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Autore: _Ery1999_    26/09/2014    3 recensioni
Un attimo prima di fare sua quella perfetta sconosciuta, quando era svestito e voglioso sopra di lei, aveva avvertito un fastidioso formicolio al ventre, facendo arrestare il suo corpo per un istante, mentre la mente correva alla Granger, ai suoi stupidi, vecchi libri, che ora stava sicuramente sfogliando, e ai suoi occhi marroni, che ora, chissà perché, gli apparivano ansiosi, imploranti...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Bianco. Solo bianco tutt’intorno. Un bianco accecante, candido, puro. Lei si materializza in quella luce, splende, il corpo stesso risplende di luce propria. Persino la sua chioma scura sembra scintillare. Gli sorride, e anche quel sorriso irradia raggi di dolorosa perfezione. Hermione! Sente una voce gridare e non capisce nemmeno che è la sua. Le corre incontro, ansimando, ridendo, sudando, fino a quando sente le gambe non reggerlo. Lei gli tende la mano, sottile, delicata, e lui allunga la propria, con disperazione, perché non vede l’ora di arrivare. Un’altra voce si fa strada nel bianco. Malfoy...

- Malfoy... -

Anche lei lo sta chiamando? Lacrime di gioia gli rigano le guance e lui le scaccia via con forza, ma non si ferma, non rallenta, però non vuole che lo veda piangere. Quando è a pochi passi da lei tutto si ferma e quella luce sembra risucchiarlo. Il suo grido si trasforma in un rantolo di disperazione, invece lei rimane impassibile, col suo sorriso smagliante e la mano tesa in avanti. Poi vede solo buio, e ha paura. Terribilmente paura.

- Malfoy, svegliati – lo chiamò dolcemente, ancora una volta. L’aveva trovato immerso nel sonno, supino, con la testa leggermente inclinata di lato e la bocca socchiusa. Le palpebre fremevano e a Hermione era dispiaciuto tanto svegliarlo. Ma doveva parlargli, e doveva farlo subito. Quando stava per scuoterlo leggermente da un gomito, lo vide sobbalzare e mettersi seduto come se fosse appena scampato ad un incubo terrificante. Draco la guardò, stravolto, con il sudore che gli imperlava la fronte e le mani che tremavano. Si passò un braccio sul viso e cercò di ricomporsi in fretta.
- Granger, cosa c’è di così urgente? – era furioso per essere stato strappato a quel sogno. Sperava fosse importante, se lo augurava vivamente per il bene di lei, perché stavolta non avrebbe avuto rimorsi a trattarla male. La visione di poco prima era stata desiderio autentico, cristallino e limpido. La pace che aveva provato immaginando di correre verso di lei era stata sconfinata, e il tormento nel non riuscire a raggiungerla era stato ancora maggiore.   
- Dobbiamo parlare di una cosa... – prima che lui potesse chiedere qualsiasi altra cosa, Hermione prese in mano la foto che teneva in grembo e gliela mostrò, vedendolo impallidire e sgranare gli occhi. Cazzo, se n’era accorta. Come diavolo era potuto succedere? Cercò disperatamente di arraffare una scusa sufficientemente valida, ma lei lo precedette, quasi leggendogli nel pensiero.
- Hai sbagliato anta, Malfoy – umiliato e con un groppo in gola, rimase pietrificato, trattenendosi dal boccheggiare per evitare di rendersi ancora più ridicolo. Per un attimo fu tentato di dirle tutto, di svelarle il perché sembrasse voler litigare ad ogni costo, il motivo per cui si era limitato allo spazio vitale tra studio e camera da letto, ma poi ebbe la consapevolezza che lei non avrebbe mai potuto capire, e lasciò perdere, stanco, sconfitto. L’orgoglio gli gridava soltanto di prendere quella stramaledettissima fotografia e ridurla in mille, microscopici pezzettini, per la pura e semplice soddisfazione di vedere Hermione scoppiare in lacrime, per poi sbatterla fuori dalla sua stanza. Per la prima volta in vita sua, Draco Malfoy chiuse la bocca a quella voce e rimase dov’era, attento, lucido.
- Era caduta e non sapevo dove rimetterla – disse con uno sguardo di sufficienza, come per trasmetterle che quella era una cosa di poco conto e che non valeva di certo quanto il suo prezioso sonno. Si guardarono, e negli occhi di Hermione lui scorse la consapevolezza, e in quel momento lui seppe che lei sapeva, tutto quanto, che non avrebbe dovuto spiegarle niente perché ogni risposta era già dentro di lei, proprio lì, in quel marrone che lo stava facendo impazzire. Lei sembrò cogliere il terrore che aveva prepotentemente preso il posto di quell’indifferenza artificiosa, e lo accolse con un sorriso che gli penetrò nella carne, nei muscoli, nelle ossa. Draco riconobbe quel sorriso, lo rivide come al rallentatore, immerso nella luce della propria fantasia, rivide lei che gli tendeva la mano, e vi annegò, senza poter fuggire.
- La prossima volta mi lascerò sfiorare, Malfoy – gli sussurrò all’orecchio, e lui rimase pietrificato, incapace di muoversi, di respirare, mentre sentiva la pelle vibrare, scossa dal suo respiro così meravigliosamente vicino. Avrebbe voluto prenderla, scuoterla, stringerla, gridarle quanto la odiasse, - quanto l’amasse -, ma il suo corpo non rispondeva, era paralizzato, impotente, schiacciato dalla sua voce fremente.
- Vado a preparare la cena – lei si alzò, senza guardarlo, senza voltarsi, e di nuovo quel senso di abbandono lo attraversò da parte a parte, come una scarica elettrica. Ancora quella voglia di allungare la mano, di sentire nelle narici il suo profumo delicato, di chiamarla.
- Granger... – Hermione! Lo pronunciò a voce talmente bassa che lei credette di esserselo solo immaginato, eppure, suo malgrado, rimase inchiodata al pavimento quando era ormai sulla soglia, voltandosi lentamente, temendo che fosse tutto solo uno scherzo della sua mente. Draco si alzò dal letto come un automa, con gli occhi grigi fissi in quelli di lei, che ad ogni passo si riempivano di timore, di incertezza, di sorpresa. Le si avvicinò velocemente, ad ampie falcate, impazienti, e se avesse potuto avrebbe corso, con tale foga da non toccare il suolo. Le prese la mano, senza pensieri, senza rimorsi, senza rimpianti, assaporando quel tocco tanto agognato. Il pensiero di ciò che stava per accadere la travolse, sconvolgendo ogni spiraglio di lucidità, e per un attimo una paura già provata le serrò lo stomaco, le appannò la vista, le ghermì il cuore. Avrebbe voluto scappare, fuggire da quella codardia che non le apparteneva, da quel momento che la faceva tremare di un sentimento ancora impronunciabile. Ad un tratto, come per magia, l’incertezza cessò di colpo, appena sentì le dita di lui che si intrecciavano armoniosamente alle proprie. Draco la baciò, dolcemente, come se l’avesse fatto da sempre e allo stesso tempo come se non l’avesse mai fatto. Sentì che lei si irrigidiva, confusa e divisa tra pensieri ed emozioni che stridevano tra loro, e per un attimo temette di aver sbagliato, temette di cadere, disilluso, solo. Quando, finalmente, dopo attimi interminabili, Hermione si sciolse in quella fusione e si abbandonò alle sue braccia, una gioia si irradiò in lui come se un Sole gli fosse esploso dentro. Mentre la sua lingua cercava timidamente quella di lei, si sentì a casa, riempito di qualcosa che non aveva mai avuto, che aveva cercato disperatamente, senza sapere che era stata sempre così terribilmente vicina. Tornò a sei anni prima, a quando l’aveva sposata, a quando l’aveva amata per la prima volta, e si rese conto che non aveva mai smesso di farlo,  nemmeno quando lo contestava, quando lo picchiava, quando lo insultava, forse neppure quando l’aveva tradita. Eppure, allora non lo sapeva ancora, non l’aveva mai saputo prima di ora, prima che quel calore indescrivibile cominciasse a diffondersi dalle caviglie fino alle guance, e loro continuavano a baciarsi, congelando e distorcendo il tempo in assoluta perfezione.
Si staccarono dopo pochi istanti lunghi interi secoli, occhi negli occhi, e sul viso di Draco lei rivide ancora una volta quell’espressione completamente sperduta. Gli strinse la mano, serrando le dita già intrecciate, e si sentì completa, raggiante. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma le parole, di solito amiche, si formavano e si frantumavano nella sua testa, senza che riuscisse a sottrarle in alcun modo da quella caotica confusione. Rimase in silenzio, un silenzio prezioso che consentiva ai loro respiri di incastrarsi e fondersi in una sinfonia soave. Scesero al piano di sotto e iniziarono a cucinare, per la prima volta insieme, senza parole, senza pensieri, senza rimorsi. Quando la cena fu in tavola, la consumarono lanciandosi occhiate furtive, entrambi imbarazzati, cauti, come due adolescenti innamorati.
Si addormentarono sul divano, con le mani perse l’uno nei vestiti dell’altra, dita fautrici di dolci carezze e labbra colpevoli di baci rubati. Affondarono in un sonno continuo e sereno e dormirono fino a mattina inoltrata. Al loro risveglio, la luce del Sole che filtrava dalle ampie finestre si rifletté nei loro occhi e sui loro corpi, caldi, ancora avvinghiati.
Il Peccato era un ricordo lontano, mai esistito, frantumato da qualcosa di più grande, di più potente, di più giusto. E mentre in entrambe le menti prendeva forma la parola “amore” - consapevolezza impronunciabile, così che rimanesse inviolata - un sorriso illuminò i loro volti, purificandoli, e le labbra si cercarono, unendosi, ancora, ancora, e ancora...         




Angolo Autrice

Ecco la fine della long! Stavolta un lieto fine per la coppia ^^ Ringrazio tutte quante per la vostra curiosità e il vostro interessamento! Se volete visitate il mio canale, anche se non aggiorno da un po' :P 
Un bacione a tutte,

_Ery1999_
  
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