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Autore: EllY_cup    02/08/2014    1 recensioni
Età rinascimentale in Olanda.
Quella primavera tutto il regno splendeva, dalle praterie in fiore agli affari economici. Sophia d'Orange non era la classica principessa che ci si aspetta di conoscere e lo capirà bene Thomas, secondogenito del sovrano di Francia, costretto a fare visita alla corte per correggere la sua cattiva condotta.
I due si erano già conosciuti, ma un incidente li aveva fatti dividere. Si ricorderanno?
E i loro cuori? Sophie capirà di chi deve essere veramente innamorata?
Amori, chiacchiere e balli a corte vi attendono.
*Questa storia non è basata su fatti realmente accaduti*
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Rinascimento, Periodo Tudor/Inghilterra
Capitoli:
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Salve fiorellini  belli, sono tornata all'attacco!
Non saprei proprio come scusare il mio enorme ritardo, posso solo dire in mia difesa che amo stare in vacaza (come la maggior parte di voi no?).
Facciamo un mini riassunto del capitolo precedente: la nostra protagonista ha finalmente confessato i suoi sentimenti e per tutta risposta riceve un bacio dal nostro caro Aaron (non mi da la "A" con l'umlaut). Ma sorge un problema, la guerra, a cui il nostro capo delle guardie deve partecipare, come passeranno allora i due innamorati il loro ultimo giorno insieme?
Ho tentato di farmi perdonare allungando il più possibile il capitolo e vi avverto già che il prossimo non arriverà presto per colpa di impegni che ho preso.
Volevo ringraziare come sempre chi mi segue e recensisce, o che legge e basta la mia storia, lo apprezzo molto e questo mi fa andare avanti.
Ringrazio inoltre la mia Faiah che mi sopporta e mi consiglia (molto probabilmente è anche ignara di questa sua mini apparizione).
Che aggiungere? Buona lettura cari miei.
Un bacio, 
EllY**


 
SETTE
 
Quel giorno il sole splendeva più del solito, ma Sophie non sembrò curarsene molto, infatti ci mise più del solito a preparasi. Non volle nessun aiuto e cacciò le dame, voleva stare sola.
Era immobile davanti allo specchio da molto tempo, osservava i suoi capelli lunghi, ramati e lisci caderle delicatamente su una spalla, ma in realtà non li vedeva, era persa nei suoi pensieri. Il primo ed il più importante era di certo Aäron. Dopo tutte le dichiarazioni della sera prima ne era uscita innamorata, ma anche frastornata. Le sembrava di aver finalmente preso fra le mani qualcosa di importante, ma in pochi attimi diventava aria e non poteva più trattenerla nella sua presa. Aäron poteva essere suo, ma l’indomani sarebbe partito, con il padre, per una guerra.
Come poteva farcela? Se l’avesse perso..no. Non voleva pensarci e poi lei era Sophie D’Orange, una principessa forte, capace di combattere (letteralmente).
Finalmente si vide allo specchio e trovò una giovane donna, una futura regina, capace di tutto. Lei ce l’avrebbe fatta a superare tutto.
Doveva.
Cominciò a pettinarsi i capelli, delicatamente e molto lentamente. Si prese le ciocche che le coprivano spesso il viso e se le tirò indietro, come aveva imparato a fare, poi prese la sua corona e la mise, incastrandola bene, in modo che non le avrebbe dato problemi durante la giornata.
Qualcuno bussò alla porta mentre tirava le tende pesanti per far entrare meglio il sole nella stanza.
“Avanti..”
Con sua grande sorpresa, avvolta in un vestito bordeaux molto elegante, entrò sua madre ordinando alle sue dame di rimanere fuori dalla stanza.
“Buongiorno Sophie cara..” disse appena la porta fu chiusa dietro di lei.
“Buongiorno madre” rispose la principessa rimanendo accanto alla finestra.
Era dal giorno della sfuriata della regina che madre e figlia non parlavano o si rivolgevano sguardi. Vederla lì davanti a lei dopo il silenzio che c’era stato fra loro le fece pensare che sua madre ci teneva a lei e le voleva molto più bene di quel che dava a vedere.
“Siediti che ti sistemo la corona è un po’ storta” disse rivolgendole un sorriso caldo, da madre.
Sophie obbedì e tornò davanti a quello specchio, vedendo il riflesso - confuso per colpa della macchie- della madre. Sembrava che dal suo volto andasse tutto bene, ma la principessa vide le macchie sotto i suoi occhi blu, la donna era stanca e molto turbata. Forse è così che agiscono le regine, pensò Sophie, indossano una maschera, per la corte e per il popolo.
“Ho sentito che non hai voluto farti aiutare dalla dame, quindi ho pensato di farlo io” disse la madre dolcemente, senza un filo di rimprovero nel tono.
“Un pensiero dolce da parte vostra madre..” rispose la figlia giocherellando con la corona.
“Cosa ti turba cara?” chiese improvvisamente la regina.
Sophie la guardò attraverso lo specchio, a lungo. Poi si decise di raccontarle tutto, tralasciando i suoi sentimenti per Aäron, lei era sua madre, avrebbe capito.
“La guerra..”
“Immaginavo che Aäron te l’avesse detto” rispose in tono duro.
“Perché prendere questa decisione? Per aver saccheggiato delle navi li punite con la guerra? Punite tutti noi?” chiese Sophie tenendo lo sguardo sulla corona, sullo stemma di famiglia che splendeva al centro di essa, mentre le mani della madre si fermarono nell’intrecciare i suoi capelli per trovare una risposta adeguata.
“Sono domande molto sagge Sophie, ma devi sapere che ci sono altri motivi, motivi più oscuri macchiati di sangue che hanno portato a questa decisione, abbiamo passato molte ore a pensare se fosse la scelta giusta, ma cara la guerra non lo è mai. L’uomo è assetato di sangue e vendetta e questo dovrai sempre ricordartelo”
Rimasero in silenzio entrambe, Sophie pensò alle parole della madre che le rimasero ben incise nella mente e ricordarle le faceva venire i brividi, “assetato” era così crudele come verbo che non riusciva a capire perché la madre l’avesse usato, ma capì che come futura regina lo avrebbe sicuramente scoperto.
“Madre ho meditato molto su quello che sto per dirvi e vorrei che prendeste la mia idea in considerazione e la esaminaste a dovere”
“Ebbene sentiamo questa idea, cara”
“Ora che molti uomini partono per la guerra e io non sono più una bambina, mi chiedevo se potessi far parte del consiglio” la regina le infilò la corona nell’elaborata acconciatura che le raccoglieva i capelli lasciando qualche ciuffo libero e la guardò attraverso lo specchio.
“Principessa mia, credo che sia una splendida idea, mi servirà un carattere forte come il tuo per contrastare quei conti pavoni che mi ostacoleranno..”
Sophie sorrise per la prima volta in quella giornata, aveva un compito, aveva un incarico importante.
“Non vi deluderò madre”
“Ne sono certa” la regina le baciò la testa e se ne andò raccomandandole di passare nelle cucine per mangiare qualcosa, dato che aveva saltato la colazione.
 
Il rumore dei tacchi di Sophie rimbombava per il corridoio mentre si dirigeva alla biblioteca. Era veramente una bellissima giornata, pensò guardando attraverso le tende pesanti, le piaceva il modo in cui il calore oltrepassava le finestre e le solleticava il viso.
La chiacchierata con la madre, avvenuta quella mattina, l’aveva rallegrata e ora poteva godersi quella giornata che pensava essere destinata alla tristezza e la malinconia.
Girò l’ennesimo angolo del castello e andò addosso ad un uomo, con molta eleganza ovviamente, ma questi sembrò non averne molta.
“Perdonatemi”
“Le mie scuse Madame” dissero in coro.
La principessa alzò lo sguardo e con sua grande sorpresa e piacere incontrò quel magnifico verde di cui ormai era innamorata. Il suo battito cominciò ad accelerare procurandole un leggero colorito di imbarazzo sulle sue guance.
Intanto il volto di Aäron si era illuminato in un magnifico ed ampio sorriso.
“Sophie scusa la mia fretta, ti ho fatto male?” chiese con un filo di preoccupazione.
“No sto bene grazie, ma dove stavi andando per essere così maldestro?” chiese la ragazza sorridendo.
“In realtà stavo venendo da te” rispose l’amico sfiorando la mano di Sophie con un dito.
“Per quale ragione?” chiese lei, i loro sguardi si incontrarono e solo in quel momento lei ricordò che Aäron sarebbe partito la mattina seguente, che non l’avrebbe più visto per parecchio tempo e forse mai più.
“Sophie ti fidi di me?” domandò lui, Sophie accolse le parole di Aäron come una risposta alla sua curiosità precedente ed annuì. Lui con discrezione e senza farsi notare da nessuno le accarezzò il viso, non sarebbe stato conveniente che il loro amore fosse motivo di chiacchiere a corte.
“Allora seguimi ” rispose lui allontanandosi da Sophie e cominciando a camminare nel verso opposto alla biblioteca. Ella lo seguì curiosa e agitata al tempo stesso, Aäron in qualche modo riusciva sempre a stupirla. Proseguirono fino ad arrivare davanti alla Sala del trono.
“Ricorda che ti fidi di me, solo questo” disse prima di entrare nella stanza, senza dare il tempo a Sophie di replicare.
Il trono del padre era vuoto, egli si trovava in centro alla stanza a dialogare con Robert, suo zio. Il trono alla sinistra di quello del re era invece occupato dalla madre, circondata dalle dame a cui stava dettando ordini. Tutti si voltarono all’arrivo dei due giovani e Sophie cominciò ad essere avvolta da una nube di ansia, ma le parole di Aäron le ritornarono alla mente ed ella si calmò leggermente.
“Miei sovrani, chiedo gentilmente la vostra attenzione per una veloce domanda” disse Aäron dopo un inchino.
“Aäron, ragazzo mio, tutto quello che vuoi” esclamò il re avvicinandosi con un enorme sorriso in volto. La regina li raggiunse,  affiancando il sovrano, con un caloroso sorriso in volto.
“Volevo chiedervi maestà se mi era possibile scortare la principessa Sophie insieme a me in una cavalcata fino alla scogliera” disse Aäron assumendo un tono sicuro. Il re sembrò non rifletterci nemmeno “Certo ragazzo, ma non far stancare troppo il cavallo, che domani mattina deve essere pronto. A parte questo, Rose tu cosa dici?”
Gli occhi della regina passarono dal capo delle guardie alla figlia sospettosi, poi raggiunsero quelli nocciola del sovrano. “Dico che dovrebbero portarsi via un cesto con dei viveri dato che manca poco all’ora di pranzo, così passerete più tempo insieme, non è facile separasi da quello che nostra figlia considera un fratello” concluse Rose appoggiando una mando alla spalla del re.
“Concordo” disse l’uomo, poi si avvicinò alla figlia “Questa sera ci saranno dei festeggiamenti, e vorrei danzare con te Sophie, prima di partire”
“Ne sarò onorata padre” rispose la ragazza, ancora sorpresa da tutto quello che le stava per accadere.
“Ora andate e divertitevi, ah Aäron tornate prima del tramonto”
“Senza dubbio Sire” rispose il ragazzo.
 
Il vento fresco riempiva i polmoni di Sophie, mentre il mantello blu si liberava dietro di lei al galoppo. Achille stava dando il meglio di se, recuperando i giorni persi correndo veloce fra il verde vivace che dominava il paesaggio. L’odore dei fiori e della primavera annebbiarono l’olfatto della ragazza, rendendola ancora più felice e assetata di velocità senza avere paura di cadere, si fidava di Achille ed entrambi amavano spingersi fino al limite.
Quando cominciò a sentire il rumore del mare la principessa rallentò, per aspettare Aäron che poco prima le aveva lasciato il permesso di sfogarsi. Ella si fermò in mezzo ad un campo fiorito e si voltò respirando rumorosamente insieme al suo destriero, scorse non molto distante da lei Aäron che quando la raggiunse sorrise.
“Mi dimentico sempre di quanto vi piaccia la velocità!” esclamò il ragazzo prima di prendere un bel respiro. La ragazza scoppiò in una fragorosa risata, era così felice che avrebbe urlato, Aäron ne rimase sorpreso e sorrise dolcemente come se non avesse visto nulla di più bello.
“Dimentico anche quanto tu sia bella quando ridi” disse.
A Sophie le si scaldò il cuore e sorrise imbarazzata “Hai l’onore di passare del tempo con Il sorriso del Regno, non devi scordare neanche questo” rispose facendo ridere il ragazzo.
Ripresero la loro cavalcata, ma questa volta la principessa volle seguire il galoppo del cavallo di Aäron infastidendo Achille, ma ella non se ne curò.
Quando arrivarono alla scogliera il vento soffiava forte muovendo la folta chioma di Achille e i mantelli dei due ragazzi. “Sophie desidero portarti in un posto” affermò Aäron
“Dove?”
“Vedrai..” Il velo di mistero che avvolgeva il ragazzo stava facendo provare emozioni a Sophie che nemmeno lei era in grado di comprendere, sapeva solo che le piaceva.
Seguì quindi il capo delle guardie e si inoltrarono nel bosco fino ad arrivare in un luogo che la principessa non aveva mai visto. Una piccola cascata che sembrava arrivare dal verde, creava un piccolo lago di un turchese acceso di cui la ragazza si innamorò perdutamente. Sophie scese velocemente da Achille ed andò al limite dell’acqua, ne seguì il corso con gli occhi e trovò un piccolo torrente che proseguiva il cammino, per cui non si poteva definire “laghetto”.
“Prosegue fino alla scogliera e dopo cade formando una rumorosa cascata..” la informò Aäron sistemando una coperta a terra e poggiandoci sopra il cesto con il pranzo.
Sophie si occupò, come suo solito fare, dei cavalli, mollando le selle e legandoli a un albero lasciandoli pascolare. Raggiunse il ragazzo che, come suo solito fare, si era sdraiato sul telo con le braccia dietro la testa, appena Sophie si sedette però egli le fu subito accanto.
“Non riesco ancora a credere che mia madre abbia acconsentito a tutto questo” disse la principessa lasciandosi prendere la mano da Aäron il quale cominciò intrecciare le sue dita con quelle di lei.
“Io ancora non credo alle parole di ieri sera, a come siamo qui ora ed io riesca a parlarti liberamente di quello che provo per te e come questo comunque non ci abbia cambiati molto, per ora” disse lui fissando il proprio sguardo negli occhi nocciola di Sophie che diventarono umidi.
“Sei più bravo di me con le parole e lo sai” disse la principessa maledicendosi per le lacrime che avevano minacciato di uscire.
“ Mia forte e coraggiosa Sophie, un momento, posso considerarti mia?” chiese Aäron accarezzandole il viso e spostandole una ciocca dalla fronte.
“Puoi considerarmi ciò che vuoi, ma soprattutto che sono tua  e voglio che tu te ne ricorda molto bene mentre sarai via” disse lei baciando il palmo del ragazzo.
“Penserò a te in ogni momento, per ricordarmi di non mollare ed essere forte, per noi
Sophie si avvicinò di più al suo Aäron, non era sicura di quello che stava per fare e la cosa la imbarazzava un po’, ma appena il ragazzo capì il suo intento e le sorrise tutti i dubbi sparirono. Lo baciò, il profumo di pulito e di primavera le offuscò i pensieri, non riuscì a ragionare e diede al libero sfogo i propri sentimenti, e la passione che cominciò a nascere.
Con tutta la delicatezza possibile, senza che le loro labbra si staccassero, Aäron le mise una mano sulla schiena e la fece scivolare sul telo poi si adagiò sopra di lei non pesandole minimamente e continuò a baciarla. Con quel gesto Sophie trovò un minimo di lucidità, era completamente innamorata di Aäron e in un baleno comprese che non ce l’avrebbe fatta a lasciarlo andare via, era suo, ma al tempo stesso no. Un enorme dubbio oscurava il futuro e questo la spaventava.
Doveva trovare delle certezze e Aäron gliele dava, anche in quel momento mielato lui le faceva capire quanto lui tenesse a lei e non l’avrebbe lasciata andare facilmente.
Un semplice e delicato incontro di labbra dolce e romantico diventò un caldo e passionale contatto di lingue, ella infilò una mano nei capelli mossi di Aäron e questi le mise una mano sulla vita facendola arrossire, lui le lasciò una veloce scia di baci sulla mandibola, poi tornò alle labbra che erano diventate più rosse, più carnose.
Un respiro pesante e un odore forte di erba li fece tornare alla realtà, aprirono piano gli occhi e Sophie pensò che non si sarebbe mai abituata ad avere un verde così cristallino ed intenso poco lontano dal suo viso.
Achille si era slegato e aveva cominciato a pascolare affianco ai loro visi accaldati e ancora confusi. Risero entrambi alla vista del cavallo, Aäron si alzò e andò a legarlo stretto ad un altro arbusto, mentre la mente di Sophie viaggiava al galoppo. Realizzò come si erano lasciati trasportare e di come a lei fosse piaciuto, seppur fosse stato più che sbagliato. Una principessa non poteva cedere a queste, non sapeva come definirle, realtà poco caste?. Era sicura che se non fosse arrivato Achille, il ragazzo per quanto cauto e credente avrebbe fatto prevalere la passione e lei, oltre ad averglielo lasciato fare, avrebbe contribuito.
Aäron tornò a sedersi accanto a lei, la guardò con una strana espressione in volto “Sophie voglio che tu sappia che io non farei nulla cha ti possa recare tormenti” disse infine. Ella lo guardò e vide quanto egli fosse serio dicendo quelle parole, non voleva fare nulla che la torturasse in futuro, ma forse non aveva capito che se avessero proseguito lei non sarebbe stata in grado di fermarlo, che lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.
“Sono sicura che non lo farai” rispose lei, il ragazzo le sorrise allungò le mani e le slegò il mantello appoggiandolo affianco al suo.
“Pranziamo?” chiese poi Sophie sorridendo.
 
  
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