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Autore: StormyPhoenix    27/10/2014    2 recensioni
La guerra tra i ribelli e la F.E.A.R. si è spostata dalla terraferma al mare; Andy, i suoi compagni e il loro esercito si muovono con una possente nave. Due nuove reclute porteranno una sorpresa per uno dei Wild Ones prima della battaglia decisiva...
«Siamo dei ribelli...prendeteci con voi, vi preghiamo...se vorrete pos-»
[...] «Non c'è bisogno di dire altro: siete i benvenuti fra i ribelli.»
[...] C'è stata la fine di libertà e pace, ma ora c'è anche un inizio: quello della mia vita da ribelle nella legione dei ribelli.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi!
In onore dell'uscita del quarto album dei Black Veil Brides, ho deciso di aggiornare con un bel capitoletto più lungo del solito :3 devo avvisarvi che è l'ultimo materiale che ho scritto, quindi ci vorrà più tempo per il prossimo T.T ma vi prometto che per questi prossimi capitoli mi impegnerò!
Buona lettura <3
Brani consigliati per la lettura: Nightwish, Last of the wilds (una delle mie preferite!, è consigliatissima per il pezzo verso la fine, ndr) / Black Veil Brides, Crown of thorns / Ed Stevens, Ride






Al calare del sole, Andy e io ci imbarchiamo su una barchetta con alcune borse e provviste e remiamo verso la piccola baia in cui siamo stati di recente, sbarcando agilmente e salendo sulla strada.
«Dove andiamo?» domando, ansiosa.
«Conviene muoversi ai margini della città, non è sicuro inoltrarsi in essa» risponde Andy, pensieroso. «Mettiamoci in cammino, la strada non è breve.»
Ci inoltriamo nella vegetazione, servendoci di una torcia caricata con la stessa batteria ad energia solare che abbiamo sulla nave, sempre tenendoci vicini alle strade più periferiche della città.
Attraversiamo anche un grande prato, ormai incolto, che un tempo doveva essere un campo da golf, e sbuchiamo sulla strada che passa accanto al cimitero. Ormai è buio, e proseguire è divenuto difficile e pericoloso.
«Dovremo dormire all'aperto» mi comunica Andy.
«Okay, possibilmente lontani dal cimitero...mi inquieta troppo l'idea di dormirci vicino.»
«Va bene, basta avanzare un altro poco...»
Camminiamo ancora un po' e sbuchiamo in una radura dalla vegetazione bassa; decidiamo di non accendere il fuoco, per non essere intercettati tramite il fumo, per cui tiro fuori dalla mia borsa una coperta e ci avvolgiamo in essa, stretti l'uno all'altra per tenerci caldi e fronteggiare il fresco della notte.
«Non ho mai dormito all'aperto, sai?» confesso, sottovoce.
«Oh, non sapevo!» esclama lui, con un sorriso. «Beh, è bello, se si eccettuano gli insetti e imprevisti vari.»
«Bleah, insetti» commento, storcendo la bocca, poi torno a fissare il cielo incredibilmente stellato.
«Ora dormiamo, dai, che domattina la sveglia è all'alba» mormora lui, dopo qualche minuto di contemplazione della volta celeste, poi mi dà un bacio. «Buonanotte, tesoro.»

Aria appena fresca, uccellini che cantano, il tepore del sole appena sorto. 
Mi risveglio come un personaggio in una fiaba, tranquillo e beato...salvo poi riprendere coscienza e sentir svanire l'incanto sotto il peso della missione in cui sono coinvolta.
Al mio fianco, Andy sbadiglia, si strofina gli occhi e poi si stiracchia come un gatto.
«Ben svegliato» lo saluto, scompigliandogli il ciuffo.
«Mpfgh...buongiorno a te» bofonchia, dandomi un bacio dopo aver sbadigliato di nuovo. Si alza e si risistema un po'; io faccio lo stesso e ripiego poi la coperta per riporla nella mia borsa.
Ci rimettiamo in cammino; dopo poche centinaia di metri, attraversiamo una piccola zona alberata con molta cautela, e la luce che trapela tra gli alberi e le fronde in lunghe lame rende più agevole e visibile il sentiero.
Udiamo improvvisamente un nitrito e ci nascondiamo tra gli alberi, temendo che un nemico a cavallo possa essere nelle vicinanze; il verso si ripete, ma non si sente alcuna voce.
«Forse è solo...»
«Proviamo ad avvicinarci.»
Al limitare del bosco c'è un'altra radura erbosa come quella che ci siamo lasciati alle spalle; usciamo alla luce del sole e notiamo un solitario cavallo nero.
«Ha le briglie, può darsi che sia scappato» constata Andy, corrugando la fronte.
«Proviamo ad avvicinarlo.»
«Potrebbe farti del male!»
«Ma un cavallo è pur sempre un mezzo di trasporto, può farci comodo. Basta agire con prudenza e calma.»
«Mh...mi fido di te. Proviamo.»
Muovo un paio di passi, l'animale si accorge della mia presenza ma rimane tranquillo; continuo ad avanzare lentamente, tenendo lo sguardo basso e una mano leggermente tesa. Avverto su di me lo sguardo del ragazzo e percepisco la sua leggera ansia. 
Sono ormai a poca distanza...guardo con la coda dell'occhio il cavallo, che sembra osservarmi con aria curiosa e si muove poco poco verso di me, favorendo il contatto tra la mia mano e il suo muso.
«Bravo, bello, bravo...» sussurro, per tranquillizzarlo e fargli sentire la mia voce, accarezzandolo.
«Ce l'hai fatta!» esulta Andy, con un sorriso a trentadue denti.
«Vieni anche tu a fare conoscenza» lo invito, con un sorriso. «Piano piano, tendi un poco la mano, non guardarlo negli occhi ma cerca di captare i suoi movimenti con la coda dell'occhio.»
Il ragazzo segue le mie istruzioni attentamente e, dopo qualche minuto, anche lui fa conoscenza con l'animale, che sembra essere molto docile. Notando sul suo dorso una sella rudimentale fatta di coperte e le cinghie delle staffe, vi appendo la borsa e, attentamente, cerco di salire in groppa, riuscendoci dopo un paio di tentativi.
«Sali!»
Andy raccoglie il mio invito e sale in groppa dietro di me agilmente.
«Ora dove andiamo?» mi chiede.
«Suggerisco di perlustrare qui in giro per vedere com'è la situazione.»
Do un segnale al cavallo, che si avvia a passo normale verso nord; costeggiamo alcune vie periferiche della città, vuote e desolate, quando Andy improvvisamente si anima.
«Fermati un attimo!» mi chiede, come ansioso.
Do all'animale il segnale per fermarsi, poi mi volto verso di lui. «Cosa succede?»
«Una moto!»
Mi guardo in giro, poi il mio sguardo si ferma su una Harley Davidson abbandonata da chissà quanto tempo, parcheggiata vicino ad una delle case.
«A che pro?» chiedo, inarcando un sopracciglio.
«La prendo io, così il cavallo è tutto tuo e andiamo meglio!» esclama Andy, facendomi gli occhi dolci.
«Ma non è nostra!»
«Aspetta...»
Lo vedo frugare nella borsa e tirare fuori un pezzo di carta, con una penna ci scribacchia sopra qualcosa e poi, sceso da cavallo, lascia il bigliettino alla cassetta della posta dell'abitazione vuota del proprietario del veicolo.
«Cosa hai scritto?» chiedo, con una risata.
«Ho scritto che prendo in prestito la moto e poi gliela riporterò» replica lui, semiserio, poi scoppiamo a ridere insieme; sale in sella e tenta di accendere il motore e sospira sollevato quando il motore si accende, dà un po' di gas per sicurezza.
«Dobbiamo tornare un attimo indietro per avvisare i nostri» gli ricordo, per sicurezza.
«Oh, sì, giusto...» rammenta lui, grattandosi la testa. «Forza, andiamo.»

Libera, leggera, "eroica".
Il cavallo al galoppo, rapido e focoso, la mia capigliatura scompigliata, un incredibile feeling tra lui e me, un'uguale sensazione di libertà estrema, quella che da tempo non sento.
Al mio fianco Andy in sella alla moto, le mani serrate ai manubri, capelli al vento, espressione e sguardo concentrati, affascinanti.
Il paesaggio scorre veloce, sembra di volare...vola anche il tempo, e me ne accorgo quando arriviamo alla baia a cui eravamo approdati il giorno prima e sembra essere passato troppo poco tempo.
«Sembravate usciti da un film!» commenta Christian, quando insieme agli altri leaders ci raggiunge in spiaggia per parlare sul da farsi.
«Esagerato!» ride Andy, dandogli per scherzo una gomitata. «Ora, parlando di cose serie...due mezzi li abbiamo trovati, eccoli qui. Propongo che adesso Christian prenda con sé qualche ragazzo forzuto e vada a fare irruzione nelle prigioni che hanno situato nel palazzo del municipio e raggiunga poi voialtri con il resto della legione. Spero in un effetto sorpresa che spiazzi il nemico.»
«Nessun problema!» fa Christian, vagamente allegro, poi si volta in direzione della nave. «Jared! Trent! Bruce! Con me!»
«Noi andiamo, allunghiamo un po' la strada giusto per darvi un po' più di tempo...ci dirigeremo su una strada interna che porta al casinò, voi cercate di camminare nei paraggi tenendovi uniti e senza farvi notare troppo» conclude il Prophet, voltandosi. «Il cavallo ve lo lasciamo pure, per noi la moto va benissimo.»
Salutati i capi con le ultime raccomandazioni, io ed Andy montiamo in sella; avvolgo le braccia attorno al suo torace magro e alcuni strani brividi mi scendono lungo la colonna vertebrale, poi lui dà gas e riparte di gran carriera.
Dritti verso una battaglia che può rivelarsi decisiva.
  
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