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Autore: _Giuls17_    11/07/2014    4 recensioni
[Sequel di Fear the empty of insanity] Maka trova la risposta a tutte le sue domande dentro un libro con degli strani geroglifici, trova la risposta per combattere la follia che si è annidata dentro di lei, ma per farlo dovrà raggiungere i posti più sperduti del mondo, per trovare l'unico oggetto che le garantirà la libertà.
Capitolo 3: “Maka, Maka… Non hai ancora visto niente.”
E con l’eco di quelle parole nella testa vide il suo mondo diventare improvvisamene buio.
Capitolo 4: “Ammettilo, lui ti piace perché ti ricorda i tempi cui non dovevi dare spiegazioni a nessuno, quei tempi in cui eri libera.”
In realtà non lo sono mai stata, io ho sempre amato Soul.
Capitolo 5:[...] Glielo stava urlando il suo cuore ogni volta che lo sguardo di Zack si soffermava troppo su di lei, su i suoi occhi, sulla sua bocca.
Capitolo 6:[...] e quel semplice contatto le provocò un brivido lungo la schiena.
Capitolo 7: -Penso che in un’altra vita ti avrei amato e avrei lottato per te, ma tocca a tuo marito farlo, oggi.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear the empty of insanity'
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Fight the empty of insanity
 
 
Maka guardò con attenzione il lettino su cui aveva riposato fino a quel momento, guardò il luogo dove aveva passato l’ultima sua settimana, dove era tornata alla vita.
Con un semplice gesto chiuse gli occhi e anche la porta, cercando di dimenticare quel breve periodo così doloroso della sua vita.
 
Si era pugnalata al cuore, con un Artefatto Demoniaco, vecchio quanto la terra e aveva combattuto il vuoto della follia, e aveva vinto.
 
***
 
Sono Maka, e oggi mi sento bene, dopo una settimana di terapia, antibiotici e sonniferi ho ripreso coscienza di me, del mio corpo e della mia mente, ma soprattutto della mia anima.
E di lui non ho percepito neanche l’ombra, ma una strana sensazione mi ha aiutato a capire.
Ho vinto, ho vinto la battaglia più difficile della mia vita, ho vinto contro il Demone Rosso.
Sono riuscita a combattere il vuoto che mi aveva procurato la follia, sono riuscita a trovare il coraggio per affrontarlo, e lui l’ha notato.
Anche Zack prima di lasciarmi mi ha detto le stesse cose, mi ha detto che sono stata brava, ma Lui invece non ha fatto lo stesso.
Non riesco a dire il suo nome, non riesco a pronunciare quelle poche lettere che formano la sua persona, che lo indicano come mio marito.
Per una settimana mi sono limitata a pensarlo, intensamente, sperando di vederlo entrare in camera mia, di vederlo sorridere e di vederlo di nuovo felice, ma Lui non è mai venuto.
Soul non è mai venuto a farmi visita.
Così io non ho mai chiesto di lui, non ho chiesto a Tsubaki di consegnarli una lettera o un messaggio, ho deciso di aspettare, e mentre riprendevo coscienza di me sono riuscita a capire tutto.
Il libro, nonostante lo strano linguaggio, mi ha permesso di portare a compimento la missione della vita: tornare me stessa.
La più difficile missione che mi hanno assegnato ma senza l’aiuto di Zack, non ci sarei riuscita; adesso non mi fa male pensare a lui, non provo niente se non un immensa gratitudine, poiché come lui aveva previsto sarebbe stato solo un ricordo.
Forse in un’altra vita lui mi avrebbe potuto amare, ma io anche in quella vita avrei amato Soul.
 
Sono Maka Albarn e adesso sono un’artigiana che può trasformarsi in arma; forse sono l’unica del mio genere, ma non mi interessa, a me sta bene così.
Ho rivisto mio padre dopo la missione e mi è sembrato più vecchio, più debole, e mi sono resa conto che è grazie a lui se oggi sono viva, lui che mi ha donato il suo sangue e la sua forza.
Lui che mi ha donato la vita.
 
Sono Maka Evans ed oggi andrò a cercare mio marito.
Non lo vedo da una settimana ma le sue ultime parole sono rimaste impresse nella mia mente, come una cicatrice.
L’ho deluso, l’ho ferito e l’ho tradito.
Io non riuscirei a perdonarmi, ma sono stata quasi costretta a compiere determinate scelte, ma non intendo dare la colpa a nessuno, sono stata io ad agire ed io intendo essere giudicata per quello che ho fatto.
Ma adesso è arrivato il momento di chiarire, di fargli capire che cosa mi ha fatto quella missione, che mi ha permesso di tornare a vivere, poiché pugnalandomi ho ucciso quel Demone, ho detto addio alla follia per essere me stessa.
Solo Maka.
Ma per la prima volta mi sta bene così, perché io ho vinto, perché ho capito che la follia mi avrebbe risucchiato dentro il suo vuoto, ma sono riuscita a batterla.
Io ho sconfitto la follia.
Io. Maka.
 
***
 
-Ciao.- sussurrò, avendolo colto di spalle.
-Ah… Sei tu.-
 
Il cuore di Maka iniziò a battere forte, forse troppo forte, stavolta il Sangue Nero non l’avrebbe aiutata a restare in vita e il collasso per infarto non la entusiasmava molto come morte.
-Sì Soul, sono io.- disse, cercando di riacquistare fiducia in se stessa.
-Mi hanno dimessa stamattina e sono venuta da te.-
Era la verità, aveva deciso di parlare con lui già dopo il suo risveglio effettivo dall’operazione, ma lui non era mai venuto a parlare con lei, così si era diretta a casa loro.
Dove avevano passato i loro momenti più belli, dove lei aveva sempre trovato rifugio, lo aveva incontrato davanti al portone, con le chiavi di casa in mano e i capelli portati indietro dal cerchietto e lei lo aveva trovato bellissimo.
Il corpo anche se minuto, sempre muscolo, era messo in risalto da una maglietta a maniche corte di colore giallo e le gambe erano fasciate con dei jeans stretti, lei lo trovò perfetto e bellissimo.
Come la prima volta che lo aveva visto, come quando lui aveva suonato per lei.
-Perché?- chiese guardandola negli occhi.
Rosso e Verde.
Un contrasto perfetto.
-Perché Soul ci sono tante cose che devo dirti, tante cose da chiarire.-
-No, io non voglio sentirle. Non ora.- inserì le chiavi della fessura e aprì il portone.
-Aspetta! Ho sbagliato, ma non me ne pento.-
-Cosa?-
-Hai capito, lo sai che non mi sarei stata fermata ad aspettare che mi distruggesse, lo sai che avrei reagito! Ho dovuto nasconderti la verità o tu non mi avresti lasciato andare, non mi avresti permesso di affrontare quei pericoli!-
-Certo, ti sei anche innamorata di un altro uomo!- urlò, stringendo i pugni.
-Io non mi sono innamorata di Zack, lui per me è stato il guardiano che mi ha permesso di finire la missione. Gli devo la vita, ma non lo amo. Io amo te.-
-Ed era necessario tenermi tutto nascosto? Scappare, mentire a me e ai tuoi amici?-
-Soul…-
-No Maka… Ho bisogno di tempo, perché anche se tu non lo ami, quello là ti ama, o ti amava e tu mi hai comunque mentito.-
Le diede le spalle, per entrare dentro il portone che lo avrebbe condotto a casa, nella loro casa.
-L’ho battuto Soul, io ho sconfitto la follia.- sussurrò, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Si voltò di colpo e in quegli occhi rossi trovò il ragazzi di cui era sempre stata innamorata, la Buki perfetta, la Falce della Morte, suo marito.
 
***
 
Soul si chiuse la porta alle spalle e guardò in alto, verso il sole di Death City e sorrise.
Non era stato facile, soprattutto per lui, ma alla fine era riuscito a muovere quei muscoli che formavano il suo sorriso, quello che l’aveva conquistata.
Si incamminò lentamente, decidendo di non prendere la moto, per godersi quella giornata estiva e il caldo che già si faceva sentire, sul suo corpo, per dirigersi verso la scuola, tutti lo stavano aspettando ma lui quel giorno aveva deciso di fare le cose con calma.
Sapeva che Maka non sarebbe stata a casa al suo risveglio ma ciò non gli aveva più provocato quelle fitte al cuore, che lo avevano accompagnato nella prima settimana della loro “nuova” storia, quelle fitte che lo tenevano sveglio fino a quando lei non si faceva sentire, ma dopo mesi tutto era passato.
Adesso non aveva più paura e il merito era di Maka.
Con le sue parole, con i suoi gesti e col suo sorriso gli aveva permesso di tornare a vivere.
Sorrise di nuovo, sentendo nel cuore che quelle parole erano le stesse che lei gli aveva pronunciato mesi fa, era tornata a vivere grazie a quella missione e adesso anche lui era in grado di ammettere la veridicità di quella frase.
Maka si era persa, per troppo tempo, dentro l’oblio, conquistata e sottomessa dal Demone Rosso e dal Kishin, due figure che seppur simili erano totalmente diverse.
Nonostante la morte del secondo, il Demone era rimasto dentro di lei, facendola allontanare da lui sempre di più, giorno dopo giorno e creando tra loro un muro quasi invalicabile, ma lei aveva avuto il coraggio di abbatterlo e Soul si era convinto che senza il suo sacrificio loro sarebbero ancora lontani.
Se Maka non avesse lottato per lui, a quest’ora l’avrebbe persa e per sempre anche.
Così quando gli capitava di pensare a quelle settimane che erano stati separati, alla paura, alla gelosia che aveva provato per Zack, sorrideva, sorrideva perché sapeva che sua moglie lo amava e che non lo avrebbe mai lasciato e nonostante il timore iniziare l’aveva perdonato.
Le aveva perdonato tutto, perché senza di lei non sarebbe andato da nessuna parte, senza di lei non avrebbe potuto vivere.
Intravide le scalinate della scuola e aumentò il passo, sentendo il cuore battere sempre di più, sentendo il suo animo vicino.
Nonostante la morte del Demone l’avesse costretta a riconsiderare la sua forza, Maka non si era arresa all’evidenza, e allenandosi tutti i giorni era riuscita a migliorare sia fisicamente che mentalmente, ma stavolta le sue capacità non erano merito del Sangue Nero o del Demone Rosso, ma solo sue, lei era bravissima.
 
Era riuscita, dove lui avrebbe sicuramente fallito.
 
-Ciao Soul.-
-Tsubaki, hai visto che bella giornata?- rispose, alzando gli occhi al cielo, per osservare ancora una volta quel sole che gli sorrideva dall’alto.
-Oh be, ma non è finita. Ti sta aspettando nella Death Room.-
-Vado.- sussurrò, senza guardare l’amica, per dirigersi a passo spedito dentro la scuola.
 
Da quando lei era tornata aveva rimesso in discussione la sua vita, cercando di adattarsi alla nuova Maka, a quella ragazza così diversa ma anche così simile alla precedente. Cercando di capire cosa lei provasse, di accettare il passato per concentrarsi sul futuro e nonostante tutto il dolore che aveva sofferto, c’era riuscito.
Aveva messo da parte quella missione, quei giorni, quelle settimane e si era concentrato sulla sua compagna, sulla loro famiglia.
-Ciao.- annunciò entrando nella stanza, ma al suo interno vi trovò solo lei.
Adesso i capelli erano più domati, sempre lunghi ma con un taglio più netto, il corpo troppo magro aveva ripreso la sua forma di sempre e gli occhi erano tornati a brillare.
-Dove sono tutti?- chiese senza staccare gli occhi da lei.
-Ho chiesto un po’ di privacy.- disse, avvicinandosi lentamente a lui.
-Per cosa?-
Le piaceva quando faceva in quel modo, quando aveva il controllo della situazione, della loro storia.
-Devo dirti una cosa importante, sono stata da Stein, oggi.-
-Lo avevo intuito, non stai male, vero? Quel Demone non è tornato?-
-Il Demone non centra e io sto bene, anzi benissimo Soul.- un sorriso sincero le aprì il viso, rendendola ancora più affascinante.
-Allora cosa c’è?-
-Aspettiamo un figlio. Veramente due. Sono gemelli.-
Il suo cervello impiegò solo un attimo per registrare la notizia e anche lui sorrise, per poi baciale la moglie con passione, redendosi conto di essere l’uomo più fortunato al mondo.
 

 

Anche stavolta siamo arrivati alla fine, mi scuso per il ritardo ma il trasferimento mi ha scombussolata parecchio!
Maka e Soul hanno il loro happy ending, credetemi se vi dico, che le parole dell'ultimo capitolo sono uscite da sole e non ho potuto fare a meno di renderle tali.
In queste due storie ne hanno passato davvero tante, fra nemici, incomprensioni e Demoni, la loro vita di coppia non è stata mai tranquilla, ma con questo finale mi sono impegnata per renderla tale: saranno alle prese con due figli, e questo era il mio obiettivo fin dall'inizio.
Molti di voi avranno odiato Zack, ma io l'ho reputato un degno avversario per il cuore di Maka, ha capito fin da subito cosa rendesse la ragazza speciale, innamorandosene come un ragazzo normale, solo che la portata del suo compito non gli ha permesso di vivere questa "favola", quindi nonostante tutto io penso proprio di approvarlo.
Maka ha finalmente capito cosa vuole, cosa la rende felice e ha finalmente battutto l'ultimo ostacolo!
Adesso spero solo che come me voi siate soddisfatti e che mi perdoniate la fretta ma sto usufruendo del pc di mamma e devo correre, vi dico solo che forse scriverò qualche one-shots su di loro, in questa estate!
Grazie di cuore a voi che non mi avete abbandonata, che siete rimasti con me per tutto questo tempo, che avete letto e commentato, aggiunto nelle preferite e recensite per tutto questo tempo!
GRAZIE!!!
<3
   
 
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