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Autore: ShadowsOfBrokenGirl    03/09/2014    2 recensioni
Non riuscivo a smettere di guardarli, mi trasmettevano calore, speranza. Erano il qualcosa che cercavo. Erano l’unica bussola che potesse guidarmi verso un porto di pace. Un’ancora in quella tremenda tempesta che stava avvenendo intorno a me. Dentro di me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Houx, Pierre Tempête de Neige, Vanilla Mieux
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’ancora nella tempesta
Pierre
Un cuore per un Cuore

Osservai la mia vittima già posizionata al centro della radura, terrorizzata come se fosse sul patibolo. Mi avvicinai lentamente a lui, mentre Houx cercava di mostrarsi forte e virile, seppur senza risultato. Mi fermai quando fui a pochi centimetri da lui.
Non mi sfiorò neppure l’idea che lui avesse portato con sè qualcuno che lo difendesse, che avesse barato.  Era una di quelle persone che tenevano alla lealtà e all’onestà. Eravamo solo io e lui. ”Perfetto.”pensai
-Vedo che sei venuto da solo. Bravo!- gli dissi, sorridendo malignamente.
-A differenza tua, vero? Un gruppo di Orchi ci sta controllando a vista pronti ad intervenire. O forse mi sbaglio?- mi accusò, muovendo nervosamente gli occhi sugli alberi alle mie spalle.
-No! Stai tranquillo. E poi quello di cui dobbiamo parlare è una questione nostra. Loro non devono entrarvi!-
Lui annuì e si tranquillizzò. I muscoli del suo viso, prima contratti , cominciarono a rilassarsi.
-E quale sarebbe questa faccenda, si può sapere?-
-Intendo vendicarmi di un torto subìto da te. Tu mi hai privato della cosa a cui tengo di più.-
Le sue palpebre si spalancarono e lui stette un attimo fermo a pensare. Poi rispose tranquillo:
-Non mi risulta che io ti abbia rubato qualcosa. Non è che magari hai sbagliato persona?-
Aveva incrociato le braccia e sul suo volto era dipinto un sorriso divertito e scettico. Quell’atteggiamento mi stava davvero irritando. Non mi stava prendendo sul serio, ma presto se ne sarebbe pentito.
-Chocola- sussurrai, digrignando i denti.
Lui rispose scoppiando in una fragorosa risata. Stavo per perdere le staffe, le braccia cominciarono a tremarmi dalla rabbia.
-Ti ho rubato Chocola? Ho sempre saputo che eri pazzo, ma ora ne sono davvero sicuro! Io sono suo marito!- esclamò, ridendo ancora.
-Suo marito…  suo marito… - sussurrai – So che sei suo marito. Ma non preoccuparti : questo problema lo si risolve subito.-
Allungai le braccia, le mie mani furono circondate da una fosca ed evanescente nebbiolina scura. Il potere oscuro che promanava dai miei palmi aumentò sempre di più. Piegai le braccia e le spinsi nuovamente in avanti, già pregustandone l’effetto. Il ragazzo, colpito da quella scarica di energia, venne sospinto dietro di alcuni metri. Batté infine la schiena contro il tronco di una grossa quercia.  Non si fermò tuttavia neanche un secondo, seduto sull’erba bagnata. Scattò all’istante in piedi seppur con la schiena dolorante. Il suo continuo tentativo di mostrarsi alla mia altezza era lodevole, in effetti. Peccato che fosse completamente inutile.
-Io amo Chocola e lei ama me. Tu non sei altro che il terzo incomodo. Rassegnati.-gli spiegai.
-Lei non ti ama. Altrimenti perché avrebbe sposato me?-mi provocò lui.
-Devo presumere che tu mi faccia questa domanda perché non conosci la vera ragione. Bene, è d’obbligo che te ne metta al corrente.-
-Non ho bisogno di ascoltare le tue menzogne.-gridò lui.
-Puoi anche crederle tali, se lo desideri. Tuttavia io non ti racconterò favole, invenzioni. No. Io ti descriverò fatti, situazioni che tu potrai verificare. E allora non avrai più scuse. Dovrai credermi. E le tue illusioni cadranno come i pezzi di un castello di cristallo demolito dalla verità.-
Mi fece segno di cominciare a parlare. Ero sicuro che ora fosse ben disposto nei miei confronti e che mi avrebbe creduto. Sorrisi malignamente immaginando la disperazione che lo avrebbe colpito, dopo aver udito il mio racconto. Gli parlai di ciò che era accaduto alla vigilia dell’Incoronazione di Chocola, di come avessimo pianificato la nostra fuga e una vita felice insieme. Ma anche di come il mio ruolo di re degli Orchi avesse distrutto il nostro lieto fine e ci avesse separati.
-E in quel momento, in cui lei era più disperata che mai, sei arrivato tu! Era prostrata a terra dal dolore e tu l’hai aiutata a rialzarsi. Ti sei preso cura di lei. Dunque per ringraziarti delle tue attenzioni, poiché tu eri tutto ciò che non ero io o forse perché voleva ferirmi, quando tu le hai chiesto di sposarti, lei ha accettato. Solo per queste ragioni, non per amore. Perché lei ama me. Non ha mai smesso di farlo … -
Avevo parlato velocemente e senza mai guardarlo. Terminato il mio discorso, tuttavia rivolsi i miei occhi al suo viso. Era così pallido, pupille dilatate e la fronte grondante di sudore. Sorpreso e sconvolto. Per i primi secondi non pronunciò nemmeno una sillaba. Stava sicuramente pensando ai mesi trascorsi a consolare Chocola per la sua profonda disperazione. Ora che conosceva la verità poteva vedere le cose dalla giusta angolazione e comprenderle fino in fondo. All’improvviso annuì : doveva aver trovato un dettaglio che confermasse il mio racconto. Ammise a se stesso che potevo avere ragione, ma non voleva rinunciare a credere nella sua felicità coniugale.
-All’inizio sarà stato anche così : ha sposato me perché non poteva avere te. Ma alla fine si è innamorata di me. Non puoi negare che ora lei sia felice con me … Il fatto che ti abbia amato in passato non significa che ora faccia lo stesso.- esclamò.  La sua voce tradiva la sua disperazione.
Sorrisi felice di smentire le sue parole.
-Eppure io ho la prova che ti sbagli e che il suo cuore batte ancora per me. Forse non sai che ieri io e lei ci siamo visti e la scintilla è riscoccata. O magari non si era mai spenta. E ci siamo baciati e … -
-Basta! Non voglio ascoltarti!-gridò, coprendosi le orecchie con le mani.- Stai mentendo.-
-Quindi non è vero che ieri Chocola si è allontanata dal campo di battaglia per recarsi alla Città abbandonata? –
Lui respirò profondamente. Sapeva che era andata lì.
-E non ti sei chiesto perché sia andata in un luogo così pericoloso? E per di più da sola? Sei così ingenuo Houx. Mi fai quasi pena. E’ venuta per vedere me. -
Cominciò a sfregarsi le mani sudate e a mordersi il labbro. Allungò un braccio e me lo puntò contro. Una debole sfera di energia uscì fuori dalla sua mano e si diresse contro di me. Tuttavia mi ero già spostato e il suo attacco non riuscì a colpirmi.
-Spero che quello non fosse il tuo asso nella manica, perché in tal caso saresti fregato.-lo presi in giro.
Cominciai a ridere forte di lui, facendolo innervosire. Come era sentirsi ridicoli? Fragili? Ingannati? Soli?
La sua mandibola cominciò a tremare, esprimendo tutta la frustrazione che lo attanagliava. Avevo preso un marito felice e affettuoso e lo avevo ridotto in un disperato. E la mia vendetta era appena iniziata.
-Tu non la ami!-gridò all’improvviso. Lo guardai perplesso, chiedendomi come si permettesse di esclamare quella assurdità.
-Tu non la ami davvero. Per te è sempre stato solo un desiderio di possesso. Chocola è l’unica ragazza che non sia cascata ai tuoi piedi e tu vuoi a tutti i costi conquistarla. Farla tua. Una volta che però lei sarebbe scappata con te e tu saresti stato accontentato, per te lei perderebbe ogni attrattiva. Dopo averle rovinato la vita, la butteresti via come un giocattolo vecchio. Io, invece, posso davvero farla felice. Il tuo non è amore, capito? E’ una sfida con te stesso : vuoi dimostrare che sei capace di far innamorare di te chiunque.-
Terminato il suo monologo, riprese coraggio e mi fissò negli occhi. Voleva fingersi impavido, ma io riuscivo ancora ad avvertire la sua paura.
-Non ho bisogno della tua psicologia spicciola e mi sono stancato di te. Facciamola finita una volta per tutte. Ma prima devi sapere che io amo davvero Chocola. Più di quanto non faccia tu. Più di quanto possa fare qualsiasi altra persona.-
-E poi lei è già caduta ai miei piedi.- aggiunsi con un sorriso malizioso.
Un schiocco delle mie dita fece sì che il corpo del malcapitato si librasse in aria. Il poverino cominciò ad agitarsi nel vuoto, senza tuttavia riuscire a scendere. Delle forti catene legarono i suoi arti e gli impedirono di muoversi. Quando lo ebbero immobilizzato, diffusero per tutto i muscoli una serie di scariche elettriche di lieve intensità. Cadde sull’erba a pochi passi da me. Mi avvicinai a lui e lo tirai su, afferrandolo per il colletto della camicia. Con l’altra mano presi dalla mia tasca un coltellino.
-Cosa vuoi farmi?-si arrischiò a chiedermi.
-Hai presente la tradizione che prevede che perché un matrimonio sia effettivo debba avvenire uno scambio dei cuori tra i due coniugi? E’ una cosa così romantica quando a sposarsi sono due persone che si amano davvero! Ma ci sono casi in cui questa diventa una vera crudeltà : quando le due persone sedute sull’altare non si amano. E’ inammissibile che un uomo o una donna che detesti o che a mala pena sopporti ti privi del tuo cuore … -
-Non farmi rider Pierre! Proprio tu osi lamentarti di coloro che portano via cristalli del cuore?-mi provocò, interrompendomi.
Il suo commento mi ferì : per qualche istante ripensai a quando avevo cercato di rubare il cuore a Chocola per ucciderla. Quanto tempo era trascorso e quante cose erano mutate. Eppure una cosa non era cambiata : stavo nuovamente per tentare un omicidio. E questa volta non avrei fallito.
Ripresi il mio discorso, dimenticandomi della sua sgradevole interruzione:
-Dunque dato che so che il cuore della mia amata appartiene a me, trovo assurdo che lo abbia tu! E intendo riprendermelo.-
Mi fissò spaventato. Quando puntai la lama sul suo petto, il suo battito cardiaco accelerò. Agitò le braccia, cercando di distruggere le catene senza riuscirci. Tagliai la sua carne superficialmente e copiose gocce di sangue macchiarono la sua camicia. I suoi muscoli si paralizzarono, il cuore diminuì le contrazioni, le pupille si dilatarono. Lo fissai per qualche istante, beandomi del suo stato. Il terrore. Quella era la rappresentazione fisica del terrore.
Infilai il coltello più in profondità e cominciai a fendergli la pelle con precisione.
All’improvviso la mia mano si bloccò. Il mio agire non era stato fermato da alcun rimorso né da un comunissimo crampo. Era stato arrestato da un incantesimo. Mi voltai, curioso di sapere chi stesse cercando di salvare Houx. Immaginai che fosse il suo gemello che, accortosi dell’assenza del fratello, ci avesse trovato. Ad avvicinarsi a piccoli passi tuttavia fu una figura femminile. Indossava un corsetto di velluto nero sul quale erano ricamate due croci gotiche e una larga gonna di mussola nera. La sua pelle era diafana e delicata quanto le perle che le adornavano le orecchie e il collo. I suoi capelli biondo polare erano raccolti in un elegante tupè. Se non l’avessi riconosciuta, se non avessi saputo il cuore turpe che si nascondeva dietro quell’aspetto così puro ed etereo, avrei potuto scambiarla per un angelo. E tale dovette sembrare agli occhi dell’uomo che aveva intenzione di salvare.
-Pierre, fermati!-mi ammonì.
La guardai allibito, soffermandomi soprattutto sulle sue iridi viola piene di determinazione. Da quando Vanilla era divenuta così autoritaria? Da quando aveva il coraggio di darmi degli ordini? Come si permetteva di comandare il Re degli Orchi? Come poteva essere così poco riconoscente? Se non fosse stato per me lei avrebbe trascorso un’intera esistenza all’ombra di Chocola! Io avevo preso quella strega timida e piagnucolona e l’avevo trasformata in una vera Regina.
 Ad un tratto ebbi un’idea geniale. Mi alzai e mi allontanai dal ferito. Mentre mi incamminavo fuori dalla radura, presi dal taschino della mia giacca un fazzoletto per pulirmi le mani dipinte di rosso. Lo lasciai cadere sull’erba bagnata e volai via.
Ero seduto sul comodo divano del mio salotto. Voltai la pagina del libro che avevo appoggiato sulle ginocchia. Fissavo i fogli, senza leggerne le parole. I pensieri che vorticavano nella mia testa mi tenevano troppo occupato per riuscire a comprendere cosa significassero tutte quelle lettere scritte una accanto all’altra. Ricordai quello che avevo fatto : avevo lasciato che Vanilla salvasse quel miserabile. Dovevo ammettere che sapere che anche la mia compagna mi avesse tradito perché innamorata di quell’idiota, mi aveva infastidito. Quando sarebbe tornata le avrei fatto una bella strigliata per essersi lasciata guidare dai sentimenti. Tuttavia non mi dispiaceva che la cosa fosse finita così. Avevo capito che da quella situazione potevo ottenere qualcosa.  Forse persino più di quanto avessi sperato.
Uccidere Houx mi avrebbe reso un assassino e avrebbe attirato su di me la rabbia di Chocola. Se però lui l’avesse lasciata perché infatuato di un’altra donna… Una donna che lo aveva salvato da una morte certa e che lo amava più di quanto sua moglie facesse.
-Sì se Houx abbandonasse Chocola per Vanilla, la mia amata sarebbe costretta a tornare da me!-
Mi sfregai le mani soddisfatto. Il piano era perfetto. La sua unica pecca era che dovevo aspettare molto tempo prima che si realizzasse del tutto, ma non mi spaventava l’attesa. Cosa diceva Lessing ? “L'attesa del piacere è essa stessa il piacere!”
E poi sicuramente il loro idillio avrebbe già subito qualche crepa nell’ immediato, causata dal fatto che ora Houx sapeva di non possedere il cuore di sua moglie. Era a conoscenza dei baci che le avevo rubato. Inoltre ero sicuro che la gelosia e il sospetto che avevo fatto sorgere nel suo cuore avrebbero deformato e ingigantito i fatti. E in men che non si dica suo marito sarebbe stato convinto che le mie parole avessero sottinteso un’unione carnale avvenuta tra me e Chocola. O magari più di una.
Mi alzai e mi diressi verso la finestra, coperta da una pesante tenda. Mi ci volle un bel po’ di forza, ma riuscii a tirare giù quel drappo scuro. La luce rossastra del crepuscolo entrò nella stanza. Tutto fu illuminato, i mobili, gli oggetti, gli arazzi  che rivelarono la polvere che li copriva come una pellicola. Sbattei le palpebre per riabituarmi alla vista della luce e osservai il piccolo stralcio di Foresta che mi era possibile ammirare. Un grande mare verde sopra il quale c’era un enorme cielo grigio. Questo era reso più vivace dal sole, che aveva rubato il suo colore ai capelli di Chocola e che bruciava come un enorme fuoco, lanciando fiamme tutt’intorno. Appoggiai la testa alle mani incrociate e ammirai il tutto.
Quando l’oscurità invase l’intero cielo, chiusi la finestra. Mi voltai e andai a risedermi sulla poltrona, deciso ad attendere l’arrivo di Vanilla. Fu allora che notai un bigliettino posto su uno sgabello. Non ricordavo di averlo messo io. Incuriosito da quella strana e misteriosa apparizione, mi precipitai lì. Lo presi in mano per leggerlo.
“Appuntamento alle 10 nella mia camera. Dobbiamo parlare. -Chocola”
Sorrisi soddisfatto. Immaginai cosa volesse dirmi : certamente desiderava rimproverarmi per aver quasi ucciso suo marito. Era comprensibile. Tuttavia la prospettiva di rivederla da sola nella sua camera da letto mi stuzzicava. E forse avrei potuto ottenere qualcosa di più interessante di un’insensata strigliata.
Da oggi in poi chiamatemi “Bloody Mary”! AHAH  L’idea di Pierre che squartava Houx per privarlo del suo cuore è derivata dalla mia visione del film “La vera storia di Jack lo Squartatore” e anche dalla serie tv “Once upon a time” in cui Regina non fa che rubare cuori. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo.    
  
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