Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Scimmietta_Innamorata99    19/09/2014    0 recensioni
Jolanda è allegra e vivace, ha appena cambiato scuola e conoscerà molte persone tra cui LUI, il tipo strano e misterioso che nasconde un segreto...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

La sveglia suonò e mi catapultò fuori dal mio guscio caldo di coperte e lenzuola, riportandomi alla realtà.

Guardai l'ora e sbuffai sbadigliando, pensando di aver sbagliato a selezionare la giusta sveglia ieri sera.

Mica ero matta, ma quale essere umano può avere la forza di svegliarsi alle cinque del mattino?

Mi rigettai sul mio amato cuscino con il progetto di bruciare al più presto la sveglia traditrice.

Proprio mentre pensavo a questo mi venne d'un tratto in mente quello che mi ero ripromessa di fare.

Ivan. L'alba. Le verdure. Verdure?

Merda dovevo sbrigarmi.

Mi fiondai fuori dal letto in un secondo e rabbrividii al contatto del mio piede nudo con il pavimento gelido.

Andai nel bagno cercando di non svegliare nessuno, ma ovviamente inciampai nel secchio che non era al suo posto e feci rumore.

Ma che diamine!

Trattenni il fiato, avevo paura che qualcuno si fosse svegliato. Quando sentii il russare di mio padre nella stanza poco più a sinistra del bagno mi rasserenai.

Mi preparai in fretta e furia e cinque minuti dopo ero già fuori casa.

Freschetto alle cinque del mattino eh?

Mi misi a correre verso il porto, sperando da una parte di non trovare ciò che purtroppo sospettavo, dall'altra avrei tanto voluto vedere LUI, ma non sapevo come mai. Anche da lontano mi bastava.

Che mi prendeva?

 

 

Mi fermai ansante , ero arrivata.

Beh se non altro mi ero riscaldata, con quella corsa.

Ero proprio nel luogo dove i primi banconi del mercato stavano iniziando a sistemare i propri prodotti.

Una vecchietta poco più alla mia destra stava mettendo delle uova nelle confezioni.

Mi è sempre piaciuto il mercato, è un luogo così pieno di colori, con gente semplice, c'è vita! Beh c'è vita in orari un po' più umani ma ero felice di essere là.

Aguzzai gli occhi in cerca della mia preda (ok detto così suona male) fino a quando non lo avvistai.

Agente segreto 008 aveva individuato il suo obiettivo. Nascondersi in modo da non essere visti.

Finii di pensare alle cretinate della mia mente (svegliarsi troppo presto può avere effetti collaterali!) e mi concentrai su Ivan.

Si trovava accanto ad un camion e stava aiutando un signore a scaricare della merce. Intravidi dei salami e del formaggio. Posò le casse per terra e aiutò una signora a sistemare le cose sul suo banchetto.

Dopo che ebbe finito la ringraziò, lei gli strinse una mano guardandolo con affetto e gli diede dei soldi, poi Ivan si allontanò e si diresse da un altro camion.

Stesso procedimento, aiutava un signore ad allestire il suo banchetto per il mercato, questo lo ringraziava, lo pagava e lui se ne andava.

Andò avanti così per quattro o cinque volte. Si erano fatte ormai le sei e mezza del mattino.

Lo avevo osservato per tutto il tempo, ero rimasta incantata da quelle braccia forti e dalla sua espressione.

Era assorto, sembrava stanco morto ma allo stesso tempo vedevo che non voleva far capire quanto fosse stremato, era gentilissimo nei confronti dei signori che aiutava e il sorriso che gli rivolgeva a lavoro terminato mi aveva letteralmente ipnotizzata.

Me ne stavo lì, nascosta dietro una pianta del bar di fronte, mi sentivo la pantera rosa.

Quando lo vidi fermarsi un attimo e asciugarsi la fronte avrei voluto correre da lui, saltargli al collo, guardarlo negli occhi e urlargli perchè faceva questo e da quanto tempo andava avanti tutta questa storia.

Se aveva bisogno di soldi non poteva fare un lavoro come il cameriere, magari nel pomeriggio, come fanno altri ragazzi della nostra età?

Come mai aveva scelto di lavorare alla sera tardi e all'alba?

Ci credo che aveva sempre quell'aria così stanca..

Mentre tutti questi dubbi mi affollavano la mente il tempo scorreva e mi accorsi che erano le sette meno un quarto, quindi controllai che lui non ci fosse e non mi vedesse, dopodichè mi misi a correre verso la scuola.

Ultimamente non facevo altro che correre, avrei potuto iscrivermi ad una maratona già che c'ero.

Vidi Ivan che correva poco più avanti di me, a quanto pare pure lui si era accorto dell'orario.

 

 

Arrivata in classe mi diressi come un tornado al banco di Ivan, che era ovviamente già seduto al suo posto con le gambe distese e le braccia incrociate.

Oh mammina da vicino si vedeva ancora di più quanto fosse stanco... Era così bello...

Diedi dell'idiota al mio cervello che formulò quest'ultimo pensiero.

“Baccalà rosso, devi dirmi qualcosa oppure ti sei incantata ad osservare il sottoscritto?” si rivolse a me col sopracciglio alzato e quel dannato sorrisino sghembo.

Esisteva solo una parola per descriverlo: sexy. Maledettamente sexy.

Cazzo Jolanda questo tra un po' ti manda al manicomio.

“Non mi incanto ad osservare i babbuini, ho gusti migliori” gli risposi imitando la sua espressione.

Mi sedetti al mio posto e mi misi a chiacchierare con Nicola.

“Che è quell'espressione sognante? Mmmmh stai forse pensando ad una fata dagli occhi verdi che ti ha rapito il cuore?” gli dissi melodrammatica.

Il mio vicino di banco scoppiò a ridere e si grattò la testa imbarazzato.

“Senti.. potresti darmi il suo numero vero? L'altro giorno abbiamo parlato di molte cose ma mi sono scordato di chiederglielo” mi mormorò con l'espressione da cucciolo bastonato.

Mi immaginai immediatamente la faccia di Sharon con gli occhi a cuoricino, scuotei la testa ridendo e diedi il suo numero a Nicola.

Così i piccioncini potevano sentirsi quando volevano.

 

 

Nell'intervallo raggiunsi Ivan che stava scherzando con Giovanni.

“Puoi venire un secondo?” gli dissi a bassa voce. Lui annuì guardandomi stranito e ci dirigemmo in un posto più appartato, vicino alla palestra.

“Senti Ivan hai due occhiaie grosse così, adesso mi spieghi che cavolo stai combinando” mi rivolsi a lui con tono severo, eravamo uno di fronte all'altra.

Non sapevo neanche io perchè lo stessi facendo, ma lo dovevo fare e basta.

La sua espressione si fece ancora più confusa, poi si passò una mano sulla faccia e mi rispose:

“Primo: non sei mia madre e quindi non ti deve interessare se dormo o non dormo.

Secondo: che cavolo te ne importa, scusa?” Non era arrabbiato, il suo tono era calmo e i suoi occhi mi stavano iniziando a distrarre.

“Non sono tua madre, questo è vero, ma... Non riesco a capire...” in quel momento fui presa da varie emozioni contrastanti: da una parte volevo dirgli tutto ciò che avevo visto e chiedergli spiegazioni, dall'altra pensavo che fosse meglio stare zitta e dall'altra parte ancora non desideravo altro che mi stringesse a sé, che mi tenesse in braccio come quando ero inciampata e che mi baciasse di nuovo.

Sebbene quel contatto fosse durato veramente pochissimo non avevo scordato la sensazione delle sue labbra, e mi mancavano, mi mancavano da morire.

Si fece più vicino, i nostri volti si sfioravano.

Il mio cuore accelerò i battiti.

“Che cosa non capisci?” soffiò sul mio viso con voce ammaliante.

Ok adesso era decisamente troppo. Il suo profumo mi mandava in tilt e se continuava a parlarmi e a guardarmi in quel modo mi sarei in fretta scordata chi ero, dove abitavo e quanti anni avevo.

Presi un respiro profondo.

Ti chiami Jolanda e hai diciassette anni. Perfetto, fin qui ci siamo.

Lo fissai con aria di sfida e gli risposi:

“A dire il vero non capisco tante cose di te... Ad esempio, come mai mi hai baciata, quella sera?” mi scostai leggermente da lui per riprendere a respirare normalmente.

“Ti ho baciata perchè in quel momento non desideravo altro. Mi eri così vicina e io... ho perso il controllo” parlò continuando a fissarmi e nel frattempo si era avvicinato nuovamente a me, fino a quando non fui con la schiena al muro e il suo viso a pochi centimetri dal mio.

“Ok ma se non ti allontani lo perdo pure io il controllo!” esclamai senza rendermi conto di quello che avevo appena detto.

Me ne pentii immediatamente. Non appena vidi spuntare il suo sorrisino stupendo arrossi come una cretina e spostai lo sguardo sul pavimento.

“Come hai detto scusa? Ti faccio perdere il controllo?” disse con tono vittorioso, manco gli avessero detto che aveva appena vinto la gara di formula uno.

Inclinò leggermente la testa per ricatturare i miei occhi, ma non ci riuscì, tenevo duro.

“No, vedi, non intendevo dire quello...” mi stavo arrampicando sugli specchi. “Intendevo dire che se mi stai così vicino non riesco a trattenermi dal prenderti a pugni” non c'era niente da fare, ero pessima a mentire e ad inventare scuse.

Infatti non ci credette minimamente.

“Mmmmh sì certo...comunque questa situazione” e sottolineò la parola situazione, alludendo a me schiacciata contro il muro e lui con le braccia anch'esse sul muro a mo' di gabbia “è molto invitante...” concluse ammiccando.

Fui salvata dalla campanella.

Lo scansai (malvolentieri ma non potevo permettergli di fottermi il cervello) e corsi in classe, lasciando che il mio cuore si calmasse.

 

Quando entrò in classe la professoressa era già seduta alla cattedra. Mi finsi molto concentrata ad osservare i delicati colori del mio portapenne in modo da non incrociare lo sguardo del babbuino più sexy e misterioso del mondo.

 

Poco prima di uscire da scuola per dirigermi verso casa mi fermò Sofia.

“Senti, domani è il compleanno di Cristy, avevo pensato che sarebbe stato bello prima uscire tutti insieme come l'altra volta e poi mi farebbe piacere se tu, Sharon e lei vi fermaste a dormire da me. Adoro i pigiama party!” esclamò entusiasta.

Ero felicissima, mi sarei divertita moltissimo!

“Ma certo!! Anche io amo i pigiama party! Ci divertiremo un sacco, vedrai” le feci l'occhiolino e me ne andai, dopo che lei mi ebbe abbracciata tutta contenta.

 

Solo mentre entravo a casa mi resi conto che fare un pigiama party a casa di Sofia equivaleva a passare una notte intera sotto lo stesso tetto di Ivan.

 

 

Angolo della scimmiaaa :)

Finalmente ecco il capitolo 8! Chiedo perdono per il ritardo ma ho avuto dei problemi con il computer e poi è cominciata la scuola...

A parte questo... Cosa ne pensate? Come vi sembra?

Fatemi sapere se vi piace o se devo migliorare in qualcosa :)

Un abbraccio a tutte voi, alla prossima <3

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Scimmietta_Innamorata99