardò l’amico sbuffando “almeno portala di qua...è di una tristezza immonda, quel corridoio!”

Harlan sorrise sorpreso, prima di alzarsi dalla poltrona comoda. ”Poi sono io, quello che ragiona col pisello!” gli disse aprendo la porta metallica.

“Tutto ciò c’impedirà di vedere i porno lo sai, o no?!” Gli urlò dietro Banks mezzo seccato.

“Ma piantala, stupido!”

 

Amora continuava a fissare gli occhi scuri e freddi di Leroy. La sua presenza maestosa le incuteva timore. Quel tipo aveva messo in chiaro che non gli piaceva per niente e faceva di tutto per offenderla.

Harlan seguitava a farle domande su domande, sempre con quel tono gentile che la faceva sorridere, ma era come cavare un ragno dal buco. 

Lo vide chinare la testa depresso. “Uffa…” borbottò mentre le passava la scatola degli attrezzi che gli aveva chiesto.

Sentiva le occhiate dure di Banks su di se ma decise di ignorarlo, mentre saldava un paio di fili metallici con sguardo concentrato. Harlan continuava ad impicciarsi e a domandarle cose a cui lei non sapeva rispondere. La cosa la depresse parecchio. Posò il mini saldatore mettendo il broncio...si sentiva immensamente triste e non sapeva il perché.

Era confusa, stordita.

Si era svegliata su quel pianeta orrendo, dove non facevano altro che urlare dalla mattina alla sera. Gente pazza, altra estremamente pericolosa. Sapeva difendersi però…non sapeva quando aveva imparato ma le era tornato utile più di una volta.

Strinse leggermente gli occhi, cercando di mettere a fuoco un’immagine che continuava a tornarle in mente...chi era un uomo o una donna? Aveva un camice bianco, quello lo distingueva...e poi la frase ‘andare su Dawn al più presto’

Si portò una mano alla fronte stringendola leggermente...che doveva fare la?

Harlan vide quell’espressione sofferente e senza pensarci le mise una mano sul braccio...accidenti  è gracilina! Pensò sentendo le ossa sotto le dita.

 

La mano della ragazza scattò violenta e si ritrovò improvvisamente a terra, con un ginocchio premuto sulla colonna vertebrale.

Che ti avevo detto? Devo farti sputare i denti, figlio di puttana?!”

La voce alterata della ragazza lo fece impallidire….ma….è schizofrenica?!

Ma che cazzo fai?!” esclamò Leroy tirandola via di forza dal corpo del compagno che si rialzò sorpreso e dolorante. Amora cominciò a scalciare violentemente, mentre Leroy le bloccava le braccia all’indietro “Lasciami bastardo!!” La ragazza riuscì a ruotare la testa, abbastanza da guardarlo dritto negli occhi “ non credere di farmi paura! Quelli grossi come te me li mangio a colazione!” sibilò furiosa.

Un calcio ben assestato sul ginocchio glielo spaccò quasi, la fitta intensa lo fece urlare. La lasciò andare all’istante, piegandosi sulla gamba dolorante.

Come una furia, si voltò e lo stese a terra con una tibiata sullo zigomo sinistro. 

“Avanti! Fatti sotto cazzone!” esclamò diretta ad Harlan che la guardava esterrefatto. La postura del corpo della ragazza era tipica delle arti marziali, pensò il pilota allontanandosi leggermente.

“Sta calma..

Amora sbatté le palpebre più volte, come se uscisse da uno stato di trance. Lo guardò sorpresa “Che c’è?” gli chiese con voce dolce.

Harlan sgranò gli occhi e, incredulo, gli indicò il compagno stesso a terra. Immediatamente la ragazza si precipitò in soccorso del co-pilota.

“Stammi lontana!” le urlò contro Leroy spostandola bruscamente dal suo fianco.

 “Scusami…non volevo..”lo implorò la ragazza sconvolta. Guardò Harlan che alzò le mani arretrando “Ehi bellezza, io non ti tocco più!” esclamò offeso stirando la schiena dolorante.

Ma legarla, sta furia? Che ne pensi?” gli domandò Leroy nervoso, toccandosi lo zigomo dolorante.”ahia...porco giuda..” Mai vista una più veloce, ma chi diavolo era?! E’ fatta di niente e ci ha steso entrambi…e siamo due volte lei!

La vide sedersi triste e riprendere in mano il saldatore, gettando loro un’occhiata depressa…soprattutto ad Harlan, che si scrocchiava una spalla lentamente.

 

I due uomini si fecero un cenno e uscirono dalla stanza, lasciandola da sola.

“Come cavolo mi sono ritrovato in quella situazione, tu che l’hai visto da fuori?” gli chiese il pilota ancora incredulo.

“Si è mossa ad una velocità incredibile... ma aveva uno strano sguardo… come se fosse assente, come se lo stesse facendo qualcun altro al suo posto!” gli disse Leroy pensieroso. “L’ho vista bene, aveva un’espressione…divertita”

“Già..” Commentò il pilota stupito “secondo me, è schizzata!”

Leroy assentì, muovendo un muscolo della parte dolorante “ la scaricherei volentieri fuori con la mondezza!”

Harlan fece una smorfia di disgusto “Ma smettila! Magari le hanno fatto il lavaggio del cervello, in quel postaccio!” 

“Ma che si fottesse! Non voglio rimetterci la pelle perché le gira male il boccino!!” lo rimproverò il  copilota incazzato “e poi cos’è tutta sta fregola di andare sulla stazione, in mezzo a quei coglionastri ricchi e boriosi?”

Harlan scosse la testa facendo una smorfia. ”Schizofrenia? Doppia personalità? L’hai vista quant’è carina quando non ti scaraventa in terra come un sacco di patate?” gli chiese mezzo accigliato.

“Si!” esclamò l’amico sarcastico, battendogli una mano sulla spalla”è tanto carina! Peccato che se ti avvicini di nuovo, te lo stacca!!”

“Non è mia intenzione provarci!” affermò l’uomo con aria di superiorità. ..beh...magari...se capitava…

“Certo…e com’è che le hai ceduto il tuo alloggio…bel moretto?”

“Dai, non vorrai che la faccia dormire per terra?!” esclamò imbarazzato “sei senza cuore!”

E tu ti ritroverai castrato una di queste notti!”

 

Amora si guardava intorno un pò intimorita. Il pilota gentile le aveva lasciato l’uso della sua stanza cogliendola di sorpresa…e lei l’aveva anche aggredito.

Era mortificata. Dovrei chiedergli scusa, ancora una volta. Si sedette sulla stretta branda, poggiando la schiena sui pannelli di legno scuro e tirando le gambe a se.

Non si era neanche accorta di averli assaliti. I suoi occhi scuri guardarono la piccola mano e le unghie scheggiate... la strinse a pugno, osservando le vene che si intravedevano sotto la pelle. Era sicura che se avesse voluto, avrebbe potuto causare molto dolore alle persone.

 

Le vene sono superficiali, le arterie scorrono in profondità.

 

Che cosa centrava quella cosa adesso? Come le era venuta in mente?!

Si riscosse sentendo un oggetto metallico cadere. Si sporse dal letto tirando su un piccolo portachiavi a forma di pietra. Era gialla. Interessante. La toccò esitante...fredda e resistente.

 

L’oro, simbolo chimico Au ha un peso atomico di 196,96

 

Ma.. che diavolo?

 

Un discreto bussare la riscosse. “avanti “ disse con voce alterata, guardando la pietra.

La porta metallica si aprì con un sussurro. Harlan l’aveva riparata in un secondo pensando alla privacy della ragazza. Il pilota si affacciò timoroso “sei vestita o rischio il collo stavolta?”

Amora posò il portachiavi sul letto e si sentì tremendamente in colpa mentre si avvicinava.

“Scusami…non volevo” mormorò quando si fermò davanti a lei con le mani affondate nella tuta bordeaux aperta sul torace.

La ragazza guardò la maglietta nera stupita “quello è cotone vero?!” gli domandò osservandola meglio.

“Scherzi? Sai quanto costa il cotone puro?!” esclamò pensando di sedersi e restando in piedi, con la visione delle sue budella sparse in terra.

Amora si spostò parecchio “è il tuo letto dopotutto” gli disse guardandolo appena.

Harlan la vide tormentarsi le dita “su, non è successo niente…sono ancora vivo” le disse incoraggiante….mamma mia!

Tirò la maglietta con due dita e assunse un’aria svagata “l’ultimo ritrovato della scienza: il tessuto che non si stropiccia e non deve essere lavato...non sai che risparmio di tempo!” esclamò in tono comico.

Una risata proruppe dalla ragazza che lo guardò sorridendo “sei buffo! Mi fai morire dal ridere”

Accidenti, questa è davvero matta! Pensò sorridendole di rimando.

“Ma...questo è oro?” gli chiese mostrandogli la pietra ciondolante.

Harlan annuì “E’ per questo che la nave si chiama Klondike…l’ho trovata per puro caso in una zona disastrata della Terra. In più stavo leggendo un racconto di Jack London in quel periodo…”

“Ah!’ I racconti del Klondike’! Li ho letti tutti!” esclamò Amora fibrillata.

Il pilota la guardò stupito “quello te lo ricordi..”

La ragazza lo fissò meravigliata  “Già!”esclamò restando a guardarlo...ma che aveva di diverso?

Si sporse verso di lui facendo una smorfietta dubbiosa. 

Che c’è?”.

“Quelli prima non li avevi!” bofonchiò la ragazza indicando gli occhiali.

Con un mugolio di disperazione Harlan se li tolse “allora?! Mi manca qualche grado!!”

Lo vide mettere il muso, picchiettandosi la mano con la montatura leggera.”Non prendermi in giro anche tu! Mi basta quel becero nell’altra stanza!”

Amora sorrise divertita “ti stanno bene invece”

Quand’è che la finiva di guardarlo in quel modo? Si chiese osservando il volto sorridente della ragazza. “hai un bellissimo nome..le disse d’un tratto abbassando la voce.

“Grazie..”

Amora restò a fissarlo per un attimo di troppo...era decisamente carino...e gentile...ed era spiritoso..

 

La lotta per la supremazia nel gruppo è fondamentale. Nei branchi di lupi, il maschio alfa..

Un maschio alfa..” borbottò fissandolo.

Cosa?”

La voce di Harlan la riscosse “che cosa ho detto?” gli chiese brusca sbattendo gli occhi.

Il pilota la guardò perplesso “hai mormorato qualcosa sui maschi alfa e i lupi..”

La ragazza lo fissò riflettendo sulle sue parole “sicuro? Non mi ricordo di averlo detto”

Il tono era diventato bellicoso...leviamo le tende prima di rimetterci qualche osso! Con un gesto veloce Harlan si alzò infilandosi gli occhiali “fatti un sonno decente almeno stanotte ” le disse aprendo la porta sibilante.

Amora lo guardò andarsene con dispiacere. Era stata sgarbata un’altra volta con lui. Con un mugolio triste si afflosciò sulla branda, stringendo il portachiavi.

 

Di nuovo la sua espressione cambiò, divenne dura e accigliata. Si alzò con un balzo scrocchiandosi le dita delle mani e gettando la pietra con noncuranza da un lato.

Perfetto! Aveva trovato due polli da sfruttare! E se diceva bene…anche un bel po’ di divertimento notturno!

  
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