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Autore: Marzio C    27/11/2014    1 recensioni
Eccomi di nuovo a tediarvi con una ff. Questa volta è stata scritta a 4 mani con la mia amica Valentina. Nella conclusione della sesta stagione Sarah era incinta di qualche settimana, di conseguenza nel cap. 1 di questa ultima stagione, composta da 12 capitoli (meno male direte voi) lei, la nostra splendida eroina, finalmente partorirà. Diciamo che il filo conduttore per 11 capitoli sarà la nuova arrivata in casa Bartowski fino ad arrivare al cap 12 alquanto surreale che la coautrice Valentina ha firmato "obtorto collo". Colgo l'occasione per ringraziare, in anticipo, tutti gli amici che visiteranno la ff pregandoli di lasciare un commento. Sono sicuro che l'ultimo capitolo non sarà di vostro gradimento per cui mi assumo tutta la responsabilità Valentina è innocente.
Ciao e buona lettura
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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h3>Capitolo 3
 
 
 
Vonnie, Pamela, Ellie e Sarah stavano eseguendo gli ultimi controlli.
 
I centro tavola, in porcellana di Limoge, contenevano rose e fresie bianche che creavano un elegante contrasto con le tovaglie di raso blu. Sulle pareti ghirlande ed addobbi natalizi in tema. La piccola Sam, curata a vista dalle nonne Emma e Mary stranamente era tranquilla, osservava curiosa tutto quell’andirivieni.
 
Suonarono alla porta. A Chuck e a Devon l’incombenza di aprire. Erano le famiglie Casey e Grimes, con loro c’era anche la Berckam che teneva per mano il piccolo Martin. I Jeffster arrivarono con Big Mike e signora. Piano, piano gli invitati giungevano. La sorella di Sarah, come al solito era in ritardo.
 
Uno strombazzare di clacson annunciò l’arrivo di Zach con Cole e Jill
 
Il presidente giunse a bordo di un utilitaria e senza scorta. Il cordone protettivo era stato predisposto solo intorno a casa Bartowski, una vigilanza
discreta, quasi invisibile.
 
Il posto d’onore fu ceduto dal presidente a Sam o per lo meno per tutto il pranzo la tenne in braccio e la mocciosetta stette buona come un angioletto. Già cominciavano a delinearsi i tratti somatici della piccola.
 
Contrariamente alla sorella Vonnie che era la fotocopia della madre, Sam era un compendio di entrambi i genitori. Ovale del viso della madre, il taglio degli occhi del padre ma azzurri e la peluria che le ricopriva la testa era scura. L’atteggiamento era sfacciato, tipico del nonno materno.
 
Chuck sperava che almeno avesse ereditato il genio del nonno paterno e la professionalità della zia Ellie. Sicuramente, crescendo, sarebbe stata un soggetto da prendere con le molle, con il carattere di Sarah, indipendente, combattiva e testarda come nonna Mary.
 
Di sicuro era adorata. I duri della sicurezza si rammollivano, stravedevano per quel batuffolo urlante, era viziata da tutti.
 
Erano quasi alla fine del pranzo quando Chuck portò in tavola dei panettoni di alta pasticceria. Un amico italiano gli aveva inviato una fornitura completa, tra l’altro erano talmente tanti da poterne regalare anche ai ragazzi della sicurezza e della scorta presidenziale.
 
Sam sembrava come impazzita, il profumo del panettone la mandava in visibilio, aveva fame. Sarah la prese in braccio e la portò in camera dove iniziò ad allattarla. Quello era il loro momento magico, l’indivisibilità di due esseri umani, madre e figlia. In quel preciso istante Sarah decise di non volere più essere “il direttore Walker dell’Intelligence” Doveva parlarne al più presto col marito.
 
Sam, nella sua culla, dormiva profondamente. La giornata si era rivelata decisamente stancante. Chuck aveva lasciato momentaneamente i suoi ospiti e aveva raggiunto Sarah. Cingendole le spalle la baciò e con lei rimase estasiato a guardare la loro bambina. Avrebbe voluto avere vicini anche Vonnie e Zach ma qualcuno della famiglia doveva pur fare gli onori di casa.
 
Sarah approfittò per comunicargli le sue decisioni, Chuck rimase in silenzio qualche secondo e poi le disse “Sono d’accordo, è un’idea che da qualche tempo avevo preso in considerazione. Personalmente io aspetterò la fine del mandato di Jeremy, poi abbandonerò anch’io. E’ ora di lasciare.”
 
 
Il presidente ed il resto della squadra Bartowski ascoltarono quanto Sarah aveva da dire, nessuno la contestò anzi…. anche Diane annunciò il ritiro, era anziana e stanca. Cedeva volentieri a Casey la sua poltrona. Sarah perorò la causa di George, lo vedeva bene come direttore dell’intelligence, sicuramente affiancandolo a Chuck, anche se per pochi mesi, avrebbe accumulato ulteriore esperienza.
 
Il presidente pensava di ricandidarsi per un nuovo mandato e chiese a Chuck ed a Sarah di rimanere almeno come suoi consulenti, stessi pass, gradi e stipendi.
 
Non erano obbligati a vivere a Washington, avrebbe avuto bisogno di loro solo per un paio di giorni al mese. I loro figli si sarebbero sposati nel mese di maggio e avevano già comprato casa nella capitale. Di sicuro loro due, sarebbero andati a trovarli per cui perchè non continuare la collaborazione? Zach e Vonnie pregarono i loro genitori di accettare la proposta.
 
Il pensiero dei gemelli lontani li fece accettare, si sarebbero divisi tra LA e W, con più tempo libero e senza il pensiero di altre missioni.
 
 
Improvvisamente la discussione finì: era partito l’antifurto Sam. Sarah andò a recuperare il piccolo ciclone che come vide Jeremy allungo le braccia verso di lui.  Come fu presa in braccio si calmò, fece un ruttino e si addormentò nuovamente. Da non credersi.
 
Era una giornata bellissima, nel giardino privato della casa bianca tutto era pronto, George in alta uniforme e Zach in tight passeggiavano nervosamente in attesa delle loro fanciulle.
 
Jeremy e Chuck seduti nella sala ovale e con lo sguardo perso nel vuoto pian piano si stavano rendendo conto che in una volta sola tutti i loro figli avrebbero preso il volo. George con Vonnie e Zach con Pamela. Sicuramente stavano facendo training autogeno per non scoppiare a piangere. Il presidente si rivolse a Bartowski:  ”Amico mio tu avrai ancora la tua piccola Sam in casa io non avrò più nessuno che mi chiamerà papà”
 
 
“Jeremy li vedrai più spesso tu di me, anche tutti i giorni se lo vorrai, lavorano a trenta metri dal tuo studio e poi lo sai che Sam stravede per te, sicuramente quando saremo a Washington starà parecchio tempo con voi. Tra l’altro potreste mettere in cantiere anche voi un bambino, sono sicuro che da grande sposerebbe Sam. Senza contare che magari i ragazzi decideranno di darci dei nipotini.” Queste parole oltre a farlo sorridere lo calmarono e non poco.
 
 
Sarah ed Evelin li chiamarono era giunto il momento delle nozze.
 
L’atmosfera era delle più romantiche, il gazebo era adornato da bellissimi fiori bianchi ed azzurri anche i bouquet delle spose erano della medesima tinta.
 
 
Il matrimonio l’avrebbe officiato il cappellano militare padre O’Mulley, vecchio amico di famiglia del presidente.
 
Le due ragazze, accompagnate all’altare dai rispettivi padri, erano bellissime. I loro abiti bianchi, semplici ma elegantissimi, erano un dono dello stilista italiano Giorgio Armani, presente anch’egli al matrimonio con il gotha mondiale.
 
 
Al momento del “Sì lo voglio” entrambe le madri diedero sfogo alla loro commozione e piansero.
 
 
Jeremy e Chuck, visto il ruolo che ricoprivano, rimasero impassibili con un sorriso disegnato sulla bocca. Una cosa sola poteva smentirli: il leggero tremito delle labbra. 
 
Una miriade di flash si scatenarono al taglio delle torte.
 
Chuck ballò con Vonnie e stringendola al cuore le sussurrò “Ti amo bambina mia, ti auguro tanta serenità, sii felice con tuo marito”
 
 
“Ti amo anch’io papà, grazie di tutto quello che hai fatto per me e quando sarò madre vorrei essere capace di donare ai miei figli, con la stessa dolcezza e pazienza, quello che ci hai dato tu. Grazie per essere mio padre”.
 
 
Sarah finì di danzare con Zach, a mala pena riusciva a trattenere le lacrime, si sentì afferrare da dietro, un paio di labbra si appoggiarono dolcemente sul suo collo. Rabbrividì, si girò e ad occhi chiusi baciò, con una mai sopita passione, il padre dei suoi figli.
 
                                      Continua…..
 
 
                                            Marzio C. e Valentina B.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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