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Autore: tristansarms    04/08/2014    2 recensioni
In quel momento c'eravamo soltanto io e lui, insieme, uniti in una esplosione chimica.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tristan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto ascoltando canzoni tristi da giorni ormai, non esco più dalla camera di casa mia. Il nostro manager, Joe, sta per lasciarci data la nostra lite enorme, non posso fermare più nulla ormai. Si vede che doveva andare in questo modo, da band e amici inseparabili siamo arrivati a dimenticarci reciprocamente.

- Brad, la cena è pronta, ti muovi ad uscire da quella camera?

Ancora non lo capisce, strano, di solito una madre capisce i propri figli, forse ho dei genitori troppo all'antica, appena misi su YouTube la mia prima cover si lamentarono, dicono che è pericoloso. Sogno da quando ho due anni di diventare cantante, non pensavo che sarei arrivato fino a questo punto, non posso lasciare che tutto vada in rovina.
Mi vesto velocemente, prendo le chiavi ed esco senza avvisare, ho bisogno di tranquillità.
Il vento soffia nei miei capelli, come se qualcuno mi accarezzasse delicatamente, è piacevole come sensazione. L’unica cosa è che non so dove andare, dove nascondermi, dove scappare. Potrei andare da Tri.. potrei fare una semplice passeggiata. A quest’ora non c’è molta gente in giro, potrei stare tranquillo finalmente. Cammino pian piano, osservando ogni singola casa e ogni singola persona che vive la sua vita.
Qua non c’è mai sole, ma quelle poche volte che c’è, guardare il tramonto è meraviglioso, come se ti dicesse che andrà tutto bene, che tutta l’energia negativa diventerà positiva.
Non sono tipo da passeggiata, per niente, ma ne ho bisogno. Devo anche provare cose nuove, se un giorno diventeremo veramente famosi, voglio prima aver provato qualsiasi cosa che non potrò fare con tranquillità in avanti.
Spero di non incontrare nessuno, voglio stare tranquillo, quindi credo che andrò a sedermi su una panchina a guardare il cielo, cosa che amo fare.
Le stelle sono molte, però non le vedo brillare come sempre, forse rispecchiano la mia vita, quando qualcosa va male succede sempre così.
Il cielo si fa sempre più scuro, il sole ormai è sparito, non so se tornare a casa o restare qui seduto.
Osservare la gente è bellissimo, forse dovrei ascoltare un po’ di musica, potrebbe rilassarmi di più.

- Brad? Che ci fai qui? - mi dice una voce familiare nell’orecchio.
- Tris? Che ci fai tu qui, semmai.
- Te ne devi andare, non è un posto sicuro, dopo l’altra notte è meglio che tu te ne vada, fallo per me.
- Perché? Cosa sta succedendo? Non capisco!
- Non c’è tempo di spiegare, vediamoci dopo alla tavola calda, io sarò lì ad aspettarti.

Siamo sicuri che io stia bene? Tris mi ha parlato, ma soprattutto senza rispondermi male. Starò di sicuro impazzendo, meglio che torni a casa, si è già fatto buio e non ho voglia di questo casino, credo che farò la scorciatoia per il bosco dietro la scuola qui vicino, non è una buona idea ma sempre meglio di niente.
Incomincia a formarsi della nebbia, non riesco a vedere molto, oltre a qualche ramo qui e lì. Devo andarci sul serio alla tavola calda? Sembrava sincero, non saprei.
 
- Così impari a tenerti quella tua amichetta tanto stretta, stronzo - urla qualcuno nelle vicinanze. All’improvviso vedo qualcuno pieno di sangue a terra, l’avranno di sicuro picchiato, mi avvicino, per capire come sta.

- Tutto bene? Ti hanno fatto male? - poi mi accorgo che era Tris, non era sveglio, è svenuto, fatica a respirare.

Non capisco più nulla, non so cosa fare, se chiamare aiuto nel mezzo di un bosco, se restare zitto e andarmene. No, non posso fare questo a Tris, cavoli svegliati Brad, è Tristan, non è una persona qualsiasi.
Lo prendo in braccio, correndo verso casa sua, sua madre è un’infermiera, saprà di sicuro cosa fare.
Non pesa molto, è davvero leggero, ma il sangue sulla sua faccia è impressionante, spero non sia nulla di grave, non potrei sopportare tutto questo.

- Signora Evans, mi apri, MI APRI!
- Brad, che succede a quest’ora? - chiese, per poi interrompersi e rimanere immobile davanti a suo figlio, conciato in quel modo - che è successo a Tris?
- Ero a fare una passeggiata, mi sono seduto, per poi tornare a casa, ho sentito qualcuno urlare e poi..
- Portalo dentro, subito, appoggialo sul tavolo, dobbiamo medicare le ferite, tu intanto siediti sul divano se vuoi.
- No signora, non si preoccupi, posso stare pure qui - dico con gli occhi lucidi, chi gli ha potuto fare una cosa del genere, non riesco a capire.
- Vai nel bagno di sopra, nell’armadietto ci dovrebbe essere del cotone e dell’alcol, poi prendi anche la garza.

Corro subito sulle scale, prendo tutto l’occorrente per poi fermarmi davanti a una lettera, con scritto sopra “Scusa”, non vorrei farmi gli affari della sua famiglia, ma credo proprio sia la sua scrittura.
Non c’è tempo, la metto in tasca tutta piegata, corro giù e do l’occorrente alla signora Evans, che prende velocemente cotone ed alcol, per medicare le ferite sul viso e sul petto. Ha una pelle molto delicata, come le ossa, mi meraviglio che non si sia rotto nulla.
Prendo la garza, gliela porgo e la applica sul ginocchio, dove ha una ferita abbastanza visibile, sarà per quello.

- È tutto a posto? - chiedo io.
- Sì Brad, non preoccuparti, non era nulla di che, non è la prima volta che succede.
- Non è la prima volta che succede? Cosa vuole dire?
- Se non ti dispiace, io ora vado a dormire, in sala c’è il solito divano, in caso ti voglia sdraiare e riposare, non preoccuparti per lui.

Ho bisogno di risposte, cosa significa che non è la prima volta? Hanno già picchiato Tris? Ma per cosa? Non capisco, potrebbe essere qualcosa di grave, non posso stare calmo.
Prendo in mano la lettera, la apro e incomincio a leggerla.

“Non so perché sto scrivendo tutto questo, probabilmente non avrò mai il coraggio di consegnartela di persona, ma spero che tu un giorno la legga.
In questi mesi sono successe tante di quelle cose, cose che non avrei mai pensato di fare, cose che avrei preferito non sapere. Ma non è importante questo, parliamo di noi due. Scusa per ogni singola parola, ogni singola cazzata che io abbia fatto, lo facevo per convincere me stesso, convincermi che non eri importante per me. Lo sei, davvero tanto, però non si tratta solo di un affetto da amico, intendo qualcosa di più, più che amico. Già, immagino che tu ci sia arrivato. Quando lo saprai, voglio che tu faccia una cosa. Qualsiasi sia la situazione, devi venirmi ad abbracciare. Voglio un tuo abbraccio, uno di quelli stretti di cui non vuoi liberarti, quando ti senti al sicuro tra le braccia di qualcuno, significa che i tuoi sentimenti sono qualcosa di veramente forte. Io quelle sensazioni le sento con te, ogni singola volta che ti vedevo, andavo in confusione. I tuoi ricci, le tue labbra e i tuoi occhi, tutte cose che amo di te, motivo in più per respingerti. Tutto questo non è giusto, non è detto che tu ricambierai o semplicemente accetterai, magari mi riempirai di botte, ma ti prego non farlo. In questi mesi, per dimenticarti, cercavo di farmela con Daniel, quel ragazzo che stava sempre con me. Però non era lo stesso, non eri tu, perché sei tu quello che io voglio. Non dimenticarti di me, io non l’ho mai fatto e mai lo farò, grazie per essere un’importante parte della mia vita”

   
 
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