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Autore: Kokoenryu97    13/12/2014    5 recensioni
Primo volume della serie "Red Smoke"
Se cercate una storia dove il protagonista è un eroe che nonostante le debolezze fa di tutto per le persone che ama siete nel posto sbagliato. Io vi parlerò di un protagonista forte, che sa di esserlo e che lo farà capire a tutti. Vi parlo di un protagonista che fuma, di un protagonista che uccide chiunque si ponga davanti alla sua strada. Un protagonista spietato che affronta il suo lento viaggio verso la redenzione, ma sicuri che lo voglia davvero?
Tratto dal primo capitolo:
" Nome: Alex.
Cognome: Kurenai.
Età: Quindici anni.
Altezza: 182 Centimetri.
Peso: 95 Kilogrammi.
Provenienza: Italia.
Residenza attuale: Giappone.
Segni particolari: Odio verso ogni forma di rosso.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Buoooongiorno cari lettori! Io sono Mattia! Piacere di conoscervi! E' la prima volta nel Fandom di Bleach e mi presento con una Cross-Over fra il mondo di Bleach appunto e il mondo di Highschool DxD (Anche se non metterò cross-over alla pubblicazione e DxD non sarà l'unico cross-over ma shhh eheheh) Per chi non conoscesse DxD è un anime.. Un po' particolare: E' un Ecchi Harem (>//<) di cui mi sono innamorato della trama e dei personaggi quindi vi consiglio di vederlo perché è davvero Favoloso! Beh, adesso vi lascio al prologo, Buona lettura!

Nome: Alex.
Cognome: Kurenai.
Età: Quindici anni.
Altezza: 182 Centimetri.
Peso: 95 Kilogrammi.
Provenienza: Italia.
Residenza attuale: Giappone.
Segni particolari: Odio verso ogni forma di rosso.

<< C'è qualcosa di sbagliato? >> Mi chiede la donna davanti a me sorridendomi.
<< Non lo so, è lei la dottoressa. >> Rispondo indifferente, aspirando un po' di fumo dalla mia sigaretta, cosa che sembra infastidirla.
<< Non si potrebbe fumare a scuola, quanto meno in infermeria, Alex-San. In più, alla tua età.. E' un brutto vizio sai? >> Mi dice con sguardo da rimprovero e io non le do esattamente ascolto, anzi per nulla. Io fumo e fumerò ancora e non ho nessuna intenzione di smettere. Sbuffo il fumo che avevo appena fatto entrare nei miei polmoni e butto amaramente la sigaretta appena finita per poi rimettermi la giacca, salutando con un cenno la donna che mi aveva appena fatto il controllo di Routine a scuola come ogni anno. Mi avvio verso il cortile per usufruire di quel poco di pausa pranzo rimanente dato che in maggior parte mi è stata sottratta. Vedo in lontananza i miei due amici sbavare dietro i sederi delle ragazze in minigonna, patetici come sempre.
<< Non importa quante volte vi picchiano, sempre a fare i pervertiti, Giuliano, Vito. >> Li saluto con un cenno e mi vado a distendere nella parte di prato che da sul campo da calcio, seguito dai due miei amici che ricambiano il saluto e si distendono a loro volta.
<< Dai Alex.. Non essere così duro, sono loro che sono formose! Gli occhi sono fatti per guardare. >> Dice annuendo Vito, il ragazzo alla mia destra. E' abbastanza basso, magro e.. Brutto, a mio avviso.
<< Vito ha ragione! Secondo te perché ci siamo iscritti a questa scuola? Perché essendo da poco passata da femminile a mista, ci sono pochi ragazzi ed è pieno di ragazze! >> Da supporto Giuliano alla mia sinistra, un ragazzo un po' più alto di Vito, con la carnagione scura, quasi mulatta. 
<< In altre parole.. UN HAREM!>> - Urla il ragazzo alla mia destra scattando in piedi - << Vieni Alex, vivi questa fantastica esperienza erotica con -> Lo blocco con un cazzotto in faccia prima che diventi irrefrenabile e mi metto seduto, accendendomi una sigaretta dalla quale prendo, bisognoso di nicotina per via del nervosismo recatomi da quei due tonti, subito una boccata di fumo che mi gusto prima di espellerlo dal mio corpo e mi ritrovo a pensare, come sempre, a quanto Zeno Cosini fosse un idiota, perché le diceva che sue sigarette avevano un sapore migliore quando erano le "ultime" mentre invece le mie hanno sempre lo stesso sapore, lo stesso identico e fantastico sapore. Mi preparo a prendere un'altra boccata quando mi accorgo che la punta della sigaretta è arroventata dal fuoco, quindi rossa. Un senso di ribrezzo si fa spazio nella mia mente e mi ritrovo a pensare la motivazione di quell'odio così grande quanto strano verso quel colore. Se me lo chiedessero, risponderei perché è il colore del sangue e della morte dal mio punto di vista, ma non ne sono realmente convinto nemmeno io, semplicemente non mi è mai importato seriamente e non mi importa nemmeno adesso, a dire la verità. Mi faccio coraggio e aspiro ancora chiedendo gli occhi e quando li riapro.. Vedo buio, chi cazzo si permette di spegnere il sole a quest'ora?
<< Indoviiiina chi è? >> Cinguetta una voce che conosco a mio discapito troppo bene, mentre sento chiaramente qualcuno che mi sale addosso.
<< Hai tre secondi per evaporare dal mio corpo, Noemi. >> Dico con falsa calma, sbuffando il fumo con lentezza, provocandola: So che la fa impazzire.
<< ODIO QUANDO MI STUZZICHI COSI'! LO SAI CHE ADORO QUANDO SBUFFI IN QUEL MODO! >> Si lagna, non levandosi da sopra di me però.
<< Uno. >> Comincio a contare.
<< Dai smettila, sei così cooomodo! >> Si distende su di me come fossi un materasso. Mossa errata.
<< Due. >> Non mi fermo.
<< C-cosa succede se non mi levo..? >> Chiede, adesso un po' spaventata.
<< Tre. >> La butto a terra e le bacio il collo come solo io so fare, dopo essermi gustato da pochi centimetri di distanza la sua espressione indecifrabilmente appagante per alcuni secondi, allontano il mio viso dal suo e fumo l'ultimo tiro della mattinata. Mi alzo e vedo i miei amici guardarmi male.
<< Cosa? >> Chiedo.
<< La sigaretta. Non ci hai chiesto se volevamo fare un tiro. >> Mi dice serio Giuliano.
<< Voi non fumate e sapete bene i miei due principi su questo. >> Rispondo con tono ovvia, immaginando già il perché volessero fare un tiro.
<< A me non risulta di saperli. >> Fa freddo Vito, anche se lui stesso sa di saperli benissimo.
1) Non far fumare chi non fuma, sarebbero tiri sprecati.
2) Cosa assolutamente più importante, MAI e poi MAI, buttare una sigaretta incompleta.
Semplici no? Non mi spreco a ripeterli per due persone che li sanno a memoria e mi appresto ad andare in classe ma vengo fermato da Noemi che, ancora rossa in volto, mi avvisa che il professore della ora dopo è assente, così penso di rimanere a giocare con lei fin quando non è troppo imbarazzata anche e solo per respirare. Almeno così speravo, prima di essere trascinato di peso dai miei due amici. 
<< Cosa state combinando? >> Chiedo leggermente irritato.Ok, forse più che leggermente.
<< Siccome non ci hai dato la possibilità di fare i fighi prima >> Mi dice Vito, confermando il mio pensiero precedente sulle motivazione della voglia improvvisa di fumare. << Adesso dovrai fare il palo mentre noi facciamo una cosa importante. >> Conclude Giuliano mentre io mi vedo in preda all'inizio di una crisi di nervi.
<< Guarda il seno Katasu! Sono enormi! >> Sussurra Giuliano. << 67- 50- 63 >> Mentre Vito appunta le misure. Stremato da tanta perversione, mi siedo in ad i piedi di un albero, mandando il solito messaggio a Noemi. Conto quindici secondi e posso gustarmi la vendetta, ormai giornaliera, delle ragazze per mano mia. Rido nel vedere come i miei amici scappano per non farsi prendere a legnate e gli vado dietro, andando a finire nel giardino della vecchia ala dell'istituto, dove si sono rifugiati i due ratti.. Volevo dire, ragazzi.
<< Alex, traditore! Come è possibile che le prendiamo solo noi ogni volta? >> Mi urla contro Giuliano, quasi in lacrime e mi costringe a mordermi un labbro per contenere le risa.
<< Magari perché io non guardo le ragazze nude, di nascosto. Di solito si spogliano loro per me.. Anche in modo molto consenziente devo aggiungere.. >> Gli stuzzico, forte della mia falsa reputazione di donnaiolo. Si, falsa, perché nonostante abbia delle "ammiratrici" (Fra cui Noemi.) non ho anco.. Emh, mai approfittato di loro se non per piccoli giochetti al fine di imbarazzarle e ridere un po' di loro e con loro, nulla di sconcio per carità. Questo ovviamente non lo sa nessuno, perché sarebbe una noia mettermi a smentire una credenza di tutta la scuola, nata poi da chissà chi.
<< C-C-C-COSA?! TU.. RAGAZZA.. SPOGLIARE.. >> Balbetta Vito, si sente forse tradito? La voglia di ridere in faccia a quei due babbei è enorme, anche se Giuliano continua a cercare di colpirmi in vano, urlandomi che sono un traditore. Non resisto devo ridere, infatti scoppio a ridere e i miei amici mi guardano perplessi.
<< Co-cosa avete da guardare? >> Parlo ansimando un po' per via delle risate.
<< Non ridevi così da settimane, siamo solo scioccati! >> Mi dice Vito, anche se leggo nel suo tono di voce un po' di felicità e malizia.
<< Intendi dire che sono diventato noioso eh? >> M'innervosisco un po', lo ammetto.
<< Un po'. >> Afferma Giuliano, ora lui sull'orlo delle risa.
<< Sentite maledetti ver.. >> M'interrompo d'urlare perché, come attratto da una forza misteriosa, mi volto alla mia sinistra, guardando verso la finestra che si trova un po' più in alto rispetto a noi, dalla quale vedo, a mio avviso, un qualcosa.. No, un qualcuno che sembra un angelo: Il viso, con dei lineamenti meravigliosamente fini ed eleganti, è bianco puro mentre gli occhi sono colorati di un azzurro più azzurro del cielo stesso mentre il suo sguardo è.. Beh, dire che era meravigliosamente freddo e scrutatore è riduttivo. I suoi occhi si incatenano con i miei e vedo che regge benissimo il mio sguardo e sento che con quei suoi occhi mi sta ispezionando l'anima, ammetto anche che ho quasi abbassato lo sguardo. Dopo alcuni secondi che mi sembrano infiniti, se ne va lentamente, però prima scioglie i suoi capelli dalla prigione alla cui erano costretti dall'asciugamano e vedo che sono rossi, un rosso molto più intenso delle fragole mature. Mi sorprendo nel non provare la solita sensazione di nausea di ogni volta.. Almeno per i primi dieci secondi.. 
<< Rias Gremory. >> Dice Vito sistemandosi il ciuffo mal riuscito e assumendo la sua espressione perversa. << Sedici anni. le sue misure sono 99 - 58 - 90. E' la presidentessa del club di ricerca sull'occulto, come hai visto è assolutamente perfetta da qualsiasi angolazione o distanza si possa ammirare. >> Credo di aver sentito solo il suo nome, ad essere sincero.
<< Rias, eh? Che spreco. >> Dico, mentre mi incammino verso l'ala dove c'è la mia classe. La tentazione di accendermi un'altra sigaretta è forte, così da allontanare quella nausea, ma mi ricordo di avere le ultime cinque e mi devono bastare almeno fino a domani mattina, quando mi comprerò un'altro pacchetto da dieci.
<< Spreco? Amico, sei serio? >> Mi urla Giuliano con tono sconvolto.
<< Rossi, aveva i capelli rossi. Quelli da soli rovinano tutto. >> Rispondo con tono ovvio mentre mi incammino lasciandoli soli. Io odio il rosso, ecco un'altra prova.
                                                                                         ***
<< Il ragazzo di poco fa.. >> Penso a voce alta.
<< Si? >> Mi risponde la mia amica Akeno, deve avermi sentita. 
<< Quello in piedi. >> Continuo, assottigliando lo sguardo sul tavolo da gioco.
<< Secondo anno, classe 2- I.. Il cognome mi sembra sia Kurenai, perché lo vuoi sapere? >> Mi chiede curiosa.
<< Credo di essermi sbagliata però.. Check Mate. >> Dico contenta, mentre vedo Akeno crucciarsi per l'ennesima partita persa a scacchi. << Ad essere sincera, non è stato molto difficile sta volta. >> Ammetto cominciando a spogliarmi per l'ennesima doccia di oggi, mamma quanto odio il sudore e il senso di sporco nei capelli.
<< Pensavo di averlo reso più difficile possibile.. >> Si lamenta e non posso fare a meno di sorridere per quella voce così coccolosa che fa quando è dispiaciuta. << Aspetto con ansia la tua prossima sfida, Akeno. >> Le dico sorridendo prima di entrare nella doccia di qui la vecchia ala della scuola è dotata.
<< Allora ti sfiderò presto. Ma come mai ti fai un'altra doccia? Oggi ne hai fatte già cinque, così finirai per perdere i capelli, Rias. >> Mi dice ridacchiando e io non posso fare a meno di avere un colpo al cuore, diamine, io amo i miei capelli, i miei splendidi capelli rossi. Non sono vanitosa, però i miei capelli non si toccano! L'acqua calda mi avvolge e mi metto a pensare alla sensazione di prima, come se un enorme e opprimente potere mi schiacciasse al terreno e mi impedisse di respirare come si deve, il suo sguardo, così sicuro di se e terribilmente stronzo.. Tch, non mi piacciono le persone come lui, se ci parlassi lo polverizzerei, ne sono sicura. Ma quella sensazione era troppo reale per essermela immaginata, devo indagare.
<< Akeno. >> Chiamo la ragazza. << Avvisa Koneko, deve pedinare quel ragazzo. >> Dico decisa mentre Akeno sghignazza infastidendomi, conosco quella risatina. << N-non farti strane idee, ho solo dei dubbi! >> Urlò infastidita, sentendo la difficoltà anche nel parlare che ha Akeno, viste le risa trattenute. Sbuffo, chiudendo l'acqua e asciugandomi sperando di andare a casa presto.
                                                                                          ***
<< Finalmente si torna a casa! >> Urla Vito entusiasta mentre si sistema la borsa.
<< Già, una giornata pesantuccia è stata oggi. >> Si lamenta Giuliano mettendosi la cartella lungo i fianchi.
<< Vi stancate per nulla, io che sopporto voi dovrei essere ad un passo dalla morte.. In ogni caso, oggi torno a piedi ragazzi. >> Dico prendendo la cartella in mano e portandola all'altezza della spalla. << Mi sento la testa scoppiare e voglio fare due passi. >> Aggiungo cominciando ad incamminarmi salutando con un cenno della mano. Esco dalla scuola e noto che praticamente è già deserta, per fortuna. Odio quel rumore insostenibilmente assordate che producono i motori delle macchine misti alle voci e urla dei ragazzi che parlano all'uscita. Noto con piacere che anche il sole sta scendendo, lasciando spazio ad un breve tramonto che spero presto si tramuterà in notte, la adoro. Ad un certo punto mi viene voglia di accendermi una sigaretta ma aspetto ancora pochi minuti prima di accenderla, perché c'è un determinato posto dove adoro fumare e rilassarmi. Muovo più velocemente i miei passi notando con felicità che il mio obbiettivo non è molto lontano, presto arrivo e mi comincio a gustare la mia scena preferita nel posto migliore che conosca: L'avvento della notte. Adoro come il cielo notturno, così buio e sereno ma allo stesso tempo misterioso, si mischi con quello arancione del tramonto, per poi sopraffarlo elegantemente. Mi rilasso, accendendomi la mia meritata sigaretta serale e mi appoggio alla ringhiera del ponte che connette due sponde di un fiume abbastanza largo e mi godo quell'attimo di paradisiaca serenità che tanto aspettavo. Per mia sfortuna, questo rimarrà seriamente un attimo.
<< Emh.. Alex.. ? >> Mi chiama una voce femminile che conosco, sbuffo il fumo in modo infastidito e guardo Noemi di traverso.
<< Cosa c'è? >> Rispondo non molto socievole. 
<< Mi chiedevo se domani.. Visto che è sabato e abbiamo l'uscita anticipata all'orario di pranzo.. Mi chiedevo se nel pomeriggio.. Usciresti con me.. >> Mi chiede timida, con lo sguardo basso.
<< Non fare la timida. Dai, seriamente, quante volte me lo hai già chiesto? >> Chiedo retorico.
<< Trenta con questa! Ti prego, vieeeni! >> Mi supplica in modo a mio parere un po' patetico anche se, lo ammetto, m'intenerisce. Prendo una boccata di fumo e la guardo per bene. I capelli azzurri che se sciolti arriverebbero un po' sotto le spalle, sono perennemente legati in una coda alta con due piccole ciocche cadenti ad contornale il viso che dispone di labbra sottili e due occhioni dello stesso colore dei capelli che mi guardano speranzosi, il mio sguardo attento si posa sulle forme e noto che madre natura è stata generosa con lei, partendo dalle gambe slanciate ad i fianchi finendo dal seno generoso. Roteo gli occhi al cielo ed, aimè, mi trovo costretto ad ammettere a me stesso che oggi sembra più carina del solito. Roteo ancora gli occhi rassegnato e rispondo.
<< Va bene, ma una sola volta. >> Rispondo prima di buttare via il fumo.
<< Dai per favore ti pre.. Eh? >> Mi guarda sconvolta.
<< Ho detto di si, domani una cena, alle nove vengo a prenderti, non farmi aspettare perché potrei cambiare idea. >> Le dico con un leggero sorrisetto.
<< Davvero?! Grazieee! Aspetta.. Una cena?! Io.. Tu.. Sera.. Si potrebbe fare tardi.. >> Comincia a balbettare frasi sconnesse e io mi comincio a pentire di ciò che ho appena detto, poi all'improvviso mi salta addosso e mi abbraccia, rischiando di farci cadere entrambi nel fiume sotto di noi.
<< GRAZIEE! DAVVERO GRAZIE! >> Urla << Ma mi dici come mai questa accondiscendenza improvvisa? >> Mi chiede dubbiosa.
<< Perché me lo hai chiesto trenta volte, meritavi dei premi. >> Uso il plurale e faccio un ghigno malefico per alcuni istanti.
<< Premi? Ce ne sono altri? >> Mi chiede mettendosi un dito al mento.
<< Un'altro soltanto e lo avrai subito. >> Le dico prima di baciarle il naso nel modo più casto possibile e giuro di essermi impegnato ma credo di esserci riuscito poco data la sua espressione. << Ah, e se comunque ti preoccupa così tanto l'orario, puoi sempre restare a dormire da me, sono solo a casa molto probabilmente. >> Le dico ridacchiando. Dopo di che, la saluto andando per la mia strada, non prima di dirle di vestirsi elegante per la sera dopo. Mi dirigo a casa e noto che, come sospettavo, è tutto spento, sospiro e mi appresto a salire le scale per poi entrare in casa. Controllo la cassetta postale e vedo una lettera, la apro e leggo, è di mia madre.

"Ciaooo Aleeex! Io sono a capo verde con i tuoi fratelli, lo so che dovevamo tornare oggi, ma ci sono stati degli intoppi e quindi torniamo fra due giorni! Ti ho caricato altri soldi nella Poste-Pay, quindi non ci sono problemi! Ti saluto adesso, Ciaooo"
La Mamma

Altro che intoppi, probabilmente non gli è bastato il tempo per fare qualsiasi cosa di pericoloso presente quel posto disponga e avrà allungato la vacanza. Rido nell'immaginarmi quella spericolata di mia madre fare le cose più pazze in compagnia di mia sorella assolutamente terrorizzata e mio fratello che sbuffa scazzato. Si, mi somiglia moltissimo in certe occasioni. Stanco e senza la minima voglia di cucinare sul serio, prendo il ramen istantaneo e bollisco un po' d'acqua dando vita così alla mia cena, la mangio senza troppa voglia data la poca appetibilità di quel pasto pronto tanto che ne mangio appena due bocconi per poi buttarlo. Dopo di ciò vado a farmi un bagno caldo e mettermi a letto, addormentandomi velocemente.
Driin Driin.
Sento quel suono maledetto distrarmi dal mio sonno e mi giro dall'altra parte.
Driin Driin! 
Se possibile il suono aumenta così come il fastidio quindi metto la testa sotto il cuscino nella speranza di attutire il suono.
Driiin! Driiin! 
Ok, sta veramente aumentando o nelle sigarette che mi fumo ci mettono la droga?
DRIIIIN! DRI- 
<< ESPLODI SVEGLIA DI MERDA! >> Lancio la sveglia nel muro davanti a me e provo un insano piacere nel vedere quella cosa infernale distrutta e silenziosa. Stanco di quella giornata già da appena sveglio, mi dirigo verso la doccia dove mi lavo velocemente con l'acqua fresca, in modo da svegliarmi il più possibile. Uscito di li, mi vesto solo con la parte inferiore della divisa e mi preparo due fette biscottate con la marmellata di mirtillo che divoro voracemente, affamato dalla sera prima. Dopo di che mi lavo i denti, mi metto la parte superiore della mia divisa, sistemo la mia cartella e mi dirigo in bagno per sistemarmi i capelli e comincio le delicate operazioni armato di Phon e spazzola, dopo svariati minuti di "lisciamento capillare" (Io lo definisco così.) mi guardo allo specchio e vedo che, come ogni mattina, non ha avuto un minimo d'effetto. Mando tutto al diavolo e esco di casa nella condizione Fisico - mentale di ogni mattina: Crisi di nervi precoce e capelli in disordine. Lo so, sembro una ragazza mestruata la mattina.
<< Buongiorno Alex! >> Mi urla Giuliano da lontano.
<< Buooooongiornooooo! >> Mi urla Vito correndomi incontro, fino a quando non è troppo vicino per i miei gusti e lo allontano gentilmente con una pedata allo stomaco. Si, questo è il mio buongiorno speciale per chi mi rompe la suddette.
<< Giorno Giuliano. Novità? >> Saluto e chiedo una volta avvicinato.
<< Novità? Su cosa? >> Mi chiede perplesso.
<< Boh in generale. >> Rispondo io. << Comunque, oggi avrò una cena con Noemi, conto su di te per non far diffondere la cosa. >> Gli chiedo con seguente conferma da parte sua.
<< C-c-c-c-coooosa? Una c-cena con Noemi-Chan?! >> Urla quel coglione di Vito così da permettermi di dire addio alla mia idea di non farlo sapere a nessuno. Ovviamente lo colpisco per la sua idiozia.
<< Intendevo dire >> Parla, stavolta a voce bassa, Vito << Come mai una cena? Adesso anche lei vuoi vedere n-n-n-NUDA?! >> Urla ancora e non posso fare a meno di ri-colpirlo più forte di prima
<< Non ho nessuna intenzione di fare questo, semplicemente la voglio levare dai piedi. Forse. >> Sorrido maligno tra me e me prima di entrare a scuola. Faccio pochi passi all'interno e poi è il dramma: Ho dimenticato di comprare le sigarette, merda. Ne ho solo tre e devo farci fino all'uscita che è alle due. Mi faccio forza, imponendomi di resistere, anche se non si dovrebbe rivelare troppo problematico perché ho un massimo di dieci sigarette giornaliere e un minimo di cinque, quindi dovrei riuscirci.. Spero. Le ore passano e già una sigaretta e mezza è andata via, una soltanto per calmarmi dopo che Noemi mi è saltata letteralmente addosso in classe, alla seconda ora. Sono le undici e c'è il cambio dell'ora mentre sento diversi gridolini eccitati venire dal corridoio, do un rapido sguardo e vedo il bel principino con uno stuolo di ragazze dietro pronto a servirlo e riverirlo mentre lui con un sorriso stanco prova ad allontanarle per poter andare almeno in bagno senza sentirsi osservato. Anche se in modo molto limitato, credo di capirlo nel mio piccolo. Il professore tarda ad arrivare e la mia classe diventa sempre più chiassosa, così prego il signore di far finire quella giornata presto. Miracolosamente nessun'altro avvenimento ha attaccato i miei nervi nella seguente giornata scolastica, facendo si che arrivassi all'uscita quanto meno capace di sopportare li sguardi (Assassini) invidiosi dei ragazzi che hanno saputo della cena, dopo essermi appuntato mentalmente di non parlare a Vito in posti pubblici, mi dirigo verso l'auto della mamma di Giuliano che gentilmente mi darà uno strappo a casa e in posta per ritirare i soldi liquidi nella post pay. Rientro e poso la cartella, ancora non affamato vado a trovare l'unica cosa rossa che non mi fa schifo: La mia spada. Cioè quella di mio papà, che mi regalò quando nacqui e ovviamente, prima che lui morisse. Da quando è morto, dodici anni fa, mi promisi di pulire ogni settimana quella spada, cercando di non farla rovinare mai, pensando che se la spada fosse rimasta bella, affilata e curata, l'anima di mio padre ne avesse giovato. 
<< Ehy, anche questa settimana non ti abbandono. >> Le dico, dandomi dello stupido, le spade non hanno un'anima. La ammiro un po', guardando quanto fosse bella anche con il rosso presente nella sua impugnatura dal colore nero con spirali cremisi, la guardia, rotonda e rosso sangue, un rosso quasi nero, aveva delle piccole ammaccature che mi da l'impressione di famigliarità con il suolo lunare. Infatti tempo fa le diedi un nome: Ryuketsu no Mun, Luna insanguinata per l'appunto. Sospiro, cacciando via la tristezza cerca di impossessarsi del mio cuore e comincio a pulire e curare la mia spada. Le operazioni di pulizia filano lisce e devo dire che adesso ho fame e anche voglia di mangiare cibo vero, mi metto di santa pazienza e comincio a guardare cosa ho in frigo, lo apro e vedo l'equivalente dello scenario di una guerra: Desolazione. Sospiro pesantemente e noto dei pomodorini, una boccetta con del pesto fatto in casa e della cipolla lunga, li tiro fuori e cerco una pentola in modo tale da mettere a bollire l'acqua.
<< C-cipolle di merda.. >> Mi lamento asciugandomi le lacrime causate dalle cipolle e noto con piacere che ho finito di farle a fette, taglio in due pezzi i pomodorini e vedo che l'acqua bolle, così metto a cuocere la pasta e prendo una padella sbattendola sul fuoco e versandogli un po' d'olio, il pesto, la cipolla e i pomodorini tagliati, facendoli saltare un po'. Noto che la cottura della pasta è finita e mischio pasta e condimento, dando vita a quel piatto che richiama alle mie origini Italiane che amo tanto. Le metto nel piatto e comincio a magiare con in testa un pensiero soltanto: Sono il Dio dei fornelli. Finisco presto il mio pranzo e mi rendo conto di aver mangiato troppo, tanto da farmi venire sonno. Do un occhiata all'orologio e vedo che sono ancora le tre e mezza, quindi decido di concedermi un riposino, sicuro di svegliarmi per le cinque massimo. Convinto male. Apro gli occhi in modo assonnato e vedo che è molto più buio di quanto dovrebbe essere alle cinque del pomeriggio, controllo ed è panico.
<< Sono solo le sei e mezza.. Aspetta, lei sei e mezza?! >> Urlo nel panico, tanto da cadere dal letto, sono un disastro. Mi alzo velocemente e faccio il punto della situazione in modo rapido.
<< Allora.. Ho due ore e mezza e mi devo lavare, vestire, sistemare, andare a prendere Noemi e portarla in un ristorante che ancora non ho scelto. Sono fottutamente.. Fottuto. Merda >> Viva l'ottimismo. Corro in bagno e mi fiondo a lavarmi di fretta, per poi uscire mezzo bagnato dal bagno rischiando di cadere e farmi un male boia, asciugandomi poi di fretta davanti all'armadio dove scelgo il primo completo elegante che trovo: i pantaloni sono grigio scuro mentre la giacca è nera, la camicia di sotto è bianca. La indosso e noto che non mi sta male, ma necessita comunque di un qualcosa che, dopo una breve riflessione, capisco essere la cravatta abbinata. Do uno sguardo all'orologio e vedo che sono le otto e dieci. Merda. Di nuovo. Filo in bagno e comincio la mia lotta con i capelli che non riesco minimamente a gestire quindi provo semplicemente ad ordinarli senza creare acconciature, mi guardo e vedo che non sono poi tanto male. Passo adesso alla fase più lunga per me: La scelta del profumo. Apro il secondo bagno della casa, e guardando alla mia destra vedo la vastissima scelta di profumi di cui mio fratello dispone. Si, mio fratello, perché è un patito di profumi, a dieci anni. In ogni caso, perdo come minimo un quarto d'ora per scegliere e opto alla fine per un Hugo Boss classico. Prendo chiavi e portafogli e scappo via da quel posto, pregando Dio e tutti i santi, perché si, sono cristiano, di farmi trovare un Taxi presto, cosa che come se fosse un miracolo trovo appena uscito dal portone del mio condominio. Grazie gente lassù, vi voglio bene anche io.
<< Mi porti al numero 37 di Okinawa MOLTO velocemente, per favore. >> Dico al signore che porta il taxi, il quale mi comincia a tartassare di domande già dai primi dieci metri di corsa. Stressato, decido di fare una cosa che ritengo estrema.
<< Mi scusi, lei fuma? >> Chiedo e questo annuisce. Allora io, con sofferenza, prendo il pacchetto comprato poche ore prima, ancora nemmeno aperto e lo scarto, offrendone una a quell'uomo pur di farlo stare in silenzio. Il mio piano funziona e mi fa anche uno sconto sulla corsa. Quella sigaretta ha fruttato il doppio. Scendo dal taxi e noto che, grazie a Dio, sono in anticipo di due minuti, allora mi do una sistemata e faccio mente locale su dove portare Noemi all'improvviso e senza ordinazione, poi mi viene in testa il ristorante Italiano di un amica di mia madre e riesco a rilassarmi. Mentre aspetto l'arrivo di Noemi, una ragazza con delle finte ali da pipistrello mi consegna un foglietto che io, sovra pensiero, prendo senza guardare. Leggo cosa c'è scritto e vedo un "Ogni tuo desiderio si avvererà" con uno strano cerchio sotto la scritta, mi viene da gettarlo via ma siccome non voglio inquinare evito e lo metto nella tasca dei pantaloni. Guardo l'orologio e vedo che sono le nove in punto, alzo lo sguardo e vedo Noemi uscire dal cancello di casa sua e le mie mascelle rischiano di cadere in terra dalla sorpresa, sempre se non fossi una persona così seria. In viso non era molto truccata, solo un po' negli occhi in modo tale da valorizzare il colore azzurrissimo delle sue iridi, i capelli erano uguali a quelli di sempre ma adesso sembravano più morbidi e luminosi. Al collo porta una collana di perle che devo dire la fa sembrare più grande e seria. E' vestita con un vestito a tubo azzurro che le arrivava appena sopra le ginocchia mentre nei piedi ci sono delle scarpe con il tacco di colore blu intenso. Si avvicina me con lo sguardo basso e il viso leggermente arrossato e mi viene da sorridere, notando quanto sia tenere con quell'espressione in viso, ma ovviamente non lo faccio. 
<< Sono in ritardo..? >> Mi chiede con un filo di voce e nella mia testa passa la malsana idea di dirle di si, ma non riesco ad essere così cattivo e mi limito ad un teatrale baciamano ed a dirle di no.
<< Mi devo ricredere, oggi sei più carina del solito. In ogni caso, sbrighiamoci ad andare, che ne dici? >> Le dico calmo mentre chiamo un Taxi, lei annuisce e ci mettiamo ad aspettare. Passa davvero poco e il Taxi arriva, saliamo e dico all'autista dove ci deve portare. Niente da dire sul viaggio, tranne per il fatto di aver dovuto sprecare e sottolineo sprecare, un'altra sigaretta pur di far tacere quell'uomo. Odio questa serata. Una volta scesi, dopo aver pagato la corsa, ci dirigiamo velocemente nel ristorante e vediamo che è pieno di gente.
<< Ma.. Hai prenotato, no? >> Mi chiede lei e vedo che rischia di cadere all'indietro quando le dico di no. Sbuffo, consapevole che da quando dirò il mio cognome in quel ristorante, sarà un inferno. Entriamo e vedo il Maitre accoglierci.
<< Prego signori, avete una prenotazione? >> Mi chiede cordiale prendendo il libro dove sono appuntate le preordinazioni. Sbuffo e nego leggermente con la testa.
<< Mi dispiace signori ma non potete entrare senza- >>  Lo blocco. << Kurenai. >> Dico il mio cognome, guardando dalla parte di Noemi che mi guarda interrogativa.
<< Non mi risulta nessuna prenotazione a suo no.. Aspetti, proprio QUEL Kurenai?! >> Mi dice sgranando gli occhi e io sbuffo. 
<< Si, figlio di QUEL Kurenai e QUELLA Maria. >> Dico velocemente. Allora vedo l'uomo davanti a me chinare pesantemente il capo.
<< M-mi scusi! Io non sapevo della sua presenza in questa città! >> Mi dice con tono dispiaciuto e l'istinto di sprofondare negli abissi dell'oceano si fa strada nel mio animo.
<< Ma smettiamola. Tiri su la testa, non sono mica un Re o un imperatore. Sono solo il figlio di un grande Chef.. >> Dico, evitando di aggiungere la parte in cui dico "A qui dovete TUTTI i soldi che avete guadagnato fino ad ora. " Ma va bene così.
<< Subito, Kurenai- Sama. Prego, le mostro il suo tavolo. >> Mi dice con fare riverente mentre mi sbatto la mano nel viso sull'orlo di una crisi e mi cominciano a salire i coniati di vomito per tutto quel modo di fare. Mi giro e intuisco che Noemi non ci sta capendo una mazza.
<< Ti spiego tutto mentre siamo a tavola. >> Le dico sbrigativo. Una volta seduti, aspettiamo che un operatore vi venga a servire, così le spiego come stanno le cose.
<< Hai presente quello Chef che è morto due giorni prima della sua quinta stella? Ecco, quello e mio papà, mentre mia mamma è quella che si è ritirata dal mondo della cucina quando ne aveva quattro da un mese. In altre parole, sono molto adagiato economicamente, per non dire una barca di soldi. Immagino che non ti interessi il perché lo rendo segreto. >> Spiego velocemente.
<< Non è che non mi interessi.. Solo che intuisco che è un qualcosa di privato, quando e se me ne vorrai parlare, lo farai, io aspetterò! Però.. Non capisco esattamente perché quell'uomo ti ha trattato con così tanto rispetto.. >> Mi dice mentre il cameriere le consegna il Menù. Lo prendo anche io e mi rendo conto di quanto, forse, quella ragazza è intelligente. Sicuramente è molto sensibile, questo è assodato. L'idea di farci qualcosa di serio mi sfiora la mente e io non la discrimino affatto anzi, devo dire che mi piace. Scelgo con cura i piatti, attento a non prendere nulla che possa contenere cose che non mi piacciono, mentre vedo lei in seria difficoltà.
<< Che hai? Sei indecisa? >> Le chiedo, avvicinandomi e le vedo sgranare gli occhioni e arrossire lentamente, per poi calare lo sguardo a terra. Non riesco a contenermi e comincio a ridere così forte da non riuscire a contenermi come si deve. Mi calmo e la guardo mentre ancora lei ha lo sguardo fisso in terra, mi piace. Anche tanto.
<< Allora? Dimmi cosa ti turba, Noemi. >> Le dico cercando di avere una voce rassicurante. 
<< E' che.. Cioè.. Ci sono così tante cose che.. Le ordinerei tutte! Perché non credo di tornare più in un posto simile.. Ehehe.. >> Mi dice estremamente imbarazzata.
<< Adesso prendi quelle che più ti incuriosiscono, la settimana prossima prenderai altro. >> Le dico prima di chiamare l'operatore che ci aveva consegnato i menù. Do le mie ordinazioni e le segna nel suo blocco appunti (Per chi cerca il termine tecnico, si chiama comanda, lo so. NdAutore.) e aspetto quelle di Noemi che ha una faccia imbambolata nel vuoto.
<< Ehy, sei in coma perché ti ho invitato ad un appuntamento anche settimana prossima? >> Le chiedo ridacchiando.
<< SI! SONO ASSOLUTAMENTE INCREDULA! AAAAH, SE E' UN SOGNO NON SVEGLIATEMI ASSOLUTAMENTE! >> Urla come se fosse sola nella stanza e tutti si zittiscono e la fissano in modo curioso. Non resisto più e scoppio a ridere rumorosamente, mentre tutti ci guardano come se fossimo pazzi.
<< Beh, visto che c'è sto silenzio.. Noemi, vuoi uscire con me anche settimana prossima? >> Faccio teatralmente, imbarazzando a morte Noemi che, dopo circa dieci secondi di mutismo, risponde con un flebile "Si" udibile a pochi. Parte l'applauso dei clienti nel ristorante e poi, dopo poco tutti ritornano alla normalità mangiando il loro pasto tranquillamente.
<< Cioè.. Anche tu riesci a comportarti in questo modo.. Tu che sei sempre così maledettamente figo e serio.. >> Mi dice insicura.
<< A quanto pare >> Rispondo. << E' la prima volta in pubblico. >> Le rispondo sinceramente. Mentre sorseggio il vino che mi è stato appena portato. La serata passa tranquilla fino alla seconda portata della cena. 
<< FERMI TUTTI QUESTA E' UNA RAPINA! TUTTI LE MANI IN ALTO, SE VI MUOVETE ANCHE DI UN CENTIMETRO VI APRO UN BUCO IN TESTA! >> Urlano dei pazzi che entrano come, appunto, dei pazzi nel ristorante. Mentre tutta la folla di ricconi presente in quel posto alzava le mani al cielo terrorizzata, io diedi una rapida occhiata ad i criminali e notai che erano disposti solo di un'arma da fuoco, una sola. La guardai meglio e notai il tappuccio arancione nella canna della pistola. Irritato da tanta stupidità, mi massaggiai le tempie in cerca di calma e poi decisi d'ignorarli e di continuare a mangiare, spiegando la situazione anche a Noemi. 
<< Quei.. Cosi, hanno delle pistole.. Ad acqua. Continua a mangiare, tranquilla. >> Le dico prima di mettere tranquillamente un boccone nel mio palato.
<< EHY, PICCOLE TESTE DI CAZZO, VI HO DETTO DI ALZARE LE MANI! VOLETE UN BUCO IN TESTA? >> Mi urla contro il "Malvivente"
<< Guarda, se devi venire a minacciarmi, abbi almeno l'accortezza di dipingere il tappo della pistola ad acqua. In più evita di puntare quell'affare su di me, questo vestito ha più zeri nel prezzo di quanto tu riesca a leggere. >> Lo provoco, facendolo incazzare. << Ah, e se per caso pensi che non mi sia accorto del coltello che tieni nella tasca dietro, ti sbagli di grosso. Non sto qui a spiegarti cosa succede se soltanto provassi ad afferrarlo. >> Continuo, prima di prendere un'altro boccone e mangiarlo con calma. Vedo che fa un movimento repentino verso il suo coltello e ghigno, ora mi diverto. Scatto verso quell'idiota e lo colpisco con una gomitata allo stomaco ed una ginocchiata al viso. "Fuori uno." Penso prima di scattare verso il deficiente più vicino e schivo facilmente il pugno che mi tirò.
<< Obbiettivo confermato.. Eliminare. >> Sussurro. Un sorriso sadico mi si forma in viso dopo aver colpito con violenza la mascella di quel tizio, sentendo chiaramente l'osso rompersi. Fuori due, ne restano altri due. Corro verso quello più vicino a me, ma noto che il suo compagno sta andando verso Noemi. Mossa assolutamente sbagliata. Cambio repentinamente direzione, andando verso l'idiota che aveva osato soltanto pensare di poter far male a Noemi, alla MIA Noemi, ma vedo una scena che non dovevo vedere: Il tizio arriva prima di me e cerca di afferrare Noemi che si ribella e riceve un pungo sul viso, adesso terrorizzato e dolorante. Mi blocco, non sapendo seriamente cosa provare. Odio, rabbia, furia? Non lo so, so solo che sentivo chiaramente un enorme, anzi, colossale potere scorrermi in corpo e una fastidiosa vocina che non riuscivo a capire per nulla. In men che non si dica, arrivai da quello che colpì Noemi. 
<< Mi sa che hai ferito la persona sbagliata >> Dico con voce sadica. << Eliminare. >> Sussurro con voce fredda per poi colpirlo violentemente alla nuca, facendolo sbattere pesantemente a terra, morto o svenuto non lo so e non mi interessa. Mi dirigo a passi lenti verso l'ultimo mio obbiettivo, ma mi accorgo che adesso Noemi è schiacciata a terra e non riesce a respirare bene, quindi mi disinteresso di quella carogna che nel mentre scappa a gambe levate. Mentre mi avvicino al corpo della ragazza, sento quel potere svanire velocemente e la vocina farsi sempre più lontana e al tempo stesso lei sembra stare meglio, riuscendo a fare respiri più decenti. La prendo in braccio ed esco velocemente da quel posto. Passano dieci minuti circa prima che Noemi si svegli.
<< Dove.. Dove siamo? >> Mi chiede confusa mentre si alza dalla panchina nella quale l'ho distesa.
<< Siamo in Parco, ti ho portata qui dopo che sei svenuta. >> Le dico aiutandola a sedersi.
<< Che romantico che è qui.. >> Mi dice imbarazzata mentre io noto che non ha tutti i torti. Il cielo buio come l'oscurità più intensa è adesso illuminato dalla Luna piena e le stelle.
<< In effetti è romantico. Anche se non me ne intendo molto. >> Rispondo con una mano dietro la Nuca, in leggero imbarazzo. Si, adesso riesco anche ad imbarazzarmi, pazzesco.
<< Emh.. C-con il conto del ristorante come hai fatto..? Hai pagato tutto tu vero?! Mi dispiace.. >> Cambia discorso imbarazzata.
<< No, in realtà un operatore mi ha seguito, ringraziandomi per aver sventato la minaccia di quei quattro coglioni, quindi come ringraziamento mi ha detto che la nostra cena sarà offerta dalla casa. Più tosto mi dispiace per te.. Ti fa male? >> Le dico accarezzandole la guancia colpita.
<< In realtà non sento niente.. >> Mi dice con lo sguardo basso. E' davvero carina. Questo momento di tenerezza dura ben poco, visto che dietro di noi, un'albero cade senza un apparente motivo.
<< Co-cosa è stato? >> Mi chiede impaurita. 
<< Non lo so, ma io me ne andrei da qui. >> Le dico afferrandola per mano e cominciando a correre, anche un qualcosa che non riesco a vedere mi afferra.
<< Alex! >> Urla impaurita Noemi.
<< Corri! Io me la cavo da solo, ma sii veloce! >> Le dico serio, mentre lei annuisce e scappa intelligentemente. Nel mentre vengo lanciato e sbatto contro un albero, perdendo la cognizione della realtà per alcuni secondi. Come mi sveglio, vedo un grosso coso a forma di ragno con una maschera in volto.
<< Non so il cosa sei e il perché ora riesco a vederti ma.. A giudicare da quanto sei grosso, sei lentissimo. Vieni. >> Lo provoco, anche se sono sicuro di non poterlo battere, ma se riuscissi a farlo incastrare da qualche parte potrei scappare. Quel mostro mi viene addosso e come immaginavo è dannatamente lento, lo evito con facilità e sento come una piccola dose di potere entrarmi in corpo, ma non ci do peso. Quel mostro mi attacca ancora ma sta volta è molto più veloce e riesco a malapena a schivarlo, venendo sbalzato lontano dallo spostamento d'aria.
<< Sei dannatamente forte.. >> Ringhio, prima di accorgermi di avere una catena al petto. << Cosa.. Cazzo è? >> Mi chiedo e seguendo con lo sguardo il proseguirsi di quella catena noto che va a finire.. Nel mio corpo.
<< Ma io sono qui.. Come posso..! >> Mi chiedo prima di vedere quel mostro essere polverizzato da un flash azzurro. Mi giro verso l'origine dell'attacco e vedo Noemi accompagnata da una bella donna con.. Delle ali nere?!
<< Noemi! Cosa ci fai qui?! Chi è quella?! COSA STRACAZZO SUCCEDE?! >> Urlo confuso.
<< E' quello li, Noemi? >> Chiede la donna alata.
<< Si.. Reynalle*-Sama.. >> Sussurra Noemi.
<< Bene, fallo. >> Ordina.
<< Ma Reynalle - Sama! E' innoquo! >> Urla Noemi con le lacrime agli occhi.
<< Innoquo? Senti la sua Reiatsu come cresce? Se lo lasciamo vivere potrebbe diventare un serio pericolo per tutti. Noemi, se non lo fai tu lo fa- >> Interrompo lo sproloquio di quella donna colpendola con un forte cazzotto in viso.
<< IO HO FATTO DELLE DOMANDE! Prima di parlare di me come se non ci fossi, rispondetemi! Senza contare che NESSUNO da degli ordini alla MIA Noemi. >> Esagero un po', come sempre in questa serata. Noto però che la donna colpita si alza come se l'avesse colpita una mosca. Scompare dalla mia vista per apparire dietro di me, colpendo sia me che Noemi. 
<< Schifoso umano! Come ti permetti di toccarmi! E tu idiota dai capelli azzurri, come ti permetti di non obbedire ad un mio ordine?! Meriteresti la pena capitale per questo! >> Comincia a sbraitare mentre io mi alzo a fatica anche se sono certo che non mi ha colpito con forza. 
<< Non so che cosa tu sia o cosa stia succedendo, ma come ti permetti di dire delle cose così offensive a.. Noemi..?! >> Completo a mala pena la frase, anche dopo essere stato infilzato allo stomaco da una lancia azzurra che Noemi, in lacrime, tiene in mano.
<< Brava ragazza.. >> Disse la donna chiamata Reynalle, mentre abbraccia in modo sicuramente non affettuoso Noemi che aveva gli occhi pieni di lacrime, per poi alzarsi in volo. << Se hai del risentimento, rivolgilo verso Dio che ti ha dato così tanta Reiatsu da rischiare di essere un pericolo anche per noi. >> Rei.. Cosa? Capisco a mala pena cosa dice, mente comincio a sentire il sangue in bocca. Do un'ultimo sguardo a Noemi e la vedo piangere disperata e non riesco a provare del vero risentimento per lei, nonostante è lei che probabilmente mi ha ucciso. Quelle due scompaiono e constato che il mio corpo non vuole assolutamente muoversi se non per pochi movimenti semplici come quelli del braccio. Porto infatti la mia mano davanti al viso e mi viene da ridere, notando che l'ultimo colore che io devo vedere è ironicamente proprio quello che odio di più: Il rosso. Un rosso più intenso delle fragole mature, lo stesso che tinge le mie mani.. Se potessi decidere che tipo di rosso dovrei vedere prima di morire vorrei.. Rias - Sempai, eh? Certo, se dovessi morire vedendo del rosso, vorrei vedere i capelli di quella stupenda ragazza. Penso, dandomi dello stupido prima di perdere i sensi definitivamente.
   ***
<< Bucho!* C'è una chiamata urgente per lei! >> Mi urla Akeno, mentre io mi preparo per il trasporto.
<< E' quel ragazzo, Akeno, prepara il cerchio magico velocemente per favore! >> Le dico mettendomi in posizione per il trasporto. Vedo che Akeno è pronta e comincio a recitare il canto di repulsione. << Minamu no shinzo, kita no hitomi, nishi no yubisaki, higashi no kibisu, kaze mochite tsudoi ame haraite chire!* Bakudo N° 45, Mahojin*! >> Completo il canto e mi teletrasporto nel luogo indicato. Appena arrivo vedo il ragazzo che ho fatto pedinare da Koneko con un profondo buco allo stomaco e apparentemente privo di sensi, in più noto che la sua catena dell'anima è spezzata e che appunto la sua anima è fuori dal corpo. 
<< Tu, mi hai chiamato? >> Chiedo e vedo che è seriamente svenuto. << Se proprio devi morire.. Io mi prenderò la tua vita.. >> Sorrido, vittoriosa e compiaciuta. << La tua vita.. Tu vivrai per me! >> 
***
Driin Driin
La sveglia suona e mi sveglio di botto, spaesato. I ricordi della sera prima sono vividi nella mia testa, poi mi tocco l'addome dove ero stato ferito e noto che non c'è nulla e sopratutto che sono nudo. In ogni parte del mio corpo. Cerco le mie mutande nel letto, convinto che quello della sera prima sia un sogno dannatamente reale e doloroso, però mi accorgo anche che nel letto con me c'è qualcuno. guardo chi è..
<< Eh..? EH?!!? >> Urlò sconvolto, anche questa giornata inizia in modo estremo.


* Reinalle: Le "L" si leggono "R", appunto "Reinare".
* Bucho: Preside-Presidentessa.
* Canto repulsivo: Non è nulla di veramente importante, è il canto di un Bakudo a caso.
*Mahojin: Cerchio magico.




Angolino Autore (?)
NON CI CREDO HO FINITO! 
Giuro che ci sono stato un casino di tempo per finire questo primo capitolo! In ogni caso.. Che ne pensate? Ho fatto un buon lavoro? Vi ho fatto interessare almeno un po'? Spero di si e che me lo facciate sapere con delle recensioni, visto che ho dei seri dubbi xD
Ma parlando del capitolo nel dettaglio..
Secondo voi chi sarà mai in realtà Noemi, mentre cosa avrà fatto Rias al povero Alex? Ma sopratutto.. Chi c'è nel letto con Alex e perché è nudo? Tutto questo si saprà, ve lo giuro, nel prossimo capitolo. Però se lo volete sapere dovete recensire! Sennò se vedo tante letture e nessuna recensione vuole dire che ho prodotto un qualcosa non degno di nota e la cancellerei. Quindi, vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, mi va bene anche un "Continuala stolto!"
In più, per chi si volesse fare un'idea dei personaggi (Dato che nelle descrizioni faccio un po' schifo) qui c'è la lista dei personaggi non di Bleach presenti in questa storia.
Alex: Kazuma Yagami ( O Kannagi) di Kaze no Stigma.
Noemi: Natsuru Senou (Versione femminile) di Kampfer.

Poi ci sono quelli di DxD 

Rias Gremory
Akeno Himejima
Toujo Koneko.
Yuto Kiba.

E Poi ci sono Vito e Alex che esistono veramente ma potete benissimo immaginarli come Matsuda e Motohama di DxD.

Adesso, dopo tutto ciò vi lascio e vi do appuntamento fra tre settimane. Si, tre perché voglio aspettare e vedere che riscontro ha questa storia, poi l'appuntamento sarà settimanale massimo ogni due settimane.
Un bacioneee
Mattia.

  
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