Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Xandalphon    28/11/2014    7 recensioni
Una cosa che mi ha sempre incuriosito, forse perché sono 'bastian contrario' per natura e i personaggi un po' reietti dai gusti generali mi affascinano, è come Danzo sia diventato quello che è, ovvero il personaggio più odiato del fumetto! Beh, ecco a voi una storia sull'infanzia e la giovinezza dei due amici nemici, in lotta per il titolo di Sandaime: Danzo e Hiruzen.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danzo Shimura, Hiruzen Sarutobi, Kagami Uchiha, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

One year, one second

 

Rajin era una tipo severo, ma anche tremendamente efficace, nei suoi allenamenti. Si poteva dire che li avesse spremuti come dei limoni, ma probabilmente si sarebbe trattato di un eufemismo.

 

Nonostante questo, però, Danzo sentiva di essere diventato più forte. No, più che più forte, più veloce. Il maestro Lee lo aveva rimproverato fino allo sfinimento di 'pensare troppo'. Doveva schivare e parare senza ragionare: un gesto automatico, un'unica corrente sinuosa di movimenti, senza inutili interruzioni. Questo era ciò che aveva insegnato loro.

 

Gli Hyuuga avevano il byakugan, un occhio che permetteva loro di vedere i flussi di chakra e di non avere punti cechi. Era un vantaggio enorme che la natura aveva loro fornito. Come compensarlo? Semplice, con astuzia e rapidità. Non dare loro tregua, incalzarli continuamente.

 

Perché in un vantaggio poteva sempre celarsi uno svantaggio. I possessori del byakugan prima vedevano, poi agivano. L'informazione correva dalla retina al cervello, e sulla base di essa elaboravano la risposta.

 

Ma un decimo di secondo di troppo, in natura, può fare la differenza tra la vita e la morte.

L'affidarsi ad un solo senso, quando l'uomo ne possedeva cinque... Questi erano tutti fatali errori che potevano essere sfruttati. Il discorso non valeva solo per gli Hyuuga, naturalmente, ma per ogni nemico che avrebbero trovato sul loro cammino da quel momento in avanti.

 

L'anno di allenamenti passò così in modo molto più rapido di quanto non si aspettasse. Senza nemmeno accorgersene arrivò a mancare un giorno alla fatidica prova.

 

Come al solito, quella sera venne assillato dalle sue petulanti compagne di squadra per tre quarti del tragitto verso casa. E, come al solito, non vedeva l'ora di liberarsene.

 

La prima a staccarsi, con riluttanza, fu Kururu. Quella ragazza per lui era sempre un mistero indecifrabile per come cambiava spesso d'umore. Ma iniziava a capirla un po' di più, dopo tutto quel tempo insieme. Per certi aspetti, era coma lui. E' vero, aveva una vastissima famiglia, ma ne era letteralmente schiacciata. Aveva una sorella perfetta verso cui nutriva un complesso di inferiorità mastodontico, peraltro acuito dai genitori che non facevano, per come aveva capito, che rimarcare la differenza tra le due. E intanto, però, smazzavano a lei gran parte delle faccende di casa, con le scuse che loro avevano compiti ben più importanti a cui badare.

Era questo che aveva generato in lei quella specie di atteggiamento da eroina tragica che faceva di tutto per dimostrarsi forte e coraggiosa ma che era più fragile di un pezzo di cristallo appoggiato male sul tavolo.

 

Quando se ne andò, emise un sospiro di sollievo piuttosto forte. Senza che se ne accorgesse, aveva cominciato ad entrare nel ruolo del 'papà', dispensatore di consigli e che cercava di tirarla su di morale quando si deprimeva (cioè praticamente un giorno sì e l'altro pure), e ora non sapeva bene come uscirne...

 

Kanaki non perdeva mai occasione di rimarcarlo e prenderlo in giro per questo. Anche quella sera si stava aspettando che da un momento all'altro la ragazzina lo colpisse con una delle sue battutine pungenti e maliziose.

 

Quando passarono dieci secondi senza che lei proferisse parola, Danzo iniziò a guardarla stranito.

 

“Cazzo hai, Akuryo? La tua lingua biforcuta ha deciso di entrare in sciopero?”

 

“Ops... Scusa, la tua tenera e dolce Kanaki era un momento occupata con i suoi pensieri, occhi tempestosi...” Le fece lei ridacchiando.

 

“Scemo io che mi preoccupo anche per te...” Disse con un sospiro di disappunto.

 

In generale non riusciva mai a capire fino a che punto scherzasse o dicesse sul serio, quella dannata. Ma quella volta ne era certo. Le risatine di Kanaki erano false.

 

Avrebbe tanto desiderato sapere cosa diavolo nascondeva, capire cosa pensasse davvero... Ma era un libro chiuso. Serrato con un lucchetto. E solo lei poteva decidere a chi regalare la chiave. Si sorprese a sentirsi indispettito all'idea di non essere sulla lista di coloro a cui aveva concesso tale dono.

 

Arrivati all'incirca al punto del tragitto in cui, solitamente, si separavano, improvvisamente lei disse: “Sai, penso che mi fermerò a mangiare da te, oggi, dopo tutto!”

 

“Eh? Ma sei fuori?”

 

“Perché, non posso avere voglia di provare la famosa e squisita cucina di messer Danzo Shimura?”

 

“No! Stiamo parlando di te, in fondo... Come minimo avrai un quintuplo fine, ma che io sia dannato se capisco di cosa si tratta...”

 

“Baka! Una signorina ti sta chiedendo di stare a casa tua per una cenetta romantica e tu rifiuti? Ahahah! Che caso perso... Non troverai mai una fidanzata, di questo passo, Dakkun, lasciatelo dire!” Disse lei ridendo di cuore.

 

Di cuore? Davvero? No, affatto. Danzo vi leggeva la stessa falsità di prima. Leggermente piccato gli disse. “E va bene, brutta deficiente che si diverte a prendermi in giro... Ti piace il ramen?”

 

“Non se è quella brodaglia preriscaldata che vendono al supermercato...”

 

“Nah. Teuchi-kun mi ha insegnato uno o due trucchetti per rendere buono anche quello schifo.”

 

Kanaki socchiuse gli occhi e sorrise. Infine disse: “Ok! Ci...”

 

Non fece in tempo a finire la frase che un ragazzo dai lunghi capelli rossastri, con un fisico asciutto e longilineo spuntò fischiettando dalla svolta della via.

 

“Toshi Nii-san?” Disse Kanaki con fare esitante.

 

“Oh, ma guarda un po' qual è la persona che trovo per prima dopo una lunga missione... La mia piccola Kana-neechan!” Esclamò l'altro. Mentre lo diceva sfoderava un sorriso obliquo. Per un istante Danzo giurò che quella persona lo avesse voluto gelare con uno sguardo assassino. Ma si disse che doveva essere impossibile.

 

“Ahah... Che fortuna eh?” Fece la ragazzina, allegra.

 

No, fintamente allegra. Danzo sarebbe stato pronto a scommettere che di lì a poco avrebbe sentito dei craaac. Il rumore della maschera di Kanaki che si infrangeva a terra, rivelando un senso di puro terrore.

 

“Ma sorellina, non fai le presentazioni?”

 

“Ah, sì giusto! Questo è Danzo Shimura, un mio am... Ahem, compagno di team. Abbiamo fatto un pezzo di strada insieme di ritorno dal campo d'allenamento.”

 

“Beh, piacere di conoscerti Shimura-san!” Fece gaio Toshi, che, a giudicare dal suo aspetto, doveva avere sui sedici-diciassette anni. Il quale poi aggiunse: “Sorellina, che ne dici se lo invitassimo a cena da noi? Purtroppo, Shimura-san, dovrai accontentarti della mia cucina, dato che i miei genitori oggi sono fuori Konoha, ma fidati, farò del mio meglio!”

 

Prima che Danzo potesse rispondere in un qualsiasi modo, Kanaki si affrettò a parlare per lui: “Ma no, ma no! Nii-san, che dici! Shimura-san mi stava dicendo giusto ora di quanto fosse stanco e di quanto volesse andarsene a letto presto. Sai, Lee-sensei oggi ci è andato giù pesante con lui!”

 

L'undicenne guardò la sua compagna con tanto d'occhi. Era rigida, pallida come un cencio. Uno spettatore esterno l'avrebbe definita 'l'espressione di una lepre in trappola'. Ciò nonostante, si sforzava di ridacchiare.

 

Shimura-san? Quando mai l'aveva chiamato così? Ma neanche la prima volta che si erano visti! Danzo trattenne la sua mano destra dal fortissimo istinto di mollarle uno schiaffone, per toglierle almeno la menzogna dal volto. Pacatamente replicò, accennando un inchino: “Toshi-san, sono molto onorato del vostro invito ma è come ha detto Daruma-sama (sottolineando con un tono freddo il 'sama'). Vi prego di perdonarmi.”

 

“Gentile e cortese! Come mi piacerebbe che la mia nee-chan imparasse da te, in questo senso! Peccato! Sarà per un altra volta, allora. A presto, Shimura-san!”

 

Danzo rispose con un nuovo inchino e se andò per la sua strada senza neanche voltarsi a guardare l'espressione di Kanaki. Che per un attimo, al contrario, si era voltata per cercare ardentemente il suo volto.

 

Dopo pochi passi, Toshi mise a Kanaki il braccio intorno al collo e le disse all'orecchio. “Quel tuo compagno di squadra mi piace poco, sai?”

 

“No-non devi preoccuparti per lui, nii-san...”

 

“Nii-san? Come ho detto che mi devi chiamare quando siamo solo io e te, imouto?”

 

“Pa-padrone...”

 

“Così va meglio.”

 

***

Il giorno dopo, Kururu, Danzo e Kanaki si presentarono di buon mattino al campo 7. Davanti a loro stava Rajin Lee a braccia conserte che confabulava con un tizio alto e segaligno, con un kimono nero. Poco più in là c'erano tre tipetti dall'aria annoiata. Indossavano tutti lo stesso kimono. Ma la cosa che più li contraddistingueva erano gli occhi. Il tipico colore perlaceo dei possessori del byakugan.

 

Dopo un paio di minuti, il maestro Lee interruppe la discussione e disse loro: “Pronti a fargli il culo a strisce, bambinetti?”

 

“Sì SENSEI!” Risposero all'unisono.

 

Nel frattempo, anche lo Hyuuga incitava i suoi allievi: “Mi raccomando. Non disonorate il clan. Non si tratta di un'esortazione, ma di una minaccia. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.”

 

L'inizio non si poté certo dire dei più confortanti. Quelli partirono a tutta velocità contro di loro senza dargli neanche il tempo di nascondersi tra i cespugli. Il più alto dei tre avversari si fiondò contro Kanaki. La ragazzina non tentò nemmeno di reagire, accorgendosi solo all'ultimo di ciò che stava succedendo. Danzo la tolse dagli impicci, prendendo un colpo della famigerata arte marziale del pugno gentile in pieno petto. Sentì un brivido in tutto il corpo e gli venne un fortissimo istinto di vomitare, che trattenne a malapena. E non l'aveva nemmeno colpito in un punto vitale! Così quella era la potenza di uno dei clan più temuti della foglia?

 

Ma prima di tutto, veniva un'altra cosa.

 

“Kanaki, se ti distrai di nuovo così siamo ampiamente fottuti...”

 

“Ok, ok... Scusa occhi tempestosi!”

 

Detto questo, seguendo il piano che avevano elaborato il giorno prima, Kanaki si nascose, mentre Danzo e Kano tenevano a bada i tre.

 

“Eh no, perdenti, la Daruma non ci scappa!” Esclamò uno dei nemici. Anche loro sapevano come funzionavano le tecniche di Kanaki, visto che Hyuuga e Daruma lavoravano in combinazione la maggior parte delle volte. Per loro 'la giocattolaia' era il primo obiettivo da abbattere.

 

Quello che aveva parlato abbatté le loro difese e si lanciò nel bosco ad inseguire Kanaki. Danzo sorrise. Idiota borioso.

 

“Kuru-chan, pronta?”

 

“Quando vuoi, Dakkun!”

 

Danzo prese i piedi della ragazzina bionda e la spinse in alto. Lei si rannicchiò, fino a formare una sorta di palla con il suo corpo. Creò rapidamente due bunshin per tenere impegnati gli avversari, saltò su uno di loro e, a mezz'aria, emise un getto di chakra dalla sua mano, in direzione di Kururu. Aveva imparato a farlo piuttosto di recente. Non sapeva dare un nome a quella tecnica, ma gli pareva che avesse qualcosa di legato all'elemento vento, dato che puntualmente creava una potente folata d'aria.

 

Kururu venne 'spedita' da tale getto contro il ragazzo che stava cercando Kanaki. Il peso del suo corpo, in quel momento era un centesimo del suo normale. Quando si approssimò all'avversario, questi si girò in tempo: con il byakugan non aveva punti cechi e poteva prevedere la traiettoria della ragazzina bionda. Ma aveva commesso un gravissimo errore. Un istante prima di entrare in contatto con lui, Kururu gridò: “Cento volte!” Lo Hyuuga venne abbattuto come se fosse stato colpito da una pesantissima mazza di ferro.

 

In quel momento, sempre secondo copione, tre Kanaki emersero dalla boscaglia, per dargli il colpo del K.o.

 

“MENO DUE!” Urlò entusiasta Danzo, che stringeva i denti. Il suo compito, tenere a bada il nemico il maggior tempo possibile prima che Kururu e Kanaki passassero al contrattacco, non era certo dei più semplici, ma ce la stava mettendo tutta.

 

Improvvisamente uno dei due avversari fece un ampio balzo all'indietro. L'altro sibilò, verso Danzo: “La stupidità si paga cara sul campo di battaglia. Ma non vi sottovaluteremo una seconda volta.” Detto questo, fece quello che lo Shimura temeva: la rotazione suprema. Un solo colpo e venne sbalzato via, dolorante e sanguinante, di diversi metri, approssimativamente dove c'erano le sue due compagne di team.

 

“Cazzo...” sussurrò.

 

“Lascia fare a me!” Disse, sicura di sé Kanaki, mentre lui era steso a terra, incapace per il momento di muoversi. Ma intravide una cosa che non gli piacque per nulla. Le gambe della Daruma tremavano.

 

Non era una delle sue marionette! Era la 'vera' Kanaki...

 

Che, oltretutto, aveva decisamente qualcosa che non andava per farsela sotto così.

 

“Forza piccoli Hyuuga, che ne dite di provare una rotazione suprema congiunta contro di me? Non avete voglia di stritolare come un sandwich una piccola Daruma dispettosa?”

 

“Cerchi la morte?” Le chiese uno dei due stupito. Se avessero davvero messo a segno un colpo del genere la possibilità che quella ragazzina finisse male non erano per nulla remote.

 

“Voi provate, poi vediamo che succede.” Disse lei, ridacchiando.

 

I due fecero un cenno d'assenso con il capo, poi partirono. Si resero conto all'ultimo, quasi con orrore, che la Daruma non aveva alcuna intenzione di parare il colpo. L'avrebbe preso direttamente e a piena potenza. Ma ormai non potevano fermare la rotazione.

 

Kanaki chiuse gli occhi. Quando li riaprì, si vide una Kururu ed un Danzo ansimanti e laceri che la fissavano straniti.

 

“Cosa diavolo volevi fare? Cazzo Kanaki, ripigliati una buona volta!” Esclamò il ragazzo, con la voce impastata.

 

Alla ragazzina venne da sorridere. “Non mi lasci mai in pace, eh Dakkun?”

 

Quell'altro, però, con voce irata le fece: “Senti, non me ne fotte un cazzo se non vuoi dirmi che diamine hai nella testa ultimamente, ma se provi a farti ammazzare davanti a me di nuovo, giuro che mi incazzo come una iena! Siamo tuoi amici, per tutti gli dei!”

 

“Amici... Non suona affatto male come parola...” Disse lei, ghignando. Poi aggiunse: “Va bene, Kuruchan, Dakkun... Scusate, la vostra piccola Akuryo era un po' troppo soprappensiero in questi giorni. Ma con due prodi paladini che le guardano le spalle così, non può non essere contenta, no?”

 

“Sei sempre la solita scema...” Concluse Danzo con un sospiro.

 

Bene.

 

Era tornata. Almeno per ora.

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Xandalphon