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Autore: Lois Lane 89    15/11/2014    1 recensioni
Siamo a Londra, capitale inglese. Abby è una ragazza che lavora come guida alla National Gallery. La sua vita totalmente ordinaria si incrocia con quella del bellissimo attore Jonathan Rhys-Meyers.
Sarà possibile la storia d'amore tra un'attore di Hollywood e una ragazza comune?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono due settimane da quella sera, e io mi concentrai sul mio lavoro.

Da un paio di mesi (quindi da prima che incontrassi Jonathan), io e un mio collega della National Gallery, Kevin, stavamo preparando tutto il materiale per una conferenza che aveva come argomento la dinastia dei Tudor.

Mi era occorso parecchio tempo per creare i file della presentazione.

Arrivò il giorno della conferenza, che si sarebbe svolta non alla National Gallery, ma in una sala del palazzo di Greenwich.

Ci era voluto un mese intero per ottenere tutti i permessi, ma alla fine ce l'avevamo fatta.

Io mi trovavo dietro le quinte con Kevin per controllare che fosse tutto a posto e in ordine per iniziare; io sarei salita sul palco, mentre Kevin sarebbe rimasto dietro le quinte per manovrare il computer.

Sbirciai nella sala e vidi due cose: in sala c'erano parecchie persone, e questo mi fece piacere; la seconda cosa che vidi, però, mi mandò nel panico più totale.

Sulla destra della sala, nelle prime file, era seduto nientemeno che l'intero cast della serie tv “The Tudors”: Henry Cavill (che interpretava il personaggio del duca di Suffolk Charles Brandon), era seduto in prima fila; accanto a lui c'era Jonathan.

“Kevin, non posso uscire sul palco. È meglio che parli tu.” dissi io, avvicinandomi a Kevin.

“Capisco che sei nervosa, abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui. Non puoi tirarti indietro.” rispose Kevin.

“Tu non capisci. Ho appena visto l'intero cast della serie “The Tudors” in prima fila. Non posso farcela.” dissi io.

Non potevo certo dirgli che se Jonathan mi vedeva ero finita.

“Abby, tu sei l'unica che conosce a memoria tutte le date e la storia, sei l'unica che può farlo. Ora prendi un bel respiro, accendi il microfono e sali su quel palco.” rispose Kevin.

Mentre cercavo di respirare per calmarmi, Kevin annunciò che stavamo per iniziare.

Guardai Kevin, che mi sorrise; accesi il microfono, e uscì sul palco: il pubblico applaudì.

Guardai alla mia destra, e i miei occhi incontrarono quelli di Jonathan: non sembrava arrabbiato, ma solo molto sorpreso di trovarmi li.

Salutai il mio pubblico, presentai l'argomento che avrei trattato, e iniziai a parlare, mentre Kevin di seguiva con le foto proiettate sullo schermo alle mie spalle.

Facemmo un paio di pause, per permettermi di riprendere fiato: non ricordavo un'altra occasione in cui avessi parlato così tanto.

L'intero cast della serie, rimase in sala fino alla fine.

Nel primo pomeriggio, la conferenza finì.

Ringraziai tutti per la presenza, li salutai, spensi il microfono e tornai dietro le quinte.

Kevin mi abbracciò.

Dopo di che, raccogliemmo tutte le nostre cose.

Quando uscimmo dal palazzo di Greenwich, trovammo tutto il cast ad attenderci per farci i complimenti.

Così facendo, salutai Kevin, e mi avviai verso casa.

Per arrivarci presi un taxi: non avevo voglia di camminare fino alla metro.

Una volta arrivata a casa, mi buttai sul letto: ero esausta.

Dopo un po', bussarono alla porta.

Andai ad aprire, e mi trovai Jonathan davanti.

“Che cosa ci fai qui?” domandai io.

“Dobbiamo parlare.” rispose Jonathan.

“Non abbiamo niente da dirci.” dissi io.

Feci per chiudere la porta, ma lui fu più veloce: bloccò la mia mano, entrò e chiuse la porta.

“Io non riesco a dimenticarti. Ci ho provato in tutti i modi. Me è impossibile. E sento che anche tu provi la stessa cosa. Ho visto il tuo sguardo stamattina alla conferenza.” disse Jonathan.

“Hai ragione. Non riesco a dimenticare. Tu sei sicuro di volere proprio me?” domandai io, tenendo le braccia incrociate contro il petto.

Jonathan si avvicinò a me, e mi prese le mani.

“Assolutamente si. Voglio solo te.” rispose Jonathan.

Mi avvicinai al suo viso e gli baciai una guancia.

“Sai, sono rimasto molto sorpreso quando ti ho vista salire sul palco oggi. Hai fatto un lavoro fantastico.” disse Jonathan.

“Ti è piaciuto davvero? Credi che sia piaciuto anche al resto del cast?” domandai io.

“Sono stati tutti molto contenti. Come hai fatto a conoscere così bene la storia dei Tudor?” domandò Jonathan a sua volta.

“Libri, e anche un po' la serie. Deve essere stato difficile interpretare Enrico VIII. Parlare come facevano nel '500 non deve essere stato facile.” risposi io.

“E' stata un po' dura, questo è vero. E penso che abbiamo ancora una questione in sospeso.” disse Jonathan.

Così dicendo, prese il mio viso tra le mani e mi baciò dolcemente.

“Come ti senti?” domandò Jonathan quando si staccò.

“Esausta. E non parlo solo di oggi, ma anche di tutto il lavoro che ho fatto per preparare tutto il materiale.” risposi io.

Jonathan mi posò le mani sui fianchi, mentre io portai le mie braccia intorno al suo collo.

I nostri visi si unirono nuovamente in un bacio; ma questa volta fu più passionale.

Jonathan mi tolse la giacca: indossavo ancora i vestiti che avevo alla conferenza a Greenwich Palace.

Io gli tolsi la sua, e ben presto finimmo sotto le coperte: i nostri corpi l'uno contro l'altro.

La mattina dopo, quando aprì gli occhi e mi misi a sedere sul letto, vidi che Jonathan era sdraiato accanto a me, ancora addormentato.

Quell'uomo rappresentava la perfezione: occhi azzurri, sguardo magnetico, un fisico scolpito a regola d'arte da mozzare il fiato; e tra tutte le donne che poteva avere, aveva scelto me.

Mi alzai, indossai gli slip e una canotta; e a piedi nudi, mi diressi in cucina per prendere dell'acqua.

Ad un tratto, sentì un rumore alle mie spalle e mi voltai: Jonathan si era alzato, ed era davanti a me, indossando solo gli slip sotto i pantaloni; per il resto era a piedi nudi e senza camicia.

Prese il bicchiere dalla mia mano, lo posò sul tavolo dopo aver finito l'acqua che c'era dentro, e mi strinse contro il proprio corpo.

Mentre mi teneva stretta a se, iniziò a baciarmi il collo.

Ogni suo bacio era capace di farmi venire le farfalle allo stomaco.

Jonathan si staccò dal mio collo, e mi guardò.

“Tu mi farai diventare pazzo. Sei letteralmente irresistibile.” disse Jonathan.

“Sei la prima persona che la pensa così.” risposi io, allontanandomi un po' da lui.

“Hai mai avuto qualcuno prima di me?” domandò Jonathan.

“Si, avevo un ragazzo una volta. Ma non è finita bene. Secondo lui non ero alla sua altezza. Così un giorno l'ho trovato insieme ad un'altra ragazza. Da due anni non c'è più stato nessuno nella mia vita.” risposi io.

“Quel tipo è solo un idiota. Non sa cosa si è perso.” disse Jonathan.

Così dicendo mi prese in braccio, e io posai le mi e labbra sulle sue.

Prima di pranzo, Jonathan si rivestì e se ne andò, dicendomi che aveva un impegno.

Mi promise che ci saremmo rivisti prestissimo.

Quando rimasi sola, mi feci una doccia, e mi occupai delle faccende domestiche.

Mentre lavoravo, accesi la musica.



TO BE CONTINUED...

   
 
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