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Autore: MAMMAESME    07/09/2014    8 recensioni
La storia originale si interrompe poco prima della partenza dei fratelli Salvatore per nascondere il corpo mummificato di Klaus. Quello che avviene dopo è un miscuglio di “What if”, di scene trasposte e di personaggi noti … meno noti e inventati. Gli occhi che ci guideranno, la voce che racconterà non poteva essere che la SUA: una visione soggettiva, emotiva ed emozionante … almeno spero.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO


I colori dell’alba, che filtravano tra le fessure delle persiane socchiuse, disegnavano  figure astratte all’interno delle mie palpebre chiuse.

Lo sciabordio delle onde sul bagnasciuga cullava il mio dormiveglia.

Sfilai il braccio da sotto la testa di Elena, che dormiva girandomi la schiena fino a poco prima premuta contro la mia pancia, e mi stiracchiai pigramente. Allungai la mano e la appoggiai sulle sue spalle, incapace di rimanere troppo a lungo senza un contatto con la sua pelle. Era inebriante potermi addormentare con lei tra le braccia e risvegliarmi con il profumo della sua pelle, ogni notte … ogni mattino.

Il caldo di quell’isola tropicale mi avvolse, rendendo ancora più difficile svegliarmi. Mi voltai verso di lei e mi accartocciai contro il suo corpo, coperto solo dalla stoffa leggera del lenzuolo.

Immersi naso nei suoi capelli e cominciai a far vagare le mie mani sulla sua pelle calda, languidamente, sempre mezzo addormentato, mezzo eccitato, solo mezzo … se non ci fosse stata lei a completarmi.

C’erano mattine in cui non volevo riaprire gli occhi, non desideravo scoprire se quello che stavo vivendo fosse un sogno magnifico o una realtà incredibile.

Se fosse stato solo un sogno, svegliarmi sarebbe stato come morire di nuovo.

Strinsi Elena più vicino a me, affondando i polpastrelli nella sua carne, in modo che le immagini prendessero consistenza, diventassero carne e sangue, odori e sospiri.
Spostai le labbra sulla sua spalla e la “assaggiai”; il suo sapore, unico e inconfondibile, eccitante sulla mia lingua e dolce al mio palato, mi confermò che quella non era un’immagine onirica: lei era lì, in quel letto stropicciato, tra le lenzuola che profumavano di noi.
Il desiderio crebbe lento ma inesorabile e non avrei aspettato il suo risveglio: si sarebbe ridestata con la forza del mio amore dentro di lei … come ogni mattina, da quella notte in poi.

Ma … il mio cellulare incominciò a vibrare sul comodino alle mie spalle. Avrei voluto non dargli retta e continuare a giocare con il suo seno, con le dita tra i suoi capelli, ma la vibrazione era cambiata in suoneria e riconobbi il motivo che avevo assegnato a Pheeb.

Con gli occhi che ancora si rifiutavano di aprirsi, mi sedetti sul letto e afferrai quello strumento infernale.

-Pheeb … spero ti renda conto che qui è mattina presto … e tu sai che alla mattina certe prestazioni … - dissi con la voce impastata dal sonno e dalla passione che ancora mi arrochiva la gola.

-Buongiorno anche a te Damon. Tu e la mamma state bene? – rispose allegramente.

-Probabilmente staremo molto meglio tra un po’… –

Pigramente Elena si voltò a guardarmi, col volto assonnato e l’espressione interrogativa.
Le sorrisi e le mimai con la bocca il nome di suo figlio.
 

Lei si girò, lasciando la testa sul cuscino, i capelli aggrovigliati e una ciocca tra le labbra.
Le posai un lieve bacio sulla fronte mentre le toglievo i capelli dalla bocca.

-Damon ci sei? Mi stai ascoltando? – mi richiamò Pheeb.

-Dimmi. –

-Ho chiamato per ricordarvi la presentazione del nuovo libro di Stefan a New York, il prossimo fine settimana: non osate disertare! –

-Ho già prenotato i biglietti per il ritorno: come potrei mancare all’ennesimo discorso del mio logorroico fratellino? – risposi con un sorriso sghembo rivolto ad Elena che mi aveva appena dato una gomitata.

-Chiedigli se ci sarà anche Cinthia … ho voglia di rivederla … - mi sussurrò Elena.

-Cinthia? – riportai la domanda a Pheeb.

-Cinthia è a Parigi: aveva una pausa dalla scuola d’arte di Firenze e ha fatto una fermata per visitare il Louvre per studiare non so quale dipinto … sarà a New York in tempo per la presentazione. –

-Tu stai bene? – urlò Elena in modo da farsi sentire dal figlio.

-Tutto bene, mamma. La facoltà di medicina è molto impegnativa, ma non riesco ad  immaginare altro campo di studi più stimolante e affascinante. Mi piace Boston, mi sono ambientato benissimo e ho fatto nuove conoscenze … normali … -

-Cassidy? – domandai.

-Lei è rimasta al Whitmore con suo padre, da quando sua madre è fuggita. Credo che voglia imparare a gestire i suoi poteri ed usarli per tenere sotto controllo l’attività sovrannaturale della zona. Sai, alla fine abbiamo deciso di rimanere amici, separati, per capire … conoscere: entrambi abbiamo trascorso troppo tempo in quella gabbia, senza scelte, senza crescere veramente, e abbiamo bisogno di vivere nel mondo prima di prendere una qualsiasi decisione definitiva. –

-Bravo ragazzo … a New York andremo fuori per una serata per soli uomini: ti mostrerò cosa vuol dire vivere la vita! Sai sa ci sarà anche Alaric? Una serata alcolica non avrebbe senso senza di lui! – risi allo sguardo sarcastico di Elena che accompagnava il dito medio bene in vista.

- Credo che verrà con Meredith, che ci raggiungerà con la famiglia di Matt. Rick è appena tornato da un viaggio in Perù con zia Reb per non so quale zona archeologica … quei due hanno preso sul serio l’incarico di ricercatori alla facoltà di storia della CUNY. -

- E l’altra parte della famiglia … come sta? –
 

- Zio Elijah e Kath sono a New Orleans: conosci la sua fissazione per l’occulto: lì ha materiale a sufficienza per approfondire quel poco che ancora non conosce. Mi ha detto che sarebbe venuto anche a lui alla presentazione del libro: “riunione di famiglia” … sai che ci tiene a queste cose! –

-Altre notizie? –

-Dal mondo degli addormentati nulla, grazie al cielo: papà e zio Kol continuano a rimanere tranquilli nelle loro bare … lontani dal mondo, lontani da noi. –

-Bene, allora ci vediamo sabato sera … tua madre ti saluta . – dissi, mentre Elena faceva cenni disperati affinché le passassi il telefono.

-Ciao Damon, dalle un bacio da parte mia … -

La comunicazione s’interruppe mentre Elena riempiva di pugni la mia spalla.

Lanciai il telefono oltre il letto e, afferrandola per le spalle, fui sopra di lei.

Non potevo aspettare ...  avevo aspettato troppo.

Posai le mie labbra sulla sua bocca, inizio e fine di ogni mi respiro, e lasciai che il giorno sorgesse oltre le tende di lino.

L’ennesimo giorno d’infiniti giorni.

Per lei, con lei, attraverso di lei.

Insieme.

The end ... a new beginning



Nda: solo e semplicemente grazie.
Mammaesme.



  
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