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Autore: Julia_Fred Weasley    29/11/2014    8 recensioni
Fred e Hermione, e il loro amore attraverso gli anni. E adesso c'è l'ultimo capitolo, la mia vita è finita! Ormai sembravano secoli che questa storia andava avanti è adesso è finito tutto! Mi sento abbastanza una schifezza ma tutto ha una fine. Spero comunque di non avervi deluso. E adesso il mio cervello si scervellerà ancora per trovare una storia da scrivere! Beh, intanto... dall'ultimo capitolo:
- Oh, ma ti prego! Dici così solo perché non ne hai voglia!
- Che cosa?! Mpfh… stai delirando, vai a letto che è meglio!
- Vedi! Fai così quando non vuoi!
- Non siamo dei ragazzini, Fred!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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19 anni dopo...

 
I baci di Fred erano sempre così dolci e delicati ogni volta che le percorreva la curvatura del collo e il tocco delle sue mani sul suo corpo non facevano altro che aumentare i brividi e l’adrenalina di Hermione. Lei d’altro canto, anche se non era la ragazza di una volta, non negava, ovviamente, a quelle attenzioni che suo marito le riservava. Anzi cercavano il più possibile di avvicinare il loro rapporto, e di non avere complicazioni di nessun genere. Dopo tutto quello che era successo, la guerra ormai li aveva segnati e raramente capitava ancora che Hermione si svegliasse nel bel mezzo della notte gridando al soffitto dopo aver fatto un brutto sogno. Aveva ancora impresso nella mente il viso sfigurato di Fred dopo la sua morte.
Nonostante si ripetesse che ormai tutto era passato, che era riuscita nel suo intento, di aver salvato una vita… neanche riusciva a crederci… quelle immagini macabre continuavano a tormentarla, ma molto meno del solito. Quello che adesso le importava era mandar avanti la sua famiglia. E pensare che mai si era immaginata di poter creare una famiglia, mai di poter creare una famiglia con Fred Weasley! Era una cosa che se gliel’avessero detto non ci avrebbe creduto. Ma ora era lì, tra le sue braccia, sotto le coperte, e lui la stava guardando, con quei suoi capelli rossi che non si erano sbiaditi nonostante l’età, gli occhi sempre così vispi e pieni di malizia, sembravano ritornati a diciannove anni prima.
Fred non era cambiato di una virgola, ma era riuscito a mettere la testa a posto e ad essere più maturo. Beh… maturo per quanto sia possibile per uno che possiede un negozio di scherzi, il quale aveva molto successo, non c’è che dire! Stessa cosa, vale per Hermione Granger, che col suo lavoro di Auror aveva una carica molto importante, e non mancava che qualche bambino o bambina volesse un suo autografo. Cosa per cui si sentiva molto in imbarazzo a volte. Le mani di Fred si spostarono lungo i fianchi, spostandole di poco la vestaglia su per le gambe.
- E se per una volta andassimo oltre… giuro che blocco la porta e insonorizzo la stanza! – Hermione, alle sue parole alzò gli occhi al cielo e fece un sorriso beffardo.
- Oh, andiamo sai che a volte Gregor entra nella nostra stanza, non puoi mai essere sicuro di quello che può accadere qui dentro! – aveva sentenziato a bassa voce, per non far si che per caso i ragazzi sentissero qualcosa nelle loro stanze. Hermione e Fred si erano trasferiti in un modesto appartamento, molto confortevole a Diagon Alley, così che Fred potesse avere più facilità col suo mestiere. Hermione non fu in disappunto, anche perché non voleva che i suoi bambini avessero dei problemi con la loro magia nel mondo babbano.
Non voleva che venissero discriminati dai loro coetanei solo perché erano diversi. Non voleva che li chiamassero o considerassero… strani! Come veniva chiamata lei troppe volte. Ma questo non voleva dire che i ragazzi non fossero a conoscenza del mondo babbano, anzi aveva notato che erano molto malleabili tra i due mondi, anche perché andavano ogni settimana a trovare i nonni. E come tutte le generazioni di quel tempo, erano anche molto più scaltri e furbi di quanto si immaginasse Hermione, per non parlare che erano anche figli di un uomo non molto indifferente alla furbizia e alle battute pronte.
- Oh, ma ti prego! Dici così solo perché non ne hai voglia! – le puntò il dito contro.
- Che cosa?! Mpfh… stai delirando, vai a letto che è meglio! – Beh, no… i battibecchi non finiranno mai!
- Vedi! Fai così quando non vuoi! – e ovviamente Fred, in questo strano mondo che era la vita coniugale cominciò a farne i conti.
- Non siamo dei ragazzini, Fred! – rispose lei, ma lui continuava a starle sopra, non ascoltando le parole che gli venivano dette.
- Ma questo che cavolo c’entra! E poi… - ma la porta si aprì, senza nessun preavviso, essendo testimone delle posizioni compromettenti dei due ragaz… ehm… coniugi. Hermione con una forza poderosa, al di fuori delle sue aspettative, spostò Fred, facendolo cadere dal letto.
- Gregor! – esclamò la madre.
- Oh, vi ho disturbato vero? – fece con un sorriso maligno. Il ragazzino che si presentò alla porta, aveva nove anni, i suoi capelli erano di un rosso scuro, che andava verso il castano, le lentiggini erano così tante e vivide che sembrava che qualcuno gli avesse spruzzato un pennello di vernice in faccia. Gli occhi erano di un castano nocciola, molto scuro. Era così magro che poteva essere scambiato benissimo per la versione maschile di Hermione quando aveva nove anni. A volte la madre, vedeva pura malignità nei suoi occhi. E dai suoi occhi sembrava sempre il tipo di bambino che la sapeva lunga. Indosso aveva dei calzoncini che finivano sul ginocchio e la maglietta a maniche corte in tinta col pantaloncino, un semplice pigiama blu che non faceva altro che risaltare la sua pelle chiara.
- Oh, beh… un tantino figliolo! – disse Fred, con una vivida ostilità nella voce mentre si accarezzava la nuca dolorante.
- C’è qualcosa che non va? – la domanda di Hermione coprì la frase di Fred, di sua voluta intenzione.
- Hai preso tu vero, la mia luce per leggere i libri? Sai quella che si mantiene con una molletta alla copertina del libro... – Gregor rivolse alla madre uno sguardo ovvio.
- Oh! – Hermione si sentì presa in flagrante, beh… quella luce che i babbani avevano creato era sicuramente molto più pratica per leggere la notte rispetto a delle bacchette.
- Come immaginavo. Piantala di prendere le mie cose, per favore. – disse il ragazzino attraversando la stanza, fino ad arrivare al comodino di Hermione.
- Beh tu neanche dovresti leggere a quest’ora! È notte fonda, e domani hai scuola! – la madre gli puntò il dito contro.
- Sì, la stessa cosa che stavate facendo voi, no? – alzò le sopracciglia schernendoli. Il giovane ragazzo sapeva perfettamente ormai come andavano le cose tra i suoi genitori, e per quella piccola diversità di attività in più a differenza degli altri coetanei della loro età, non poteva far altro che prenderli in giro. – Ah, papà… ormai non hai più le forze, hai quaranta anni, non credi che sia meglio smetterla qui e appendere… ehm… la giovinezza la chiodo?! – fece ilare. Fred rimase un attimo esterrefatto dalle sue parole, per un bambino di nove anni dire quel discorso era un po’ strano. Beh, era pur sempre il figlio di Hermione Jean Granger. Suo figlio, che si era appena presentato in camera loro per chiedere la piccola pila per leggere nel bel mezzo della notte!
- Per la cronaca, ne ho trentanove! – disse Fred, riprendendosi dalle parole di suo figlio.
- Sempre non ti manca molto, papà! – fece ovvio alzando un sopracciglio. – Beh, buonanotte! – sentenziò in fine chiudendo la porta. Hermione, mantenne un sorriso tirato per tutto il tempo, non sapendo come rispondergli. Sì senti estremamente in imbarazzo per tutto il tempo. Anche se in fondo in una parte minima, suo figlio aveva ragione.
- Hermione, dobbiamo fare qualcosa con nostro figlio! È pazzo! – sospirò Fred.
- È tuo figlio! È ovvio che lo sia! – sbuffò Hermione immergendosi nella morbidezza delle coperte dando le spalle a suo marito, che stava ancora guardando la porta della camera da letto.
- Almeno abbiamo Rose… - Fred alzò le spalle.
- Già… spero che stia dormendo, quando le succede qualcosa di nuovo le viene sempre l’ansia. E dato che domani è il suo primo giorno a Hogwarts, non vorrei che fosse troppo tesa e che non faccia amicizia con nessuno.
- Oh, andrà tutto bene Granger! Smettila di preoccuparti sempre per queste cose, deve affrontare le cose da sola. Per fortuna ha un buon maestro come me! – sorrise alla chioma cavernicola di Hermione. Quei capelli sembravano prendere volume sempre di più.
- Sì… certo. – il suo tono ironico provenne ovattato alle orecchie di Fred. Alla fine sbuffò e si addormentò anche lui.


 
*

1st September 2024...

"Sherlock Holmes, che generalmente scendeva molto tardi al mattino tranne che nelle non rare occasioni quando rimaneva alzato tutta la notte, era già seduto al tavolo della colazione…"

Gregor stava leggendo assiduamente quel racconto di Arthur Conan Doyle per la quinta volta. E la sua coordinazione occhi-piedi era più che perfetta mentre cercava di scansare le persone intorno a lui che salutavano i propri figli sul treno, in partenza per Hogwarts. Le sue orecchie ormai captavano solo quello che lui voleva sentire, ma la voce di suo padre era così insistente che alla fine dovette cedere.
- Dì un po’… questa è la terza volta che lo leggi? – gli chiese ironico.
- Uhm… sì, un numero del genere. – gli rispose, assumendo quel carattere evasivo e ironico proprio degli adolescenti. Nonostante la sua svogliatezza nel fare qualsiasi cosa, nonostante la sua odiosa considerazione per i libri scolastici, Gregor era un ragazzo che non dava nessune lamentele alla madre per i voti di valutazione. Cosa di cui invece, se ne occupò sua sorella in tutti gli anni in cui aveva frequentato Hogwarts. Ma con l’aiuto della madre, riuscì anche lei, anche se in modo stentato a superare gli esami. Hermione era già a qualche passo da Gregor e Fred, stava salutando Ginny che era insieme a Lily Luna e ad Albus. Gregor andò a scontrarsi con la schiena della madre mentre stava ancora leggendo, non pensando a quello che lo circondava.
- Oh, Gregor! – Hermione alzò lo sguardo, Gregor era forse troppo alto per avere solo diciassette anni.
- Tu sai come fa a leggere senza prendere un palo dritto in fronte? – disse Fred massaggiandosi la fronte solo perché stava rivolgendo la parola a suo figlio senza guardare.
- Ma non ti scocci mai di leggere? – A Gregor arrivarono le parole di Lily alle orecchie e stufo di quella storia, chiuse definitivamente il libro e lo mise nella borsa che portava sulla spalla. Lily notò di come le sua mani erano screpolate alle nocche, ma vide anche che portava due anelli alla mano destra. E sua cugina, si ritrovò più volte a pensare che suo cugino era alquanto strano. Indossava anche dei jeans neri che andavano a nascondersi negli stivaletti neri che portava, un semplice maglione, forse anche fin troppo largo per lui, e un giubbotto di seconda mano, aveva perfino un cappello addosso che gli schiacciava le sue ciocche rosso scuro sulla fronte. A differenza di Lily, Gregor aveva anche fin troppe lentiggini. – Non essere sempre così scontroso, chiedevo! – fece ironica. – Comunque so che tua sorella è venuta a salutarti, sai dov’è? – Gregor sbuffò un secondo sovrappensiero.
- Uhm, probabilmente sta cercando Teddy.
- Ha ancora una cotta per lui? Credevo fosse finita.
- Beh, mi commuove che la sua coscienza non le abbia ancora detto che è senza speranze! – fece ilare. Lily ridacchiò.
- Di cosa state parlando? – intervenne all’improvviso Fred, prendendoli alla sprovvista. Gregor spalancò gli occhi per un attimo.
- No, niente che ti riguardi… davvero. – rispose, Fred notò nel tono di voce di suo figlio una punta di ostilità. Ma in fondo era il suo carattere.
- Sicuri… davvero, posso aiutarvi! – disse con quel non mancato entusiasmo che lo distingueva.
- Stiamo parlando di quale preservativo o quale incantesimo sia appropriato usare mentre si fa sesso. – disse tutto d’un fiato Gregor.
- Ok, no… non voglio sentire, non voglio sentire, non voglio sentire… - cantilenò disgustato Fred allontanandosi dai due ragazzi. Ma si fermò giusto in tempo per salutare suo fratello che da poco era arrivato alla banchina. Gregor e Lily scoppiarono a ridere, mentre salutarono Roxanne e Ben Weasley*.
- Hai preso proprio da tuo padre… almeno in questo genere di cose. – costatò Lily.
- E tuo fratello, James, dov’è? – si interessò Gregor cambiando discorso.
- Non è ho idea, appena siamo arrivati se n’è andato. Credo affari col Ministero. – Gregor annuì. Ma venne distolto dai suoi pensieri quando qualcuno lo spinse e lo fece barcollare.
- Wow… fratellino non leggi? – Gregor alzò gli al cielo per la domanda sarcastica di sua sorella. Cosa c’era di male, nel leggere qualche libro ogni tanto (cinque in contemporanea al giorno)!
- E tu non dovresti essere a protestare al Ministero contro il maltrattamento degli elfi? – rispose ironico.
- Oh, per un momento possono aspettare, in fondo siamo nel 2024 e ancora non si è fatto niente riguardo a questa faccenda! – disse scorbutica. In lontananza, Gregor vide due suoi cari amici percorrere la stazione. Tolse con fretta il braccio che sua sorella teneva appoggiato alla sua spalle e andò loro in contro.
- Oh per i calzini di Silente! Lorcan, Lysander! – esclamò con entusiasmo.
- Oddio dimmi che mio fratello non ha fatto una faccia che ha un accenno di sorriso! – bisbigliò sorpresa Rose a Lily.
- Se vuoi non te lo dico, tanto i tuoi occhi sono stati testimoni dell’evento cugina! – le ragazze videro in lontananza Gregor abbracciare i due gemelli e sentire degli stralci della conversazione. I gemelli Scamandro era dei tipi abbastanza particolari, erano a conoscenza di tutto il mondo babbano, quanto di quello magico. Erano tipi a cui piaceva l’avventura e non smettevano mai di vivere e di scoprire cose nuove. Erano stati partecipi di molti eventi babbani, soprattutto a festival musicali oppure a spettacoli teatrali, qualsiasi cosa che avesse a che fare con l’arte. Avevano un anno in più di Gregor e avevano lasciato gli studi per immergersi in quella che loro definivano arte. Nonostante fossero gemelli, Gregor sapeva bene come distinguerli, anche dal modo in cui parlavano. Si erano conosciuti due anni prima, nonostante Gregor fosse Corvonero e i gemelli, uno in Serpeverde mentre l’altro in Tassorosso, l’incontro nella Sala Grande non fu negato. Vestivano in modo molto particolare, sembravano provenire da un’altra epoca. Con i loro occhialetti tondi, bandane e perline nei capelli, jeans strappati e maglietta con effetti ottici multicolore. Lysander suonava anche uno strumento babbano che a Gregor interessava molto, la chitarra.
- Ehi Gregor! Che strano vederti senza un libro tra le mani, come te la passi? – chiese Lysander. Gregor alzò di nuovo gli occhi per quella costatazione sulla lettura.
- Non ti vedo senza un libro in mano da Glastonbury!* Ti ricordi Lysander? – fece Lorcan.
- Aspettate… Glastonbury? – si sbigottì Rose. – Ma non era quel festival babbano a cui mamma non voleva mandarti, Gregor? – sua sorella corrucciò le sopracciglia, aveva lo stesso sguardo di sua madre quando gli faceva una ramanzina.
- Nah, ti sbagli! – disse alla sorella. – Ho adorato quel momento! Quando sarà la prossima data? – Bisbigliò Gregor a Lorcan.
- Cosa stai confabulando, Gregor! – lui sentì ancora la voce insistente di Rose, ma per fortuna la sua voce si coprì al fischio del capotreno che stava annunciando la partenza.
- Ma che ci fate qui? Non siete a uno dei vostri viaggi? – chiese Gregor.
- No, in realtà volevamo vederti, e sapevamo dove trovarti… perciò, buon viaggio Gregor. – disse Lysander, abbracciandolo. Loro due forse erano gli unici a cui Gregor diceva tutto quello che gli passava per la testa, si fidava di loro.
- Gregor! – chiamò sua madre, lui salutò ancora i suoi amici e poi gli diede le spalle raggiungendo Lily e Rose per prendere la borsa che era al loro fianco, salutare i suoi genitori e infilarsi nel treno, dopo che Lily fu entrata. Mentre percorreva il piccolo corridoio per trovare uno scompartimento libero si imbatté in Edelweiss Paciock*, ma fu troppo distratto per accorgessi chi fosse, anche perché era completamente cambiata in quegli anni. I capelli biondi erano diventati più lunghi, il suo viso più dolce e più aggraziato, gli occhi… Gregor solo vedendoli di sfuggita poteva metterci la mano sul fuoco che erano i più belli che avesse mai visto. Ma era troppo tardi prima che Gregor decidesse di guardarla con attenzione, perché già gli aveva dato le spalle cercando di aprire la porta del vagone successivo all’interno di quel corridoio testimone del loro scontro.
- Ma chi è lei? – bisbigliò Gregor, mentre la ragazza bionda cercava con disperazione di aprire la porta.
- È Edel! – disse sorpresa.
- Edel, quella Edel! Sul serio? – si stupì il ragazzo. Mai si poteva immaginare che quella ragazza impacciata e goffa potesse mai avere una trasformazione del genere. Era una Grifondoro e a Gregor sembrava non averla mai notata fin a quel momento. Ma l’istinto al ragazzo non mancava così…
- Edel, ehi Edel? – la ragazza si girò frustata al ragazzo, perché irritata dall’inceppo della maniglia.
- Sai che puoi usare la magia vero? – fece ironico Gregor.
- Sai che puoi chiedere “scusa” quando scontri qualcuno, vero? – rispose lei.
- Oh sai ero troppo ammaliato dal colore dei tuoi occhi, scusa. – la sfrontatezza della ragazza si ritrasse per qualche secondo.
- Questa frase scontata dove l’hai presa? In uno dei tuoi libri? – il sorriso ilare di Edel catturò l’attenzione di Gregor.
- Tutti prendono frasi dai libri, altrimenti come fanno gli idioti a conquistare le signore? – Lily era così attenta alla loro conversazione che si dimenticò completamente di prendere posto a sedere.
- Stai dicendo che sei un idiota? – controbatté Edel.
- No, sto solo dicendo che le fanciulle sono troppe ingenue e gli idioti troppo prevedibili. – Gregor alzò un angolo delle labbra.
- Beh mi dispiace ma io non sono una donzella in pericolo in uno dei tuoi libri. – Edel si mise una ciocca di capelli dietro all’orecchio in modo stizzito.
- No, infatti. Anche se quella maniglia sembra averla vinta. Perciò se non ti dispiace vorrei che entrassi in questo scompartimento così mi dici che tipo di ragazza sei, ti va? – Edel e Lily avevano la stessa espressione dipinta sul visto, occhi strabuzzati e bocca aperta. Ma Edel fece prima a ripristinare il sorriso sulle labbra.
- Ti faccio notare che sono un prefetto Weasley, giusto? – disse, fingendo di non ricordarsi il suo nome.
- Uhm, il sarcasmo non ti manca.
- No, infatti. – rispose, dandogli le spalle per infilarsi nello scompartimento. Gregor sorrise trionfante.
- E chi l’avrebbe detto che il topo da biblioteca sapeva flirtare con una ragazza! – ridacchiò Lily.
- Prova a dirlo a qualcuno e ti ammazzo! – bisbigliò lui. Gregor chiuse la porta, infilò la borsa sulla retina sopra ai loro sedili e salutò i suoi genitori, con falso entusiasmo dal finestrino.
- Smetterà mai di rifugiarsi dietro a quel muro indifferente e dire per una volta “ti voglio bene, mamma!”? – si lamentò Hermione, Fred le circondò le spalle col suo braccio, vedendo il treno allontanarsi dalla banchina.
- Aspetta che si fidanzi e poi le cose sentimentali arriveranno da sé! – rispose Fred, ricordando le sue esperienze sentimentali.
- Anche con nostro figlio, sicuro Fred? – Hermione gli rivolse uno sguardo scettico. Lui sbuffò e continuò a guardare il treno. Si ricordò della sua prima volta su quel treno, e della seconda volta in cui incontrò Hermione. E pensare che adesso la stava tenendo stretta a sé mentre guardava suo figlio andare a Hogwarts, mentre vedeva sua figlia salutare ancora il vagone in cui Gregor era sul treno. Mentre vedeva i suoi amici, suo fratello, la sua vita andare avanti, insieme alle persone a cui voleva più bene al mondo. Pensava di non meritare tutta questa felicità, eppure era lì, con la donna con cui mai si sarebbe immaginato di trascorrere la sua vita. E si sentì così felice che in quel momento la magia non era nient’altro che polvere spazzata via dal vento. Guardò Hermione al suo fianco, e mai si stancarono i suoi occhi di fargli vedere quanto era bella nonostante la sua pignoleria e la sua poca cura dell’aspetto esteriore. Hermione lo guardò, e disse addio ad ogni forma di razionalità che dimostrava in pubblico, soprattutto a quell’età, e lo baciò. Un bacio semplice, da semplici innamorati. Un bacio semplice ma con molteplici significati.
- Non sai quanto ti devo, Hermione… per avermi fatto vivere tutto questo. Grazie per avermi salvato la vita. – Lei sorrise, quasi commossa dal momento.
- Grazie per aver salvato tu la mia. – rispose. – Ma potevi anche non fare tutto quel baccano solo per chiedere la mia mano, ti pare?
- Beh, sono sempre Fred Weasley, non dimenticarlo!
- Credo che sia impossibile. - sorrise Hermione. Ma Fred la guardò, serio.
- Sai una cosa, ho voglia di Burrobirra! Hermione... vorrei tanto prendere una Burrobirra con te. - disse, come se stesse dichiarando il suo amore. Lei sorrise e scosse la testa alzando gli occhi al cielo.
- Se la offri tu, sì... volentieri.
- Oh, ma andiamo... quando mai, io ho lasciato che una signora pagasse! - sbuffò ironico.
- Beh se conti tutte le volte che hai fatto pagare me, credo che ci vorrebbe una giornata intera... - Fred fece un verso ironico, chiudendo il discorso, e alzando le sopracciglia. Porse il braccio a Hermione, che lei prese e i loro passi cominciarono a segnare una linea lungo la banchina di King's Cross.
- Andiamo verso una nuova avventura, Granger!




P.S - Beh, è finita. Credo che sia durata un anno questa storia, e adesso le metto il punto per sempre. Chi l'avrebbe mai detto. Mi sento abbastanza triste... mi sento come se adesso mi mancasse qualcosa. Spero che questo vuoto si colmi subito. Beh, posso sempre ricorreggere la storia un sacco di volte! xD ma non è la stessa cosa. Non so più che dire... ovviamente ringrazio voi, che avete la storia fino alla fine, che l'avete recensita! Mai mi sarei aspettata così tante recensioni, sembra quasi un sogno. E non posso far altro che ringraziari, siete davvero speciali e forse neanche lo sapete. Con le vostre parole mi avete incitato di finire la storia definitivamente, nonostante ci fossero tanti problemi. Credo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, e beh... spero che l'epilogo abbia soddisfatto le vostre aspettative. E che sia lineare e sensato. Ovviamente l'epilogo l'ho incentrato molto su Fred e Hermione e sui loro figli. Perchè alla fine è una Fremione. Perciò vi dico già che mi dispiace se per caso gli altri li ho solo accennati. Come avete capito Lorcan e Lysander sono i figli, gemelli, di Luna, grandi amici di Gregor. Nel racconto nominano Glastonbury, che è un festival musicale che si fa in Inghilterra, ogni ultimo week-end di Giugno e dura tre giorni! (Io vorrei andarci! u.u). Per quanto riguarda il figlio di Fred e Hermione, ho voluto cambiare il nome da Hugo a Gregor, dato che Hermione, non essenso sposata con Ron, non ha mai dato vita a Hugo. E poi, non so perchè, credo che "Hugo" sia un nome che darebbe Ron ahahah xD. Quindi spero, anche, che questo piccolo cambiamento sia piaciuto. Così come ho cambiato il nome del figlio di George, dato che Fred non è morto, non ha dato il nome di suo fratello alla sua progenie, così ho preferito cambiarlo in Ben. Per quanto riguarda Edelweiss, lei è la figlia di Neville e Hannah Abbot. Anche se, sia nei libri che nei film (ovviamente) non è nominata, nè se conosce l'esistenza. Diciamo che io le ho dato la vita. E ho deciso di chiamarla così, perchè Neville essendo il professore di erbologia di Hogwarts, ho pensato che avrebbe dato a sua figlia un nome di un fiore o di una pianta. E Edelweiss è il nome tedesco della stella alpina! :)
La gif, ho deciso di non metterla nell'epilogo, perchè credo che sia mille volte meglio immaginarsi la scena in questo capitolo! :3
E questo è tutto! :3
Spero tanto che vi sia piaciuto sul serio! :') (sì, so di essere ripetitiva) perchè non potrei perdonarmelo, adesso che è finito. E grazie per essere stati con me per tutto questo tempo. Ovviamente scriverò altre Fremione, ma credo che nessuna superi questa! E Beh, a presto!
Julia :D
  
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