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Autore: violet_harmon    01/08/2014    1 recensioni
Vi siete mai domandati che cosa sarebbe successo se Tate Langdon non fosse mai diventato un pazzo e violento omicida ? Che cosa ne sarebbe stato dell’amore che univa questo giovane ragazzo e la sua amata Violet ? Che cosa ne sarebbe stato della loro storia ?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando riaprì gli occhi ero in camera mia, per un istante mi dimenticai di tutto persino di Tate, solo per un secondo ero in pace e pensai che si dovessero sentire così gli angeli.
Ma poi il silenzio e la pace furono turbati dal bussare alla porta di mia madre
 
< posso entrare ? > < avanti >, si presentò in camera con un vassoio stracolmo di cose da mangiare e da bere, alcune delle quali non avevo mai visto in vita mia .
< ti ho portato qualcosa da mangiare >   < beh si, forse ho esagerato un po’ , ma il dottore ha detto che devi assumere il doppio degli zuccheri e che non devi affaticarti troppo > < mamma, non sono svenuta perché ero affaticata, sono svenuta perché il mio migliore amico, l’unico che io sia mai riuscita a farmi da quando ho iniziato ad andare a scuola, ha il cancro> lei sospirò alzando leggermente le spalle < sai cara, non tutti i mali vengono per nuocere e poi puoi parlarne con me e tuo padre, il cerchio della fiducia serve per questo> , mi alzai dal letto presi la prima borsa che mi capitò davanti, la riempì di libri e una coperta e uscì di fretta dalla stanza, prima che qualcun altro mi dicesse di confidarmi in quel fottuto cerchio della fiducia.

Quando arrivai in strada sembrava che tutto fosse più tranquillo ma probabilmente ero io che non mi accorgevo di nulla visto che la mia mente era presa da tutt’altro; non mi accorsi che camminando ero arrivata fino all’ospedale e quindi decisi democraticamente di entrare.

< Violet ! > l’infermiera di Tate, Rosmary , mi sorprese alle spalle e quando mi girai la vidi avvicinarsi a me con un passo frettoloso, < non puoi stare qui Violet > < che cosa ? > Rosmary iniziò a giocherellare nervosamente con le dita e le sua mani iniziarono palesemente a sudare, < la madre di Tate ha detto che non puoi vederlo > < spero vivamente che tu stia scherzando. > < mi dispiace tesoro, non posso farci nulla, già averti fatto avvicinare così tanto potrebbe farmi mettere nei guai > presi un respiro profondo per non perdere le staffe < non voglio metterti nei guai Rosmary , mi stai simpatica e non me lo perdonerei, ma io e Tate siamo amici , e lui ha il cancro, e non sta bene, non posso lasciarlo lì da solo > gli occhi dell’infermiera si riempirono di compassione e pensai di essere riuscita ad arrivare al mio obbiettivo < mi dispiace Violet, anche Tate, quando gliel’ho detto, ha dato di matto, si vede che ci tiene a te, ma sua madre è stata categorica > < allora ascoltami, lui ha un telefono, digli di tenerlo sempre vicino a se > Rosmary fece di sì con la testa per circa quindici volte di fila, si girò e se ne andò facendo finta di nulla.
Quella sera andai nel parco dove io e Tate andammo a parlare le prime volte, presi il telefono dalla tasca e lo chiamai, aspettai che facesse tre squilli e al quarto sentì la sua voce e tutto andò meglio.

< ciao > < ciao Tate > < pensavo che non avresti più chiamato > < scusa se ci ho messo tanto, avevo bisogno di un po’ di tempo per capire che cosa dirti > < adesso lo sai ? > < credo di si > < spara > < vorrei solo sapere come stai, cosa dicono i medici,  guarirai oppure ti dovrei portare dietro questa cosa per tutta la vita ? > lo sentì bisbigliare qualcosa come se stesse ripetendo le mie parole < che cosa hai detto ? > < no nulla, stavo riflettendo su quello che hai appena detto > non riuscivo a rispondere e questo Tate lo capì perché continuò a parlare solo lui , < i medici hanno detto che il cancro è troppo esteso, già da quando ci siamo conosciuto stavo prendendo delle medicine, ma non erano molto forti ecco perché l’effetto praticamente non si notava, ero solo un po’ più pallido e magro del solito. Due settimane fa mi hanno aumentato le dosi ma avevano detto che era la prassi e comunque sarei dovuto rimanere tranquillo e condurre una vita normale, loro dicevano che avevo un “ cancro fantasma” c’era e dovevo curarlo ma non mi avrebbe dato altri problemi; poi mi sono sentito male e quando mi hanno portato in ospedale quella mattina, dalla TAC è venuto fuori che il cancro era aumentato drasticamente di volume e in queste situazioni non c’è molto da fare > avevo capito quello che mi aveva detto non ero idiota, ma non volevo accettarlo, era successo tutto troppo velocemente, non avevo avuto il  tempo di fare nulla e lui non ne aveva avuto per vivere e questa era un’ingiustizia bella a buona .
< violet ci sei ancora ? > mi ripresi un attimo dai miei pensieri < s-si, eccomi. > < potrai mai perdonarmi ? > < non ho tempo per comportarmi da ragazzina arrabbiata e permalosa > < ti ringrazio >.

Passammo tutta la notte a parlare e come sorse il sole ci salutammo.

Quando rientrai a casa l’ira dei miei genitori sfociò in punizioni e faccende da sbrigare in casa, ma per me le loro voci erano lontane, adesso avevo qualcosa di più importante a cui pensare.

Quella sera mi camuffai, mettendomi una felpa decisamente troppo larga un paio di pantaloni in pessimo stato e un cappello di una qualche partita di football a cui era andato mio padre.

Mi  feci lasciare da un taxi davanti l’ospedale, poi mi diressi sul retro e lentamente riuscì a salire dalle scale anti incendio, dovevo cercare di non fare rumore  e sperare che Tate non stesse dormendo, come arrivai davanti la finestra della sua camera, stavo per bussare quando vidi sua madre entrare nella stanza, mi abbassai sperando che non mi avesse vista, ma poi iniziarono a parlare e mi tranquillizzai.
< che cosa hanno detto i dottori ? > < mamma, perché fai sempre la stessa domanda ? non ho parlato cno nessun dottore nei cinque minuti che sei stata fuori dalla stanza > < lo so questo, voglio solo che tu mi ripeta quello che hanno detto > < perché vuoi che io ti faccia questo ? > < tu fallo e basta > Tate sospirò < hanno detto che , data la gravità della situazione posso anche scegliere di non fare la chemio e che non mi restano più di quattro mesi >; Tate e la madre continuarono a parlare, ma ormai non prestavo più attenzione, mi ero soffermata a pensare a quello che aveva detto, quattro mesi, solo quattro mesi di vita e poi sarebbe tutto finito come se tutto non fosse mai successo, eravamo solo io e lui e quando lui non ci sarebbe stato più tutto quello che avevamo pensato l’avrei saputo solo io e non avrei avuto nessun’altro con cui parlarne, aveva solo quattro mesi.

Aspettai pazientemente che la madre se ne andasse, sbirciai se ci fosse ancora qualcuno, bussai debolmente alla finestra , lui girò e venne ad aprire.

Quando si affacciò io balzai in piedi e lo abbracciai , < ehi ! > < oh! Violet, che bello che sei venuta, come mai non ha usato la porta ? > < allora hai qualche novità ? > lui alzò gli occhi al cielo facendo finta di starci pensando < mmmmh … no, non mi sembra e tu ? > in quel momento capì che non era sua intenzione parlarmi del tempo che gli rimaneva, magari aveva paura che l’avrei trattato in modo diverso, quindi feci finta di non sapere nulla e decisi di farlo stare bene per il tempo che gli sarebbe rimasto.
  
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