Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Giuliacardiff    11/12/2014    1 recensioni
-non posso più continuare in queste condizioni. Non posso! … ho deciso che li salverò, li salverò tutti, anche se la mia ombra si sporcherà, anche se verrò affogato dall’ingordigia umana, anche se dovrò tradire le persone che mi riterranno pieno di fiducia, anche se dovrò sfruttare tutte le mie risorse e usare tutti gli strumenti a mia disposizione, io li salverò, li supporterò. Non li abbandonerò mai-
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiseki No Sedai, Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Incest
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La corsa in ospedale fu estenuante, il caos dilagava, i miracoli e il capitano cercavano in tutti i modi di salvare l’ombra mentre il Seirin rimaneva intontito di fronte a quella scena.

Minuti, ore, giorni … passarono sei giorni prima che l’ombra si svegliasse. Tutti aspettavano il suo risveglio, ma non era più lui. Il medico era stato chiaro: non c’erano speranze, l’avevano preso troppo tardi.

Dopo qualche giorno, l’ombra si stabilizzò e iniziò a ricordare. Dopo due settimane era di nuovo se stesso.

-ragazzi, scusate per avervi fatti soffrire e per avervi mentito-

-non ci hai mai mentito-

-no, vi sbagliate. La mia intera esistenza è una falsità e se volete, ve la racconterò-

In quella camera d’ospedale, l’ombra raccontò la sua vita all’imperatore, ai miracoli, alla tigre e ai suoi compagni di squadra.

-sapete, mia madre quando ancora andava alle superiori è stata violentata …
(Persone che trattenevano il respiro)
 
Il suo aggressore era una persona fidata che arrivò quasi ad ucciderla. Per nove mesi è rimasta in ospedale fino a quando non siamo nati noi …
(Noi, perché parlava al plurale?)
 
Alla nascita il maggiore venne chiamato Aoi e il minore Tetsuya, erano gemelli completamente identici …
(quindi l’ombra aveva un fratello)
 
La madre e i figli non avevano né un posto in cui andare né una famiglia. Erano soli, ma uniti. La madre iniziò a lavorare per mantenere i propri figli. Era proprio una madre diligente.

I due bambini fin da subito avevano capito l’importanza dell’essere uniti. Facevano di tutto insieme, sognavo le stesse cose, desideravano le stesse cose, erano un’anima divisa in due corpi.

Ma dopo qualche anno la madre morì … di sovraffaticamento. Era così dedita al lavoro che era morta per lo sforzo …
(una morte orribile)
 
I bambini vennero affidati ad un’altra famiglia, ma lì non venivano minimamente calcolati. Erano come fantasmi per questo per sopravvivere annullarono la loro presenza e le loro abilità, iniziarono a vivere la soli ma insieme. Erano una famiglia.

(non avevano nessun altro)
 
Ma dopo qualche anno anche il fratello maggiore morì. Malattia congenita ereditata dal padre, non aveva scampo ….
 
(che destino orribile)
 
Prima di morire, il maggiore aveva insegnato al fratello a vivere senza l’aiuto di nessuno e gli aveva insegnato la sua passione per il basket. l’unico legami rimasto era quella tecnica, la tecnica proibita: la misdirection totale. Una tecnica che indeboliva ossa e organi vitali, corrodendo il giocatore fino alla morte. Era impossibile salvare questi praticanti.

“cosa devo fare … io non voglio morire eppure devo … farlo”

Data la sua predisposizione, anche sopravvivere significava morire un giorno. Sapeva che prima o poi sarebbe morto.
(perché questi due fratelli devono sopportare tanta tristezza e dolore?)
 
Entrato alle medie, il fantasma si fece degli amici, i suoi primi amici. Non mostrò mai tutto il suo potere, ma solo una minima parte. Poi lo sentii … sentì la voce di suo fratello che lo chiamava. Questo significava che anche il cervello stava venendo dilaniato dalla malattia. Stava diventando pazzo poco a poco, ma non lo fece notare.

L’unica valvola di sfogo era il basket.

Poi al secondo anno … un evento inaspettato. Si innamorò e venne ricambiato. Era felice al fianco di questa persona, si sentiva accettato. Ma poi sia i suoi compagni che quella persona cambiarono, si persero nell’oscurità.

Perciò decise di salvarli, anche a costo di morire. Anche a costo di diminuire i propri anni di vita per aiutarli. Lui stesso si perse nell’oscurità per salvarli.

La porta che solo i miracoli potevano aprire, lui la superò senza indugio e si nascose al suo interno. Nessuno si accorse della sua presenza. Pian piano iniziò a salvare i suoi compagni, ma arrivò al limite.

Il dolore era insopportabile, la pazzia al limite, i sentimenti scomparsi. Si stava servendo di persone ignare di tutto per i suoi scopi. Lui li stava trasformando in ciò che non erano: in dei burattini. Lui era il burattinaio, le partite i fili e i compagni solo delle bambole di pezza al solo scopo di recuperare tutti i pezzi della scacchiera … e lo scacchista.

Lui era il peggiore.

Arrivato alla finale finalmente aveva la possibilità di salvare quella persona. Ma qualcosa andò storto. La malattia era arrivata al cuore, giocando avrebbe peggiorato la sua situazione, ma continuò. Il fratello gli prestò la sua forza e riuscì nel suo intento. La sua vita aveva raggiunto il suo scopo-

-è una storia triste, vero?-

L’ombra era impassibile, aveva raccontato la sua storia come se gli fosse estranea. Tutti gli altri piangevano, avevano pietà e lo compativano.

-Tetsuya … -

L’imperatore con mano tremante, lo prese e lo accarezzò. Questo significava molto.

-stupido … perché non c’è l’hai detto, avremmo potuto aiutarti-

I miracoli uscirono, così il Seirin, erano solo l’ombra e l’imperatore.

-ti amo-

-anch’io-

Due semplici parole prima di uscire. Erano coscienti dei propri sentimenti e li trasmisero, ma niente di più.  A breve sarebbe tutto finito. Si amavano ma non potevano stare insieme, l’avevano accettato.

-addio, mio amato Tetsuya. Abbi cura di te e di tuo fratello-

Una lacrima rigò il suo volto. I suoi singhiozzi si persero nei passi e nei ripensamenti, ma continuò ad andare avanti senza fermarsi né voltarsi.

Anche i miracoli gli diedero il loro ultimo saluto, tutti sapevano che mancava poco.

Il Seirin non lo sapeva, certo lo salutarono ma … non l’avrebbero rivisto. La tigre, non più selvaggia ma domata dall’ombra, lo ringraziò di cuore e si allontanò.

Mancavano poche ore …

-fratellino … è quasi il momento-

-lo so … Aoi. Presto ci rincontreremo-

La notte era calata, innaturalmente silenziosa e oscura.

I suoi occhi divennero bianchi e si spensero, le sue orecchie sibilarono fino a quando il suono non morì, l’olfatto scomparve, le sensazioni esterne cessarono …

Intonando una vecchia melodia l’ombra si addormentò.

L’intervento medico fu del tutto inutile. Non c’era speranza di sopravvivenza dall’inizio. Tutti lo sapevano, ma non volevano accettarlo. Il burattinaio l’aveva fatto e ora era soddisfatto di essere vissuto come essere umano, piuttosto di un’esistenza vuota pronta a concludersi
 
“Addio, Kuroko Tetsuya. Ombra della verità”






FINE
  
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