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Autore: SpookySammie    03/09/2014    12 recensioni
Le sue labbra si avvicinarono alle mie, ma non era ciò che volevo. Fino a qualche giorno prima lo volevo, ma ora no. Avevo una paura immensa. Qualcosa mi diceva che lui celava un segreto. Ma quale? Stavo cominciando a fidarmi di lui. Ma i dubbi mi affliggevano.
"Perché ti allontani Victoria?"
"Ho paura"
"Paura di cosa?"
"Paura di te"
"Non devi avere paura di me, Victoria. Non ti succederà nulla"
Invece...
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Esco dalla biblioteca un po’ turbata e il manager lo nota.
“Tutto bene, Victoria?”
“Sì, mi scusi, ma mi è girata un attimo la testa. Ora va tutto bene” sorrido, cercando di rassicurarlo.
“Bene, proseguiamo il giro”
Lo seguo e fingo di ascoltarlo interessata. Purtroppo la mia testa è occupata solo dall’immagine di quel ragazzo. I suoi occhi che fissavano i miei, la sua bocca che si schiudeva. Sembrava, da un lato, incuriosito dalla mia persona, dall’altro inorridito. Ma perché? Non ci eravamo mai visti prima.
“Eccoci giunti al termine Victoria. Ha qualche domanda?”
Riemergo dalle mie riflessioni. “Per ora no. Grazie per la sua disponibilità”
“Si figuri. Sono qui per questo. Conosce già qualcuno?”
Scendiamo le scale e noto che Alejandro mi sta aspettando con una ragazza carina, mora con la frangetta, occhi scuri che mi sta sorridendo.
“Per ora solo Alejandro perché abita di fronte a me”
“Buona sera Signor Martinez”
“Buona sera Alejandro. Bene, la lascio in buona compagnia, Victoria. Ci vediamo domani ragazzi. Arrivederci” Il manager si ritira nel suo ufficio.
“Victoria, ti presento la mia ragazza, Belinda”
“Piacere mio, Victoria”
“Piacere, Belinda” ci stringiamo la mano sorridendo. “Ora devo andare, tesoro. Ci vediamo questa sera” si scambiano un rapido bacio sulle labbra. “Ciao Victoria, ci vediamo domani e mi ha fatto molto piacere conoscerti”
“Oh anche a me Belinda, a domani”
Alejandro mi sorride. “Che dici? Ci avviamo verso casa?”
Guardo l’orologio e noto che sono quasi le 18:15. “Certo!”
Passeggiamo verso casa; Alejandro mi racconta un po’ il metodo di insegnamento e di valutazione degli esami,ma anche  dei nostri compagni di corso. Sono troppo tentata di fargli qualche domanda su quello strano gruppo che ho trovato in biblioteca, ma mi trattengo. Dopotutto, lo conosco solo da un paio d’ore e non vorrei sembrare subito una curiosona.
“Bene. Mi ha fatto molto piacere conoscerti. Se vuoi domani mattina, ti aspetto qui in strada così andiamo insieme”
“Grazie Alejandro, sarebbe molto gentile da parte tua”
“Allora a domani mattina. Buona serata Victoria”
“Anche a te” sorrido ed entro nel palazzo.
“Buenas tardes Victoria. E’ andato bene il tuo pomeriggio universitario?” Miguel mi accoglie con un sorriso.
“Molto bene, Miguel. Sono stata accompagnata da Alejandro e il manager mi ha mostrato tutto l’edificio”
“Bene Victoria, mi fa molto piacere. Ci vediamo domani mattina allora”
“Certo. Buenas noche Miguel”
Sorrido e salgo le scale. Apro la porta del mio appartamento, appoggio la borsa e decido di dare un’occhiata al cellulare e poi al pc. Appena lo accendo, mi arrivano diverse e-mail dei miei compagni universitari londinesi che mi chiedono come va qui e mi raccontano di aver già conosciuto il ragazzo spagnolo, Alvaro, che è arrivato a Londra da poco.
Mentre sto rispondendo alle e-mail, sento il mio cellulare suonare.
“Pronto?”
“Ciao tesoro!”
“Ciao mamma! Lucas mi ha detto che eravate molto occupati oggi, per questo non vi ho chiamati”
“Sì tesoro, ti chiamo ora perché sono andati via da poco tutti gli ospiti e io e papà stiamo sistemando tutto. Tutto bene in Spagna?”
“Sì mamma, ho già conosciuto un mio compagno di corso e ho visto l’università: è davvero bella”
“Bene tesoro, mi fa piacere. Papà ha detto che ti chiama domani con calma. Ora devo andare pure io perché abbiamo moltissimo lavoro”
“Certo mamma. Saluta papà. A domani, vi mando un bacio”
“Anche noi te lo mandiamo. Buona notte”
Chiudo la chiamata. Finisco di rispondere alle e-mail e inizio a prepararmi la cena. Cucino un paio di uova sode, friggo delle zucchine tagliate e pezzetti e apparecchio la tavola.
Guardo un po’ di tv mentre mangio.
Lavo i piatti e mi reco in terrazza per fumare una sigaretta.
Guardo lungo la via e con mia grande sorpresa, noto la ragazza dai capelli rossi del gruppetto di oggi passeggiare. Improvvisamente, alza la testa e i nostri occhi si incrociano. Uno sguardo intenso che mi fa distogliere subito gli occhi da lei. Sarà anche una coincidenza, ma sembra che vogliano proprio qualcosa da me. Ma cosa? Forse sono sulla bocca di tutti da un pezzo come “la nuova arrivata”, ma questi sguardi mi sembrano un po’ troppo sospetti. Mi affaccio ancora dalla terrazza, ma non vedo più la ragazza. Né da una parte, né dall’altra: sembra essere scomparsa nel nulla. Probabilmente abita da queste parti, ma dopo aver visto che è sparita, spengo la mia sigaretta e decido di rientrare in casa, abbasso la tapparella, chiudo bene la porta e mi barrico nella mia stanza.
Almeno qui sono al sicuro.
 
“So wake me up when it’s all over, when I’m wiser and I’m older; all this time I was finding myself and I didn’t know I was lost”
 
Vengo svegliata dalle parole di questa canzone.
Spengo la sveglia e mi stiracchio. Nonostante la preoccupazione che mi ha assalita ieri sera e il fatto che non sia abituata ad un letto nuovo, ho dormito bene.
Mi alzo dal letto e mi vesto in modo semplice: indosso una maglietta nera, un paio di jeans chiari e Converse bianche. Lascio i miei capelli sciolti, metto solo un cerchietto per evitare che mi ricadano sulla fronte. Mi trucco come ieri, solo un po’ di eyeliner e burro cacao per ammorbidire le labbra. Prendo la mia borsa ed esco di casa.
Saluto Miguel che mi augura una buona giornata.
“Buongiorno Victoria” Alejandro mi sta già aspettando in strada in tenuta sportiva.
“Buon giorno a te”
“Dormito bene?”
“Sì, grazie” evito di dirgli della ragazza, perche mi sentirei una stupida: dopotutto, non mi ha fatto nulla e la sua occhiata è stata solo casuale.
“Pure io”
Ci avviamo verso l’università: mi racconta la sua serata con Belinda. Penso siano proprio una bella coppia, innamorati, cosa molto rara al giorno d’oggi.
“Ciao Victoria” Belinda ci correi incontro e abbraccia Alejandro.
“Ciao Belinda”
“Devo scappare subito perché sai come è quello di diritto romano!”
“Sì, purtroppo”
“Ci vediamo a pranzo. A dopo”
Entrambi la salutiamo e ci incamminiamo verso l’aula di diritto internazionale.
L’aula è molto grande, credo possa contenere almeno 300 persone. Ci sediamo abbastanza avanti. Mi guardo intorno e vedo che l’aula inizia a riempirsi.
“Ti piace qui?”
“Molto Alejandro. Siete tutti così gentili e disponibili con me”
“Be è parte della nostra cultura. Ma con una bella ragazza simpatica come te come si fa a non esserlo?”
“Grazie mille” sorrido un po’ imbarazzata.
“Oh eccoli” Alejandro pronuncia questa frase in un tono molto seccato.
“Mh eccoli chi?” chiedo curiosa.
“Il gruppetto strano lo chiamiamo io e la mia compagnia. Eccoli” indica un gruppo di ragazzi alla mia sinistra.
Sento un colpo al cuore: era il gruppo di ragazzi di ieri. E tra loro c’erano la ragazza rossa e lui.
“Alcuni non so nemmeno come si chiamino perché non sempre vengono a frequentare le lezioni. La ragazza rossa si chiama Zahira, poi c’è Daniel che è suo fratello e poi c’è Mirco” me lo indica.
Mi volto ed era quel ragazzo. Si stava avvicinando a noi e sentivo il mio cuore battere sempre di più.
Mirco. Ecco il suo nome.
“Perché mi guardi con quella faccia schifata Alejandro?”
“E perché tu mi parli Mirco?”
Evidentemente devono aver avuto una discussione in passato per rispondersi in modo così acido.
Mirco si siede vicino a me e sento il cuore in gola.
“E’ libero questo posto vero?” punta gli occhi su di me. Riesco a reggere il suo sguardo.
“Sì, certo”
“Grazie bellezza” sorride e quando lo fa sembra che il mio cuore si sia fermato per un momento. Sento le mie guance avvampare.
“Perché ti sei seduto qui Mirco?” la ragazza rossa si avvicina scocciata. “Ti siedi vicino alla nuova amichetta di Alejandro?”
“Sta zitta Zahira. Lei non c’entra nulla con Alejandro. Lei è la ragazza nuova che arriva dall’Inghilterra. Si chiama…” sembra una domanda.
“Victoria” concludo.
Mirco si volta verso Zahira che, con sguardo riluttante, mi porge la mano. La stringo e sento la sua stretta ferrea.
“Piacere, Zahira”
“Piacere mio”
“Quindi cercati un altro posto”
Zahira sgrana gli occhi e credo che se avesse la possibilità, ammazzerebbe me e anche Mirco.
Mirco si volta verso di me.
I suoi occhi cercano i miei e mi soffermo a guardarli mentre ardono nei miei.
“Sono sicuro che qui ti ambienterai presto e ti troverai bene”
“E’ ciò che spero,  perché è tutto così diverso dalla mia città”
“Lo immagino” i nostri sguardi si incrociano nuovamente e per un attimo mi sembra che i suoi occhi cambino colore: da verde diventano rosso rubino.
Mirco si passa una mano sulle labbra e posa il suo sguardo sulla cattedra dove il professore ha appena appoggiato il suo materiale.
Chiude gli occhi per un secondo ed inspira profondamente, avvicinandosi un po’ a me, come se volesse percepire tutto il mio profumo o…l’odore della mia pelle.
Trattengo il fiato per un attimo e sento una mano poggiarsi sulla mia.


SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazze!
Volevo ringraziarvi per tutte le recensioni che mi avete lasciato e le visualizzazioni. Grazie grazie e ancora grazie.
Per Victoria è tempo di affrontare la prima giornata universitaria. Che cosa le riserverà?
Volevo lasciare un paio di domande per voi:
Cosa ne pensate di Victoria, di Alejandro?
Il comportamento di Mirco vi sembra troppo ostentato? Pensate che nasconda qualcosa?

Per continuare la storia, aspetto che ci siano almeno 4 RECENSIONI.

Un besito per tutte le vampirette che mi seguono :P

 
  
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