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Autore: HOPE87    30/10/2008    1 recensioni
- Abbiamo fatto il possibile per rianimarlo, ma...quando l’ha portato qui si può dire che fosse già clinicamente morto. Mi dispiace - dice il medico con voce di circostanza, appena addolcita per rendersi partecipe al cordoglio. Ma non è cordoglio quello che prova Soichiro; almeno, non solo quello. Si sente sconfitto. Sente che tutti gli sforzi che hanno fatto fino a quel momento sono stati inutili, che Kira ha vinto. E qualcosa gli brucia dentro.
* Questa storia é una roundrobin, quindi chiunque può contribuire con nuovi capitoli ^^ *
E non dimenticatevi di trattare male Raito!!!
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La luce del sole arrivò, flebile e timorosa, attraverso quel cielo denso di nuvole, illuminando di tanto in tanto la terra sottostante ogni volta che riusciva a fare capolino, filtrando dalla finestra con le tende leggermente dischiuse di un vecchio mote

I Capitolo

 

 

La luce del sole arrivò, flebile e quasi timorosa, attraverso un cielo denso di nuvole, illuminando di tanto in tanto la terra sottostante ogni volta che riusciva a fare capolino, filtrando dalla finestra con le tende leggermente dischiuse di un vecchio motel di un quartiere degradato.

Fu come svegliarsi e ritrovarsi in un incubo, per Catherine, quando, convinta che tutto quello che aveva visto la notte appena trascorsa si fosse trattato solo di un sogno, capì che il sogno era stato quello che le aveva impedito, per pochi istanti, di credere il contrario.

Si alzò lentamente dal letto, sistemandosi alle bene e meglio i capelli rossi dietro alle orecchie e cominciando a cercare febbrilmente il cellulare.

Scostò con stizza le lenzuola con le gambe, balzando giù dal letto e cominciando a rovistare dappertutto. Svuotò del contenuto la sua borsa da viaggio, passando poi a fare lo stesso con la sua borsa personale e con i cassetti del piccolo comodino che aveva accanto al letto.

Si fermò un attimo, affannando, cercando di concentrarsi per ripercorrere con la mente tutte le azioni che l’avevano vista utilizzare il cellulare, fino a quando non ricordò di essersi addormentata con quest’ultimo in mano. Scostò con un solo energico strattone le lenzuola, privandole completamente al letto, trovando, finalmente, l’oggetto delle sue ricerche, il cui rivestimento dalla fantasia zebrata spuntava appena da sotto alla federa del cuscino.

L’afferrò con ansia, accendendolo subito e rimanendo in attesa.

Quando, recuperato un briciolo di lucidità, che minacciava di scomparire da un momento all’altro, ebbe capito che non avrebbe trovato nessun messaggio e nessuna chiamata persa, lo scaraventò con forza contro lo specchio dalle dimensioni umane posto su una parete quasi del tutto spoglia della camera, urlando e piegandosi su se stessa per sopprimere i singhiozzi che minacciavano di farla scoppiare a piangere di nuovo.

 

Light si svegliò di soprassalto, spalancando i suoi occhi nocciola e prendendo ad affannare.

-         Che succede, Light? – gli chiese lo shinigami che non aveva smesso un attimo di seguirlo da quando il ragazzo aveva trovato il suo quaderno.

-         Niente, Riuk… solo un brutto sogno – gli rispose, passandosi una mano sul volto sudato, scompigliandosi un po’i corti capelli castani tenuti sempre perfettamente in ordine durante il giorno.

Riuk continuò ad osservarlo curioso, divorando poi in un sol boccone la mela che si stava girando da un bel po’ tra le mani dalle dita sottili e scarne.

-         Cos’hai sognato? – chiese ancora lo shinigami, curioso di sapere, stavolta, se il sogno del ragazzo poteva attribuirsi ad un ipotetico senso di colpa.

-         LIGHT!!!!!! - .

-         Oh, no… - pronunciò appena il ragazzo, quando ebbe riconosciuto la voce stridula che lo aveva appena chiamato, sotto una risata dello shinigami.

-         Light! Finalmente ti sei svegliato! Misa Misa si sentiva tanto sola! – esclamò la bionda, saltando sul letto del ragazzo, incurante della profonda scollatura e delle dimensioni ridotte del suo vestito nero, che nello slancio si erano ridotte ulteriormente, prendendo poi a baciarlo.

-         Misa… - disse Light infastidito, cercando di allontanare da se la ragazza che, dopo un po’, decise di limitarsi a stare seduta sul bordo del letto. - Cosa ci fai qui? – le chiese poi, tirandosi su a sedere.

-         Misa è venuta a portare la colazione a Light! – urlò quasi la ragazza, afferrando poi il sacchetto che conteneva dei croissants, che aveva letteralmente lanciato sul comodino del ragazzo per saltare addosso a quest’ultimo, sventolandoglielo poi davanti agli occhi.

Light guardò di sfuggita la sveglia, ignorando la ragazza e imprecando mentalmente. Fulmineo, si alzò e recuperò i vestiti preparati la sera prima su una sedia, scomparendo poi in bagno, dal quale uscì poco dopo, con l’aspetto ordinato e impeccabile di sempre.

-         Avanti, andiamo – disse, col suo solito modo autoritario, alla bionda, aprendo poi la porta, aspettando di essere raggiunto da quest’ultima.

-         Ma… Misa Misa vuole fare colazione con Light!!! – protestò la ragazza, incrociando le braccia a mò di dispetto e assumendo un’espressione imbronciata da bambina capricciosa, che irritò non poco Light.

-         Misa, è tardi, non ho tempo per fare colazione – le spiegò pazientemente, cercando di non perdere la calma e di non guastare la sua solita espressione imperturbabile.

Misa Amane continuò a tenere lo stesso atteggiamento, sotto le risate dello shinigami, cosicché Light fu costretto a chiudere la porta e ad avvicinarsi a lei, ricorrendo al solito sistema infallibile.

Si chinò e la baciò con trasporto, con somma sorpresa di lei, separandosene poco dopo e guardandola negli occhi.

-         Ti prometto che domani faremo colazione insieme – le disse con la sua tipica maschera adorabile, che, come ogni volta, non mancò anche allora di sciogliere Misa.

La ragazza rimase a contemplarlo, arrossendo e annuendo senza dire una parola, facendosi poi trascinare dal ragazzo verso la porta e fuori dall’appartamento, che Light si premurò di lasciare non prima di essersi accertato di aver preso il Death Note.

-         Aaaaaaaaaah!!! – urlò improvvisamente Misa, uscendo dal suo stato di trance, e facendo prendere un colpo a Light e allo shinigami, che la fissò sorpreso coi suoi inquietanti occhi gialli. – Domani Misa Misa farà colazione con Light! – esclamò poi, prendendo a saltellare di qua e di là in preda all’euforia.

-         I tuoi propositi di disfartene sono ancora validi? – chiese Riuk a Light, che ora aveva uno sguardo omicida rivolto alla ragazza.

-         Validissimi Riuk, mi serve solo un altro po’ di tempo – asserì, senza farsi sentire dalla bionda, prendendo poi a dirigersi verso il centro operativo.

 

Non seppe dire per quanto tempo stette ad osservare la sua immagine riflessa in quelle schegge, di quello che una volta era uno specchio, sparsi sulla moquette rossa della camera.

Continuò ad osservarli a lungo, incapace di muoversi e volgere lo sguardo altrove. Ciò che osservava era esattamente l’epilogo che aveva avuto la sua vita. Era andato tutto in frantumi.

Sogni, progetti, futuro… non esisteva più nulla.

Trattenne ancora una volta l’impulso di scoppiare a piangere, calandosi poi lentamente a recuperare una scheggia dalle dimensioni più grandi delle altre, osservandone poi attentamente quello che sembrava essere il lato più affilato.

Se la portò al polso, procurandosi un lievissimo graffio dal quale uscì comunque un altrettanto sottile rivolo di sangue, che andò a infrangersi contro la moquette e a perdersi nell’identico colore di quest’ultima.

-         Ahi! – . Si fece scappare il coltello di mano, che cadde sulle mattonelle bianche della cucina della Wammy’s House, emettendo un suono metallico che attirò all’istante l’attenzione del ragazzo dai capelli corvini.

-         Fa vedere – le chiese, lasciando trasparire appena un po’ di apprensione, invitando la ragazza a mostrargli  il dito ferito che non la smetteva di perdere copiosamente sangue.

-         Non è niente – disse quando ne ebbe appurata la gravità, sorridendo mentre osservava il suo viso contratto in una smorfia di dolore. Scoppiò a ridere.

-         Fai presto tu a parlare! – esclamò risentita, lanciando un’occhiataccia al ragazzo che, pur non smettendo di ridere, le stava avvolgendo il dito in un pezzo di stoffa strappato dalla maglia bianca.

-         Guarda che la torta non te la preparo più – lo minacciò, facendolo impallidire, scoppiando a ridere a sua volta, abbracciandolo e ricevendo in cambio un tenero bacio sulla fronte.

Pianse, mentre vide il sangue scorrerle ancora dal polso… e nessuno che la soccorresse strappandosi un pezzo di stoffa dalla maglia, pur trattandosi di una ferita lieve.

Lasciò cadere la scheggia di vetro, che non mancò di scheggiarsi a sua volta ulteriormente.

Si asciugò le lacrime, intenzionata, definitivamente, a far più luce sulla morte della persona che amava. La sua testa elaborò diverse alternative febbrilmente, arrivando alla conclusione che, in ogni caso, partiva da zero.

Scartò l’ipotesi di ritornare alla Wammy’s House e, prima di pensare ad un piano per non farsi venire a cercare, decise di vestirsi e uscire ad attuare le prime mosse necessarie alla sua indagine.

 

-         Light! – esclamò Soichiro quando vide il figlio entrare di corsa dalla porta della sala operativa.

-         Buongiorno – rispose prima ancora che le porte metalliche si richiudessero dietro di lui, col suo solito tono di voce moderato, ricevendo in risposta un saluto uguale dagli altri membri del gruppo d’indagine.

-         Hai fatto tardi stamattina -  gli fece notare Matsuda, nel tentativo di impostare la voce in un timbro scherzoso, che gli riuscì male.

L’atmosfera era pesante, notò subito Light, decidendo di marcare ulteriormente la sua espressione funerea per rendersi fintamente unanime al dolore.

-         Ho avuto visite – rispose poi a Matsuda con una faccia seccata, indicando la ragazza bionda che era entrata dopo di lui.

-         Come stai? – chiese Soichiro a suo figlio, avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sulla spalla.

 

      -    Come stai? -.

Catherine impiegò un po’ di tempo per rispondere, inspirando profondamente e stringendo convulsamente la cornetta del telefono pubblico in mano.

 

-         È un incubo… - disse Light, abbassando lo sguardo per tentare di formulare una frase di dispiacere che suonasse come tale.

 

-         Mi manca l’aria, Sam… è come vivere in un incubo… - rispose all’amico, stringendo ancora più forte la cornetta tra le mani.

 

-         Posso capirlo, figliolo. È stato uno shock per tutti… e dev’esserlo stato ancora di più per te, che eri diventato suo amico – gli rispose comprensivo Soichiro, facendo più salda la stretta sulla spalla del suo ragazzo per dargli conforto.

 

-         Mi dispiace tanto, Kate… - riuscì a malapena a dire Sam, con un nodo in gola per il dispiacere che provava anche lui.

 

-         E adesso? – chiese in un tono volutamente disperato Matsuda, volgendo i suoi occhi verso Light.

 

-         Cos’hai intenzione di fare, adesso? – le chiese il ragazzo.

 

-         Continueremo le indagini – rispose risoluto Light, con sguardo sicuro, improvvisandosi leader.

 

-         Voglio indagare… - rispose con un fil di voce Catherine, prendendo ad arrotolarsi intorno ad un dito il filo che collegava la cornetta all’apparecchio pubblico.

 

-         Come?? – chiese scettico Matsuda, credendo che la morte di Ryuzaki avesse decretato la fine di tutto.

 

-         Cosa?? – chiese l’interlocutore della ragazza, facendo trasparire palese agitazione dal tono della voce usato.

 

-         Ho in mente un piano e mi serve la collaborazione di tutti – rispose brevemente Light, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

 

-         Ho un piano… e per attuarlo ho bisogno di te, Sam… - accennò Catherine.

 

-         Spiegati, Light – lo invitò Soichiro, dando voce alla richiesta che avrebbero voluto fare tutti i presenti.

 

-         Un piano?? Kate, non vorrai… - .

 

-         In breve… - disse Light.

 

LIGHT - Voglio vendicare Ryuzaki.

KATE –  Voglio vendicare Ryuzaki.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dei commenti…

 

AngelVirtues, fattelo dire, hai avuto un’idea geniale!!! Grazie per aver postato questo capitolo *____*

Era da un po’ che avevo in mente di scrivere una cosa simile… perché anche a me, come a te, non è andato giù il finale… e, visto lo splendido capitolo che hai postato, quale modo  migliore per soddisfare il mio sadicismo nei confronti di Light??

*Parte la risata alla Sig. Burns*   *____* XD

Accorrete gente! Se anche a voi non è piaciuto il modo in cui è finito questo capolavoro, partecipate e sfogatevi qui XD Prepariamo una vendetta coi fiocchi per Yagami Light, su *___* Non fatevi pregare *___* XD

 

 

HOPE 87

 

 

 

 

 

 

   
 
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