- Dove cavolo
sei stata? - la
voce furiosa di Rose mi bloccò proprio mentre mettevo un
piede dentro casa. Cercai
di non assumere un’aria colpevole e risposi in modo vago -
Oh, ciao Rose, che
ci fai qui? Sono stata in giro. Dovevo fare... shopping!
Lei sollevò un sopracciglio e storse la
bocca. Naturalmente non mi
credeva - Ah davvero? E dove sarebbero, di grazia, tutti i tuoi
acquisti? - esclamò
con pesante sarcasmo, guardando le mie mani vuote. Feci spallucce - Non
ho
trovato niente che mi piacesse. Vado in... - ma prima che potessi
muovere anche
solo un passo, lei si era piantata di fronte a
me - Eh no, signorina! Ti aspettiamo da venti minuti e non
è la prima
volta che ci dai buca!
- E quindi?
- E quindi adesso datti una sistemata e vieni con
me. Abbiamo
appuntamento con tutte per l’abito di Vic e per i nostri!
Muoviti! - sbottò con
un tono che non ammetteva repliche. Biascicai una risposta poco
convinta e mi barricai
in camera mia.
Sospirando, mi avvicinai all'armadio e ne estrassi
un paio di jeans e una
maglietta puliti. Nonostante fosse il mese di Luglio, quella settimana
non
aveva fatto altro che piovere. Eppure, nonostante le intemperie, ogni
pomeriggio ero fuori casa a sbrigare qualche commissione.
Il 4 Agosto Teddy e Victoire si sarebbero sposati
ed io e alcune mie
cugine, compresa Rose, eravamo state scelte come damigelle. Rose
splendeva
dalla felicità e ovviamente aveva colto
l’occasione per iniziare ad impartire
ordini a destra e a manca. Era vagamente insopportabile, ma tutte noi
altre
damigelle cercavamo di assecondarla, per quanto possibile, per evitare
che
Victoire - spesso impegnata col lavoro - desse in escandescenze.
Non che la storia delle damigelle mi andasse a
genio, chiaro.
Tanto per cominciare avrei dovuto passeggiare con aria eterea davanti a tutti gli ospiti,
in più sarei stata
costretta ad indossare un abito elegante. Un altro. L’ultima
volta era stata un
vero disastro. Cioè, quasi.
Lysander.
Entrai cupamente in bagno, mentre il suo viso si
insinuava nella mia
mente. Non volevo pensarci, non volevo starci male. Non più.
Avevo accolto gli esami e la fine della scuola con
un sollievo quasi
palpabile. Non sarei stata costretta a vederlo ed ero sicura che una
volta a
casa sarei riuscita a distrarmi, a dimenticarlo. Che illusa.
Scossi la testa vigorosamente. Non volevo
deprimermi, non ancora. Era
passato del tempo; era ridicolo.
Mi intrecciai i capelli ed indossai un paio di scarpe da tennis a caso.
A quel
punto mi stampai un sorriso sul volto e raggiunsi Rose in salotto -
Sono pronta
e ci ho messo pochissimo! - annunciai e lei sorrise, tenendomi un
braccio -
Perfetto, andiamo!
La guardai interrogativa - Eh?
Lei scosse la testa e indicò prima se
stessa e poi me - Lily ti porto con
me, facciamo prima con la Materializzazione Congiunta...
Raggelai e istintivamente feci un passo indietro -
Preferirei di no, non
mi piace molto - mi voltai verso la porta, mentre il cuore cominciava a
battere
dolorosamente - voglio dire, casa della nonna è vicina! Una
passeggiata, abitiamo
alla fine della strada in fondo... - blaterai nervosamente. Rose mi guardò come se
fossi impazzita, ma mi seguì
fuori senza ribattere. Mi sentii ancora più ridicola.
Sapevo che era stupido e infantile, ma cercavo di
evitare ogni cosa che
potesse ricordarmelo. E la Materializzazione Congiunta era qualcosa che
mi
faceva pensare fin troppo a Lysander e alla nostra fuga per il mio
compleanno.
Stonehenge e la spiaggia in Cornovaglia, le sue braccia che mi
stringevano...
Non essere stupida. Non
pensarci.
Con questo mantra continuai ad ascoltare le
chiacchiere di Rose, cercando
di concentrarmi e di partecipare attivamente alle sue domande e
considerazioni.
Se non altro perché temevo che la mia passività
mi portasse a dover indossare
qualcosa di rosa ed estremamente vaporoso...
Come da me predetto, in pochi minuti raggiungemmo
la Tana, dove ci
aspettavano la nonna, Dominique, Victoire e zia Fleur. Tutte e cinque
ci
spostammo a Diagon Alley con l’aiuto della Polvere Volante,
che probabilmente
sporcava di più, ma almeno non risvegliava in me tristi
ricordi.
Forse a causa del mal tempo, Diagon Alley non era
molto popolata.
Occhieggiai con desiderio i Tiri Vispi Weasley,
ma bastò un’occhiata assassina di Victoire a
dissuadermi dal fare qualsiasi
proposta che non comprendesse le parole nozze,
abiti, scarpe e sposa. Ci addentrammo tra le stradine
acciottolate e
bagnate, fino a raggiungere uno dei più recenti e rinomati
negozi di abiti da
sposa per maghi.
Il
nome della boutique, Wedding Witch,
scritto a caratteri
cubitali in calligrafia corsiva, troneggiava sopra la porta
d’ingresso bianca.
Quando entrammo sentii un campanello tintinnare e dovetti sbattere le
palpebre
un paio di volte. Ogni superficie era riflettente, luminosa e tirata a
lucido.
Morbida moquette si stendeva sotto le nostre scarpe umide ed io mi
sentii vagamente
a disagio. Era tutto così bianco. E rosa, anche. E...
elegante.
- Buon pomeriggio! - un’elegante commessa apparve davanti al
nostro campo
visivo - e benvenute presso Wedding Witch! Come posso aiutarvi? -
aggiunse
solerte, studiandoci con attenzione. Era vestita di rosa naturalmente.
- Bon pomeriggio, abiamo una prenotasione
à nome Weasley. - esordì
mia zia, sfoggiando il suo miglior
British English. Mi lasciai sfuggire un sorrisetto, ma cercai di
nasconderlo
alle altre.
Il sorriso accennato della commessa si
allargò - Oooh, ma certo mi
ricordo! Prego, vi stavamo aspettando! Ecco la sposa naturalmente, che
splendore di ragazza. Sì, accomodatevi. Qui la sposa, qui le
accompagnatrici -
ci indicò un salottino circondato da specchi. Mi sedetti
accanto a Rose, che si
guardava intorno con aria trasognata. La commessa ci offrì
da bere, poi iniziò
a chiacchierare con Vic e la zia, elogiando la loro abilità
nell’aver scelto
uno dei più begli abiti dell’intero atelier.
Proprio mentre la commessa e Victoire si
allontanavano per andare ad
indossare il famoso vestito, Roxanne, Molly e Lucy entrarono in
negozio. Anche
loro sembravano intimidite da tutto quello sfarzo e la cosa, in un
certo senso,
mi rincuorò; con un po’ di fortuna anche loro si
sarebbero opposte ad un eventuale
abito rosa.
- Che ne pensate? - Victoire uscì con
sicurezza dal camerino e restammo a
fissarla senza parole. L’abito era davvero incantevole, anche
per me che non ci
capivo nulla di roba elegante. Aveva una gonna lunghissima e morbida e
le stava
magnificamente. Mi figurai la faccia di Teddy non appena
l’avesse vista e
sorrisi genuinamente, mentre le altre si sperticavano in complimenti.
La commessa e l’addetta alla sartoria
presero alcuni appunti riguardanti
le misure di Victoire - era dimagrita ancora a quanto pareva, poi,
mentre lei
andava a cambiarsi, zia Fleur e Rose si voltarono verso di me - Lily
vieni qui
- e, senza darmi il tempo di replicare, mi piazzarono al centro del
salotto, lì
dove Victoire era stata fino a due minuti prima. Le guardai allarmata -
Che
cosa state..?
Zia Fleur sorrise tollerante -
Ma Lily,
tu e le altre sarete damijelle! Dobbiamo scegliere un abito anche per
voi
naturalmonte!
- E perché io? - esclamai, guardando le
mie cugine che sorrisero e si
strinsero nelle spalle - eddai Lily, tutte dovremo prendere le misure!
Tu sei
la più adatta a fare un paio di prove, a te sta bene tutto!
Sibilai un insulto poco velato al loro indirizzo,
mentre la commessa si
piazzava davanti a me. Le sentii ridacchiare, ma non ebbi altro tempo
da
perdere. Guardai implorante la donna davanti a me
- Non rosa, la prego! Lei si strinse nelle
spalle e mi fece provare almeno una decina di abiti. Stavo
lì, a fissare il
vuoto con l’aria di una statuina, mentre le donne
più grandi commentavano ogni
cosa. Fastidiosissimo.
- Che strazio! - sbottai sottovoce, uscendo per
l’ennesima volta dal
camerino. Indossavo un elegante abito argenteo che mi faceva sembrare
più
pallida. Ebbi il tempo di piazzarmi davanti a loro, quando vidi entrare
in
negozio un folto gruppo di ragazzi. Li guardai perplessa per alcuni
istanti,
chiedendomi che cosa ci facessero lì, quando sentii la voce
di Victoire - Oh,
finalmente ce l’avete fatta!
- Non volevamo rischiare di trovare te in abito da sposa! -
esclamò Teddy, in
testa al gruppo, con i capelli di una tenue sfumatura turchese. Alle
sue spalle
Al, Hugo, Fred, James, Lorcan e... Lysander.
Oh no. Non lui.
Com’era possibile che ci incontrassimo in
una situazione del genere?
Perché era lì, in quel ridicolo negozio a vedermi
indossare un ridicolo abito
da cerimonia? Anche lui sembrava abbastanza sorpreso di vedermi e,
inevitabilmente, i suoi occhi scivolarono nei miei.
Oh Lysander.
Eravamo a pochi metri di distanza, eppure
così distanti...
Ci ho pensato e ho
capito che è
meglio se ti sto lontano davvero.
Abbassai lo sguardo sulla lunga gonna del mio abito
e mi morsi il labbro
inferiore. Il silenzio scese intorno a noi, tra gli sguardi preoccupati
di chi
sapeva e quelli confusi di chi non capiva cosa stesse succedendo.
Salve!
Ed eccoci qui con un
altro capitolo! ^^ So che è un po’ corto, ma
diciamo che è una "base"
per ciò che avverrà dopo! Forse ho inserito
troppe cose? Spero di no e mi
auguro che vi piaccia comunque!
dany23: Picci,
Lysander è
complessato! Ahahaha! Eh, se ne accorgerà presto che non
è la giusta soluzione!
:) Anche se in fondo in cuor suo ne è consapevole!
piccola_puffola: So
che
li vorresti vedere insieme già da questo capitolo,
però prima devo sistemare
tutta la situazione ! Ad ogni modo spero che il capitolo ti piaccia
comunque! Baci
SaCh_LaPottermaniacaXD: Grazie
mille per i complimenti! Tranquilla presto il sole tornerà a
splendere! Baci
Lily_Luna