Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Henya    14/10/2014    2 recensioni
Era una fredda e luminosa giornata. I raggi del sole, dopo essere rimasti nascosti dietro un cielo cupo e grigio per diverse settimane, avevano finalmente deciso di fare capolino tra le nubi. Forse la primavera aveva deciso finalmente di arrivare .
Sebbene splendesse il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, fuori il mondo appariva freddo, persino attraverso i vetri chiusi di una finestra. Sembrava che non vi fosse colore nelle cose, eppure il sole stava piano piano restituendo agli edifici e al paesaggio circostante i suoi naturali colori, eppure tutto ai miei occhi si presentava in bianco e nero.
Un piccolo esperimento ancora da definireXD Buona lettura :)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




CAPITOLO V






Il tempo cura le ferite, le cicatrizza, ma non le cancella.
Quello che ti rimane è un segno.
Un segno che non ti fa dimenticare.






Lui non aveva dimenticato.
Non si era dimenticato di me.
Con quella enorme cicatrice sul volto era impossibile. Ogni volta che la guardava non poteva che associare ad essa il mio nome, non poteva che rivivere il dolore della lama tagliente che squarciava la carne viva del suo volto :  il suo pensiero non poteva che ricadere su di Me.

E tutto questo era normale, dopotutto.
Anche a me succedeva la stessa identica cosa ogni qualvolta mi osservavo allo specchio vedendovi  riflesse quelle cicatrici che ricoprivano il mio corpo.
Era come rivivere quell'esperienza.
Era come risentire quel dolore.
Era come rivedere Lui.

Cio che ci accomunava era l'ossessione del desiderio di vedere l'altro esalare il suo ultimo respiro.
E dopo tanti anni , trovandoci faccia a faccia e a soli pochi metri l'uno dall'altro, quel desiderio si faceva ancora più forte.

" Chi non muore si rivede... Kai"

Quella voce.
Quante volte che mi aveva fatto svegliare di soprassalto nel cuore della notte.
Alle mie orecchie arrivava come un assordante stridulo, di quelli che ti costringono a  stringere i denti, chiudere gli occhi e tappare le orecchie.

Ma non si trattava più di un incubo: lui, quel giorno, era realmente davanti a me.
Mi osservava con uno strano ghigno stampato sulle labbra, ma non era lo stesso di sempre.
Non quello che ricordavo.
Quell'enorme cicatrice che partiva dall'orecchio sinistro sino ad una delle estremità della bocca glielo impediva.
Non doveva essere stato facile ricucire quel taglio, che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto spaccargli il cranio a metà.
Un colpo riuscito male, purtroppo.

Il tempo sembrò fermarsi per un istante.
Quel leggero vento che poco prima soffiava, si era ad un tratto fermato e i miei occhi, quasi increduli non riuscivano a spostarsi da quella cicatrice così spessa.
Tutto ciò non fece altro che far rivivere alla mia memoria, come una sequenza di scatti, il ricordo di quel giorno, portandomi indietro nel tempo.

Ero nel suo ufficio e lui era davanti a me.
Buio intorno a noi.
Il suo ghigno.
Un coltello tra le mie mani.
Una incontrollabile rabbia s'impossessò di me.
Gli saltai addosso e...


" 25 Settembre... 1998..." 
Con questa frase inaspettata ruppe il silenzio, spazzando via quelle orribili immagini dalla mia mente, riportandomi alla realtà.

25 settembre 1998...

" Sai che giorno è oggi? Hiwatari..." chiese con un tono pungente.
In quel momento quella domanda mi sembrò talmente inopportuna da non riuscire a ricollegare le idee. Non faceva altro che alimentare il caos nella mia mente.

" Ti do un indizio!" iniziò a dire per, a suo modo, aiutarmi. " Sono passati esattamente cinque anni da allora...".

Esattamente...cinque anni.
Questo voleva dire che...

Sgranai gli occhi non appena la mia mente fece luce sulla situazione.
Finalmente ricordai: era proprio il 25 settembre 2003.

" T-u Tu hai..." . Non riuscivo a parlare.
Ero sconcertato.
Aveva pianificato ogni minimo dettaglio e la cosa più inquietante era che ogni particolare aveva un suo ben preciso significato.

" Solo da una mente malata come la tua poteva nascere un simile piano!" asserii con tono ardito.

Lui prese a ridere maleficamente, anche se la cucitura sulla mascella sinistra impediva il cento per cento della mobilità dei muscoli facciali.

" Sorpreso, Hiwatari?" poi il suo tono cambiò improvvisamente, facendosi serio e minaccioso " Per tutti questi anni non ho fatto altro che progettare la mia vendetta, e adesso,,, vedere di essere riuscito ad averti qui, proprio nel giorno, nel luogo, nell'ora in cui avevo prestabilito mi dà una soddisfazione che nemmeno immagini!".

Non è facile spiegare a parole, per esprimere al meglio, il modo  in cui aveva pronunciato quella frase: se dovessi descriverlo in una sola parola... terrificante!

" Ho fatto di tutto per ritrovarti e a quel punto ho iniziato a pedinarti e in tutto questo tempo...tzs! non te ne sei accorto! Ti facevo un tipo più sveglio. Hiwatari!
Ho fatto seguire te, i tuoi amici e qualunque persona con cui entravi in contatto.
All'inizio non sapevo come poterti mettere in trappola, ma poi..."
s'interruppe e dopo avere portato una mano in alto, all'altezza del viso, partì uno schiocco di dita "...ma poi ho capito come attirarti nella mia ragnatela!".

Finito il suo racconto e un secondo dopo lo schiocco delle dita, la mia attenzione venne catturata da due figure che comparirono da dietro quell' albero solitario, la cui ombra le rendeva poco visibili da lontano.
Quando furono più vicini, ebbi davanti quello che non avrei mai voluto vedere: un uomo alto, forzuto e dall'aspetto terrificante stava conducendo davanti a sè Lei, che con mani legate dietro la schiena e una benda davanti agli occhi camminava zoppicante, venendo ogni tanto spintonata.

" Becky!" esclamai.

" Kai!!" urlò lei con disperazione e terrore.
Non riusciva a vedermi ma il solo sentire la mia voce l'aveva come risvegliata.
L'istinto mi portò a fare un passo avanti per raggiungerla, ma fui subito bloccato per le braccia da due ragazzi.

" Dove vuoi andare, Kai! Non è ancora il momento! Tenetelo ben stretto voi due!" ordinò ai suoi uomini che non se lo fecero ripetere due volte, infatti stringevano ben forte le mie braccia.
Capii che era inutile dimenarsi per riuscire a liberarsi, così mi arresi e aspettai la prossima mossa.

Lei aveva vari strappi sui jeans, la maglietta bianca piena di macchie rossastre e le sue braccia, come le guance riportavano diversi lividi. Stava a testa bassa con gli occhi bendati, si vedeva che tremava, era impaurita e tutto ciò mi fece salire dentro una grande rabbia, perchè di fronte a tutto questo io...ero impotente.

" Che cazzo le avete fatto?! Bastardi... non dovevate toccarla!!"  urlai cercando di tirare le braccia tenute ben strette da quei due.

" Calma, Kai!" disse avvicinandosi a me " I miei ragazzi si sono solo un po' divertiti! Non prendertela, ma dovresti sapere come vanno certe cose, dopotutto è il suo mestiere...è una puttana, Kai o l'hai dimenticato?" concluse con tono pungente.

I miei occhi lo fulminarono e dentro le labbra serrate stringevo i denti, cercando di non perdere il poco autocontrollo che mi era rimasto.
Sapevo che si stava divertendo, sapevo che diceva tutto ciò per provocarmi, lo aveva sempre fatto.

" Toglietele la benda!" Ordinò all'uomo che stava un paio di metri più indietro di lui.
Questi eseguì e poco delicatamente slacciò quella fascia che circondava la sua testa. Quello che vidi mi fece stringere il cuore e morire dentro: due occhi spenti e arrossati, da cui sgorgavano infinite lacrime che scendevano lungo quel viso pieni di graffi e lividi.

Il mio respiro cominciò a divenire affannoso, irregolare, non lo controllavo più; le mie braccia venivano strette sempre più fortemente e in me cominciò a nascere la consapevolezza che ancora una volta non avrei potuto fare nulla.

" Sai, mi stupisce che tu tenga così tanto ad un altro essere...umano!" disse con un leggero sarcasmo " ti facevo più... come dire... egoista! Ad ogni modo, questo mi ha consentito di averti oggi qui!".

" Visto che hai me, adesso puoi lasciarla andare: ricordati che devi rispettare un patto!" gli ricordai senza giri di parole.

" Hai ragione! E sai che io non vengo meno ai patti, sono un uomo d'onore!"

Non sapevo ancora se credere o meno alle sue parole, avevo seri dubbi al riguardo.

" Non voglio che il tuo eroico gesto venga sprecato, quindi la lascerò andare, proprio come avevamo stabilito..."

Quelle parole non mi convincevano.
Davvero l'avrebbe lasciata andare?
Avrebbe davvero mantenuto il patto?

Mi sorrise malignamente, dopodiché si girò in direzione del suo uomo, a cui ordinò con un gesto di capo di lasciarla andare.
Becky venne slegata e con una spinta venne incoraggiata a camminare.
Sembrava impaurita, quasi incredula di essere stata appena liberata.
Iniziò a camminare lentamente verso la mia direzione con occhi pieni di lacrime.

Stava quasi per raggiungermi, fui preso da un sussulto che mi costrinse a sporgermi più avanti, sebbene mi fosse impossibile muovermi, quando ad un tratto un braccio le si parò davanti poco prima che le nostre distanze si riducessero a zero.

" Non puoi avvicinarti a lui..." le spiegò Vorkof quasi divertito da questa scena.

Entrambi eravamo increduli: avremmo dovuto separarci senza dirci una parola, senza un abbraccio, con la consapevolezza che non ci saremmo più rivisti.

" Kai..." disse con voce strozzata dal pianto " perchè non vieni con me? Andiamocene via insieme, ti prego! Non abbandonarmi!"

Queste parole mi trafiggevano il petto come lame di ferro.
Un nodo alla gola rendeva persino doloroso deglutire.
Dunque lei non sapeva nulla.
Questo lo capii dall'espressione di Vorkof, che mi guardava sorridendo maleficamente.
Lei era convinta che fossi andato lì per riprenderla e che insieme ce ne saremmo andati liberi.
Ma la realtà era che solo uno dei due sarebbe andato via.

" Becky..." cominciai a dirle assumendo un tono freddo e distaccato. Decisi che sarebbe stato meglio ritornare il Kai impassibile ed egoista che aveva conosciuto, che non faceva altro che usarla, che la cacciava ogni qualvolta gli pareva, quel tipo di Kai che lei era riuscita in qualche modo a sciogliere, grazie alla sua testardaggine e alla sua voglia di non arrendersi.

" Va via..." mi limitai a dirle con un filo di voce, osservandola fissa negli occhi.

" Ma che stai dicendo?!"

La stavo cacciando via per l'ennesima volta, e anche se mi faceva sentire male, sapevo che era per il suo bene.

" Ho detto che devi andare via!". Il mio tono si faceva sempre più duro.

" Ma che scena commovente!" esclamò con ironia Vorkof che prese pure a battere le mani in segno di applauso " Davvero co-mmo-vente! Due piccioncini che il destino sta separando... mi dispiace per te, bambolina, ma il tuo Kai resta qui, con me! Abbiamo vari conti in sospeso da sistemare!" le spiegò.

Lei spostava i suoi occhi increduli da un viso all'altro, poi venne spintonata più in là come ad incoraggiarla ad andarsene via.

Continuava a fissarmi, mentre i miei occhi rimanevano bassi a osservare il terreno.
Non avevo il coraggio di guardare quel viso, quegli occhi smeraldini che non avrei più rivisto.
Quelle lunghe ciocche bionde che le ricadevano sul suo viso affranto dal dolore.
Non ce la facevo.

" Kai..." mi chiamò con flebile tono.

Chiusi gli occhi e non risposi, non volevo.
Mi limitai ad ascoltare il rumore dei suoi passi che percorrevano quella stradina sterrata da cui pochi minuti prima ero arrivato io; si facevano sempre più spediti e lontani.
Cominciò a correre, dopodichè non sentii più nulla.
Dentro di me si sollevò un sospiro, quasi di serenità.
Ero riuscita a salvarla.
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai di fronte quel viso tanto odiato.

" Come vedi... ho rispettato il patto!"

Stranamente lo aveva fatto.

"... Adesso posso dedicarmi a te!"

Quella tortura stava per terminare.

" Controllatelo, potrebbe avere armi!" ordinò ai suoi uomini.

Era una cosa che avevo già previsto.
I due cominciarono a toccarmi e frugare tra le tasche degli indumenti.

" E questo cos'è? Un orologio da polso..." osservò il più alto dei due che faceva dondolare davanti ai miei occhi l'orologio di Yuri.
In quel momento mi pentii di averlo portato con me: era un oggetto molto caro a Boris, perchè cazzo me lo aveva dato? A suo modo era convinto che sarei ritornato per restituirglielo. 
Beh, sapevo che non sarebbe andata così, mi dispiceva solo per lui, ci teneva tanto.

" Interessante, lo prendo io!" disse l'altro strappandoglielo dalle mani.
" Hey, sempre il solito!" gli rimproverò il primo.

" Sbrigatevi voi due!" li incitò severamente Vorkof.
Stavo in piedi con le mani in alto mentre le mani di quei due mi perquisivano dalla testa ai piedi.
" E qui,che nascondi?"

Non mi sorpresi più di tanto quando trovarono la pistola che tenevo dietro la schiena, sapevo già che l'avrebbero trovata, ed era inutile opporre resistenza.

" Eppure ero stato chiaro, Hiwatari: niente armi!" mi rimproverò sarcastico Vorkof " Sai che non sopporto che non venga eseguito ciò che dico!".

Lo ricordavo benissimo.

" Beh, sarà proprio con questa pistola che verrai ucciso!" disse divertito, prendendo quella pistola in mano.

Lentamente la puntò al mio viso a pochi centimentri di distanza.
Chiusi gli occhi. Deglutii, e poi li riaprii. 
La paura cresceva a dismisura.
Quasi non respiravo, non muovevo le palpebre, ma fissavo dritto davanti a me quella canna dal cui foro sarebbe uscito fuori, senza neanche accorgermene, un proiettile che avrebbe perforato il mio cranio.

" Ho desiderato questo momento da molti anni! Vederti finalmente tremare e sapere di non avere via di scampo... questo mi fa salire l'adrenalina! Voltati!" mi ordinò.

Avrei preferito venir ucciso in pieno viso, che di spalle. 
Tuttavia eseguii l'ordine.
Mi voltai e...

" Inginocchiati!".

Mi inginocchiai.

Chiusi gli occhi per riuscire a percepire i rumori e gli odori che mi stavano intorno, gli ultimi che avrei sentito.
Un debole raggio di sole riscaldava il mio viso e il leggero venticello accarezzava le gote.
Era una strana sensazione, che venne stroncata dal rumore del caricatore della pistola.

" Comincia a dire le tue ultime preghiere..."

Riuscivo a vedere lui, il suo viso, che con quell'espressione sadica, teneva davanti a sè una pistola puntata alla mia testa.

" E' finita Kai, comincia a fare il conto alla rovescia".

Stava per sparare, mancava poco.
Strinsi denti e occhi.
Il cuore batteva all'impazzata, quasi ne sentivo il rumore dei battiti.
Nella mia mente iniziai a contare alla rovescia ma fui interrotto dallo scoppio di uno sparo.











































Aprii gli occhi.
Quello che avevo davanti era qualcosa di molto strano.
Non mi ero mai chiesto come fosse l'aldilà, dove si andasse a finire dopo la morte, ma mai mi sarei aspettato che mi sarei ritrovato nello stesso identico posto in cui ero morto.
Ero ancora in ginocchio, con le mani in alto, davanti a me c'era il ragazzo col fucile, stavolta abbassato, che guardava stranito qualcosa che si trovava dietro di me.
La cosa mi lasciò perplesso e lentamente mi voltai indietro, quasi con timore di trovare chissà che cosa, a giudicare dalle espressioni di tutti i presenti.
Quello che vidi era la stessa identica cosa che avevo immaginato un attimo prima di morire: l'espressione sadica di Vorkof nel tenere in mano una pistola.
L'unica cosa diversa era che... non era puntata alla mia testa, bensì verso l'alto.
Non potevo crederci, era assurdo: non aveva puntato alla mia testa, ma al cielo.
Rimasi a fissarlo incredulo e sbalordito da questo suo insolito gesto.
Stava finalmente per raggiungere il suo obiettivo, forse l'unico della sua vita ed invece di perforare la mia testa aveva deciso di sparare un colpo nel vuoto.
Che cosa significava?

" Incredulo, Hiwatari?" disse abbassando il braccio che teneva l'arma. " Davvero pensavi che sarebbe finita così? Che tutto sarebbe finito con un semplice sparo?... No, mio caro! Le cose per te non saranno così semplici."spiegò con aria da perfetto psicopatico che incuteva terrore.

Si avvicinò e si chinò verso di me, che stavo ancora inginocchiato con gli occhi che si perdevano da un punto all'altro del suo volto.

Voleva che la mia non fosse una semplice morte indolore, come speravo, ma dura e sofferta.

" Ci divertiremo un po' insieme... io tu e i miei quattro uomini!".

Lentamente i miei occhi si spostarono verso quelle figure, i cui sguardi non promettevano nulla di buono.

Tuttavia , nonostante non fossi in grado di usare la ragione nel pieno delle sue facoltà, mi resi conto di un'anomalia.
I suoi uomini erano quattro, tuttavia... in quel momento erano solo tre: uno era inspiegabilmente sparito.

Iniziai a guardarmi intorno e mi alzai.

" Cosa cerchi, Hiwatari?".

Sapeva benissimo cosa cercavo.

" Dov'è?" domandai senza giri di parole.

" Dov'è chi?" rispose con finta aria ingenua.

" Lo sai benissimo!!" gli urlai contro avvicinandomi a lui " Uno dei tuoi uomini è sparito, dove cazzo è??" incrementai il tono che si fece ulteriormente alterato.

Lui si limitò a fissarmi con un irritante sorrisetto di soddisfazione.

" Sarà andato a caccia nel bosco..." .

Avevo un presentimento.
Un brutto presentimento.
Se era andato nel bosco, voleva dire che...
Il sangue mi stava salendo al cervello, tenevo i pugni ben stretti fino a sbiancare le nocche, respiravo affannosamente e quel suo malefico ghigno alimentava la mia rabbia.
All'improvviso il mio cuore fu preso da un sussulto: il rumore di uno sparo echeggiò nell'aria e sembrava provenire proprio dal bosco.

" Lui adora andare a caccia di conigliette smarrite!"
















Salve a tutti!
Dopo non so quanto tempo ho deciso di aggiornare questa storia.
Dopo un capitolo flashback ecco che si ritorna al "presente".
Kai e Vorkof dopo esattamente cinque anni si ritrovano faccia a faccia, ed una delle due è parecchio malandata.
Come avete ben capito Kai gli aveva provocato una terribile ferita sul volto che lo ha ossessionato per tutti questi anni.
Ha progettato il loro incontro, cercando in tutti i modi di programmarlo in una data ben precisa.
Ecco che riappare la povera Becky, che hanno mal conciato e che inizialemente viene liberata.
Volevo scrivere in maniera più enfatica la separazione dei due, ma non so... non mi convince, ditemi voi.
Ed infine colpo di scena! Vorkof  decide di prolungare la sofferenza di Kai e addirittura invia uno dei suoi uomini alla ricerca di Becky, si ode uno sparo e...
Davvero pensavate che l'avrebbe lasciata andare?
Ebbene no...
Ditemi cosa ne pensate sia della stesura che della vicenda, se è convincente o meno.
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono , che hanno messo tra preferite , seguite e ricordate e ovviamente chi ha recensito :) 
Al prossimo aggiornamento , bye bye ;)




   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Henya