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Autore: Ariadne_Bigsby    22/09/2008    7 recensioni
...Harleen Quinzell entrò nervosa nella piccola cella.La lampada gettava un luce bianchssima sulla stanza. L'uomo che aveva visto per mezzo della telecamera installata nella cella di massima sicurezza girato verso la finestra dalla non si voltò subito verso di lei, ma alla sua entrata si mosse impercettibilmente. "Sono Harleen Quinzell..sono la psichiatra che..che è stata affidata a...ehm..il suo caso" Balbettò la ragazza al culmine del nervosismo. La figura dvanti alla finestra, abbiliata con la divisa tipica degli internati dell'Arkham Asylum si voltò lentamente... "Buonasera dottoressa...io sono Joker, il paziente che è stato affidato al suo....ehm....caso.." Dopo aver visto il film "Il cavaliere oscuro" e dopo essere rimasta fortemente impressionata dal personaggio del cattivo di sempre, il Joker mi sono decisa di scrivere questo ipotetico sequel, ben sapendo che a causa della morte di Heath Ledger, il fenomenale attore che ha dato vita a Joker non ci sarà nessun sequel con quel fantastico "villain".. Vi prego, leggete e recensite numerosi!
Genere: Dark, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno a voi, o lettori…

 

E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho postato l’ultimo capitolo: avevo infatti scritto i due primi capitoli insieme e poi spezzettati per…incrementare la suspance.

 

Sono felice delle buone recensioni che mi avete dato (per ora) e sono contenta di aver stabilito il primato di essere stata l’unica (per ora) a scrivere un ipotetico seguito di Batman.

 

Colgo quest’occasione per rispondere alla recensione di Nitrovtesta:

 

Per l’incontro tra Joker ed Harleene….beh….non prenderò spunto né dal fumetto né dal cartone animato, ma lo inventerò di sana pianta. Come ho già detto, l’unica ispirazione che ho preso dai fumetti e dal cartone è la love story tra Joker ed Harvey…ma questa è solo la cornice..

 

Per “riempire” questa cornice non voglio prendere spunti, ma fare solo di testa mia…

 

Grazie mille per la buona critica…e grazie ovviamente a tutti quegli altri che hanno recensito e che recensiranno….

Adios e via con la storia…

CAPITOLO 2

Seduto al tavolo della sua enorme sala da pranzo, Bruce Wayne sorseggiava distrattamente il caffè, mentre leggeva il giornale, che il suo maggiordomo, Alfred gli aveva recapitato.

 

Oramai da settimane non so leggeva altro: Joker, Batman, accuse, confessioni strampalate di persone che giuravano di aver visto Batman rubare i loro gioielli o che cercava di scassinare le loro casseforti, ladruncoli con la faccia truccata da clown….

 

Amareggiato, il giovane miliardario posò il giornale e si concentrò unicamente sul caffè: in quelle 2 settimane aveva continuato a proteggere Gotham dalla malavita, ma  esattamente come lui aveva previsto,la gente lo odiava per questo.

 

Era considerato alla stregua di un criminale esibizionista e molto scaltro.

 

“Sono stato io a volere questo..” ammise fra sé e sé Bruce Wayne “però..quando tutto è iniziato..io volevo che la gente vedesse in me un simbolo.. un simbolo della giustizia..”

 

Posò la tazzina ormai vuota sul vassoio e guardò malinconico dalle enormi finestre del suo grattacielo.

 

Era una brutta giornata: il cielo era grigio e minacciava di pioggia.

 

Erano giorni che il sole non si faceva più vedere.

 

Sentì dei passi: Alfred, sempre impeccabile ed efficiente stava arrivando per portare via il vassoio della colazione.

“Signor Wayne, anche oggi ha intenzione di starsene lì ,a contemplare la pioggia?”

 

“No Alfred…oggi si lavora, è Lunedì..” rispose  Bruce senza staccare gli occhi dal grattacielo che si vedeva dalla finestra.

“Ah, si, è vero….oggi ha il meeting con quella compagnia francese?”

 

“No Alfred, italiana”

 

“Giusto….non ricordavo..”

 

Il  fido maggiordomo rimosse il vassoio dal tavolo e, dopo aver di nuovo salutato Wayne,uscì dalla stanza.

Bruce si passò una mano nei suoi capelli corvini e si alzò dalla sedia.

 

“ Quel maledetto meeting..” si ritrovò a pensare “ come vorrei tornarmene a dormire…sono già due notti che non riesco a prendere sonno”

 

Si guardò allo specchio: nel riflesso vedeva un giovane uomo con due profonde occhiaie ed un aria infinitamente triste.

 

Bruce non era ancora riuscito a superare il trauma che la morte di Rachel gli aveva causato: la sua compagna di giochi d’infanzia, la donna forte e coraggiosa che conosceva…non le avrebbe mai più potuto parlare, non avrebbe avuto mai modo di esprimerle quanto avesse tenuto a lei…

 

“Joker..” pensò cupamente Bruce “ Ora tu sei a marcire in una cella ad Arkham..se mai riuscirai ad uscirne…non ci sarà nulla che ti salverà dalla mia furia….ti ucciderò, con queste mie mani…”

 

Fece per prendere il giornale, quando un articolo che non aveva ancora notato gli saltò all’occhio: era solo un trafiletto ed era specificato che l’argomento sarebbe stato trattato in maniera più approfondita nel quotidiano che sarebbe uscito il giorno dopo, ovvero martedì.

 

Il trafiletto era accompagnato da una piccola foto: Bruce lesse prima il titolo “La dottoressa Harleene Quinzell, nipote di Philip Watkins direttore di Arkham si incarica della perizia psichiatrica di Joker”

 

Bruce abbassò gli occhi per guardare l’immagine: c’era un uomo, alto e piuttosto grassotto, che teneva stretta a sé, con un braccio sopra una spalla una ragazzina.

 

La foto era in bianco e nero e pure di qualità un po’scadente, ma Bruce riuscì ugualmente ad intuire che la dottoressa doveva essere molto giovane.

 

“Devo saperne di più..” disse fra sé e sé il giovane plurimiliardario mentre andava in camera a prepararsi.

***

“Ma la smetti di mangiarti le unghie? Poi ti rovini tutto lo smalto e fai subito le tue belle figure”

 

La voce dello zio fece sobbalzare Harleene che si tolse immediatamente le dita dalla bocca.

 

“Scusa zio...è che sono..n..nervosa” rispose la ragazza con una voce piccola piccola.

 

“Non ti metterai mica  a balbettare adesso?” tuonò il signor Watkins mentre imboccava una curva con la sua elegante macchina, in quella piovosa mattina di Lunedì.

 

“N…no zio.. ma  perché devi sempre essere così…”le parole le morirono in gola.

 

“Così? Dai Harleene, finisci la frase” la sfidò lo zio trafiggendola coi suoi occhi verdi.

 

La ragazza abbassò gli occhi “Niente…non ho detto niente..” borbottò cupa.

 

“Harleene, lo sai che voglio che tu faccia una bella figura…dovresti capirmi ,dopo che ti ho trovato un incarico così importante.. se non fosse per me, in questo momento saresti su un marciapiede...se io non ti avessi fatto studiare….se non ti avessi gentilmente accolta nel mio èlite di psichiatri di Arkham..”

 

Un violento rossore si diffuse sulle pallide guance della ragazza “Si zio, lo so, scusami….sono solo una povera stupida”

Watkins fece una specie di grugnito” Proprio così.” Confermò, facendo fare una specie di singhiozzo alla nipote “senza di me non sei niente, capito? NIENTE”

 

“LO SO! Basta, me lo ripeti tutti i giorni zio! Ho capito che sono una nullità!” gridò Harleene al culmine della disperazione.

 

Lui la guardò con un’espressione sprezzante “Mia cara…non ti mollo una sberla solo perché il rosso “manuale” alle guance

non ti sta bene…e non voglio dare l’impressione al mio amico Gordon che tu sia una ragazza sciatta e poco di buono”.

 

“Ma cosa dice? Cosa dice!?” Si ritrovò a pensare Harleene, cercando di ricacciare le lacrime.

 

La macchina si fermò proprio davanti al grattacielo che fungeva da stazione di polizia.

 

Harleene aprì lentamente la porta, tenendosi pronta ad aprire l’ombrello per ripararsi dalla pioggia battente.

 

“Vai….e cerca di farmi fare buona figura!” le sibilò lo zio.

 

Annuendo, Harleene chiuse la portiera e si incamminò verso l’ingresso della centrale.

 

***

 

Gordon aveva appena finito di leggere il trafiletto dedicato alla dottoressa Quinzell “E così…è la nipote di Watkins…beh ….questa è una raccomandazione bella e buona….ma se la ragazza è brava come dice…”

 

Cercò di  guardare nuovamente la foto per cogliere qualche somiglianza fra la giovane dottoressa ed il suo famoso e ricco zio, ma la foto era troppo piccola e mal definita perché lui potesse cogliervi qualche somiglianza.

 

“Lo scoprirò presto dopotutto…mancano solo pochi minuti alle 10 e mezza….tra poco la ragazzina sarò qui”

Proprio in quel momento bussarono alla porta: “Avanti” fece Gordon facendo sparire il giornale.

 

 

La porta si aprì ed entrò una ragazza.

 

Giovane, giovanissima: non poteva avere più di 24 anni.

 

Era una ragazza alta, magra e pallida, con un visetto incantevole sormontato da due occhi azzurri come il mare e dei capelli biondi lisci portati con una specie di frangetta laterale.Non somigliava per niente al corpulento zio.

 

Sembrava fortemente in imbarazzo.

“Ehhhmm….il signor..Gor..Gordon?” azzardò lei torcendosi un po’ le dita.

 

Gordon sorrise alla ragazza  “ Esatto signorina....e lei è Miss Quinzell suppongo..”

 

Il tono cordiale con cui il commissario aveva cercato di accoglierla non parve placare il nervosismo di Harleene, che stava diventando tutta rossa in viso

 

“Si, si sono proprio io” disse infine lei cercando di sorridere.

 

“Prego, si accomodi” Gordon le indicò la sedia davanti alla scrivania..

 

La ragazza ringraziò e fece per avvicinarsi alla sedia, ma il suo braccio urtò involontariamente un vaso che si trovava su un tavolino accanto alla porta.

 

La ragazza non fece neanche in tempo ad assumere un’espressione terrificata, che il vaso si schiantò per terra dove andò in mille pezzi.

 

“Oh nooo!” fece lei inginocchiandosi a valutare la portata del danno “scusi scusi scusi! Io..sono così maldestra! Io….mi dispiace, scommetto che era il suo preferito..”

Gordon rimase un po’ sconcertato davanti alla reaione esagerata della ragazza: dopotutto era solo uno stupido vaso.

 

“Ma sarà davvero così professionale?” si chiese dubbioso Gordon mentre Harellene cercava di raccogliere i cocci.

 

Vide che la ragazza era quasi sull’orlo delle lacrime ed a quel punto lui si alzò:

 

“Signorina Quinzell..ma, lasci stare quel vaso..era un regal odi mia suocera e ringrazio il cielo che lei me lo abbia finalmente tolto dalla vista….l’avrei rotto io stesso, ma mia suicera è una strega nel capire quando si sta inventando una scusa..”

 

La battuta di Gordon strappò un leggero sorriso alla ragazza, che lasciò i cocci e si alzò in piedi.

 

Indossava un’elegante camicetta bianca a maniche corte ed una gonna nera a vita alta, che metteva i risalto il suo profilo.

 

“Rinnovo il mio invito a sedersi..” disse gentilmente lui, spostando la sedia della ragazza, dimodochè lei si potesse sedere.

 

“Lei mi deve scusare..è che io sono così..distratta..e poi sono anche molto apprensiva…Sono abituata a svolgere al meglio il mio lavoro e vorrei fare una buona impressione sulle persone..ma a quanto pare..ho già fatto la mia gaffe quotidiana…” disse in tono cupo la dottoressa spostandosi una ciocca di capelli.

 

“Signorina Quinzell…” iniziò Gordon, che aveva capito quele era il problema che aflliggeva la ragazza “non deve fare una buona impressione su nessuno.Non la giudicherò e non mi farò nessuna cattiva idea su di lei, solo perché ha rotto un vaso, per di più particolarmente orrido…”

 

Riuscì a strapparle un altro sorriso.

 

“Qui nessuno la giudicherà….abbiamo tutti fiducia in lei e siamo particolarmente ansiosi di vederla all’opera. Io, soprattutto ho fiducia in lei e mi è stato riferito che lei ha talento è brava e sarà eccellente nel lavoro che tra poco le illustrerò.”

 

Harleene arrossì, ma non era a causa dell’imbarazzo, ma a causa della contentezza.

 

“Bene mr Gordon..” disse lei in tono fermo e risoluto.

 

Non c’era più traccia dell’insicurezza di poco prima “sono pronta.”Mi dica tutto quello che c’e da sapere su Joker…”

   
 
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