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Autore: sakurainlove96    09/12/2014    5 recensioni
Ikuto, un ragazzo solitario e misterioso, non aveva mai provato il sentimento più bello che ci possa essere nella vita.
Quando si trasferisce con la sua famiglia in un'altra città, incontrerà una persona che gli cambierà la vita. Che gli farà provare il sentimento dolce e, per certi versi, doloroso, che almeno una volta nella vita, tutti vorrebbero provare: L'AMORE!
Vi ho incuriosito?? Spero di si! Baci XD
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 (parte 2)

Ikuto

Stiamo sistemando il salotto con la merenda, comporta dalle torte offerte gentilmente da Amu, succhi, coca-cola, biscotti, thè e altri generi alimentari per tutti i gusti, quando il campanello suona. Vado ad aprire da buon padrone di casa, con Amu, Ami e Utau al seguito. Appena fuori dalla porta di casa, faccio aprire il cancello a distanza, grazie ad un telecomandino che teniamo vicino all’ingresso.
Kukai, Nagii, Rima e Yaya entrano guardandosi intorno strabiliati. Sono anche loro in tenuta mare.
Scrutano con attenzione ogni minimo particolare presente nel grande giardino, soffermandosi sui due campi da gioco e sulla piscina che, al contrario di quanto avevo detto, è piena d’acqua. Il punto è che, la sera prima, quando avevo avuto l’idea, mi era sembrata una buona idea utilizzare quella all’aperto, considerato il fatto che, nonostante fossimo a settembre inoltrato, fa ancora abbastanza caldo.
Gli vado incontro rivolgendogli un sorriso enigmatico – a mio solito – ma anche molto sincero. E questo è molto raro da parte mia.

“Ciao ragazzi” dico una volta di fronte a loro.

“Ciao” Amico, hai una casa stratosferica!!” ed ecco che Kukai inizia a parlare con voce colma di emozione mentre mi metteva pesantemente un braccio intorno alle spalle e mi descriveva in particolare tutto quello che lo colpiva della mia casa.

“Ha ragione… ma che aspettiamo??? C’è troppo caldo per i miei gusti!” dice Nagii, pregustandosi già il bagno in piscina.

“Siiiiii!!” risponde Yaya con entusiasmo “E dopo chi vuole giocare a ‘Ce l’hai’??”

Si vede proprio che la ragazza aveva trovato il suo parcogiochi preferito.
Rima, invece, è più tranquilla, ma anche lei sembra contenta di passare un pomeriggio con gli amici.
A quel punto Utau prende in mano la situazione.

“Bene allora! Noi ragazze andiamo di sopra, in camera mia, a metterci i costumi e voi andate in quella di Ikuto se avete bisogno di cambiarvi.” Dice prima di spingere le ragazze verso le scale.

Mi volto verso i ragazzi con la solita espressione indifferente, tipica del mio carattere, ma in verità, dentro di me, ero tutto un fremito.
Perché, vi chiederete… be’ semplice. Ho immaginato Amu in costume! Ma dico, non basta che fra poco sarò più scombussolato di adesso e con una gran voglia di baciarla e, magari, anche altro… No!! Io mi devo complicare la vita immaginandomela già prima!!
Cerco di scacciare dalla mente questi pensieri controproducenti, per poi rivolgermi a Kukai e Nagii, che ancora – chi con discrezione, chi con evidente euforia – si guardano intorno.

“Volete cambiarvi?” gli chiedo a quel punto.

“No” rispose calmo Nagii, nonostante leggessi nei suoi occhi una voglia indescrivibile di divertimento.

Da Kukai ricevetti la stessa risposta, ma molto più impaziente e agitata, seguita dalla domanda che mi sarei proprio aspettato da lui. “Dov’è la piscina???”

Ridacchio divertito e, senza dire una parola, faccio segno ai ragazzi di seguirmi. Attraversiamo il giardino anteriore della villa per poi dirigerci sul retro. I campetti, che sono nella fiancata sinistra della casa, vengono ammirati dai miei amici quasi con venerazione.

“Ikuto! Poi ti sfido a calcio!!” dice entusiasta il moro, distogliendo per un momento gli occhi dal campo di calcio.

“Bene! Uno contro uno?” chiedo assottigliando gli occhi compiaciuti.
Modestamente, sono un asso a calcio.

“Ovviamente no…” ribatte Kukai enigmatico.

Io aggrotto le sopracciglia. Che intende dire? Di maschi siamo solo in tre.

“Oddio…” biascica Nagii, quasi esasperato. “Immagino che devo giocare con Ikuto…”

“Si Nagii” ribatte Kukai.

Io sinceramente non ci capisco niente, quindi lancio un’occhiata interrogativa a Nagii.
Quest’ultimo mi guarda con un’espressione disperata e mi dice: “Capirai tra poco…”
Intanto arriviamo in piscina ed io, lasciando cadere momentaneamente l’argomento, mi faccio da parte in modo che possano vederla.
Ai loro occhi compare un’enorme piscina su cui risplendono i raggi solari e facendo di che la piscina sembrasse piena di bellissimi diamanti. Vicino ad essa, ci sono quattro sdraio dove, chi vuole, può prendere gli ultimi raggi di sole che l’autunno, ormai alle porte, concede. Le facce dei miei amici, a quel punto, sono comiche tanto che non riesco a non ridacchiare.
Il primo che mi rivolge la parola, ovviamente, è Kukai.

“Amico!!! Ma questa piscina è enorme!!”

“Non ho mai detto il contrario.” Rispondo tranquillamente, ma sorridendo compiaciuto.

Inizio a sfilarmi la maglietta, mostrando i miei – modestamente – muscolosi pettorali abbronzati, reduci di un’estate al sole.
Nagii e Kukai mi imitano immediatamente, lasciando cadere a terra gli zaini che hanno portato e che, molto probabilmente, contengono il loro cambio.
Il moro ovviamente, senza fare complimenti, si tuffa in piscina, provocando un forte e altissimo spruzzo che, inevitabilmente, finisce addosso a me e a Nagii.
Io rimango senza fiato per un attimo. Nonostante facesse molto caldo, l’acqua sembrava molto più fresca.
Cerco di contenermi, dato che non è da me mostrarmi sorpreso o impreparato e mi volto lentamente verso Nagii, che era di fianco a me. Dopo esserci lanciati un’occhiata significativa, ci lanciamo verso la piscina, desiderosi di vendetta.
Una decina di minuti dopo, mentre stavo uscendo dalla piscina seguito da Nagii e un Kukai mezzo morto, sentiamo delle risate avvicinarsi alla vetrata che da sulla piscina.
Molto probabilmente le ragazze stanno arrivando e stanno passando dal salotto. Io esco completamente dall’acqua, fermandomi poi a pochi metri dalla vetrata, da cui arrivano sempre più accentuate, le voci di Utau e Yaya.
Ogni secondo che passa mi sento più nervoso, e questo perché non credo di essere pronto per vedere Amu, mezza nuda. Non senza saltarle addosso. La porta a vetri si sta aprendo e, per fortuna, questi ultimi inpediscono la vista interna della casa.

Che qualcuno mi tengaaaa!!

La porta scorrevole si apre, mostrando Utau, bellissima e molto a suo agio, e Yaya che, come al solito, sembrava una bambina in un corpo da diciottenne.
La prima indossa un bikini bianco a pois neri, mentre la seconda sfoggia un costume intero molto colorato e pieno di fronzoli. Proprio come quello di una bambina.
Con la coda dell’occhio, noto che Kukai ha gli occhi e la bocca completamente spalancati e fissa in modo alquanto insistente la mia sorellina che, consapevole dello sguardo del moro, gli sorride maliziosa e divertita.
Subito dopo esce Ami, spigliata e sorridente come Utau. Indossa un costumino simile a quello di Yaya ma molto più elegante.
La vedo correre verso di me e fermarsi a qualche metro, facendo una giravolta.

“Ikuto, come sto??” chiede con una voce stridula e dolce, tipica di una bambina.

E’ anche vanitosa, eh? Tutto il contrario di Amu a quanto pare.

Le faccio un sorriso appena accennato e mi inginocchio davanti a lei ridacchiando.

“Sei bellissima Ami…”

La bambina si mette a saltellare contenta, per poi darmi un veloce e tenero abbraccio.

“Anche tu sei molto bello!” mi dice allontanandosi un pochino e guardandomi negli occhi. Poi mi sussurra “Amu sviene!!” e si allontana ridendo verso Yaya, per giocare.

Sgrano gli occhi sorpresa. Questa bambina ne sa una più del diavolo.
Alzo gli occhi ancora stupito e, inaspettatamente, sprofondo in un paio di gemme ambrate.
 

Amu
Spalanco gli occhi quasi meravigliata, tanto che non credo a quello che vedo. Davanti a me si mostra una figura di angelo, o meglio di un demone favoloso, in costume da bagno. Quasi non riesco a respirare.
Il cuore inizia a battere fortissimo e sento le guance accaldarsi ogni secondo di più.
Ikuto sembra un Dio greco, tutto al punto giusto: braccia e gambe affusolare e muscolose, sul torace di notano i muscoli, ma non troppo, la pelle è bella abbronzata.
Faccio qualche passo avanti, quasi senza accorgermene, e mettendo da parte l’imbarazzo che, poco prima, mi aveva spinto ad uscire di casa con riluttanza.
Non che mi vergogno del mio corpo… anzi, ritengo di avere un corpo niente male…
Il problema è Ikuto. Mi vergongno di farmi vedere da lui così perché ho paura del suo giudizio. Non posso più negarlo: mi piace Ikuto e mi interessa quello che pensa di me. Quando lo vedo ho sempre una gran voglia di toccarlo, tenerlo per mano e, talvolta, anche baciarlo.
E’ cosi dolce mentre parla con Ami, quasi non lo si riconosce. All’inizio non mi sarei mai aspettata che potesse comportarsi in modo diverso, ma adesso, guardando il suo sorriso sincero, riesco a comprendere il suo vero animo, anche di più di come avevo fatto in quei due giorni prima.
Lo osservo inginocchiarsi davanti ad Ami e sussurrarle qualcosa, molto probabilmente un colplimento, osservando la reazione di mia sorella. Ikuto si alza con la sua solita disinvoltura e, inevitabilmente punta gli occhi color ametista nei miei.

 
Ikuto
Non riesco a distogliere gli occhi dalla figura meravigliosa davanti a me. E’ come se quegli occhi ambra attirassero come una calamita i miei.
Il mio respiro accellera, come il mio cuore. Ma è possibile che Amu riesca a provocarmi delle sensazioni mai provate in diciotto anni? Non sono assolutamente abituato a queste palpitazioni continue.
Ci osserviamo con insistenza ed io, riuscendo a distogliere lo sguardo da quei magneti, osservo il suo precario abbigliamento ed, inisieme, il suo fisico.
Amu è snella e tonica, non troppo formosa ma perfetta. Il seno pieno e avvolto nel leggero tessuto rosso del bikini, l’addome piatto e liscio, i fianchi longilinei e le gambe affusolate. La sua pelle sembra liscia e morbida, tanto che la mia voglia di toccarla aumenta a dismisura ogni secondo che passa. Entrambe le parti del costume raffigurano un piccolo teschio nero che rispecchia lo stile di Amu.
Superato lo stupore iniziale, sul mio viso compare la solita espressione ghignante che provoca allo splendore di fronte a me un rossore molto accentuato. Mi avvicino lentamente a lei.

“Wow, che visione!” dico con voce maliziosa, sapendo che Amu sarebbe arrossita ancora di più.

Infatti lei distoglie lo sguardo, non avendo il coraggio di guardarmi.

“G-grazie…”

E’ così tenera e dolce in quel momento che non resisto. Mi avvicino ulteriormente e l’abbraccio. E’ una sensazione fantastica, i nostri corpi a contatto, senza strati di vestiti a seararci mi provoca brividi che percorrono tutto il mio corpo, come se ci fosse dell’elettricità tra noi.
Il suo profumo mi inebria, e le sue esili braccia, che si stringono intorno al mio collo, mi fanno battere forte il cuore.

“Non devi imbarazzarti per la verità…” le dico in un orecchio.

“Arrossisco perché l’hai detto tu…” risponde prontamente.

“Ti vergogni di quello che dico?” sto giocando un po’ sporco… so che arrossisce solo per i complimenti che le faccio e non perché si vergogna, ma voglio che me lo dica lei.

Spero che mi dica che gli piaccio… non posso mettere la mano sul fuoco, ma ho notato che ha un atteggiamento speciale nei miei confronti. Il mio cervello mi dice che le piaccio sicuramente, che il mio desiderio più grande si avvererà… ma il mio cuore non può fare a meno di aver paura di un rifiuto.
Posso anche sembrare sdolcinato o che questi ragionamenti non vanno a braccetto con il mio carattere schivo e distraccato, ma Amu mi sta cambiando, mi sta rendendo diverso da come sono sempre stato e, in fondo, questo cambiamento mi piace perché mi permette di avvicinarmi meglio alle persone a cui tengo.

“Non è che mi vergogno… è che quando mi dici queste cose mi imbarazzo perché nessuno aveva mai avuto tutte queste attenzioni nei miei confronti…”

Io spalanco gli occhi un po’ sorpreso. “Nemmeno il damerino?”

Amu scuote la testa senza dire una parola.
Stavo per risponderle, indignato dal comportamento stupido di quel coglione con la faccia da santo, quando qualcuno ci interrompe.

“Staccatevi per qualche minuto!”

Ed ecco il ropiscatole-Kukai che vuole essere preso a pugni a dovere.
Amu arrossisce visibilmente e si stacca immediatamente da me, mentre io mi volto verso il moro e lo fulmino con lo sguardo.
Nagii intanto sembra non interessarsi alla situazione, troppo occupato ad adulare Rima, che anche lei indossa un bikini, solo un po’ più pudico di quello di Amu e Utau.

“Su Ikuto, non guardarmi con quella faccia… Dobbiamo fare la sfid noi...”

“Che sfida?” chiese curiosa Amu.

Io riprendo il mio atteggiamento da sbruffone. “Ti straccerò!”

“Figurati! Abbiamo la vittoria in pugno!!” risponde Kukai con altrettanto tono.

“Mi spiegate!!” esclama Ami, che è stata bellamente ignorata dal moro.

Quest’ultimo si volta verso la ragazza ghignando. “Sfida di calcio!!” dice avvicinandosi ad Amu e mettendole un braccio intorno alle spalle.

Amu scoppia a ridere divertita. “Fammi indovinare… sono in squadra con il mio fratellone preferito, vero?”

“Certo! Vinceremo senza sforzo sorellina!!” risponde Kukai trascinandola verso il suo zaino.

“Ti ho portato le scarpe con i tacchetti e il pantaloncino che hai lasciato da me…” continua il moro tirando fuori la roba e porgendola alla ragazza.

Io che ero già molto confuso dalla situazione, mi blocco inorridito.

Perché ha lasciato dei vestiti da Kukai?

So che non dovrei essere geloso di Kukai, dato che  gli piace mia sorella, ma non posso fare a meno di pensare al peggio. Amu è troppo importante e non voglio perderla.

“Grazie! E da quello che ho capito, giocheremo contro Ikuto e Nagii…”

“Yes, baby!” esclama il moro entusiasta.

All’esclamazione alquanto bizzarra, Amu ride di gusto, indossando, nel frattempo, le scarpe e i pantaloncini. Poi strappa di mano a Kukai la maglietta che il ragazzo stava per indossare e la indossa a sua volta, ignorando le esclamazioni indignate del moro.

“Giochi senza maglietta! Sarai più apprezzato…” dice ammiccando verso Utau che ride subito dopo.

Seguo velocemente i due ragazzi verso il campetto da calcio.

“Quindi, se ho capito bene, Amu sa giocare a calcio…” dico ancora esterrefatto dalla scoperta. Avevo sempre visto Amu come una ragazza dolce e delicata, e non mi aspettavo che avesse questo lato sportivo e competitivo.

“Ovviamente caro Ikuto…” dice lei sorridendomi. “E ti farò capire quanto sono brava…” continua riprendendo a camminare verso Kukai, mentre io rimango imbambolato a guardarla. Dopo poco sorrido sornione e li raggiungo.

Se vuole la guerra, guerra avrà!


Ehm… *Si nasconde dietro un qualcosa di indefinto* Ciao ragazze! Lo so, sono imperdonabile. Tutto questo tempo di attesa non lo avrei sopportato anch’io e vi chiedo di perdonarmi. Spero che non vi siate dimenticate della mia piccola storiella di cui ho ricevuto commenti tanto positivi e spero che, semmai non ve la ricordaste, di rileggerla da capo se vi va così capite meglio. Invece per le nuove (spero) “fans”, ringrazio moltissimo per aver letto la mia umile storia che continuerò sicuramente, lasciando però indietro altre storie che non mi ispirano più e che quindi cancellerò. Per parlare del nuovo capitolo, mi sono ispirata tanto dopo aver riletto tutto il mio operato di qualche anno fa e sono pronta a ripartire con una nuova carica! J Adesso vi lascio e vi ringrazio ancora per la vostra attenzione. Spero recensirete in tante anche per sapere se vi piace la storia e vale davvero la pena di continuarla e per sapere se devo migliorare il mio modo di scrittura o altre cose. Al prossimo capitolo, Sakurainlove96.
  
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