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Autore: Ambaraba    29/07/2014    1 recensioni
Questa e' una AU in cui Miles e Bass conducono una vita normale e gestiscono un bar insieme :) L'idea mi e' venuta da un'immagine su Tumblr, spero sia un esperimento riuscito!
Il nome del locale e' stato suggerito da Wildflower :)
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Mani. Sveglia. "Spegnila". Cuscini.
Bass, occhi blu, sorriso, luce, risate, "Buongiorno", tepore, caffè, sole, finestre aperte, mattina, capelli spettinati, "Vieni qua".
Miles, sonno, "Stamattina non mi alzo", occhi chiusi, calzini spaiati, barba di due giorni, magliette sparse in giro, stirarsi, sbadigliare, girarsi dall'altra parte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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AU BAR 15 - Ehi... Ehi, piccolina, vieni qua, così...
Miles Jr avanza con lo sprint di un fuoristrada quattro per quattro, sullo stomaco di Bass, disteso sul divano, fino a salirgli sul torace. Le piace giocare con i suoi padroni. Cammina con sicurezza verso il volto sorridente di Bass, che le accarezza delicatamente la testolina con l'indice e le porge una foglia di lattuga come premio.
- Bravissima! - esclama, sollevandola e dandole un bacio sul musetto. Miles Jr produce un ghigno soddisfatto, come se potesse esprimere il moto d'orgoglio tartarugoso che la invade tutte le volte che riceve un premio.
Bass la sbaciucchia rumorosamente finché Miles non compare sulla soglia e, avendolo colto così, comincia a ridacchiare.
- Mi stai tradendo? - scherza, andando ad accovacciarsi accanto a lui e posandogli un bacio sulla tempia. A Miles piace vederlo giocare, lo rasserena. Bass sembra davvero felice di prendersi cura di Miles Jr. Quella mattina si è preparato in cinque minuti e ha approfittato del tempo guadagnato per giocare con la tartarughina, mentre Miles finiva di vestirsi. A volte, la sera, si siede sul letto con lei in braccio e la accarezza per ore intere, e Miles Jr a poco a poco si mette comoda, sbadiglia e si addormenta, e a Bass non resta che prenderla delicatamente e adagiarla nella sua casetta, dove continua a dormire tranquilla.
L'altro risponde con una risata. - No, voglio bene a tutti e due, lo sai, - dice, con un sorriso raggiante. Anche Miles allunga una mano per accarezzare la piccolina, che nel frattempo ha lasciato una serie di piccole impronte di terra sulla maglietta di Bass. Dopo le prime volte, è entrata in confidenza anche con Miles e ha smesso di fargli la cacca addosso quando la prende. Socchiude gli occhi, al tocco di Miles.
- Dai, pulcino, dobbiamo andare. Vorrei restare anch'io a spupazzare la mia omonima, ma siamo in ritardo. - Miles sorride leggermente mentre lo dice, e Bass sbuffa appena.
- Lo so, - risponde. E poi, rivolto alla tartaruga: - Ci vediamo dopo.
E via altri baci, prima di rimetterla nel suo spazio. Le hanno preparato il cibo e l'acqua e hanno cambiato la lettiera. Quando chiudono la porta, Miles Jr sta gattonando nel suo piccolo impero come un avventuriero che ha appena scoperto un nuovo continente.  

Al bar c'era un sacco di gente, nonostante fossero a fine luglio e gran parte della clientela abituale fosse già andata in vacanza.
A metà mattina, come per magia, si ritrovarono perfettamente equilibrati nei ruoli e riuscirono a far tutto: mentre Miles preparava cappuccini senza mai fermarsi, Bass riempiva coni e coppette alla velocità dei neutrini. Servirono anche un paio di birre, nonostante l'ora non proprio adatta, e quando tutti i clienti furono sistemati, Bass cominciò a litigare con il rullo di carta da scontrino della cassa che si era incastrato e non voleva saperne di uscire. Ci mise cinque minuti buoni ad estrarlo, accartocciato e inutilizzabile, usando la punta della penna che inevitabilmente gli si ruppe in mano facendogli colare una grossa macchia d'inchiostro sulle mani.
- Mi sa che dobbiamo cambiarla, - disse, mentre andava a lavarsi, scrutando con sospetto la cassa che aveva già mangiato due rotoli di carta e sembrava desiderosa di ingoiarne un terzo.
Miles gli passò il blocchetto dei post-it, mentre scartava un pacco nuovo di bustine di carta.
- Scrivi tutto quello che ci serve, poi ci penso io, - disse, riempiendone subito una con una fetta di crostata che poi porse a una signora che stava attendendo, dall'altra parte del bancone. Bass lo guardò mentre si dava da fare, e sorrise fra sé e sé mentre strofinava l'asciugamano per togliersi di dosso l'inchiostro. Miles gli piaceva da morire. Per molti versi, erano l'opposto uno dell'altro, non solo caratterialmente ma anche fisicamente, e forse era anche questa diversità che c'era tra loro ad attrarlo in maniera spropositata verso l'uomo accanto al quale aveva scelto di stare.
Qualche minuto dopo, l'ondata di maggiore afflusso cominciò a diminuire, così Bass infilò i guanti di gomma e prese panno e sapone spray per dare una pulita al bancone e in cucina.
Fu in quel momento che Jeremy comparve sulla porta, e lui e Miles cominciarono a dare il solito spettacolino.
Jeremy faceva il rappresentante per una ditta di caffé, ed era così che se l'erano ritrovato tra i piedi, la prima volta. Poi aveva continuato a presentarsi, veniva a bere un caffé ogni tanto, ma Miles sospettava che avesse messo gli occhi addosso a Bass e aveva sentito la gelosia e la possessività salirgli nel cervello, risvegliando in lui antichi istinti di dominazione e difesa del territorio. Così, aveva cominciato a marcare stretto il nemico, inducendolo alla ritirata. Il repertorio di Miles nei confronti di Jeremy era un fiorire di velate minacce pronunciate col sorriso. Come quella volta che gli aveva promesso di spezzargli una sedia sulla schiena se non si fosse sbrigato a bere il caffé e sparire, e Jeremy, che certo non brillava per coraggio, si era affrettato ad obbedire ed era sparito attraverso la porta dopo aver letteralmente lanciato le monetine sul bancone.
Bass sorrise. La gelosia di Miles un po' lo inteneriva e un po' lo lusingava, anche se sapeva che l'altro non aveva alcun bisogno di essere geloso. Bass non aveva occhi che per lui. Così era da sempre e così sarebbe sempre stato. Lo aveva fatto capire lui stesso, con delicatezza, al "terzo incomodo", che non ce n'era per nessuno che non fosse Miles.
Come da copione, fu Miles ad andare incontro allo sprovveduto avventore per servirlo. Per evitare di scatenare conflitti inutili, Bass decise comunque di restare in cucina a rassettare, anche perché aveva un mucchio di cose da fare e non sapeva se poi avrebbe avuto il tempo di occuparsene. Si applicò con dedizione a lucidare il lavello e l'interno della lavastoviglie, e qualche minuto dopo fu raggiunto da Miles che aveva sulla faccia il caratteristico sorriso trionfante da "Ho scacciato l'invasore!". Lo accolse sorridendo a sua volta, ma nel consueto modo dolce.
- È incredibile, continua ancora a farsi vedere in giro, - commentò Miles, e un attimo dopo gli fu addosso, lo circondò da dietro, cingendolo stretto alla vita. Bass lasciò ricadere la spugnetta sul ripiano, assieme al detersivo che stava usando.
Bass alzò un braccio flettendolo leggermente all'indietro per riuscire ad accarezzarlo sulla testa. Miles fece scorrere le mani sui suoi fianchi.
- Non l'ha capito che tu sei mio, - disse, sottolineando apposta l'ultima parola, prima di chinarsi sul collo di Bass e lasciargli il segno di un succhiotto. Bass mugolò leggermente, eccitato.
- Spiegaglielo di nuovo, - rispose piano, ridendo. Miles lo strinse ancora di più, spingendosi contro di lui. Aderiva perfettamente contro la sua schiena e sentiva il profumo di lui invadergli i polmoni, misto a quello della stanchezza e del sapone liquido. Posò una fila verticale di piccoli baci sulla sua nuca, e Bass rabbrividì leggermente. Si sentiva così sensibile, tra le sue mani...
- Lo farò, - disse Miles. - Magari facendogli un esempio con un paio di cazzotti in faccia, così è più chiaro, - aggiunse, e sentì di nuovo quella sensazione salirgli lungo la schiena. Bass, terra conquistata che non avrebbe permesso a nessuno di esplorare. Fortezza che non avrebbe permesso a nessuno di espugnare. Constatò di essere eccitatissimo, e si rammaricò al pensiero che avevano ancora tutto il pomeriggio davanti, prima di poter tornare a casa.
- Mi piace quando sei geloso, - confessò Bass, in un sussurro, voltandosi nel suo abbraccio e mettendogli le braccia al collo. Le mani di Miles si adagiarono sui suoi fianchi. Poteva sentire benissimo sotto le dita la curva dura e sinuosa delle ossa iliache dell'altro, e finì istintivamente a spingersi contro il suo bacino. Bass gemette a quella frizione, e si abbandonò al lunghissimo bacio con cui Miles lo aveva impegnato, chiudendo gli occhi.
- Tu sei mio, - ripeté Miles, sulla sua bocca, quando si furono appena appena separati. - Dillo, - gli ordinò, muovendosi piano e percependo che Bass era eccitato tanto quanto lui.
L'altro tremò quasi impercettibilmente.
- Sono... Tuo, - soffiò fuori, posando le mani sulle braccia di Miles, prima di cercare di nuovo la sua bocca. Poi piantò lo sguardo chiaro negli occhi di Miles, e pretese che l'altro gli giurasse la stessa identica cosa.
Miles non se lo fece ripetere due volte.
- Sono tutto tuo, - disse, posando entrambe le mani sulle sue guance e accompagnandolo fino in fondo a un altro bacio. Quando si separarono, Bass sospirò contrariato.
- Dannazione, - mugolò, perché il desiderio di fare l'amore con Miles era stato risvegliato di colpo e sapeva che non avrebbe potuto soddisfarlo fino a sera.
- Resisti, - gli sussurrò Miles, prima di baciarlo ancora, stavolta sulla fronte. - Ti amo, pulcino.
- Ti amo anch'io, - rispose Bass, guardandolo allontanarsi. Gettò uno sguardo sconsolato ai saponi per le pulizie. Come avrebbe potuto continuare a fare il suo lavoro, con il pensiero pressante di Miles che gli annebbiava la testa?

Fecero l'amore sul divano, per il semplice motivo che era l'unica superficie orizzontale più vicina alla porta d'ingresso - escludendo il pavimento. Avevano resistito meglio che potevano, si erano limitati a baciarsi come ragazzini contro il bancone del bar poco prima di chiudere tutto e andare via, e si erano trattenuti dal saltarsi addosso in macchina solo perché non era il massimo della comodità e neanche della sicurezza.
Bass aveva aperto la porta e preso Miles per mano, erano scivolati rapidi nell'ingresso avvinghiati come in una coreografia; Miles aveva spinto Bass sul divano e aveva cominciato a spogliarlo, e l'altro, sotto di lui, aveva cominciato a fare lo stesso, ricambiando i suoi baci con crescente foga.
- È tutto il giorno che aspetto, - ammise, offrendogli il collo che Miles baciò avidamente prima di percorrere con lo stesso incontenibile desiderio ogni centimetro del corpo snello, nervoso e lievemente abbronzato - dna australiano, diceva Bass - che aveva sotto di lui.
Qualche minuto dopo, Miles prese completamente possesso di lui e Bass annaspò, stravolto, gemendo forte. Restarono a coccolarsi per qualche minuto, ridendo e scambiandosi battute; poi Miles, che si sentiva in formissima e voleva dare sfoggio delle sue capacità di gentiluomo, lo sorprese prendendolo in braccio e portandolo in camera, dove si dedicò a lui, accarezzandolo e baciandolo, finché non si sentì pronto a fare il bis.
Alla fine, crollarono sulle coperte, stanchi e abbracciati, dopo essersi baciati ancora per darsi la buonanotte.



  
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