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Autore: __surpriseme__    19/10/2014    4 recensioni
Harry Styles, famoso imprenditore londinese decide di comprare l'hotel più famoso di tutta Londra per desiderio della figlia di cinque anni.
Olivia Wilson é una ventun'enne da poco laureata. Adottata all'età di cinque anni si trova a vivere in una famiglia benestante che, dopo un paio d'anni dal suo arrivo cade in bancarotta. La famiglia é costretta così ad aprire un hotel con i risparmi messi da parte dal padre adottivo di Olivia che, quando lei compirà quindici anni morirà in un incidente stradale.
La madre adottiva di Olivia accetta subito i soldi che le sono stati offerti dal ricco imprenditore, però con l'unica eccezione di rimanere a prendersi cura del suo hotel.
Harry, sin dall'inizio, prova un certo interesse per Pamela, la figlia naturale dell'ex proprietaria dell'hotel, scatenando la gelosia di Olivia che, essendo entrata in confidenza con la figlia di Harry scopre di avere un certo interesse per l'imprenditore, che purtroppo la considera solo una cameriera.
La storia si rivela essere una Cenerentola moderna, con sentimento, passione e tanta forza di volontà di continuare a vivere e immaginare un futuro migliore.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vai a quel paese Louis!” dico sbattendo i piedi a terra per lo spavento.
 
“No, sul serio, è venuto a cercarti ed era furioso” spiega mentre io riprendo fiato. Non mi ero nemmeno accorta di trattenerlo. Se perdo il lavoro dove andrò ad abitare? È questa la mia casa.
 
“Dammi un secondo per parlarci, dov’è?” chiedo guarandolo in viso. Ha l’aria distrutta, gli occhi pieni di una malinconia dolce che mi fa sentire uno schifo. Forse sono stata troppo dura con lui, dovrei perdonarlo.
 
Rifletti bene prima di sbagliare un’altra volta.
 
“È uscito un’ora fa e non è ancora tornato” mi dice e mette le mani nelle tasche. Mi chiedo perché sia ancora vestito, non dovrebbe essere a dormire alle due di notte?
 
“Ti ha aspettata fino all’una, poi non ha resistito più ed ha preso la macchina”  lo guardo assonnata. Voglio dormire e non pensare più a niente.
 
“Sarei andato con lui, ma ho preferito aspettarti e avvisarlo nel caso fossi arrivata, perciò…” tira fuori il cellulare e capisco la gravità della situazione.
 
Se lo chiama tornerà all’hotel per licenziarmi, mentre se non lo fa, Harry continuerà a cercarmi facendo sbollire la rabbia.
 
Ok, è deciso, non lo chiamiamo.
 
Ottimo piano.
 
Grazie.
 
Louis sta facendo scorrere il dito tra i contatti della sua rubrica quando io gli schiaccio il piede con la punta della scarpa. Non ancora soddisfatta, con tanta violenza colpisco il suo ginocchio con un calcio.
 
Il povero ragazzo si piega in due, facendo cadere il cellulare a terra e accarezzandosi il punto dolorante. Afferro il telefono in questione e lo ripongo nella mia borsetta.
 
Chiudo la porta d’ingresso a chiave e dopo aver controllato le ventisette chiamate e i dodici messaggi di Harry decido che è arrivato il momento di andare a dormire, ma la notte è ancora troppo giovane anche se sono assonnata.
 
Sono seduta sul divano della hall, con i piedi nudi appoggiati sul tavolino di vetro e leggo i messaggi di minacce di morte dell’uomo che amo.
 
Uno di questi mi dice gentilmente che verrò licenziata all’istante appena mi avrà trovata.
 
E comunque, ho un piano geniale per la festa. Ho solo bisogno di uno spogliarellista e di un vestito decente, non posso presentarmi vestita da cameriera.
 
 
 
 
È mattina! Sono in giro per l’hotel dalle cinque, ho come l’impressione di aver dimenticato qualcosa, ma non so cosa.
 
Ho pulito un sacco di cose, ho aiutato a preparare la colazione e Harry sta entrando dalla porta della cucina.
 
Cosa?
 
Allarme rosso! Nasconditi prima che ti veda!
 
Salto giù dallo sgabello e mi rannicchio sotto al bancone. Sbatto di testa sullo spigolo ed emetto un verso di dolore.
 
“Dove sta?!” i pugni di Harry si schiantano sul marmo e io mi stringo di più su me stessa per la paura.
 
“Stia calmo, non è qui” la voce di uno dei dipendenti mi para le chiappe e io ne approfitto per sgattaiolare fuori di lì.
 
Origlio per un po’ la conversazione che sta avendo con i dipendenti.
 
“Trovatela e portatela con la forza nel mio ufficio!” un altro pugno di schianta sul piano da lavoro.
 
Merda!
 
 
Sto letteralmente tramando di paura. Sono seduta su una delle bellissime e scomodissime poltroncine nell’ufficio di Harry e sto già immaginando il momento in cui mi licenzierà.
 
Forse se lo faccio io sarà meno umiliante.
 
Ok, è deciso. Lo farò io, per il bene di tutti. Ho bisogno di un posto in cui stare però.
 
Chiederò a Lexy di aiutarmi per un po’, giusto il tempo di trovare un lavoro che mi permetta di comprare un appartamento, o ancora meglio una casa piccola per una persona sola.
 
Sul serio ti sei fatta licenziare perché non gli hai detto dove cazzo stavi ieri sera?!
 
Rudolf è arrabbiata con me e non posso biasimarla. Forse se avessi detto ad Harry dove mi trovavo adesso non saremmo a questo punto. Gli avrei detto che provo qualcosa per lui che va ben oltre l’affetto tra capo e dipendente e lui mi avrebbe baciata, cosa che aspetto da quando ci siamo conosciuti.
 
Forse, forse, forse. Ma ti senti? Chiedigli scusa!
 
Senti bella, anche lui ha commesso i suoi sbagli, non sono io quella che deve chiedere perdono!
 
Sto davvero avendo un dibattito con la mia coscienza? O come vuole essere chiamata lei dea interiore? Che poi non ha nemmeno le sembianze di una dea. È più cattiva di mia madre.
 
Non osare paragonarmi a lei!
 
La porta alle mie spalle si apre e io mi faccio piccola piccola sulla sedia. Ho tanta paura!
 
Ok, è il momento di farmi valere!
 
Faresti prima se rimani zitta e muta, senza neanche muoverti!
 
Mi alzo. Predo un respiro profondo e mi preparo a rovinarmi le corde vocali.
 
Il passo pesante di Harry si fa vicino. Lo vedo mentre si dirige al suo posto di combattimento, con una mano sul collo e la testa piegata di lato.
 
“Per colpa di un qualcuno qui presente, ho dormito in macchina” prova a raddrizzarsi ma proprio non ce la fa.
 
Uno a zero per me Mr. Styles.
 
“Ecco…” provo a prendere la parola.
 
“Non dire niente e ascolta!” mi ferma lui.
 
“No, ascolta tu. Se tu non avessi combinato tutto questo casino con Pam io non sarei uscita e non ti avrei chiuso fuori!” anche se non era mia intenzione farlo dormire all’aperto.
 
“Se vuoi licenziami, anzi no, lo faccio io!” prendo il grembiule bianco che ho legato alla vita e lo sbatto sulla scrivania per darmi delle arie.
 
Lo sto facendo sul serio?
 
Certo che è davvero liberatorio urlare. Adesso capisco perché la mamma lo fa sempre.
 
“Bene, ecco la tua lettere di dimissioni e per favore, lascia che io gestisca questo hotel da solo” prende da uno dei cassetti un foglio.
 
Bianco su nero leggo le due firme di mia madre e Pamela. C’è un terzo trattino vuoto, aspetta che io firmi su quel foglio e in un attimo diventa tutto chiaro.
 
Mio padre ha lasciato un parte di questo posto anche a me e non solo a sua moglie e a sua figlia naturale. Ma praticamente, adesso è tutto mio vero?
 
Vero.
 
“Sapevi tutto e non mi hai detto niente? Come ho potuto fidarmi di te!” è in preda dell’esasperazione. Si passa più volte la mano tra i suoi ricci. Per la prima volta vedo i suoi capelli naturali, senza un filo di gel e devo dire che mi piacerebbe poterli accarezzare.
 
“Non sapevo un emerito cazzo e poi…oh, merda, è mio!” gli punto il dito contro e comincio a saltellare.
 
“L’hotel è mio! Mio, solo mio!” butto a terra le due poltrone e strappo il documento e lo butto in faccia ad Harry che ha un espressione sconvolta.
 
“Perché lo hai fatto?” chiede guardando il foglio che ho distrutto.
 
“Non lo so e poi non dovresti averne una copia?” chiedo.
 
Gesù! Sono talmente emozionata.
 
Non dirlo a me, sto già festeggiando con lo champagne.
 
Immagino Rudolf con un bicchiere di cristallo in mano che balla a ritmo di musica. Ovviamente una musica da festa. Tutti i suoi amici immaginari fanno un trenino ed esultano dalla gioia.
 
Stai dicendo che sono un’ asociale?
 
Non mi permetterei mai.
 
E invece si. Ma adesso non è il momento di litigare con Rudolf. L’hotel è mio e io esigo gestirlo da me.
 
“Puoi scommettere sulla finta gamba rotta di Pam che io non firmo” gli punto ancora il dito contro.
 
“Dovrai passare sul mio cadavere!” si alza in piedi e sbatte le mani sulla scrivania.
 
“Ho pagato miliardi per avere questo hotel e tu, stupida ragazzina non mi impedirai di gestirlo!” dice a denti stretti.
 
“La ragazzina  ti farà passare i giorni peggiori della tua vita finché non cederai questo posto a me!” sbatto i palmi come ha fatto lui e ci guardiamo in cagnesco.
 
“Louis!” il ragazzo che ho di fronte urla come una femminuccia. In realtà non è vero, ma non mi vengono in mente insulti migliori adesso.
 
Bastardo, sei un vero bastardo.
 
“Eccomi!” il mio ex ragazzo entra nella stanza tutto affannato, ma penso che sappia di cosa stiamo parlando perché ha in mano un fascicolo di scartoffie.
 
Che professionalità Louis, che bravo.
 
“Tecnicamente, l’hotel in questione appartiene a tutti e due, a meno che Harry non rilasci una piccola firmetta e ritornerà nelle mani delle sue proprietarie, ossia alla famiglia Wilson” guardo attentamente Louis che mi sembra veramente un buon avvocato.
 
Ma si può sapere perché l’ho lasciato? Se stessimo ancora assieme avrebbe aiutato me.
 
“Viceversa, se tu Olivia, firmassi qui –mi porge un foglio- l’hotel sarebbe esclusivamente di Harry”
 
Ricapitolando. Io, Olivia Wilson, umile cameriera e figlia di un aristocratica che gestisce un hotel non sapevo di esserne proprietaria. Siccome mia madre e mia sorella hanno tenuto nascosta questa cosa sia a me che ad Harry questo posto è sia mio che suo. Io ed Harry stiamo litigando selvaggiamente per ottenere la legittima proprietà di questo posto e c’è qualcos’altro che dovrei sapere?
 
“Ho detto a Pamela che la festa è per lei e adesso pensa che voglio sposarla” dice Harry più a se stesso che a me.
 
Oh, beh… c’era da aspettarselo.
 
Sto per prendere il suo fermacarte e tirarglielo in testa quando Louis mi ferma.
 
“Non vogliamo che accada come quando hai aggredito Pamela in bagno”
 
Oh, no, credetemi, sarà molto molto peggio. 









Signori e signore, ecco a voi il tanto atteso capitolo!
Che ne pensate? Lasciatemi una piccola recensione c:
Non so cosa scrivere, quindi, vi lascio.
Baci c:
  
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