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Autore: Frytty    28/08/2008    7 recensioni
Novembre.
Una giornata come tante.
Una notte come tante.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso, eccovi lo Spin-Off, vale a dire il capitolo Extra che riprende la scena tra Lily e James in Sala Comune. Mi scuso per il ritardo ma creare l'atmosfera che volevo per questo Spin-Off è stato più difficile del previsto. Ho trascorso tre giorni a pensare a come rendere il tutto e solo oggi pomeriggio soltanto sono riuscita a concentrarmi e a mettere tutto nero su bianco in circa tre ore, quindi, pardon! ^^

Passiamo quindi ai ringraziamenti:

zukkyna: Ciao! *_*! Sono contenta tu abbia apprezzato il capitolo precedente e ovviamente spero che apprezzerai anche questo Extra. Sinceramente sarai tu a dirmi se le mie idee sono state migliori delle tue ^^ e poi, pura curiosità, quali bambini?!? ^^ Perdonami, ma sono una curiosona! -.- Ti ringrazio per i complimenti e soprattutto perché riesci ogni volta ad entrare in ciò che scrivo. Un bacione! ^^

giusyangel: Grazie anche a te, spero questo Extra ti soddisfi, fammi sapere! Un bacio! ^^

Ovviamente i miei ringraziamente vanno anche a coloro che leggono soltanto e a quelle 35 persone che hanno avuto la bontà di inserire la mia Ff tra i preferiti, quindi, GRAZIE di cuore *.* vi voglio davvero bene!

Note: Da questo Extra si potrebbe intendere dalle parole espresse che ci sia una sorta di cambiamento positivo nel rapporto tra Lily e James, mi spiace annunciarvi che non è qui che le cose tra loro evolveranno. Non sono ancora propriamente soddisfatta del risultato ma forse è perché sono le undici di sera e forse non connetto più molto. Solo questo. ^^

Ed ora, ENJOY!

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Spin-Off. Making a Memory

< Non voglio parlare del futuro. > Aggiunse lui, alzandosi e raggiungendola sul divanetto, sedendosi di fianco a lei.
< E di cosa, allora? > Gli chiese abbozzando uno strano sorriso.
< Di ora. Adesso. Voglio parlare di questo momento. >
< E pensi che ci sia molto da dire al riguardo? >
< Oh si. Penso che ci siano parecchie cose da dire. >

< Ad esempio, cosa? > Gli chiese, divertita.
< Non so, per esempio, sei bellissima stasera. > Le sorrise di rimando lui.
Lily arrossì, vagamente imbarazzata e chinò lo sguardo sulla copertina liscia e consunta del libro che poco prima James le aveva tolto dalle mani.
Il fuoco ancora acceso nel camino, riscaldava la stanza con una serie di scoppiettii, l'unico rumore udibile, al di là dei respiri controllati dei due ragazzi.
< Sicura di star bene? > Lo sguardo di James tradiva una strana preoccupazione mentre poggiava con delicatezza una mano sulla fronte della ragazza, scostandole al contempo alcuni ciuffi ribelli dalla fronte.
< Sai, credo tu abbia la febbre. > Proclamò convinto qualche attimo dopo, annuendo, a dimostrazione della sua perfetta diagnosi.
< Non sono malata. E non ho la febbre. > Sorrise lei di rimando, scostandogli la mano con aria divertita.
< Beh, non mi hai ancora mandato a quel paese, non mi hai rivolto uno dei tuoi sguardi truci e sei arrossita, c'è per forza qualcosa che non va! > Continuò lui, elencando, aiutato dalle dita della mano destra.
< Se vuoi comincio da adesso. Non ho problemi. > Rise Lily sempre più divertita.
< Sai, credo di preferirti in versione pacifica. > Ammise anche lui alla fine.
< E, solo per la cronaca, era un vero complimento quello di prima. > Si abbandonò, le mani incrociate dietro la testa, contro lo schienale del divano, continuando ad osservarla.
I bellissimi capelli ramati le coprivano una parte del viso, la frangetta che, leggera, le solleticava la fronte e lo sguardo basso, imbarazzato.
< Grazie. > Mormorò alla fine, alzando lo sguardo smeraldino su di lui e avvertendo una strana fitta all'altezza dello stomaco quando incontrò le sue iridi color terra e il suo sguardo stranamente intenso e... passionale.
< Ehm... cosa ci facevi qui a quest'ora? Finito di studiare tardi? > Gli chiese alla fine, dopo qualche minuto di silenzio parso un'eternità, gesticolando.

Gesticolava sempre quando non sapeva cosa fare.

< Si, più o meno. Remus mi ha chiesto di dare un'occhiata con lui a quel libro. Stavo raccogliendo le mie cose per andare a letto... > Rispose lui, non perdendosi nemmeno una sfumatura di quello sguardo che adorava combinato con il riflesso che il fuoco produceva sulla sua chioma ramata.
< Magari ti ho trattenuto, insomma, non riuscivo a dormire e ho pensato non ci fosse nessuno a quest'ora... > Si sentiva stranamente tirata in causa dalle sue parole.
James le posò un dito sulle labbra, interrompendola.

Gli sarebbe bastato così poco per farle sue.

< Non è colpa tua. Avrei potuto lasciarti qui e andare a dormire comunque. > Le sorrise, divertito dal suo modo buffo di accollarsi colpe che non aveva.
< Ma non lo hai fatto... > Sembrò quasi che avesse parlato per se.
< Insomma, mi credi così insensibile? Una bella donzella come te, a quest'ora della notte, tutta sola? Non potevo mica abbandonarti. >
< Ma se siamo in Sala Comune! > Rise la ragazza al tono pomposo e molto poco fiabesco di James.
< Saresti stata da sola comunque. > Continuò lui, imperterrito.
< D'accordo, allora, grazie per la compagnia. > Lily si abbandonò come lui, imitandolo, contro lo schienale del divano, voltando poi la testa di lato per osservare il suo profilo.
Era sempre stato un bel ragazzo.
Peccato per quei difetti che lo rendevano insopportabile...
La pioggia nel frattempo aveva cominciato nuovamente a picchiare contro i vetri delle finestre, producendo un rumore quasi metallico.
Lily osservò le gocce scivolare lungo il vetro freddo, unirsi, per poi sparire, lasciando solo una piccola traccia di loro.
Rimasero in silenzio per un po', non sapendo cosa dire.
< E' la pioggia che non ti fa dormire? > Sussurrò poco dopo James, tanto che Lily spaventata, sobbalzò sul divano.
< Mi piacerebbe poter dire di si... > Rispose, sospirando.
< Ma? > E ritornò a guardarla.
< Ma non è solo quella. > Lo guardò anche lei, perdendosi di nuovo nel suo sguardo stranamente rassicurante.
< E cosa allora? > Le chiese, incitandola a continuare.
< Hai presente quando ti svegli di soprassalto, convinto che devi andare a lezione e guardi la sveglia sul comodino accorgendoti che ormai è troppo tardi, che con tutte le cose che devi fare, non riuscirai mai ad arrivare in tempo, finché un tuo compagno di stanza, con tutta la calma possibile, ti annuncia che è domenica? > James non rispose, in attesa che continuasse.
< Con me succede un po' così. Mi sveglio di soprassalto con quella strana consapevolezza che non riuscirò più a chiudere occhio e così, devo alzarmi e fare qualcosa. > Sorrise di nuovo, abbassando lo sguardo e prendendo a tormentare la stoffa del suo pigiama.
< Qualcosa come ripassare Trasfigurazione? > Le chiese prendendo in mano il libro che Lily si era trascinata giù dal dormitorio.
< Giuro che se mi svegliassi in piena notte avrei voglia di fare tutto, tranne che leggere un libro! > E la sua occhiata maliziosa, confermò a Lily esattamente cosa intendeva con quel "avrei voglia di fare tutto".
< Porco! > Alzò un sopracciglio con aria scettica, colpendolo ad un braccio.
< Almeno ho risvegliato la vera Lily! > Si giustificò lui, massaggiandosi la parte offesa e riprendendo nuovamente in mano, l'attimo dopo, il tomo di Trasfigurazione.
Iniziò a sfogliarlo, lentamente, sotto lo sguardo vigile della ragazza, che braccia al petto, non si perdeva nemmeno una mossa.
< Che mi faresti se lo buttassi nel camino? >
< Scherzi?! Lascia immediatamente il mio libro! > Lily sgranando gli occhi per la sorpresa si era avventata su James, strappandogli il libro di mano proteggendolo al petto.
James rise.
< Scherzavo! In fondo è solo un po' di carta. > Sapeva di farla arrabbiare così, ma non poteva farci nulla. Sembrava essere il suo passatempo preferito.
< Solo carta?! Attento Potter, potrei anche interrogarti. > Lo apostrofò Lily, un sorrisetto sadico a deformarle le labbra.
< Andiamo! E' l'una di notte! > Si lamentò il ragazzo, dando uno sguardo veloce all'orologio dall'altra parte della stanza.
< Per me è del tutto insignificante. Almeno passiamo il tempo. >
< Io avrei delle alternative... diciamo più... piacevoli per passare il tempo. >
Nonostante il suo amore incondizionato per i libri, Lily non poté trattenersi dall'usare quello che teneva aperto sulle ginocchia al capitolo ventitré come arma contro James Potter.
Per legittima difesa.
Glie lo scaraventò dritto in testa.
< Ahia! > Protestò la vittima dell'attentato.
< Così impari, razza di pervertito! > Sbuffò lei, incrociando le braccia al petto e mettendo il muso come una bimba capricciosa.
< Sei una sadica! Avresti potuto uccidermi! > James si alzò, facendo il giro del divano e recuperando il libro, rendendoglielo prima di riprendere posto sul divano.
< Esagerato! > Protestò Lily accettando con stizza il libro che le veniva nuovamente reso e sbuffando più forte, girando la testa dall'altro lato.
Poco dopo lo riaprì , iniziando a sfogliarlo dall'inizio e soffermandosi ogni tanto nella lettura di qualche passaggio.
James, d'altro canto, ogni tanto le lanciava un'occhiata divertita.
Era ancora più bella quando si arrabbiava, quando cercava in tutti i modi di essere lei la più forte, quando imperterrita si ostinava a soffiare via quel ciuffo ribelle di capelli scivolatole sul viso.
James allungò un braccio verso di lei, che nel frattempo aveva raccolto le ginocchia al petto usando come spalliera il bracciolo alla sua sinistra, e le spostò il ciuffo ramato dietro un orecchio, sfiorandole poi, delicatamente una guancia.
Lily, incredula, aveva alzato gli occhi su di lui, dimentica per un attimo del libro, osservandolo rapita per qualche secondo.
Avere i suoi occhi così vicini le faceva uno strano effetto.
< Scusa. > Le sussurrò, sorridendole e sfiorandole la frangetta con le dita.
Si allontanò l'attimo dopo, alzandosi per recuperare la sua tracolla, poggiarla accanto a se sul divano e aprirla. Ci frugò qualche istante per poi estrarne un foglio di pergamena spiegazzato e una piuma con annessa boccetta di inchiostro nero.
Si avvicinò al tavolino, poggiandovi il materiale, e iniziò a scrivere.
Lily lo osservò per qualche minuto, persa nei suoi movimenti precisi, poi aveva ripreso a leggere, alzando ogni tanto gli occhi sulla sua figura, maledicendosi l'attimo dopo per quella debolezza che si concedeva senza ritegno.
Alla fine non resistette.
Chiuse di scatto il libro, poggiandolo accanto a se, incrociò nuovamente le braccia al petto e prese a fissarlo ostinatamente.
Prima o poi se ne sarebbe accorto.
Dopo qualche minuto, resasi ormai conto che intento com'era a scrivere, non avrebbe fatto caso al suo sguardo, si schiarì la voce con impazienza, arrabbiata.
Al quarto tentativo, quando ormai si era convinta che anche se si fosse alzata e se ne fosse tornata in dormitorio per lui non avrebbe fatto nessuna differenza, James voltò lo sguardo sorpreso verso di lei.
< Hai detto qualcosa? >
< Hai intenzione di continuare a scrivere per tutta la notte? > Gli domandò spazientita.
Non aveva nessuna colpa in fondo, era stata lei a lanciargli il libro e a trattarlo come se fosse un essere inferiore, ma come aveva più volte ripetuto a chiunque fosse stato così gentile da prestarle attenzione, Potter riusciva a tirare fuori il peggio di lei, in qualunque situazione e nonostante riconoscesse, se pur con una certa riluttanza, che era cambiato, maturato, certe cose rimanevano invariate.
< In realtà, sto disegnando. > Rispose lui.
Trattenne a stento un sorriso.
< D'accordo, allora, hai intenzione di disegnare per tutta la notte? > Riformulò lei la domanda.
< Perché avevi in mente qualcosa di meglio da fare? >
La rossa rimase basita per qualche momento. Effettivamente non aveva proposte.
James rise, non riuscendo più a trattenersi.
< D'accordo, no. > Rispose infine, sbuffando.
< Va bene, se ti dà così fastidio, smetto. > Appoggiò la piuma sul tavolino e ripresa la sua precedente posizione, iniziò a guardarsi intorno nella stanza.
Quando incontrò la sua figura, ancora arrabbiata, sospirò.
< Senti, ti ho chiesto scusa. Cosa devo fare ancora? >
< Niente! >
< Allora, posso sapere perché continui ad essere arrabbiata? >
Lei sbuffò di nuovo.
< Non è stata colpa tua e tu mi hai chiesto scusa lo stesso! Insomma avrei dovuto chiederti scusa io! > Abbassò lo sguardo, delusa e imbronciata.
< Tutto qui? >
Annuì.
James si avvicinò e la attirò a se, abbracciandola.
< Non m'importa. Non c'è bisogno di chiedermi scusa per niente, Lily. > Le baciò i capelli.
< Ma tu l'hai fatto! > Protestò.
< Sono stato io a provocarti, no? > Le sorrise.
Abbassò nuovamente lo sguardo, rimanendo stretta a lui.
< Allora, non ti va di sapere che costa stavo disegnando? >
< Certo! > Tirò su con il naso e si avvicinò al tavolino, scostando la piuma per riuscire ad avere visione completa del disegno, ancora fresco d'inchiostro.
Assomigliava molto ad uno specchio delle fiabe, quelli delle streghe cattive.
Lily accarezzò la superficie del disegno.
< E' questo lo Specchio che hai visto quella notte? > Gli chiese osservandolo.
< Si, proprio lui. >
< E'... bellissimo. > Mormorò.
< Già, bello quanto irraggiungibile. >
< Continui a fare ancora quegli strani incubi? > Gli chiese dopo un momento di esitazione.
< Mi era parso di averti detto di non voler parlare del futuro. Comunque, si, qualche volta capita. > Le rispose.
Avrebbe voluto apparire contrariato ma stranamente le sue labbra si disegnarono nuovamente in un sorriso perfetto.
< Io quasi tutte le notti. Ho paura di non riuscire più a dormire tranquilla. Mi sveglio di soprassalto ed è come se qualcuno mi stesse osservando. > Lily non accennò ad alzare lo sguardo su di lui.
Neanche lei avrebbe voluto affrontare nuovamente quell'argomento, ma c'era una parte di lei che sentiva il bisogno di parlarne.
Alice era così presa da Frank ormai che era raro si accorgesse dei suoi sbalzi d'umore e non se la sentiva di confidarsi con Sylvia e Miriam: era quasi certa che, tempo un'ora, e tutta la scuola sarebbe stata a conoscenza delle sue notti tormentate.
< Vedrai, riusciremo a risolvere la cosa, te lo prometto. E James Potter mantiene sempre le promesse! > Aveva solo voglia di vederla ridere di nuovo, di scorgere un barlume di serenità in quei bellissimi occhi color della speranza.
E ci riuscì, o quasi.
< Disegni bene. > Gli disse appoggiandosi allo schienale esattamente di fianco a lui.
< E' un complimento? > Le chiese scettico. Non poteva credere alle sue orecchie.
< Stranamente si. >
< Beh, allora, grazie. > Si passò una mano tra i capelli in disordine, scompigliandoli maggiormente, imbarazzato.
< Prego. >
< Tu lo soffri il solletico? > Le chiese, le sopracciglia corrucciate in un'espressione seria.
E quando Lily lo guardò, spaventata quasi, seppe che era un si.
< Smettila! Smettila! Morirò! > Sdraiata sul divano, in preda alle risate e senza un piano per difendersi, accaldata, con i capelli come da corolla intorno alla testa e gli occhi lucidi, velati di lacrime, James credette di essersi innamorato di nuovo di lei.
Smise di far correre le sue mani sotto la maglietta leggera del pigiama, fermandosi a guardarla mentre riprendeva fiato e si asciugava gli occhi.
Poi si avvicinò, fino a sfiorarle una guancia con le labbra.
< Ti amo. > Le sussurrò ad un orecchio.
E Lily seppe dalla sua espressione seria e dai suoi occhi sinceri, che era vero.
Tuttavia si limitò a sorridere, ad accoccolarsi di più vicino a lui e a chiudere gli occhi.

Il mattino li colse così, stretti l'uno vicino all'altra.
Lily con la testa sulla spalla di James e un braccio che andava a circondargli la vita e James con la testa appoggiata su quella di Lily e la mano destra che stringeva la sua.

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