Pianeta 2, alloggi
privati del dottor Eric Cage
Diario.
Esperimento Amora in
corso
‘Il soggetto ha
risposto negativamente al trapianto del dispositivo. Lo shock ha provocato
perdita della memoria, sdoppiamento di personalità e attacchi di violenza
incontrollata, senza alcun riguardo per la vita altrui. Può arrivare anche a
ferire se stessa in maniera grave.
La causa ha origine
nel sistema endocrino del soggetto. Il dispositivo ha alterato la normale secrezione
adrenalinica della neuroipofisi e le scariche improvvise del neurotrasmettitore
acetilcolina, provocano contrazione muscolare spasmica ed esaurimento delle
riserve vescicolari sinaptiche, con insorgenza di ‘fatica’ a danno alle cellule
cerebrali.’
Il dottor Cage chiuse il diario depresso. La sua migliore allieva aveva scelto di morire in nome della scienza.
Scienza…Che vada a farsi fottere! Pensò incazzato.
Girò per la sua stanza, guardando il computer acceso e la simulazione dell’esperimento. Non lo voleva vedere il finale.
Il microchip che le avevano impiantato sotto pelle rilevava costantemente le sue funzioni vitali. Aveva avuto già tre crisi. Troppe!
Quello che avrebbe provocato al suo organismo il dispositivo, il dolore che avrebbe provato nel momento finale, era irrilevante rispetto a quello che sentiva Cage dentro di sé.
Non è giusto morire così giovani! Doveva sacrificarsi lui. La sua vita ormai l’aveva fatta.
Pigiò un tasto sul computer con un gesto stanco: la foto digitale della classe di Biologia, anno 2086. Amelia sorrideva allegra accanto agli altri allievi, appena diplomati.
Amelia Stokes, 26 anni. Aveva deciso di sacrificarsi per il bene di due mondi.
Kennedy Street
Ore 22:47 p.m.
“O mio dio! La sopra non ci salgo!”esclamò Nora, guardando il ponte sospeso.
Penny rise aprendo la porta dell’ascensore “posso assicurarti che non cade...ci sono stata un mucchio di volte!”
Nora entrò con cautela nell’abitacolo ferroso, più simile ad un montacarichi che ai moderni ascensori superveloci del suo palazzo.
Le due ragazze guardarono il panorama affascinate. Erano vestite per uccidere, con quella mise discotecara.
Nora sbuffò un pò risentita verso Harlan: abbandonare così un’amica per una sciacquetta qualsiasi. Quando il montacarichi si fermò sulla piattaforma centrale dove sorgevano i tre palazzi affrontati, Penny quasi inciampò sui tacchi “non ci sono più abituata!” Esclamò massaggiandosi la caviglia. “A forza di portare quegli stivaletti da pilota, il mio equilibrio sui trampoli va a farsi friggere.”
La bionda scuotè la testa mentre si dirigevano al palazzo sulla destra, contrassegnato con una grossa A bianca.
“Dovresti comportarti un po’ più da femmina…magari chi sai tu, si accorgerebbe che sei una donna e non un compagno di sbronze!” la rimproverò mentre aspettavano il secondo ascensore.
Penny sollevò le spalle “non ti sei mai ubriacata con Harlan, non sai quanto possa essere divertente!” le disse soddisfatta mentre sfrecciavano verso l’ottavo piano.
Davanti alla porta perse tutto il suo coraggio. Si voltò verso Nora che aspettava con uno sguardo di sfida. “e se…lo disturbo mentre..”
“Meglio!” esclamò l’amica suonando decisa il campanello.
Harlan guardò l’orario piuttosto tardo con un sopracciglio alzato. Amora se n’era andata dormire stanca morta mentre lui era pieno di energie. Gli dispiaceva parecchio aver bidonato Penelope, ma non poteva certo portarsi Amora dietro, fusa com’era di testa!
E poi…la guardò dormire raggomitolata sul divano…è così piacevole starle vicino quando non dava di matto…
Aprì la porta blindata osservando le due ragazze sorpreso “che ci fate qui a quest’ora?” domandò a Nora che lo fissava un po’ arrabbiata.
Penny aveva voltato la testa verso il fondo del corridoio illuminato dalle intense luci verdi e non lo guardava.
“Si da il caso che tu abbia un’amica stupida che ti ha fatto un regalo, anche se l’hai bidonata come lo stronzo che sei!” l’aggredì la biondina furiosa.
Harlan la guardò stupito e guardò Penny “un regalo?” le domandò uscendo fuori della porta.
La ragazza gli porse in pacco senza aprire bocca.
Il pilota lo prese sentendosi tremendamente in colpa “scusami...ma ho un problema..”le disse dispiaciuto.
La ragazza si voltò appena “non ti senti bene?” domandò con la gola stretta.
“No.. “
Penny alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise apertamente “sarà per il prossimo anno, vecchia ciabatta!” scherzò dandogli un buffetto sul braccio.
L’espressione della ragazza cambiò radicalmente quando fissò un punto alle sue spalle.
Amora le guardava con aria assonnata “ciao..” Borbottò sbadigliando dietro Harlan.
Come al rallentatore la vide stringere la vita del suo amico con fare possessivo.
“Direi che hai un bel problema!” esclamò Nora fulminandolo con lo sguardo.
Penny fissò la ragazza incredula. Rifiutò di pensare ai due insieme e tirò l’amica con fare deciso. “Buon compleanno, scusa il disturbo” gli disse facendo un bel sorriso ad Amora che la guardava sbattendo gli occhi. Mollò la presa sul pilota guardandosi le mani...perchè lo stava stringendo in quel modo?!
Harlan restò impassibile a contemplare le lunghe gambe della sua amica allontanarsi verso l’ascensore e la schiena nuda accarezzata dai capelli rossi…aveva equivocato la situazione.
Gettò un’occhiata ad Amora che si grattava la testa perplessa “mi sa che ti ho combinato un casino..”Mormorò dispiaciuta.
Il pilota chiuse la porta con il regalo fra le mani: non se
n’era mai accorto prima…mah che strano,
sarà la mia immaginazione.
“Eh? Non ti preoccupare, è solo un’amica...”le disse sedendosi e aprendo il pacchetto.
Sorrise come uno scemo, quando tirò fuori l’ultimissima versione del Meccano.
Era da un sacco di tempo che lo voleva comprare per riempire i tempi morti durante i trasporti! Come avrà fatto a trovarlo?!
Ah già…Penelope ha un sacco d’amici che le fanno sempre un mucchio di favori, sperando di ‘rimediare qualcosa’. E di solito lui glieli faceva scappare con un paio di paroline e qualche occhiataccia ben studiata.
Non ricordava di averle detto di volerlo...come l’aveva saputo? Forse perché nella sua camera era pieno di modellini?
Forse si!
Un lieve tossire lo riscosse. Amora lo osservava dispiaciuta “penso se la sia presa…perchè ti ho abbracciato” mormorò imbarazzata “non volevo, non me ne sono resa conto”
“Non importa..”le disse conciliante “domani la porterò a prendere un frozen icegloo e le passerà tutto.”
Amora gli sorrise incoraggiante. Harlan la guardò e tornò a guardare il gioco…si, certo... solo un’amica..
Black Mamba, quartiere
Blu
Ore 2:00 p.m.
La musica elettrodance rimbombava nella discoteca fumosa. I laser proiettavano i lori fasci intensi ovunque, sommandosi alle luci stroboscopiche e agli ologrammi delle ballerine seminude.
Nel suo vestito di latimeex avorio, Penny ballava cercando di sgombrare la mente dalla visione della ragazza abbracciata ad Harlan.
Si fermò guardando Nora davanti a sé. L’amica notò la sua espressione triste e la trascinò in un angolo appartato “forse mi piace davvero..” Mormorò storcendo la bocca.
La sua confessione fu interrotta da un tipo assurdo che le fece prendere un colpo, giungendole alle spalle all’improvviso “Bu!”
“Ahhh!” urlò Penny con la pelle d’oca. “Julius, va al diavolo! Il solito deficiente! Ma perché non cresci?” esclamò arrabbiata al ragazzo dietro di sé.
L’uomo strizzò l’occhio a Nora che rideva apertamente “Beh? E il festeggiato?” domandò sedendosi sui divanetti morbidi accanto a loro.
Penny sollevò le spalle rigida “aveva da fare”
Un’occhiata della bionda pilota di classe J lo mise in allarme “dai, andiamo a ballare” le disse tirandola in piedi “Però! Sei uno schianto stasera!”
Penny gli sorrise mentre si dirigeva sulla pista che andava svuotandosi.
Julius l’ afferrò per la vita, tirandola contro di sé.”Niente male davvero senza quella tuta” sussurrò passandole le mani sulla schiena scoperta.
Attaccata al corpo del compagno, Penny ballò, cercando d’immaginare che ci fosse Harlan suo posto.