Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    30/10/2014    2 recensioni
Non tutto ciò che è accaduto ne "Il giorno dell'incertezza" ha trovato soluzione: una serie di storie, ognuna dedicata ad un personaggio, per chiudere un po' di discorsi rimasti in sospeso.
Nota: anche se inizialmente avevo pensato questa storia come una serie di drabble autoconclusive, alla fine il tutto è in ordine cronologico e parzialmente collegato, così ho deciso di non classificarla come "raccolta".
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era inondata di luce, e Shin strizzò istintivamente gli occhi mentre passava dal sonno alla veglia. La sera prima si era buttato nel futon subito dopo aver chiuso la telefonata con Touma: aveva viaggiato diverse ore per tornare ad Hagi, e doveva ammettere che si stancava ancora con una certa facilità.
Non era strano: si era svegliato da appena un paio di giorni da quel lungo e innaturale sonno che lo aveva indebolito invece di farlo riposare, e di certo avrebbe avuto bisogno di ancora un po' di tempo per riprendersi del tutto.
Cercò di mettere a fuoco la stanza attorno a sé, e vide la figura seduta a terra lì accanto, tra lui e la finestra.
Il sole radente ne rendeva visibili soltanto i contorni e pochi dettagli, per il resto era una sagoma resa scura dal controluce.
Shin cercò di uscire dal torpore del sonno mentre osservava il profilo dolce del viso, i capelli raccolti in una semplice coda bassa, il bavero della camicetta bianca e la gonna al ginocchio.
Girò il capo ed allungò una mano per sfiorarla, e lei si girò sorpresa. Sembrava fosse appena emersa da una serie di pensieri che l'avevano completamente assorbita.
“Shin! Come ti senti?”
“Sayoko... Come mai sei qui?”
“Ero... beh, ero preoccupata.”
“Sto bene, te l'ho detto anche ieri sera.”
“Lo so, non volevo disturbarti. Ma ho provato chiamarti diverse volte stamattina, ed il telefono continuava ad essere spento... Così ho preferito passare a vedere se era tutto a posto.”
“Diverse volte? Scusa, ma che ore sono?”
“E' quasi ora di pranzo. Di solito non dormi mai così a lungo, mi è sembrato strano...”
Shin si tirò su a sedere. Non si era assolutamente accorto di aver dormito così tanto, ecco perché la luce era così forte!
“Perchè non mi hai svegliato?”
“Dormivi così profondamente... - Sospirò - Devi essere ancora molto stanco.”
“Mi spiace averti fatto preoccupare. Non c'era bisogno che ti precipitassi fin qui.”
“Non è poi così lontano. E forse avevo bisogno di rimanere un po' in questa casa. Mi manca.”
Shin le prese una mano, stringendola tra le sue.
“Lo sai? Poco fa, quando mi sono svegliato... Per un attimo mi è sembrato di vedere la mamma. Le somigli davvero tanto.”
Sayoko si lasciò sfuggire un lieve singhiozzo, portandosi una mano alla bocca.
Lo abbracciò, attirandolo più vicino a sé. Le sembrò di ripetere lo stesso gesto di tantissimo tempo prima, quando per la prima volta avevano dormito in due stanze diverse.
I genitori avevano deciso che erano abbastanza grandi per avere ognuno una camera propria, ed entrambi erano stati felici ed eccitati all'idea di uno spazio tutto per sé.
Ma poi, una volta infilata nel futon e spenta la luce, Sayoko si era resa conto di sentirsi un po' sola senza il fratellino. Non aveva fatto in tempo a decidere se aveva o meno il coraggio di disobbedire ai genitori e correre da Shin, che se l'era trovato sulla porta, il capo chino e lo sguardo un po' imbarazzato. Ricordava bene che avevano dormito nello stesso futon, e la mattina dopo la madre li aveva trovati così. Le era sembrato così strano che non li avesse sgridati, mentre ora invece sapeva il perché.
Era successo solo quella notte, poi si erano abituati velocemente alla novità.
Si sollevò in piedi, lisciando le pieghe che si erano formate sulla gonna.
“Riposa un altro po', ne hai bisogno.”
“No, non ho più sonno. Devi tornare a casa?”
“Beh, Shizuka tornerà solo per cena, e i bambini sono a scuola. Hai bisogno di qualcosa?”
“Perchè non ti fermi a pranzo qui? Cuciniamo insieme qualcosa, e parliamo un po'. Domani riprendo a lavorare, approfittiamo di questa giornata...”
Sayoko sorrise, mentre gli lanciava una felpa.
“Vestiti, allora! E' ora che tu mangi qualcosa di buono!”
“In tal caso, dovrò cucinare io!”
“Ma... ragazzino impertinente, hai dimenticato chi è il miglior cuoco tra noi due?”
Shin si lasciò sfuggire una leggera risata mentre si dirigeva verso il bagno.
“No, direi proprio che me lo ricordo benissimo! Ci metto un attimo, non combinare guai in cucina, nel frattempo...”
Sayoko ridacchiò, mentre usciva nel corridoio: la gara culinaria tra loro due era nata che ancora erano bambini, ed erano sempre stati entrambi piuttosto bravi. Era una vita che non si sfidavano più ai fornelli, e doveva ammettere che questo vecchio gioco un po' le mancava.
Ripensò a quello che le aveva detto Hashiba quando erano a Villa Yagyu. Forse era vero, non poteva proteggere Shin da tutto quello che doveva affrontare nella sua vita di samurai, ma poteva fare ugualmente qualcosa: essere sua sorella.

  
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