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Autore: Julietds    27/08/2014    0 recensioni
[Ispirato a The True Lives of the Fabulous Killjoys, non segue la trama del fumetto]
Il vento soffiava tra gli alberi secchi e contro il terreno, alzando un poco di polvere da quel suolo morto. Un rumore. Il ragazzo mise mano alla sua pistola. Scrutava l'orizzonte in cerca di un qualche segno… niente. Poco dopo si sentì una sgommata provenire dall'autostrada e fu quello il momento in cui finalmente si poté rilassare; sorrise guardando in direzione dell'unica forma di vita lì presente oltre a lui, tolse gli occhiali e si avvicinò.
– Novità?
– Ti davamo per morto, Party Poison.
–…probabilmente anche loro. – rispose il giovane puntando il dito verso le profondità del deserto.

*** 2019, California. I Killjoys sono gli ultimi ribelli rimasti in città che hanno la possibilità di sconfiggere la Better Living Industries, un'organizzazione che assicura a tutti una vita priva di pericoli ma anche di felicità. Gerard, fuorilegge dal passato enigmatico e dal temperamento burrascoso, è particolarmente attaccato a Frank, da cui però è tenuto lontano dal fratello. Riusciranno Party Poison e la sua banda a sconfiggere Korse e i suoi umanoidi e salvare The Girl e il mondo dal loro triste destino?
Genere: Azione, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai passate ore e Gerard stava ancora camminando nel deserto. Non si sentiva più le gambe. Stava per svenire lì, in mezzo a tutta quella sabbia. Cadde in ginocchio, con i palmi delle mani sfregiati poggiati a terra. Aveva sete, avrebbe ucciso per qualche goccia d'acqua ma sfortunatamente aveva già svuotato la sua borraccia e non c'era traccia di nessun punto di ristoro nelle vicinanze.
Il sole era alto nel cielo, probabilmente erano passate sei o sette ore da quando aveva lasciato Frank con una promessa e poche speranze di trovare quello che cercava.
Stava per abbandonarsi alla sua fine disperato quando, scrutando l'orizzonte, intravide qualcuno. Improvvisamente si alzò e prese a corre in quella direzione con gli occhi sgranati ed iniziò ad urlare.
– Hey tu! Heey! Fermati!
Inciampò in se stesso poche centinaia di metri dopo. La figura era ormai scomparsa dalla sua vista e Gerard iniziò a pensare di avere avuto un'allucinazione fino a quando non arrivò a quella che pensava essere una buca; fece qualche passo finché non arrivò sul bordo: in quella “buca” si ergeva un villaggio stracolmo di persone. Il ragazzo non ci pensò due volte e si calò giù per la parete rocciosa atterrando miracolosamente in piedi.
Gli abitanti del villaggio non ci fecero molto caso anche se alcuni lo guardavano un po' storto: Gerard era infatti vestito con tessuti di colori sgargianti mentre in quel luogo il colore più luminoso sembrava essere il grigio.

Si guardò intorno per un tempo che gli sembrò infinito. Chissà che starà facendo Frank. Era scioccato per aver trovato quel villaggio esattamente identico a com'era in sogno, stare impalato in mezzo alla strada non fu però un'idea geniale. Un'anziana signora gli diede una spalla passando.
– Sta' più attento, straniero! – disse con disprezzo; quando però gli occhi della donna incrociarono quelli sorpresi del ragazzo, ebbe quasi un mancamento. Lasciò cadere a terra il sacco che portava tra le braccia e spalancò la bocca. Ora il suo volto era privo di risentimento, sembrava solo stupita.
Si avvicinò a Gerard con cautela e posò una mano sulla sua guancia solo per verificare che non fosse un'allucinazione causata dalla calura e la vecchiaia.
– Mi dispiace signora – Gerard si chinò a raccogliere il sacco. – Lei ha un nonsoché di familiare… la conosco per caso..?
Gerard? – chiese la donna con un filo di voce. Gerard annuì anche se la donna stava parlando a se stessa. Lo circondò con un braccio e, guardandosi intorno, lo portò verso casa sua.

 
***
 

Il soffitto era basso, troppo basso. Le sedie erano strette e Gerard dovette fare una fatica immane a stare seduto su quello sgabellino di pietra cercando di non battere la testa contro il soffitto.
L'anziana signora tornò con una brocca d'acqua e del pane e non appena Gerard li vide si fiondò sul cibo come se non mangiasse da settimane; la vita nel deserto era molto dura così dopo qualche istante a masticare e strafogarsi, iniziò a chiedersi come mai quella signora fosse stata così gentile.
Smise di mangiare di colpo. – Sono avvelenati..? – forse voleva rapinarlo. Non tutte le vecchiette erano carine e gentili e quella pareva una di quelle furbe che volevano solo approfittarsi dello straniero di turno che si era perso.
– Sei cresciuto, Gerard. Dimmi, come sta Mikey?
Il ragazzo rimase di stucco. Quella donna conosceva suo fratello? Probabilmente era un villaggio di ribelli ma..come conosceva i veri nomi dei Killjoys?
Gerard non si fidava. Voleva capire prima chi fosse quella donna e come mai si comportasse come lo conoscesse da tutta una vita.
– Rilassati Gerard. Hai ancora fame? Dev'essere stato un lungo viaggio il tuo, nessuno straniero arriva mai fino a qui… – disse la donna poggiandogli una mano sul polso, ma lui si ritrasse.
– Chi è lei? Io non la conosco anche se lei pensa di conoscermi molto bene.
– Hai sempre avuto un temperamento focoso, l'hai ereditato da tuo padre. Invece Mikey era più simile a me.
A quelle parola Gerard guardò male la donna. Forse non aveva capito bene.
– Però devo ammettere che ti facevo più sveglio. Non ricordi nemmeno il volto di tua madre?

Stette in silenzio, non voleva crederci. Per qualche secondo meditò di andarsene, non riusciva nemmeno a guardarla in faccia. Era immobile, rigido e freddo come si fosse trasformato in pietra. Avrebbe voluto andarsene e di corsa anche, oppure alzarsi e fare una scenata a quella sconosciuta, nel dubbio restò a riflettere silenziosamente. Poi però alzò lo sguardo incrociando quello della donna e scoppiò in lacrime.

Mamma?

– Va tutto bene Gerard, va tutto bene – disse stringendolo fra le sue braccia fragili e minute.
Restò accoccolato addosso all'anziana per qualche istante, sfogando tutte le sue lacrime, parlandogli di Mikey, chiedendogli ogni minima curiosità che da bambino avrebbe voluto chiedere a sua madre.

– Ma se ci volevi così bene… perché ci hai abbandonati? – chiese, domandandosi poi se non fosse stato troppo ingenuo.
– Questa, Gerard, è una storia lunga. Tuo padre…
– ..c-chi è mio padre? – chiese prudente. Forse non avrebbe voluto sentire la risposta. Infondo la conosceva già.
– Tuo padre era il leader di quello che una volta era il gruppo di ribelli più conosciuto, più anticonformista e più sognatore di tutti i tempi.
I Killjoys pensò Gerard tra sé e sé.
– A quei tempi – riprese la donna – La città non era poi un posto così brutto dove vivere. Un uomo chiamato Korse e altri suoi seguaci però, volevano fare di Battery City un posto più controllato; al popolo andava bene, perché no? Ci sarebbero stati cibo, case e più sicurezza per tutti. Ma i Killjoys si misero contro a Korse. Ora vedi, la sicurezza non era una brutta cosa, ma quella che poi fu ribattezzata Better Living Industries era contro l'individualità e, beh, tuo padre era un bel tipetto, come ti ho già raccontato…
Korse gli diede la caccia ovunque, per tutto il deserto. Alla fine decise di limitare la BLI alla città, iniziando a bandire chiunque fosse contro la loro dittatura. Io e tuo padre ci trasferimmo qui, in pieno deserto, e con pochi altri ribelli iniziammo a costruire un accampamento. Erano dieci anni che tuo padre era parte dei Killjoys, quando improvvisamente decise che la sua vita di scorribande era finita. Io me lo sentivo già da un po', non si può mica andare avanti tutta la vita così… con due bambini nati da poco poi, ancora peggio.
Fatto sta che tuo padre se ne andò di punto in bianco e per lungo tempo nessuno lo vide più.
Poi, un giorno, il nostro villaggio fu attaccato da un esercito di draculoidi e fummo costretti a scappare; Korse però, riuscì nel suo intento ovvero recuperare te e Mikey. Voleva sbarazzarsi di voi quell'uomo. Quando vostro padre venne a saperlo andò tutte le furie. I suoi figli non andavano toccati. Ma secondo Korse avreste finito per annebbiargli la mente, deconcentrarlo o meglio, riportargli un po' di sale in zucca e Korse aveva paura. Lo aveva posto a capo della BLI apposta perché era stato a capo di un gruppo di ribelli.
Vostro padre accettò le sue direttive a patto che vi lasciasse andare, e così fece.
Io non vi rividi più. Fondai un nuovo accampamento e solo tempo dopo scoprì la verità. Venne tuo padre in persona, in incognito. Mi raccontò di come vi lasciò ad un ragazzo di un altro gruppo di ribelli – Ray pensò il ragazzo; – e di come immaginava il vostro futuro da Killjoys. Voi avreste fatto quello che aveva fatto al suo tempo il sangue del vostro sangue e lui vi avrebbe sguinzagliato dietro i draculoidi per tenervi occupati; vi avrebbe fatto seguire le direttive di un fantomatico Dj pirata e sarebbe stato accorto a non farvi mai scoprire che era tutto come lui iniziò a pensare che fosse la vita da Killjoy: una farsa.

Gerard tornò nel suo stato di pietrificazione, mentre ascoltava quella donna che diceva di essere sua madre, incredulo.
Suo padre era il capo della BLI.
E il leader dei vecchi Killjoys.
E da diciassette anni ormai, gli sguinzagliava dietro Korse e i suoi draculoidi per farlo correre.

– Pensò di portare avanti l'idea dei Killjoys. La vedeva più come una sorta di valvola di sfogo per chi non sarebbe mai riuscito a comprendere l'ideale di vita controllata della BLI. Tuo padre sapeva che la BLI era, di fatto, una realtà invincibile. Per questo abbandonò i Killjoys poco tempo dopo che ne prese coscienza. I sogni erano i suoi regali per te e Mikey, qualcosa in cui credere nelle notti troppo fredde in cui non avrebbe potuto abbracciarvi. Mi dispiace Gerard… – disse carezzandogli la spalla.

Gerard restò in silenzio per molto tempo. Le ore passarono e la donna fece in tempo ad andare a dormire e risvegliarsi per ben due volte che il ragazzo era ancora lì, pietrificato, immerso nel silenzio.
Erano passati due giorni e Gerard non ne voleva sapere di mangiare. Non che si rifiutasse, semplicemente non si esprimeva né si muoveva. Sembra che quasi non respirasse nemmeno. Dentro di sé qualcosa si era spezzato. Gerard non voleva ammetterlo, ma in realtà se lo sentiva. Per quello anche lui aveva abbandonato i Killjoys, una volta. Suo padre sicuramente sapeva tutto. L'aveva sicuramente fatto controllare a vista giorno e notte, felice che avesse trovato un passatempo più tranquillo. Doveva abbandonare nuovamente i Killjoys? No, non aveva senso. I Killjoys nemmeno esistevano, era tutta una farsa.
Un caos controllato.
Una ribellione artificiale.
Erano come bambini iperattivi sopportati da un genitore che li rinchiudeva sotto una campana di vetro.
E li guardava uccidersi con le loro mani mentre sorrideva.
Una lacrima gli scivolò lungo il volto, al che la donna lo abbracciò. Sul suo volto si dipinse la medesima espressione di tristezza.

– Mi dispiace Gerard. Forse i Killjoys erano una farsa, ma seguivano il medesimo ideale dei veri ribelli.

I-i veri ribelli? – Quelle fuorono le sue prime parole dopo giorni.

– Sì, Gerard, noi. Il popolo del deserto. Siamo numerosi, sparsi ovunque. Sulle montagne, in accampamenti. La speranza non è morta. La speranza non morirà mai.
Gerard si alzò con lo sguardo fisso all'orizzonte. – Dove vuoi andare Gerard? – chiese la donna apprensiva.

– Devo tornare da Mikey, mamma. Devo tornare dai Killjoys a raccontargli la cruda realtà, devono sapere.
Così dicendo uscì dalla casa in argilla di sua madre e si lasciò alle spalle il villaggio.

Il sole stava tramontando ma non gli importava, nulla gli sarebbe mai accaduto.
E per questo sarebbe stato suo dovere andare da suo padre: era l'unico che non avrebbe mai ucciso.
Dopotutto era suo figlio.





 
Et voilà, quarto capitolo!
Spero di non aver scritto troppo da schifo e che la storia non vi sembri troppo banale. Un pomeriggio mi sono chiesta: e se in realtà niente fosse come sembra
? Se Gerard fosse a un bivio nella sua vita?
Se le cose non fossero bianche o nere ma esistesse un grigio?
Ecco, forse vi ho distrutto tutte le vostre fantasie sui Killjoys che combattono contro il male ecc ma ho in mente un finale diverso dalla guerra senza fine dei Killjoys vs BLI.
Se vi è piaciuto il capitolo - e soprattutto se non vi è piaciuto! - fatemelo sapere lasciando una recensione. 
Per essere sempre aggiornati sui nuovi capitoli della storia (che non dovrebbero essere ancora molti) mettete tra le seguite e non ve ne pentirete.

Killjoys, make some noise!
Juliet.

 
   
 
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