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Autore: saccuz    28/07/2014    2 recensioni
Due uomini legati l'uno all'altro da un passato sconosciuto, un universo in cui la scienza e la magia coesistono, una caccia spietata...
Dalla storia:
"A quella stella era stato portato via il nucleo risonante. L’unica cosa mai scoperta nella galassia ad essere connessa sia con la materia che con la magia. Da tempo si sapeva che le stelle erano i fulcri del passaggio della Corrente Metafisica, e la scoperta di quei nuclei era stata una prova fondamentale per quella teoria. C’era soltanto una “persona” in grado di estirparlo, mettendo a repentaglio l’intero equilibrio della galassia. Una persona che non dava notizie di se da molto, molto tempo."
Storia in fase di correzione (solo il prologo modificato per ora)
Genere: Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Universo Inquieto'
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Cap II
 
I due occhi marroni vagavano inquieti lungo la mappa olografica, scorrendo stelle, pianeti, colonie, sistemi solari, il tutto cercandone una, una che fosse adatta. Ad un certo punto le due grandi macchie marroni si fermarono, osservando accanitamente un singolo puntino sulla mappa, un segnetto annegato in un oceano di altri segnetti, un sole affogato in una distesa sterminata di stelle.
 
Di nuovo, all’improvviso, la mano scattò in avanti, premette dei numeri sul tastierino, e nuovamente i motori tornarono a far sentire la loro voce, nuovamente fasci di luce azzurra risplendettero nell’immensità dello spazio, nuovamente le stelle si deformarono, e lo spazio fece bruscamente un balzo indietro.
La nave comparve all’improvviso sui sensori del pianeta Hesid, mentre si dirigeva a tutta forza verso il sole del sistema; ignorando le richieste di contatto, i messaggi e gli avvertimenti. Alla fine dalla terza luna del pianeta più interno si sollevò la flotta di stanza lì, con l’ordine di intercettare la nave sconosciuta. Le navi, vecchie corazzate di classe Apex si lanciarono contro la Relios, sparando con i loro disgregatori; intensi fasci di luce rossa attraversarono lo spazio, rimbalzando contro la fiancata del bersaglio, e disperdendosi nell’immensità cosmica.
I due occhi marroni si spalancarono ancora, questa volta accesi da una rabbia profonda; la mano volò sulla tastiera del computer di bordo, facendo risuonare l’allarme in tutti i ponti, mentre all’esterno i cannoni aprivano il fuoco, scatenando un’intera bordata di disgregatori contro le corazzate nemiche, che, colpite in pieno dal fuoco avversario, esplosero in un tripudio di rossi e gialli. Appianato l’ultimo ostacolo, la Relios riprese la sua rotta verso il sole, ancorandosi a poche centinaia di chilometri da esso. Gli abitanti del sistema, dovettero osservare impotenti la loro stella venir colpita da un raggio partito dalla nave, che lentamente attraversava gli strati infuocati del corpo celeste, che si faceva strada nella stella fino a raggiungerne il nucleo e, una volta raggiunto, strapparlo via, pezzo dopo pezzo, mentre il sole lentamente smetteva di brillare, diventando sempre più scuro, finché non rimase altro che un lieve bagliore, lì dove fino a pochi attimi prima reazioni di termonucleari generavano masse enormi di energia, visibili a milioni di miliardi di chilometri, che scaldavano e illuminavano interi pianeti.
La Relios, completato il suo tragico pasto, con un altro guizzo dei motori, sparì dai sensori del pianeti, lasciando i suoi abitanti soli, a osservare il loro sole spegnersi.
 
***
 
Quinn detestava i viaggi interlimitari, il dover andare da un lato all’altro della galassia in un colpo solo gli provocava notevoli fastidi, per un mago come lui perdere del tutto il contatto con le essenze circostanti era una cosa estremamente seccante. Eppure lo aveva fatto, aveva attivato i motori della sua piccola navicella, di per se questa avrebbe si e no potuto andare non più lontano di una decina parsec, ma i vantaggi di essere un mago erano notevoli, adesso quella navetta, con imbrigliate al suo interno numerose essenze, era in grado di attraversare la galassia, rivaleggiando con le grandi corazzate di ultima generazione.
Era da tre giorni che girava quel settore stellare, e ancora non si era imbattuto in nessuna delle reti che Lui doveva aver sicuramente lanciato; eppure doveva essere in zona, percepiva la sua scia, non doveva essere lontano, lo sentiva, eppure…
Finalmente, due giorni dopo, mentre vagava nel vuoto interstellare, percepì qualcosa, un’onda che si propagava per l’universo, finalmente l’aveva trovata! Non era facile percepirla, a meno che non la si stesse cercando era impossibile distinguerla dal rumore di fondo presente nello spazio; eppure c’era riuscito, aveva trovato la rete! Adesso mancava solo il pesce e il pescatore.
Il pesce era facile da trovare, bastava seguire la rete. Ma il pescatore? Quando sarebbe arrivato?
 
Poi finalmente i suoi sensori percepirono qualcosa, un flusso di energia, quel flusso di energia, lo aveva trovato, il pescatore stava tirando la lenza!
 
Senza indugi ordinò mentalmente alla nave di fare rotta verso quel sistema solare, sperava di essere ancora in tempo. Le stelle si deformavano mentre i motori a repulsione entravano in azione, lanciando la nave a miliardi di chilometri di distanza. Quando giunse nel sistema si accorse di aver trovato la rete troppo tardi; ormai Lui se ne era andato, lo testimoniavano i relitti delle corazzate, che andavano alla deriva nello spazio, e il sole alle loro spalle, che lentamente si spegneva, diventando sempre più pallido. I suoi sensori registravano soltanto una colonia di qualche decina di migliaia di abitanti, in altre circostanze li avrebbe aiutati, ma adesso aveva bisogno di tutti il suo potenziale per fare quello che doveva fare. La colonia era piccola, si disse, avrebbe presto trovato un altro pianeta da colonizzare, ce n’erano così tanti nella galassia.
 
Adesso aveva una traccia fresca, e Lui aveva appena “mangiato”, poteva farcela. Presto lo avrebbe trovato e fermato, una volta per tutte.
   
 
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