Diritti e doveri di un Malfoy
Pov Scorpius
Dopo aver trascorso
del tempo con Rose e parlato degli avvenimenti tra i nostri rispettivi
genitori, mi sentii sollevato. Ammetto che rimasi sconvolto e confuso dal
comportamento di mio padre. Lui, uomo taciturno, incapace di dimostrare i
propri sentimenti, specchio di mio nonno Lucius,
riusciva ad amare e lottare per esso. Tutte le incertezze, le incomprensioni che mi portavo dietro fin da bambino
vacillarono. Iniziai a riconsiderare la sua figura: forte, sconsiderato,
passionale, protettivo e soprattutto innamorato. Padre,
chi sei veramente?
Rose voleva
avere un confronto con la madre e nessuno mi impediva di fare altrettanto. La
sera stessa chiamai a mio cospetto l’elfo che mi venne affidato alla nascita; potevo
chiamarlo quando volevo, ma prima di allora non ho mai approfittato del
privilegio donatomi. Il suo nome… combaciava con un
elfo del passato.
-
Quinzy! Ho bisogno di te!
Con un
sonoro puff il
piccolo elfo apparve di fronte a me. Quinzy
alloggiava ad Hogwarts dall’inizio del mio secondo
anno a scuola. Fu mandato da mia madre per usufruire dei suoi servigi, ma
promisi a Rose di non schiavizzarlo e lo lasciai libero, donandogli un
indumento. Per la gratitudine del mio gesto, promise di essermi fedele in eterno
e ogni qual volta lo avessi desiderato mi avrebbe aiutato con gioia.
-
Signorino,
quale onore!- esclamò inchinandosi.
-
Come
stai Quinzy? Ti trattano bene gli altri elfi del
castello?
-
Sono
tutti gentili, signorino, sono felice di vivere qui con lei.
-
Mi
fa piacere…senti, vorrei che mi facessi un favore, se
sei d’accordo.
-
Un
favore? Ma certo signorino! Quinzy farà tutto quello
che gli verrà chiesto.
-
Te
ne sono grato. Voglio che ti rechi a casa mia, devi dire a mio padre che ho
necessità di vederlo al più presto.
-
Devo…parlare con il padrone?
-
Si.
È di primaria importanza.
-
Va
bene…-pigolò – Quinzy lo
farà per il Signorino Scorpius.
-
Grazie.
Devi parlare solo con lui, hai capito?
Con un nuovo
inchino, fece un debole sorriso e si smaterializzò con uno schiocco delle dita.
Ebbi l’impressione che temesse di
ritornare alla villa.
A cena,
quella sera, tutto sembrava scorrere tranquillo: Narcissus
parlava in continuazione di ragazze, Albus mangiava e
ascoltava accondiscendente il suo sproloquio ed io buttavo ogni tanto l’occhio
al tavolo di Rosy, dove lei faceva altrettanto. Il nostro era un messaggio
silenzioso ma sapevamo entrambi cosa significasse e più passava il tempo, più
il nostro bisogno di contatto cresceva. Al tavolo degli insegnanti i docenti
mangiavano, parlando del più e del meno e la Cooper era indifferente a quello che
le succedeva attorno, tranne a qualche sguardo che lanciava di sfuggita nella
mia direzione. All’inizio mi metteva a disagio ma dopo aver scoperto che tipo
fosse, poteva essere un abitudine del suo vecchio lavoro.
La
posta via gufo della sera arrivò dopo
aver mangiato. Rose ricevette una lettera, forse proprio quella che aspettava da
sua madre e anche io stranamente ne ricevetti una. Mi sembrava improbabile che
mio padre avesse già mandato una missiva dopo aver parlato con Quinzy, non mandava mai lettere. Infatti non era mio padre
che scriveva, ma mio nonno. Mi invitava a recarmi la sera stessa presso
l’ufficio della preside perché aveva urgente bisogno di vedermi. Non capivo il
motivo di tale fretta: forse aveva messo sotto torchio il povero elfo vedendolo
ritornare a Villa Malfoy o era successo qualcosa di
grave alla mia famiglia? Era decisamente strano. Nonno Lucius
assomigliava come una goccia d’acqua a mio padre. Dopo la morte della nonna
divenne taciturno e rimaneva sempre nella ala opposta della casa. Solo, con i
suoi ricordi e i rimpianti del passato;
non ha mai avuto una grande considerazione di me e mi parve alquanto
strano ricevere da lui un richiamo.
Un ora dopo
mi recai di fronte alla porta dell’ufficio della preside. A ricevermi c’era
proprio lei, con il solito cispiglio.
-Buonasera Sig. Malfoy. Di norma
non ammetto che i parenti degli alunni possano conversare con gli studenti
quando sono sotto la tutela della scuola, ma si da il caso, che suo nonno ha ancora…una certa influenza presso il Ministero, è non ho
potuto oppormi.
-Sono mortificato Preside…
- Non è colpa sua, stia tranquillo. Ora la lascio, così da poter
parlare in privato con il Signor Malfoy.
-La ringrazio e scusi ancora…
Chiuse la
porta ed io mi avvicinai davanti al camino dell’ufficio, attorniato dai quadri
dei vecchi presidi. Mi guardavano dalle loro tele senza proferire parola, silenti
e attenti a quella novità.
Sentì bussare
poco dopo, vidi entrare Avalon Cooper con in mano un
anfora finemente lavorata.
-Buonasera Sig. Malfoy. La preside McGranitt mi ha chiesto di darle la polvere volante
rilasciatami dal Ministero della Magia.
-Buona sera a lei… professoressa.
Si, devo vedere una persona.
-Immagino che saprà che è proibita tale forma di privilegio.
-Non è mia intenzione approfittarne.
-Immagino.- sorrise inarcando un sopraciglio.- Le va bene se
l’appoggio sulla scrivania?
-Si, professoressa Cooper.- ero incapace di parlare con
naturalezza di fronte a lei.
-Deve essere una persona importante, il suo misterioso
interlocutore, per aver ottenuto il permesso che va contro l’ordinanza della
scuola.
-Abbastanza…si tratta di mio nonno.
-Lucius Malfoy
deve parlare con lei?- Annuii mentre la
Cooper continuava a preparare la polvere color smeraldo come se niente fosse,
ma qualcosa era cambiato nel tono della voce.- Fatto.
Quando avrete finito dovrà far subito ritorno nel suo dormitorio.
-Va bene Signorina.
Avalon uscì
dall’ufficio, con il resto della polvere magica rimasta nell’anfora,
lanciandomi un ultima occhiata di sottecchi e con uno strano ghigno. A volte faceva
paura e continuava a ricordarmi una persona che conoscevo in passato, ma che
non riuscivo a rammentare.
Di nuovo
solo, aspettai la visita del nonno, in piedi con le mani dietro la schiena, immobile
come sempre in sua presenza. Non si fece attendere; un lampo color smeraldo
illuminò il camino e tutto l’ufficio facendo apparire la sua figura. Aveva il
mantello e il suo bastone da passeggio, gli occhi impassibili, incapaci di
trapelare alcuna emozione; non sono mai riuscito a capire il suo animo, come
del resto quello di mio padre.
-Buonasera nonno. A che devo la
visita?
Uscì dal
camino, si tolse il mantello passandomi davanti senza degnarmi di uno sguardo e
si sedette nella poltrona dietro di me. Mi voltai per non dargli le spalle, in
attesa. Ancora senza guardarmi inizio a parlare:
-Sono venuto a conoscenza di un
grave fatto, commesso da te, e volevo sentire dalla tua bocca se equivale al
vero.
-Un grave fatto? Non mi risulta; ho
sempre seguito le lezioni diligentemente, senza recare alcun offesa alla nostra
famiglia.
-Ne sono sicuro.- ghignò- Io mi sto
riferendo al tuo interessamento verso la giovane Weasley.
È vero che vi state frequentando? - Il suo tono era pungente.
- Si, e vorrei che le mie faccende
private rimanessero tali.
- Il tuo comportamento non si addice
ad un Malfoy.-Sollevò gli occhi glaciali, per
guardarmi- Sei stato sconsiderato e ti
impongo di tagliare il tuo legame con quella ragazzina.
-Mai! Non ho idea di cosa tu abbia
sentito, ma io voglio stare con lei e nessuno, neanche voi potrete impedirlo!
-Come osi! La decisione non spetta a
te. Sei in dovere di rispettare la Famiglia, e la ragazzina non rientra nel
piano; se lo desideri, potrà essere solo un piacevole passatempo.
-Rose un passatempo? Perché trattate
le persone come se fossero futili oggetti? Ho scoperto di amarla, è la ragazza
giusta per me e mi rende finalmente felice.
-Tu cosa?-ride- Caro nipote, la
persona giusta non esiste. Non esiste né in terra, né in cielo, né da nessuna
altra parte, puoi starne certo. Esistono soltanto le persone, e in ogniuna c’è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c’è
tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto
questo, e non esiste quella certa figura, l’unica, la meravigliosa, la sola che
potrà darti la felicità.
Rimasi senza
fiato. Che uomo crudele e calcolatore riusciva a pensare tali eresie sull’amore?
Soltanto lui, incapace di dare affetto a sua moglie, a suo figlio…spingendolo
a rinunciare alla sua metà del cielo.
-E’ inutile continuare la
conversazione con voi… non tutte le strade conducono
nell’abisso che mi volete imporre. È giunto il momento di alzarmi. Non rifarò
gli stessi errori di vostro figlio!
-Che vuoi dire? Perché tiri in ballo
Draco, ora?
-Lo sapete benissimo, nonno! Io non
accetterò mai la ragione che mi obbligate, affronterò le sfide impossibili, non
temo gli ostacoli e non ascolterò i vostri consigli.
Lucius Malfoy mi guardava con disprezzo, stringendo i pugni e trattenendo
la sua rabbia che affluiva in me. Lo sentivo, ma cercai in tutti i modi di
resistere. Non dovevo abbassare la guardia e ripetere lo stesso sbaglio di mio
padre.
-Se abbiamo terminato, vorrei
tornare al mio dormitorio.
Mi voltai
incamminandomi verso la porta dell’ufficio e l’aprii.
-E’ la tua ultima parola Scorpius? – la sua voce era graffiante.
-Si. Lei sarà sempre il mio solo
destino, posso soltanto amarla, senza nessun freno. Arrivederci nonno.
Chiusi la
porta dietro le mie spalle. C’era qualcuno o qualcosa che mi guardava dall’oscurità
del corridoio; era la solita sensazione che mi accompagnava dall’inizio dell’anno,
ma si affievolì mentre ritornavo nei sotterranei.