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Autore: kannuki    23/01/2005    7 recensioni
Due mondi sotto un'unica egemonia. La Terra, devastata da terremoti e la Luna, colonizzata e trasformata in un'immensa prigione, obbediscono alle leggi dure imposte dai governatori della Dawn. Amora deve recarsi al più presto sulla stazione abitante e deve farlo in fretta, ma ha bisogno di un 'passaggio'... Spero di non fare una schifezza, mai scritto un racconto di fantascienza prima. Commenti e critiche: tutti ben accetti!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Kennedy Avenue

Kennedy Avenue

 

Il videofono ronzava inutilmente nell’appartamento vuoto. Il cacciatore lo guardò con aria divertita. Non aveva certo perso tempo l’amico.

Girarono per l’abitazione frugando dappertutto, cercando eventuali tracce del soggetto Amora.

Uno specchio in frantumi. Uno strano marchingegno. Due tute bordeaux.

Il cacciatore sollevò la più piccola e la annusò sorridendo. Odore di donna.

E’con lui” mormorò agli altri compagni che lo fissavano in silenzio.

Si sedette sul divano di duremar, posando lo storditore accanto a se e incrociò le gambe inguainate di una tuta marrone scuro. Il micetto balzò dalla finestra aperta sul pavimento. Il cacciatore lo guardò soddisfatto…gli erano sempre piaciuti i gatti. 

 

Proprio in quel momento Amora stava salendo col montacarichi. Aveva fatto un giro rapido della città ma pullulava di poliziotti e il timore di farsi scoprire era troppo. Potevano aver già diramato un ordine di cattura.

Quando arrivò davanti alla porta distrutta, arretrò di qualche passo…che era successo? Dei ladri? Avevano fatto del male ad Harlan?!

Entrò come una furia in casa e si trovò di fronte a tre cacciatori che l’aspettavano con gli storditori in mano.

Amora osservò spaventata quello che sembrava il capo che giocava con il micetto. Si alzò, dopo averlo poggiato a terra e le andò in contro. Amora cercò di scappare ma si ritrovò accerchiata  “che volete…da me?” mormorò con una vocina tenera che li fece uggiolare.

Che tesoro, sicuro che la dobbiamo portare dal tedesco?” domandò uno dei cacciatori alzandole il viso con il bastone.

“Abbassa quell’arma..”sibilò il capo osservandola da capo a piedi. Amora stava per urlare quando la strinsero in un cerchio “non ho fatto niente..” Mormorò sul punto di piangere.

“Amelia Stokes? Devi venire con noi!” esclamò duro, incutendole una paura del diavolo.

“Amelia...mi chiamo così?” gli chiese stupita.

Senza una parola il cacciatore la afferrò facendola urlare “lasciatemi,  non ho fatto niente!”

“Ti portiamo da alcuni amici” grugnì il capo mentre la ragazza si dibatteva per liberarsi.

 

All’improvviso, una gomitata allo stomaco del più vicino lo lasciò sbalordito.

Fottuti idioti! Guardate che casino che avete combinato!”

Amora urlò, indicando i frammenti della porta “cazzo!Adesso pulisci tutto con la lingua!”esclamò al cacciatore guardando male gli uomini attorno a lei.

Si guardarono l’un l’altro. Il capo col suo vistoso tatuaggio sul viso che saliva dal collo le si avvicinò minaccioso“ripeti un po,’ ragazzina…”

Amora lo spinse via con le mani. “hai sentito bene, stronzo tatuato! Prendi la ramazza e metti a posto sto bordello che hai creato!!Non è casa mia, questa!”

L’uomo rise divertito scrollando la testa. “ di questo non ci avevano fatto parola…” Mormorò rivolto ai suoi uomini.

“Hanno detto qualcosa riguardo alla mancanza di lingua?” gli chiese uno facendolo ridere.

Amora lo fissò sprezzante, con un ghigno sul viso “non fare lo stronzo con me...potresti farti molto male” sibilò girandosi verso il secondo, cercando di ferirlo.

Con un grugnito di disprezzo, uno storditore la colpì e una violenta scarica la attraversò lasciandola senza parole.

 

Pianeta 2, alloggio privato di Eric Cage

 

L’ingegnere fece un balzo verso il computer quando cominciò ad emettere impulsi sonori.

Amelia aveva avuto un’ altra crisi…stavolta più violenta del solito!

Un’extrasistole ventricolare! Scompenso cardiaco, pausa compensatoria, ventricoli rigonfi di sangue, ridotto periodo diastolico, gettata sistolica quasi assente….una violentissima scossa elettrica!

Cristo, ha preso la corrente?!

Si tolse gli occhiali, portandosi una mano al cuore. Non poteva permettere che la piccola Amelia morisse!

Cerca un’altra soluzione...pensa Eric, pensa! Trova un altro modo!

Improvvisamente le funzioni vitali della ragazza si azzerarono. Che sta succedendo?!

 

Kennedy Street

 

Amora urlò, cadendo a terra  e rotolando su se stessa. La scarica elettrica aveva distrutto il chip che portava sottopelle e rivelava le sue funzioni vitali.

E, cosa ben più grave, interagito col dispositivo nel suo corpo.

Le urla furiose della ragazza li lasciarono esterrefatti “che cazzo le succede?” sibilò il capo guardandola: aveva la bava alla bocca  e gli occhi iniettati di sangue.

“Forse non dovevamo usare la corrente” mormorò uno serafico.

Il boss lo fissò male “potevi darle un cazzotto!”

Si chinò sulla ragazza scrollandola “ehi datti una calmata” le disse con fare nervoso “legatela e portatela da tedesco” ordinò loro mentre la tenevano in tre per farla stare buona.

Un gemito strozzato fece voltare  il cacciatore. Amora era saltata addosso ad un suo uomo e stava cercando di strangolarlo. Come gliela staccarono di dosso, la ragazza si avventò sugli altri due.

Il cacciatore  prese lo storditore mentre i suoi uomini lottavano con lei.

Con un violento schiocco, il collo di uno si ruppe, lasciandoli esterrefatti. “Ma chi è sta belva?!” urlarono allontanandosi da lei.

Con un ghigno poco raccomandabile, Amora scappò attraverso la stanza di corsa, saltando sulla moto parcheggiata nell’immenso terrazzo di Harlan. Una lieve pressione del pedale e il mezzo si sollevò in aria lentamente.

Li guardò uno per uno ringhiando come un animale. La moto sparì nel cielo, mente il cacciatore tatuato la guardava allontanarsi. “Ha preso la mia moto” mormorò nervoso. Un cenno del capo e una diecina di Stormspaces solcarono l’aria a tutta velocità, sfrecciando fra i palazzi ristrutturati e le macerie dei ponti post-terremoto.

“Rapidi e precisi” mormorò nel casco nero che indossava.

La piantina della città redigitalizzata, si rifletteva sullo schermo interno, indicando in rosso pulsante i palazzi.

Attivò lo scanner ad alta precisione. Una figura verde davanti a lui, con una grossa macchia bianca al centro del corpo.

“Trovata!”

 

La moto di Amora schizzava fra i ponti crollati e le rottami delle macchine…quei maledetti le stavano addosso e non si decidevano a mollarla. Sterzò all’improvviso per evitare il cadavere di un grattacielo che le si era parato di fronte. L’adrenalina pompava violentemente nel suo corpo, rendendola incapace di ragionare. Aveva la vista sfuocata e il respiro ansante. I polmoni non riuscivano a riempirsi d’aria...stava per avere un collasso!   

Sorvolò a bassissima quota la via centrale, sfiorando quasi le macchine. Gli automobilisti cacciarono fuori la testa dai finestrini, incuriositi, ma la ritirarono subito, vedendo uno stormo di Stormspaces su di loro.

Urtò violentemente contro un albero e fu sbalzata via dalla moto, che continuò il suo volo parabolico e si schiantò a terra.

Stava per morire! Da quell’altezza, si sarebbe schiantata di sicuro!

Nooo!” urlò, lottando contro il dolore che sentiva nel corpo. Improvvisamente la sua corsa fu arrestata. Piombò addosso ad un cacciatore che imprecò per l’urto.

“Ti lascio cadere, se rifai la stronza come prima!” la minacciò dall’interno del casco protettivo.

Amora lo guardò sentendo il dolore che passava e la rabbia che sbolliva, lasciandola esausta. Annuì appena, mentre volavano verso il covo di Ingo e Audrine.

 

Palazzo di Ingo e Audrine

Dall’altra parte della città

 

Amora guardava spaventata il tedesco e la donna francese accanto a lui.

Che volete da me?” mormorò con voce stremante, stringendosi nella sedia sulla quale il cacciatore l’aveva piazzata.

“Siamo tuoi amici Amelia, dobbiamo portarti sulla Dawn” le disse la donna, cercando di mantenere la calma. Avere una bomba vivente dentro casa non era certo il massimo!

“Amelia...?” borbottò la ragazza fra se e se “è il mio vero nome?” domandò con voce flebile all’uomo che continuava a girare per la stanza spoglia.

“Amelia Stokes: 26 anni, altezza 1.68, peso 53 kg, laureata nel 2086 alla facoltà di Biologia dell’ Accademia di Scienze Umane” recitò meccanicamente la francese col suo caratteristico accento europeo, mentre leggeva la scheda della ragazza. 

Amora la guardava quasi sorridendo: adesso avrebbe potuto rispondere alle domande di Harlan!

Il suo sguardo si adombrò ripensando al pilota. Chinò la testa depressa...Harlan...

La voce profonda del tedesco le fece alzare gli occhi all’improvviso“mettiti questa e preparati a partire” le disse lanciandole una tuta nera con le decorazioni…un pilota di classe J, pensò Amora guardandola.

Perché devo andare sulla stazione? Me lo sapete dire?” domandò a Audrine che le restava sempre alla larga.

Ingo si voltò verso di lei con un sorriso poco raccomandabile “certo bellezza…il tuo compito è quello di farla esplodere”

 

Pianeta2

Alloggio privato

Dottoressa Armony Rydell

 

La donna lasciò cadere il comunicatore con due dita. Bene! Era estremamente soddisfatta!

Il soggetto stava per partire, era questione di poche ore. Un viaggio di tre giorni e poi…BOOM!!!

Quell’incompetente di Cage voleva mandare all’aria l’esperimento ma aveva pensato lei, a metterlo fuori gioco!

Non l’aveva ucciso, solo reso inoffensivo. Quando aveva scoperto che stava organizzando il suo trasferimento sulla Dawn, non aveva perso tempo. Una bella botta in testa e ‘riposo forzato’ nel suo alloggio.

La donna si alzò dalla scrivania sfoderando un ampio sorriso. Uscì nel corridoio stretto e semibuio della prigione a testa alta. Le telecamere la inquadrarono per un breve momento. Entrò nella stanza del collega. Stava dormendo.

Un sonoro ceffone lo svegliò bruscamente.

“La piccola Amelia sta per partire.” Lo avvertì con voce divertita.

Cage la guardò con odio “non t’avessi mai dato retta!”

Rydell rise, sollevando le spalle “non avevi altra scelta. O così o papà tagliava i fondi. E poi come avresti mandato avanti i tuoi sciocchi esperimenti?”

L’ingegnere ebbe un moto d’ira ma fu costretto a tacere. Quella donna lo teneva per le palle.

Forse avevano trovato il modo di ripopolare aree distrutte dal terremoto, per rendere la Terra nuovamente vivibile. Avevano bisogno di fondi. In qualsiasi modo! 

L’esplosione della Dawn avrebbe accelerato le cose, senza il controllo repressivo dei governatori.

Un unico prezzo…una vita umana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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