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Autore: Dango_mimesis    30/10/2008    3 recensioni
Il mio nome è Ren.
ho sangue Naoki e sangue Uchiha che mi scorre nelle vene.
ma nessuno dei due clan è stato disposto ad accettarmi.
ok come presentazione lascia un po' a desiderare però è una storia carina, almeno dal mio punto di vista... =P
pairings principali: [Itachi/Ren] [Sasu/Naru/Sasu]
pairings secondari: [Neji/Hina] [Shika/Tema] [Ita/Dei]
Genere: Drammatico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Akatsuki, Altri, Deidara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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So che è passato molto tempo, ma con la scuola sono davvero impegnatissima ^^ spero che comunque vi piacerà anche questo capitolo...
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Era buio. Buio e afoso.
L'aria torrida impestava i polmoni, impedendo di prendere fiato a dovere, lasciando una sensazione di pressione diaframmatica quasi impossibile da sostenere.

-mamma!! Mamma, dove sei?!-

La ragazzina correva cercando di schivare le fiamme che divampavano nella radura. Era allo stremo, come si poteva facilmente intuire dai passi barcollanti che faceva senza capire neppure dove stava andando, gli occhi annebbiati dal fumo, qualche colpo di tosse ogni tanto, le gambe sfregiate dalle sterpi che pestava con i piedi scalzi.

-mamma!- cercò di urlare, ottenendo un altro, fortissimo, colpo di tosse.

Rivoletti di sudore le scendevano lungo la fronte, e perfino i vestiti leggeri che indossava la intralciavano, appiccicandosi alla schiena fradicia. L'incendio attorno a lei era sempre più forte. Quasi non ci vedeva più...

-Ren! Ren, rispondimi! Ren!-

Una voce che le sembrava così lontana da poter provenire perfino dall'aldilà, ridestò la sua attenzione.
Aprì gli occhi a stento, credendo di avere dei mattoni al posto delle palpebre.

-ghh...-

-cosa? Parla più chiaramente!-

-I...Itachi... dov'è mia madre?-

-ma che cavolo di domande sono?! E' al fronte, come tutti i jounin di Konoha! Piuttosto, che diavolo ci fai qui?! Se non era per me che ti cercavo, saresti anche potuta morire!! Ma rifletti prima di agire o fai le cose senza collegare il cervello?! Deficiente!-

Ren si alzò a sedere, aggrappandosi alla spalla di Itachi, inginocchiato accanto a lei.
Si guardò intorno: l'amico doveva averla portata sulle spalle fino ad allontanarla completamente dal pezzo di bosco in fiamme in cui vagava, che ora vedeva chiaramente in direzione nord, ormai completamente in cenere.

-perdonami.-

L'Uchiha sospirò, seccato.
Ren trattenne un sorriso: era chiaro come il sole che sotto l'arrabbiatura Itachi nascondeva apprensione per le sue condizioni di salute, e questo le dava una certa soddisfazione.

In quel momento, pensandoci con più calma, si rese conto che aveva combinato davvero una cavolata senza senso.

Lo sapeva anche lei che sua madre si era offerta volontaria per quella missione, ma non aveva idea che l'avrebbero chiamata nel cuore della notte, proprio mentre stava dormendo, e che Momoka stessa se ne fosse andata senza avvertirla.

Quando si era accorta di un casino tremendo che proveniva dalla periferia del villaggio, si era svegliata di soprassalto chiamando la madre per chiederle cosa stesse succedendo, ancora tutta assonnata, e non trovandola era stata presa dal panico, che l'aveva portata ad agire in quel modo sconsiderato.

Spiegò il tutto ad Itachi piuttosto distrattamente, impaziente di arrivare alla questione principale.

-tu... credi che stia bene?-

-questo non posso dirlo con certezza.-

-i tuoi genitori...?-

-mio padre è sul campo, mia madre è nelle retrovie come ninja medico.-

-capisco.-

Distolse lo sguardo, mordendosi un labbro. Le seccava ammetterlo, ma...

-Itachi, ho paura.-

-è normale.-

-ma sono un ninja, dovrei essere preparata!-

-pfft, ninja, almeno aspetta di finire l'accademia prima di dirlo!-

-sta' zitto, tu! Non è mica colpa mia se sei un genio che è riuscito a diventare genin a soli sette anni, scusa sai, ma io sono una persona normale!!-

-dai che se passi l'esame questo mese ce la fai anche tu a finirla a sette anni, e a qualificarti come genin... anzi, ti dirò di più: se diventi genin alla fine di questa sessione, c'è la possibilità che finiamo in squadra assieme!!-

-certo, così dopo tu faresti inevitabilmente il caposquadra e io dovrei stare alle tue dipendenze!-

-ma c'è un jounin che ci fa da sensei... che cacchio dici??-

-sono sicura che in qualche modo una cosa simile capiterà, stanne certo...-

Il ragazzino sbuffò.

-senti, adesso facciamo una cosa intelligente.-

-cosa?-

-andiamo a casa tua: ti fai una doccia e ti cambi.-

-ok.-

Si alzò in piedi, scrollandosi i vestiti pieni di erba e pezzetti di rami inceneriti, e si recò alla sua piccola abitazione insieme ad Itachi.
Si fece una doccia veloce, lavò anche i capelli, per liberarli dalla fuliggine, e li legò in uno chignon culla sommità del capo, per lasciare il viso scoperto.

-adesso andiamo al fronte, magari possiamo essere d'aiuto nelle retrovie.-

-sei sicuro che non ci mandino via? Siamo dei bambini...-

-beh, tentar non nuoce, no? E poi a Konoha tutti diventano ninja, anche i bambini, un po' di allenamento non ci farà male.-

-Itachi... questo non è un allenamento, è una guerra.-

-lo so.-

Senza più replicare, aprì la porta ed entrambi si misero a correre verso la periferia est.
Le strade erano deserte: gli abitanti che non potevano combattere si erano recati in zone più sicure, dove organizzavano rifornimenti per i combattenti, schierati invece contro il nemico.

-sai, Itachi, ripensando a quello che mi hai detto prima...-

-a proposito di cosa?-

-dell'accademia... beh... se questa guerra finisce male... non ci sarà nemmeno più un'accademia...-

-non dirlo neanche per scherzo!! L'importante è impegnarsi al massimo, non fare i pessimisti, né congetture sul futuro!!-

-uh... si, hai ragione... per fortuna che ci sei tu a tirarmi su di morale...-

Circa dieci minuti dopo raggiunsero la loro destinazione.
Lo spettacolo che si vedeva era a dir poco terribile: decine di ninja correvano da tutte le parti, ognuno con un carico, dalle armi a medicinali di vario genere.
Poi c'erano i feriti.
Quelli lievi erano sottoposti a medicamenti veloci, e appena riposati tornavano in azione, ma c'erano dei feriti... gravi... che...

-oddio...- sussurrò Ren.

I suoi occhi viola si erano posati su una anbu che un ninja medico stava cercando in tutti i modi di curare, con scarsissimi risultati: il suo braccio destro era stato completamente staccato, da quello che avrebbe potuto sembrare un gigantesco morso, e attaccati alla spalla c'erano brandelli di carne impregnati di sangue, che non accennava ad arrestare la sua fuoriuscita.
Se l'emorragia fosse durata ancora tanto, quella povera donna sarebbe morta, tra atroci sofferenze.

Ren non riusciva a staccare lo sguardo dal suo viso: la fronte imperlata di sudore e schizzi di sangue, contratta, deformata dal dolore.
Senza accorgersene una lacrima le scivolò lungo una guancia, mentre stringeva spasmodicamente una manica della maglietta di Itachi.
Alla mancata reazione di lui, si girò a vedere cosa stesse facendo, e lo trovò, livido in volto, che fissava un punto imprecisato davanti a loro.

Seguì la linea immaginaria per vedere cosa esattamente stesse osservando, e poco mancò che cadesse a terra: un uomo sulla quarantina, giaceva a terra, sostenuto da quella che doveva essere la moglie, in lacrime e col volto trasfigurato dalla disperazione.
Aveva il petto squarciato in tre profondissimi tagli, uno che partiva dalla spalla sinistra e arrivava fino al bicipite del braccio destro, un altro parallelo che segnava lo stomaco e il terzo sul ventre.
Ormai era spacciato. Nemmeno con un miracolo si sarebbe potuto salvare.
La donna lo stringeva al petto, dondolandosi e gridando invano. La pozza di sangue ai suoi piedi era così larga da far pensare che il marito ormai non ne avesse neanche una sola goccia in corpo.

I due ragazzini erano shockati: tutti sanno che la guerra non è uno scherzo, ma vedere tanta ferocia con i propri occhi è tutto un altro discorso.

Ciò che li aveva traumatizzati di più, però, era che loro conoscevano quell'uomo.
Era il padre di un ragazzo più grande, già genin, che avevano visto qualche volta nell'ufficio dell'hokage.
Si chiamava Iruka, o qualcosa di simile, e aveva all'incirca dodici anni.

Un brusco richiamo li riportò alla realtà.

-ehi voi!! Che ci fate qui?! Andatevene, non è un posto per mocciosi!-

Ren si voltò: un ragazzo sui quindici anni con i capelli grigi e una maschera che gli copriva buona parte del volto stava camminando nella loro direzione.

-mi avete sentito? Andatevene!-

Ren raccolse tutto il suo coraggio per rispondergli.

-noi siamo qui perché vogliamo aiutare!-

-e cosa diavolo vorreste fare?-

-b-beh... visto che avete un sacco di cose da trasportare posso farlo io! E... anche lui!- indicò Itachi -così voi sarete più liberi per il resto...-

L'altro ci pensò su un po'.

-uhm, riflettendoci forse potrei anche farvelo fare... ma ricordate: tenetevi lontano dai guai ed eseguite solo gli ordini, chiaro? Che poi non voglio rogne...-

I due annuirono vigorosamente.

-seguitemi.-

I tre si recarono verso la tenda più vicina, dove una ragazza stava medicando un ninja, ferito superfialmente ad una mano.

-Kurenai, ti affido questi due.-

-cosa?- fece lei allibita.

-mi hai sentito.-

-ma non puoi farmi questo!! Già mi hanno rifiutata al fronte perché sono solo chuunin, e relegata qui a fare il medico, e in più mi piazzi due bambini? Non sono una babysitter, e questa non è un'esercitazione, Kakashi!!-

-infatti, sono qui per svolgere delle mansioni: puoi dargli da fare tutto quello che vuoi: eliminare i rifiuti, portare rifornimenti, liberare spazio, curare i più lievi, pulire, tutto.-

-oh...- Kurenai squadrò i due. -beh, dai, si può fare.-

-ok, ho già perso troppo tempo, vado!-

-fa' attenzione!-

Il ragazzo alzò la mano in segno di saluto, dando le spalle a tutti e correndo via. L'attenzione della giovane chuunin si rivolse di nuovo a Ren ed Itachi.

-ok, vediamo di darci da fare. Tu, ragazzina, come ti chiami?-

-Ren.-

-e tu?-

-Itachi.-

-ok. Ren, tu pulisci di fronte all'entrata tutto quel macello che c'è, così appena arrivano dei feriti siamo messi meglio per ospitarli, e tu Itachi, vammi a prendere un'altra cassa di garze. Quando esci, va' a destra fino alla quercia, e lì troverai la tenda-magazzino. Chiaro?-

-sissignora.- risposero in coro i due, mettendosi subito all'opera.

Ren guardò un po' con rammarico l'amico che usciva di corsa, sparendo oltre la cerata bianca, perché avrebbe voluto non doversene separare, ma pensò che al momento la priorità era dare una mano.
Prese scopa e paletta d iniziò a raccogliere i rimasugli di bende, fili e bottigliette di cicatrizzanti vuote, gettando il tutto nell'enorme pattumiera all'angolo.

-Kurenai! Presto, abbiamo un ferito grave!!- chiamò un uomo da fuori.

-cosa?! Ma io non sono un medico, non ho le competenze per...-

-ma la tua tenda è la più vicina! Al momento la mettiamo qua! E' ridotta male, dobbiamo fare piano... vieni fuori ad aiutarci!!-

La ragazza, livida in volto, non esitò a sfrecciare fuori per aiutare i compagni.

-Ren!!- la chiamò.

-si?- la bambina uscì.

-prendi il suo giubbotto, è caduto a terra! E' un po' più in là, sta' attenta!-

-s-si...-

Il giubbotto a cui si riferiva Kurenai era quello verde, tipico dei jounin. Ren lo cercò con lo sguardo.
Finalmente, dopo un paio di minuti, lo trovò: circa cento metri più in là, giaceva abbandonato tra le sterpaglie, su una piccola zona sopraelevata che sembrava una collinetta.
Doveva stare molto attenta: dietro a quella si trovava il campo di battaglia, e non doveva farsi assolutamente colpire, anche se le probabilità erano minime.
Si fece forza, e con uno slancio corse all'impazzata fino alla sommità del rialzo, afferrando il giubbo lordo di sangue con entrambe le mani.
Si mise in piedi, spolverandolo.
Stava per tornare indietro, ma involontariamente alzò gli occhi davanti a sé.

E la vide.

Lei.

La Kitsune.

Kyuubi.

No.

Youko.

*tu-tum*

-è quella...-

*tu-tum*

-la volpe a nove code... è... quella...-

*tu-tum*

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Un animale (se così si poteva chiamare) enorme.
Una bestia dalle spropositate dimensioni, con il manto più fulvo che avesse mai visto in vita sua.
Occhi gialli come oro, che mandavano bagliori.
Nove sinuose code che faceva ondeggiare, sferzando violentemente l'aria.
Era meravigliosa.
Se non fosse stata così terribile, Ren avrebbe potuto anche adorarla, da quanta magnificenza emanava quel demone.
Ecco da dove proveniva il fuoco.
Da lei.
I ninja al suo cospetto sembravano formiche, respinti semplicemente dal mostruoso quantitativo di chakra che Kyuubi possedeva.
Un chakra diverso, speciale.
Rosso.
Così potente e carico da sembrare energia pura.
Caldo.
Ora si spiegavano quelle ferite incredibili: erano graffi, morsi, o ustioni che lei provocava.

Una scarica di terrore la percorse.

Se quella era così potente... nessuno avrebbe mai potuto sconfiggerla.

Cadde in ginocchio, afflitta.

Allora, non c'era nessuna speranza...

-Reeeeen!! Che diavolo stai facendo lì impalata?! Muoviti!!-

La ragazzina si riscosse improvvisamente.

-ma che cosa sto pensando? Mai perdere le speranze! Ho un futuro da costruire!-

E, arrabbiata, strinse con forza il giubbotto che teneva in mano, correndo verso la tenda.

-ecco, te l'ho portato...-

-mettilo sulla sedia.-

-Kurenai...- l'uomo accanto alla chuunin cercò di attirare la sua attenzione.

-sta' zitto!-

-Kurenai, ascoltami... è finita.-

-no, non è vero!-

-senti... hai davanti due medic-ninja, non uno, e se ti dico che non c'è più niente da fare, vuol...-

-siete degli incompetenti!! C'è sempre qualcosa che si può fare!!-

La ragazza tirò un pugno all'improvvisato cuscino che aveva fatto con delle garze, a cui seguirono altri, sempre più feroci.
Ren rimase alle sue spalle a cercare di capire cos'era successo.
La donna che avevano portato, la ferita grave, a quanto pareva era morta.
Nonostante fossero stati chiamati ben due medici.
E... Kurenai doveva sentirsi in colpa.

-senti...- le poggiò una mano sul braccio. -non devi sentirti responsabile, ok?-

La ragazza non sollevò il capo, singhiozzando, ma continuò a tenerlo rivolto a terra.

-invece si...- rispose -se io fossi stata un medico, avrei potuto...-

-non avresti potuto fare nulla lo stesso! Quella donna era ferita troppo gravemente...-

-sono un disastro...-

-no, non è vero... sei stata bravissima, invece...-

Si sedette accanto a lei, circondandole le spalle con un braccio.
Dopo un paio di minuti, Kurenai si alzò e andò ad asciugarsi il viso.
Ren guardò il lenzuolo bianco che copriva il cadavere. Spinta da curiosità, sollevò di poco un lembo, quel tanto che bastò a riconoscerne i tratti del volto.

-no... non è possibile...-

-cosa?- fece l'altra.

-ma questa donna è...-

-si. La madre di Iruka.-

-ma suo marito non era già...? Prima, appena arrivata qui, avevo visto...-

-si, Ren. I signori Umino sono morti entrambi.-

Morti entrambi.
Due semplici parole con un immenso potere distruttivo.
Per qualche secondo, Ren si sentì come svuotata da ogni emozione. Insomma... quella notte, nel giro di poche ore, una famiglia era stata devastata. E chissà quante altre, che lei non conosceva, avevano fatto la stessa fine.

Proprio in quel mentre, Itachi giunse trafelato alla tenda.
Quando fu entrato, si premette la mano su un fianco ansimando.

-Itachi, tutto ben...-

-Ren! Devi venire subito!!-

-cosa?-

-su muoviti, ti guido io...-

-ma cos'è successo?- chiese con panico crescente.

L'amico la guardò con una nota di dolore negli occhi.

-tua madre...-
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u.u fine capitolo.

Si, è una cattiveria, ma questo doveva finire così.

Nella storia c'è stato un salto temporale di tre anni, ma non è che me li sono dimenticati, è che segno solo le tappe più importanti, senza dilungarmi troppo su aspetti non così interessanti... essendo inserita nel manga, questa storia si sofferma su un certo periodo... (da quando Naruto ha 12, a quando ha 15 anni, circa...) ecco. La tappa adesso era descrivere l'episodio di Kyuubi... ^^
E, a proposito di Kakashi e Kurenai, secondo me, in base alle età che hanno, la storia si sarebbe benissimo potuta svolgere così. Senza contare che Kakashi era stato promosso jounin ancora quando stava in squadra con Rin e Obito, ed era ancora piccolo. Per cui in quel momento, essendo un quindicenne, al fronte ci poteva stare benissimo...

Ditemi che ne pensate X3

Dango
  
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